Viviamo le emozioni: 20 frasi da dire al posto di “Non Piangere”

E’ un desiderio innato vedere i propri figli felici ed è fisiologicamente frustrante ogni situazione in cui ci troviamo di fronte alla loro tristezza o a qualsivoglia malessere. Il primo istinto è di dire “Non piangere”. Lo abbiamo fatto tutti, lo hanno fatto probabilmente anche con noi. E non c’è nulla di male, assolutamente.

Oggi però vorremmo provare a trasformare il pianto in un’occasione di recupero, ricollegandoci al nostro articolo di qualche giorno fa sulla tristezza. Non tutto ciò che appare negativo lo è veramente: spesso saper vivere a pieno un’emozione ci permette di trasformarla in una forza, anziché in una debolezza.

Facciamo un passo indietro e riscopriamo il pianto

Da adulti ci si impone di non piangere, di non mostrare il fianco, le proprie debolezze. In realtà così ci priviamo di un importante sistema di recupero. Solo nel riconoscere la nostra umanità, possiamo affrontare con serenità il dolore.

Insegniamo ai bambini a non bloccare le emozioni ma, prima ancora, impariamo a non farlo noi. Si può accettare ciò che ci accade soltanto se si impara a riconoscere il nostro essere fragili e forti insieme. La forza non si trova nel contenere, ma nel lasciar andare. Questo significa controllare un’emozione: capirla, amarla nelle sue sfumature, esprimerla, lasciare che scorra.

20 frasi da dire al posto di “Non piangere”

Abbiamo trovato sul blog handinghandparenting.org un vademecum sintetico ma interessante che qui riportiamo tradotto. Come sempre, non si tratta di formule magiche, ma di spunti di riflessione per metterci in gioco. Buona lettura!

SPUNT-Esercizio: trasformiamo il pianto in un’occasione di crescitaù

Proviamo a confortare con l’empatia:

  • Io sono qui.
  • Vedo che ora sei sconvolto.
  • Io ti starò vicino fino a quando non starai meglio.
  • Mi dispiace amore, è dura.
  • Non vado da nessuna parte.
  • Qui sei al sicuro
  • Non c’è nulla di più importante che stare con te ora.
  • Mi dispiace che hai perso il tuo gioco/che hai litigato con un compagno…
  • Ti ascolto amore.

Riportiamo l’attenzione al motivo del pianto

  • Tu ci tenevi molto a quel giocattolo
  • Quel cane ti ha spaventato!
  • Il ginocchio sbucciato fa male, diamogli un occhio

Diamo un limite (e ascoltiamo)

  • Non posso farti giocare con i miei occhiali, non posso portarti alla festa …
  • E’ necessario che tu ti metta le scarpe, che finisca i tuoi compiti …

Proviamo a mostrare il lato positivo

  • Più tardi potrai mangiare dell’altro cioccolato
  • Tutto si risolve
  • Dopo torno
  • Sono sicuro che ora ti divertirai
  • Vedrai che starai benissimo
  • Non sarà sempre così

Bisogna provare ad evitare di:

  • etichettare i sentimenti. Es: “vedo che sei arrabbiato”
  • distrarre il bambino da ciò che prova. Es: “dai, andiamo a vedere una cartone”
  • accontentarlo solo per farlo smettere di piangere. Es: “ava bene, puoi mangiare il gelato”
  • provare a ragionare.Es: “eri però hai avuto il giocattolo che volevi, dovresti essere felice”
  • far sentire i suoi sentimenti sbagliati sgridandolo, prendendolo in giro o facendolo star zitto. Es: “cos’è tutto questo fracasso! Che stai combinando?”
  • dare premi e punizioni attraverso minacce, ultimatum o cercando di corromperlo. Es. “se ti lavi subito i denti, poi puoi guardare ancora un po’ di televisione”.

 

a cura di Alessia de Falco

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