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Didattica innovativa attraverso il gioco

Oggi vogliamo riflettere a partire da un caso di buona ricerca educativa. Un esperimento per insegnare attraverso i videogiochi che, indovinate un po’, ha dimostrato come essi siano utilissimi per la didattica. La facciamo breve, promesso, ma leggete anche lo spunto finale!

In questo caso ci occuperemo di videogiochi, ma esistono anche numerosi giochi didattici (nonché quella di trasformare l’intera scuola in un percorso di gioco, come accade nella Quest to Learn School).

Un esperimento: studiare italiano e matematica con i videogiochi

Nel 2007 viene avviata in Trentino una sperimentazione, per sviluppare e introdurre una metodologia di apprendimento basata sui videogiochi. Il progetto, con il nome di DANT (Didattica Assistita dalle Nuove Tecnologie) è proposto e supervisionato da IPRASE, l’istituto che si occupa di ricerca e innovazione didattica presso la Provincia Autonoma di Trento).

Il progetto viene lanciato in grande: alla sperimentazione partecipano quasi 1000 classi, un campione incredibilmente alto e statisticamente significativo. Inoltre, i videogiochi che vengono sviluppati non riguardano materie ai limiti del curricolo, bensì la matematica e l’italiano. In altre parole, i videogiochi sono studiati e realizzati per insegnare gli stessi saperi e le stesse abilità definite dai programmi ministeriali. Vengono prodotti oltre 80 videogiochi diversi, ciascuno incentrato su una differente competenza/ambito.

Risultati della sperimentazione

I risultati, condotti con rigore scientifico massimo, hanno portato risultati sorprendenti: non solo il 97% dei partecipanti ha dichiarato di essersi divertito molto, ma l’apprendimento è stato di qualità nettamente superiore a quello del gruppo di controllo (ovvero coloro che non hanno giocato). I ragazzi che hanno imparato con i giochi hanno imparato di più e meglio degli altri. Questo dato è stato confermato anche dai loro insegnanti (quasi il 100% di loro ha ritenuto la sperimentazione utile e positiva).

Una dimostrazione che i videogiochi didattici servono (si parla di videogiochi didattici, dunque giochi che non creano dipendenza né causano danni cerebrali come succede invece per quelli d’azione)! Ma soprattutto, una dimostrazione che una didattica davvero innovativa è possibile.

Tutto bene ma …

Perché, nonostante questa bellissima sperimentazione, in classe si continua a studiare in modo tradizionale? Purtroppo, la responsabilità è da attribuirsi agli insegnanti (o meglio, a metà di loro): il 50% dichiara di non avere tempo per far giocare i ragazzi; affermazione allucinante, perché significa non aver capito nulla della valenza didattica del gioco (e probabilmente dell’insegnamento stesso).

Ci sono ancora troppi insegnanti che sottovalutano il potere dei nuovi media e delle forme di didattica alternativa. Questo vale sicuramente per i videogiochi, ma anche per la media education, l’educazione alla buona comunicazione e ai media che sarebbe tanto importante per la formazione di una coscienza critica e di una generazione di comunicatori efficaci.

Impariamo ad insegnare

Cosa ci insegna questa vicenda, dimenticata ma significativa? Che chi insegna, troppo spesso, dovrebbe prima imparare ad insegnare! Non solo i docenti, ma noi tutti: ogni genitore è un insegnante d’eccezione per i propri figli e tutti, chi più chi meno, insegnano qualcosa a qualcuno. Ma come lo facciamo?

SPUNT-ESERCIZIO: la prossima volta che ti capiterà di insegnare qualcosa, pensa a come svolgi questo ruolo. Utilizzi un sistema interattivo? Metti a suo agio chi apprende? Sai essere “innovatore”?

Vi facciamo alcuni esempi: insegnare ad allacciare le scarpe, insegnare a tagliare la cotoletta, insegnare a preparare una torta, insegnare il rispetto e la gratitudine. La lista è molto, molto più lunga; quello che volevamo dire è: se vogliamo rinnovare davvero l’insegnamento, non dobbiamo solo puntare il dito contro gli insegnanti, ma cominciare ciascuno nel suo piccolo. Su Portale Bambini trovate quasi ogni giorno degli spunti creativi per insegnare: potete cominciare da quelli (che siano il barattolo dei capricci, i pannelli dei lacci o il vaso della felicità, cerchiamo di trasfomare in gioco ogni aspetto della vita e dell’apprendimento).

A proposito, l’articolo non voleva essere un attacco agli insegnanti, ma solo a chi svilisce l’insegnamento; anzi, segnalateci tutte le buone pratiche nelle vostre classi/scuole: Portale Bambini è sempre interessato all’innovazione didattica ed educativa, vi aiuteremo a metterle in luce!

FONTE: Anichini A., a cura di (2012) La didattica del futuro, Pearson

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