GLI ERRORI SONO NECESSARI, UTILI COME IL PANE E SPESSO ANCHE BELLI
Oggi vogliamo proporti una piccola riflessione sul più potente strumento educativo che ci sia. Stiamo parlando dell’errore.
“Gli errori sono necessari, utili come il pane, e spesso anche belli: per esempio la torre di Pisa”.
Gianni Rodari
Secondo Rodari, l’errore non era un elemento da stigmatizzare e nascondere, ma un punto di partenza: ridere dell’errore non significa rifiutarne la responsabilità, ma distaccarsene. Giocare con i propri errori può sembrare sciocco, ma in verità è uno strumento potente per interiorizzarli e correggerli. Purtroppo, la pedagogia dell’errore è ancora un sentiero poco battuto dai nostri ricercatori (nonostante una serie di precedenti illustri, che comincia con Socrate e arriva fino a Feuerstein). L’idea che un errore possa generare pensiero critico non è affatto balzana.
Naturalmente, si tratta di punti di vista: di fronte a un bambino che, nel suo quaderno, scrive “licuido” invece di “liquido” (il che ci è realmente accaduto l’altra sera), abbiamo due diverse possibilità. La prima è quella tradizionale, ovvero fargli riempire due pagine di quaderno di “liquidi”. La seconda, è quella di inventare un breve stornello o una storia brevissima, in cui la parola scorretta e l’errore si sfidino in una sorta di duello fantastico. Magari la vicenda di uno sfortunato scienziato che, a causa di un incidente di laboratorio, dà vita ad un nuovo stato della materia, quello licuido! Chissà quali saranno le sue strambe proprietà?
Chissà che qualcun altro voglia raccogliere questa sfida e trasformare gli errori in gioco.
Arriviamo così alla conclusione, che per l’ultima volta lasciamo trarre al nostro amato scrittore di Omegna: “Sbagliando s’impara, è vecchio proverbio. Il nuovo proverbio potrebbe dire che sbagliando si inventa”.
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