La stella cadente e la lucciola
C’era una volta un piccolo insetto che si sentiva molto triste. Non aveva le ali variopinte come le farfalle, né il vestito a pois delle coccinelle; non faceva nemmeno il miele come le api. «Non ho niente di speciale», pensava, guardando gli altri insetti intorno a lui.
Una sera si nascose tra i fili d’erba e si mise a osservare il cielo. Era davvero scuro, come la marmellata di more, punteggiato di stelle che brillavano luminose. Ad un certo punto, una di loro si accorse che l’insetto la stava guardando – si sa che le stelline hanno un’ottima vista! – e lo chiamò: «Ehi, dico a te! Perché stai lì triste e solo? Questa è una sera magica!».
L’insetto le risposte sconfortato: «Forse questa sera sarà magica per te, ma non per me».
Le raccontò così il suo dispiacere e il desiderio di essere speciale, come tutti gli altri insetti che conosceva.
La stellina sorrise e gli disse: «Ognuno di noi ha qualcosa di unico… lascia che ti aiuti a scoprirlo».
Fu allora che la stella fece una piroetta nel cielo e si tuffò giù, lasciando una scia luminosa nel manto nero della notte.
Ma la magia non era finita qui: l’insetto, come d’incanto, cominciò a risplendere di una luce dorata. Era nata la prima lucciola, alimentata dal calore dell’empatia; con poche parole, infatti, la stella cadente era riuscita a comprenderla fino in fondo e a restituirle la fiducia in se stessa. Da allora, nelle notti d’estate, le lucciole ci ricordano che ognuno di noi ha una luce dentro di sé… basta trovarla e permetterle di brillare. E se non ci riusciamo da soli, un buon amico sarà sicuramente in grado di aiutarci. Del resto l’amicizia è magica, come le stelle.
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