DISLESSIA: COS’È, QUALI SONO I SINTOMI E I FATTORI DI RISCHIO

dislessia e sintomi della dislessia

La dislessia è al centro di moltissime discussioni, in rete e al di fuori di essa; purtroppo, nonostante si tratti di un argomento della massima serietà per migliaia di ragazzi, di genitori e di insegnanti, troppo spesso la si tratta ancora in modo superficiale. Ma che cos’è la dislessia?

Innanzitutto, la dislessia evolutiva è un disturbo del neurosviluppo,che rientra nell’insieme dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e che colpisce uno specifico dominio di apprendimento: l’automatizzazione dei processi di lettura.

QUALI SONO I SINTOMI DELLA DISLESSIA

I sintomi che caratterizzano questo profilo sono principalmente due:

  • Velocità di lettura: lettura eccessivamente lenta, stentata e faticosa;
  • Accuratezza: numero eccessivo di errori come sostituzioni, omissioni, aggiunte di lettere o sillabe.

Per formulare una diagnosi di dislessia, rispetto a questi due sintomi, è sufficiente che soltanto uno dei due sia deficitario. Tuttavia, è bene fare chiarezza sul significato di “deficitarietà”. La prestazione del bambino, infatti, può essere definita clinicamente deficitaria soltanto avvalendosi di test validi e solo se questi vengono utilizzati da professionisti competenti, che permettano di confrontarla con la velocità media dei bambini di pari età e scolarità.

Per capire meglio cos’è la dislessia e come si arriva a formulare una diagnosi di dislessia, vi proponiamo la descrizione presentata dall’ICD-10, il sistema di classificazione internazionale (che viene utilizzato per effettuare e certificare la diagnosi):

La caratteristica principale è uno specifica e significativa menomazione nello sviluppo delle abilità di lettura che non è unicamente giustificato da una disabilità intellettiva, deficit di acuità visiva o inadeguata scolarizzazione. Le abilità di comprensione della lettura, il riconoscimento di parole, le abilità di lettura orale potrebbero essere tutti colpiti. Difficoltà ortografiche sono frequentemente associate con il disturbo specifico della lettura e spesso permangono fino all’adolescenza anche qualora sia stato ottenuto qualche progresso nella lettura. I disturbi evolutivi specifici della lettura sono spesso preceduti da una storia pregressa di disturbi o ritardi nello sviluppo del linguaggio. Disturbi emotivi e comportamentali associati sono frequenti durante il percorso scolastico”. (WHO, 2010)

A partire da questa definizione è possibile approfondire ulteriormente la natura di questo disturbo di questo disturbo:

  • in primo luogo, in quanto disturbo del neuro sviluppo, parliamo di una condizione presente dalla nascita e che accompagna la crescita dell’individuo;
  • non è una problematica legata ad una disabilità intellettiva. Questo dato è molto importante perché costituisce la controprova rispetto al falso mito secondo cui “i dislessici non sono intelligenti”;
  • può persistere fino all’adolescenza e nell’età adulta. In quanto disturbo del neuro sviluppo la dislessia perdura per tutta la vita; ciò che cambia sono il modo in cui si esprime e il suo impatto. Quest’affermazione, tuttavia, non deve trarre in inganno: il trattamento è comunque necessario, poiché consente di ottenere benefici e miglioramenti tali da ridurre significativamente l’impatto che il disturbo ha nella vita di ogni giorno;
  • istruzione inadeguata, problematiche emotive, comportamentali e familiari non possono essere considerate cause del disturbo. Sono comunque fattori da prendere seriamente in considerazione in quanto incidono sul suo mantenimento e gravità;
  • spesso è associato ad un disturbo o ritardo nell’acquisizione del linguaggio nei primi anni di vita.

I FATTORI DI RISCHIO NELLA DISLESSIA

Vorremmo ora soffermarci sull’ultimo punto rispondendo alla domanda: “ Esistono dei “fattori di rischio” che possano farci sospettare alla presenza di Dislessia? La risposta è si, ad oggi infatti disponiamo di molte ricerche che hanno dimostrato un’associazione positiva tra dislessia e i seguenti fattori:

  • Due o più anestesie generali successive al parto entro il quarto anno di vita.
  • Pregresso disturbo del linguaggio.
  • Sesso maschile.
  • Storia genitoriale di abuso di alcol o sostanze.
  • Un genitore affetto da Dislessia.
  • Esperienze traumatizzanti durante i primi anni dello sviluppo.

Conoscere questi aspetti è molto importante: essi infatti costituiscono dei campanelli d’allarme per un probabile sviluppo di un disturbo della lettura; la loro presenza non significa che il disturbo si presenterà con certezza, ma che le probabilità dello stesso sono aumentate. Qualora fossero presenti, potrebbe essere il caso di richiedere un consulto specialistico ad uno specialista in materia al fine di intervenire in modo tempestivo e preventivo.

In conclusione, questo articolo desidera offrire qualche spunto rispetto alla dislessia evolutiva secondo la logica per cui, per poter intervenire efficacemente, sia necessario conoscere approfonditamente la natura di queste condizioni, così come i segnali che, presenti già nei primissimi anni di vita, potrebbero comportare la successiva comparsa del disturbo.

a cura del dott. Lorenzo Conforti
dottore magistrale in psicologia clinica, specialista dell’età evolutiva

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