I compiti a casa sono utili? Cosa dice la scienza

I compiti a casa sono utili? Pochi argomenti dividono quanto i compiti a casa: rappresentano una delle pratiche didattiche più antiche e consolidate dei sistemi scolastici di tutto il mondo, eppure non sono pochi a sostenere l’abolizione dei compiti a casa.

Ma cosa dice la scienza? Il prof. John Hattie, eminente ricercatore nel campo dell’educazione, ha condotto un ampio studio (raccolto nel best-seller Visible Learning) sulle pratiche didattiche più diffuse e sulla loro efficacia. Naturalmente, il professore ha analizzato anche con i compiti a casa.

Al di sotto degli 11 anni (ciclo primario) i compiti a casa non producono alcun beneficio. La loro efficacia è valutata 0.16 su una scala da -1 a 1 (l’efficacia media delle pratiche didattiche è 0.40). Dai 12 anni in poi invece i compiti si rivelano decisamente efficaci: l’efficacia passa a 0.65, ben sopra la media di 0.40.

Tuttavia, il beneficio dei compiti a casa è indipendente dal tempo destinato all’esercizio: 10 minuti apportano lo stesso beneficio di un’ora, a patto che lo studente si eserciti con impegno e motivazione. È per questa ragione che in prof. Hattie suggerisce di non esagerare con i compiti: meno è meglio.

La chiave, invece, è la motivazione: se un ragazzo svolge i compiti a casa in modo disinteressato, questi si rivelano inutili, a prescindere dall’età.

È compito dell’insegnante far sì che gli esercizi a casa non siano eccessivamente ripetitivi e che servano come potenziamento rispetto al lavoro svolto in classe. Esercizi generici, formulati male o fuori contesto non sono di alcuna utilità.

I compiti a casa dovrebbero essere gestibili: non più di 20 minuti al giorno per i bambini della scuola primaria, da incrementare progressivamente nei cicli superiori.

Le cinque caratteristiche chiave di un buon compito a casa

Ecco cinque caratteristiche per assegnare dei buoni compiti a casa, redatte dalla dott. ssa Cathy Vatterott, autrice del libro “Ripensare i compiti a casa” (2018)):

  • Motivazione: i compiti devono avere istruzioni chiare ed essere progettati in modo tale da motivare gli studenti nello svolgimento. Consegne troppo vaghe abbattono la motivazione.
  • Competenza: i compiti devono aiutare gli studenti ad acquisire sicurezza. Se lo studente non è in grado di svolgere i compiti da solo, è meglio ri-progettarli.
  • Padronanza: i compiti dovrebbero aiutare lo studente a padroneggiare una disciplina o una competenza specifica.
  • Tempo: i compiti non dovrebbero richiedere un ammontare spropositato di tempo.
  • Finalità: gli studenti dovrebbero sapere per quale ragione svolgono i compiti e perché è importante che li svolgano al meglio.

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Fonti: 1) J. Hattie, 2009, Visible Learning: A synthesis of over 800 meta-analyses on achievement; 2) C. Vatterott, 2008, Homework Myths

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