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La narrazione: cos’è e qual è il suo potenziale pedagogico

Nell’epoca in cui la rete spopola, soprattutto fra le giovani generazioni, ci si chiede quale connotazione riveste la lettura oggi, quale spazio occupa nella società e soprattutto se è ancora quell’attività così importante nello sviluppo dell’individuo, sin dalla tenera età.

narrazione

CHE COS’È LA NARRAZIONE?

La narrazione è uno strumento privilegiato della trasmissione culturale che organizza l’esperienza, costruisce e trasmette significati. Jerome Bruner la definisce come una peculiare modalità cognitiva di pensiero, da sempre usata dall’essere umano come una specie di “creazione narrativa del sé”, dimensione essenziale per la costruzione della identità soggettiva e di confronto costante con l’altro da sé.

Ogni individuo, secondo Bruner ha la consapevolezza dei suoi meccanismi di apprendimento, di come procede il suo pensiero per acquisire la capacità di organizzare la sua vita di adulto. Ecco perché la narrazione di una storia ai bambini piccoli è una modalità per proiettarlo in un mondo fantastico dove l’immagine, la voce del narratore, i personaggi diventano quasi parte di sé.

LA STRUTTURA DELLA NARRAZIONE

La storia nel suo insieme prevede una sequenza di eventi:

  • evento iniziale che descrive un cambiamento nella situazione iniziale dando il via allo svolgimento;
  • i tentativi, cioè l’insieme di sforzi e di azioni volte al perseguimento dell’obiettivo finale;
  • le conseguenze di tali azioni;
  • la reazione che chiude la storia con l’esito preferibilmente positivo.

Si tratta di una struttura ideale che però influisce sulla struttura dei ricordi e sul processo di comprensione degli individui.

LA NARRAZIONE HA IL POTENZIALE PER ESSERE UNO STRUMENTO PEDAGOGICO?

Il genere narrativo si caratterizza per il fatto di coinvolgere fortemente la dimensione affettiva e motivazionale del lettore o dell’ascoltatore di tutte le età ( lifelong learning) favorendo lo sviluppo delle facoltà cognitive, affettive, sociali ed etico-valoriali. Gli episodi narrati sono sempre accompagnati dalla descrizione dei vissuti del protagonista, con cui ci si può identificare. La coloritura emotiva del testo narrativo è anche alla base del piacere che se ne trae da esso.

Il racconto ha delle potenzialità formative importanti, in quanto conserva e trasmette un sapere di tipo pratico in grado di influire sull’azione umana e perciò rappresenta una modalità significativa di insegnamento-apprendimento. I libri di buon livello e i grandi romanzi possono rappresentare un’ottima occasione per genitori e figli, per insegnanti e alunni per imparare a riconoscere le emozioni, fra questi senza dubbi ci sono Piccole Donne, Pinocchio, Alice nel Paese delle meraviglie, Il libro della giungla, Il Mago di Oz , Il giardino Segreto, Il giro del mondo in ottanta giorni, Cuore e molti altri ancora.

La lettura di romanzi, poesie o fiabe equivale a un incontro con emozioni di altri che suscitano le nostre o che ci permettono di scoprirne sfumature nuove e significati diversi. Alcuni racconti possono offrire a genitori e insegnanti l’opportunità di affrontare con i bambini e ragazzi argomenti delicati ( crescita, bullismo, disabilità,valori autentici, lutti, violenza, omosessualità, moralità).

Con i più piccoli, l’uso di narrazioni popolari come la fiaba ( Cappuccetto Rosso, Biancaneve, Cenerentola, Pollicino, Raperonzolo, I musicanti di Brema) sono strumenti educativi efficaci per creare un ambiente di apprendimento, grazie allo schema narrativo semplice e ripetitivo che permette lo sviluppo di strategie di memorizzazione specifiche tra cui la ripetizione, oltre all’acquisizione di competenze linguistiche.

La lettura ad alta voce di fiabe, oltre a dare l’impressione ai bambini di compartecipare alla narrazione, offre anche la possibilità di affinare l’orecchio, di cogliere gli aspetti ritmico sonori del testo.

LE NOSTRE RISORSE PER DARE VITA AD UN LABORATORIO NARRATIVO

Su Portale Bambini puoi trovare numerosi materiali per realizzare il tuo laboratorio narrativo (o anche, più semplicemente, per raccontare una fiaba). Tra questi ti suggeriamo:

a cura della dott. sa Antonia Ragone

BIBLIOGRAFIA
Bruner J. (2003), La mente a più dimensioni, Bari, Editore Laterza
Camaioni L. Di Blasio P. (2004), Psicologia dello sviluppo, Bologna, Il Mulino
Canevaro A.1(997), Tu che mi guardi, tu che mi racconti, Feltrinelli, Milano
Levorato M.C. (2000), Le emozioni della lettura, il Mulino, Bologna
Zonta R.  Bettinoni S. (1997),  ​Operare nel Sociale, Cremona, Editore Padus

 

 

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