Il potere educativo delle scoperte

Che cos’è una scoperta? Cosa succede nella mente di un bambino quando scopre qualcosa di nuovo? Queste scoperte sono in qualche modo legate all’apprendimento e all’istruzione? Proviamo a rispondere a queste domande (comuni per chiunque trascorre del tempo con i bambini in età prescolare e scolare) con un brano di Jerome Bruner:

“Nella maggior parte dei casi la scoperta, sia che venga effettuata da uno scolaretto o da uno scienziato, consiste in un riorientamento o in una trasformazione delle nozioni possedute, in modo da consentire di spingersi al di là di esse, verso nuovi concetti.
In altre parole, scoprire significa trovare la struttura più adatta, il significato più profondo. In secondo luogo, riflettiamo adesso sui vantaggi che il fanciullo trae dall’apprendere attraverso le proprie scoperte. Quei vantaggi si rivelano sotto forma di maggiore potenzialità intellettuale, maggiore ricompensa psicologica, migliore tecnica dell’indagine e affinamento dei processi mnemonici.
Affinché il fanciullo sviluppi la propria potenzialità intellettuale, occorre che venga incoraggiato a scoprire rapporti e regolarità nell’ambiente che lo circonda. Per far ciò egli deve essere armato della sensazione che vi è qualcosa da scoprire e che deve trovare da sé il modo di effettuare la scoperta […].
Appare chiaro come, man mano che l’apprendimento progredisce, esista un momento in cui è senz’altro consigliabile allontanarsi dalle ricompense estrinseche, quali ad esempio una lode dell’insegnante, passando a ricompense intrinseche, come quelle inerenti alla soluzione di un complesso problema per conto proprio. Un altro dei motivi intrinseci dell’apprendere che la scuola deve cercare di mobilitare in misura maggiore di quanto abbia fatto finora, per rendere più efficiente l’insegnamento, è il desiderio di competenza. Generalmente, per competenza s’intende una capacità già acquisita. Tuttavia la competenza può essere concepita anche in senso dinamico, quale aspirazione a conseguirla, e con riferimento all’energia impiegata per conseguirla.
La competenza intesa in questo secondo senso può essere considerata uno dei motivi intrinseci dell’apprendere, dato che lo svolgimento del processo al quale ci si sottopone per conseguirla soddisfa un bisogno intimo: il desiderio di imparare a fronteggiare e dominare questo o quel settore dell’ambiente in cui viviamo. Osservando i bambini o i piccoli di varie specie animali, ci rendiamo conto, appunto, che gran parte dei loro trastulli rappresentano, in sostanza, forme di auto-addestramento a fronteggiare l’ambiente […].
Sebbene il desiderio di competenza possa non aver quale oggetto naturale gli apprendimenti scolastici, è tuttavia probabile che il grande eccesso di energia riscontrato nei bambini che s’imbattono in una materia o in un argomento che a loro interessa abbia una natura consimile”.

Quale lezione portiamo a casa da questa breve lettura? Almeno 2: 1) incoraggiare i bambini ad esplorare l’ambiente e a cercare relazioni tra i suoi oggetti li stimolerà nelle loro scoperte (intuizione che fu già della pedagogista Maria Montessori) e 2) anche la scuola può farsi carico del piacere della scoperta, utilizzandola come mezzo e facilitatore dell’apprendimento.

BIBLIOGRAFIA
Jerome S. Bruner, La sfida pedagogica americana, Armando, Roma 1969

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