Educazione finanziaria
E’ dello scorso maggio la notizia, pubblicata su Il Sole24 Ore, relativa alle scarse competenze finanziarie dei ragazzi italiani, rispetto alla media dei Paesi europei. Non è una novità: l’alfabetizzazione finanziaria stenta a trovare una sua contestualizzazione nei percorsi di istruzione, tanto che l’Ocse, nel suo rapporto Students’ Financial Literacy sottolinea come “troppi studenti in tutto il mondo non sono dotati di una preparazione di base in ambito finanziario: anche nelle economie con performance sopra la media, almeno un quinto degli studenti non arriva neanche al livello di base”.
EDUCAZIONE FINANZIARIA, LA GRANDE ASSENTE DEI PERCORSI FORMATIVI
Stando alle analisi menzionate, il 20% degli studenti quindicenni “non riesce a raggiungere il livello di riferimento per le competenze finanziarie”. Solo il 6,5% dei ragazzi raggiunge il livello più alto della scala delle competenze finanziarie, dimostrandosi in grado di analizzare prodotti finanziari complessi e rivelando una comprensione adeguata del più ampio panorama finanziario, rispetto a una media quasi doppia, pari all’11,8%.
EDUCAZIONE FINANZIARIA SIGNIFICA RISPETTO E LIBERTA’
Per capire l’importanza dell’educazione finanziaria, pubblichiamo uno stralcio di un articolo tratto da Finance Watch firmato da Katarzyna Hanula-Bobbitt che fa il punto sull’educazione finanziaria:
Sappiamo tutti che le persone istruite stanno meglio di quelle non istruite, ma cosa significa essere istruiti? Secondo la lista di competenze dell’Università di Harvard che rendono una persona istruita, le caratteristiche migliori sono l’abilità di definire problemi senza una guida, fare domande difficili che mettono in discussione le ipotesi prevalenti, assimilare velocemente le informazioni necessarie da grandi masse di dati irrilevanti, concettualizzare e riorganizzare informazioni in nuove forme, ragionare in modo induttivo, deduttivo e dialettico, e affrontare i problemi euristicamente.
Adesso, presumiamo che i cittadini europei abbiano già le abilità di cui abbiamo parlato prima, e aggiungiamo la finanza al mix. Secondo l’OECD, l’alfabetizzazione finanziaria è una combinazione di consapevolezza, conoscenza, abilità, atteggiamento e comportamento necessari per prendere decisioni finanziarie sensate e alla fine raggiungere il benessere finanziario individuale. Oltre alla comprensione di concetti finanziari e alla capacità di interpretare dati, l’alfabetizzazione finanziaria può essere vista anche come un insieme di conoscenze, abilità e strategie in continua espansione, che gli individui si costruiscono nel corso di tutta la vita.
BAMBINI E DENARO: REINVENTIAMO IN FAMIGLIA L’EDUCAZIONE FINANZIARIA
Oggi la riflessione sull’uso del denaro deve partire da istanze profondamente divergenti: crisi economica, dematerializzazione della moneta, capacità di acquisto delle famiglie. E’ fondamentale, sin da piccoli, capire il valore del denaro ed i meccanismi che guidano l’economia, nelle sue più semplici declinazioni: guadagno, risparmio, investimento, dono.
Sull’ultimo punto avevamo scritto un approfondimento dedicato, correlato anche agli altri tre aspetti, Sebbene non ne siano sempre consapevoli, i genitori sono i principali artefici dell’educazione finanziaria dei bambini anche se ad oggi vige quasi sempre un approccio pragmatico, una sorta di “educazione all’occorrenza”: parlo di denaro quando il denaro serve, ad esempio di fronte alla richiesta di un dono. Il denaro va invece inteso come strumento di una progettualità più ampia, capace di abbracciare le diverse sfere di azione dell’economia.
SPUNT-ESERCIZIO: educazione finanziaria in 3 passi
Ciò che spesso dimentichiamo è che i bambini non capiscono il valore del denaro, almeno nei termini in cui noi adulti siamo abituati a ragionare. Comprendono facilmente il valore di un sacchetto di patatine, forse anche un piccolo giocattolo, ma è fisiologicamente più difficile capire come si guadagnano i soldi che desiderano spendere.
Una volta esisteva la paghetta settimanale, un piccolo importo fisso da far spendere ai bambini. Oggi è meno in voga, ma potrebbe costituire una piccola, piccolissima, base di partenza per far familiarizzare i bambini con i concetti di guadagno, risparmio, investimento e dono.
Importo fisso e crudele realtà
Quello che stiamo per dirvi potrebbe suscitare una sommossa popolare, ma ci accolliamo il rischio: la paghetta aiuta a capire il valore del denaro. Di fronte ad un importo fisso, non necessariamente il bambino avrà tutte le risorse per acquistare ogni giocattolo che vede nelle pubblicità. A quel punto dovrà scegliere se investire su un oggetto specifico o procedere risparmiando.
Mamme e papà devono lasciare autonomia di scelta, intervenendo piuttosto nel percorso e sottolineando che si possono fare scelte più a breve termine (compro ora un giocattolo di minor valore) o di lungo periodo (metto i soldini nel salvadanaio). Non sottovalutate i vostri bambini: capiscono di economia più di quanto non pensiate!
Decisioni di spesa
Permettere a un bambino di prendere le proprie decisioni di spesa lo aiuta a familiarizzare con il concetto di autonomia finanziaria. Questo potrà essere fondamentale nel suo futuro. Lasciate che il vostro bambino prenda decisioni, buone o cattive. In questo modo, finirà per imparare a spendere il denaro con saggezza, quando non avrà abbastanza denaro per le cose che veramente desidera.
Risparmio
Se il bambino desidera un giocattolo che costa 15 euro, ma la paghetta settimanale è di 7 euro, sarà necessariamente costretto a testare le proprie abilità matematiche di base in questo dilemma, per cercare di capire quanto tempo ci vorrà per accantonare i soldi necessari e se davvero ne vale la pena.
Sembra meccanico, ma non lo è: potremmo sorprenderci a vedere i nostri figli risparmiare per giocattoli che vogliono veramente acquistare, piuttosto che volere impulsivamente ogni nuovo giocattolo che vedono nei negozi. E, forse, un esercizio di questo tipo potrebbe aiutare anche noi a rivedere la nostra gestione finanziaria, scegliendo cosa è utile e cosa superfluo. Anche e soprattutto a Natale.
a cura di Alessia de Falco
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