Pensiero critico: pensare attivamente per pensar bene

Di pensiero critico si parla tantissimo, a proposito della scuola, che dovrebbe allenarlo, e di nuovi media, sui quali spesso non se ne trova traccia. Ma che cos’è il pensiero critico? In quali occasioni pensiamo in modo critico? Come si può allenare?

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Che cos’è il pensiero critico?

La Foundation for Critical Thinking lo definisce così:

Il pensiero critico è un processo di pensiero – indirizzato verso un qualsiasi soggetto, contenuto o problema – nel quale colui che pensa incrementa la qualità dei pensieri attraverso l’analisi, l’interpretazione e la ricostruzione dello stesso. Il tutto, con abilità. Il pensiero critico è auto-diretto, auto-disciplinato, auto-verificato e auto-corretto. Presuppone degli standard qualitativi rigorosi ed un utilizzo consapevole degli stessi. Fanno parte di esso una comunicazione efficace e l’abilità di risolvere problemi (problem solving) così come la capacità di andare oltre l’egocentrismo insito nell’uomo.

Un’altra definizione utile ad approfondirne altri aspetti è quella offerta da Thomas Frank:

Il pensiero critico è il processo di concettualizzazione, validazione, analisi, sintesi e valutazione di informazioni. Tale processo è auto-disciplinato intellettualmente e condotto in modo attivo ed esperto. Le informazioni possono essere raccolte, o generate, a partire dall’osservazione, dall’esperienza, dalla riflessione o dalla comunicazione. L’obiettivo del pensiero critico è quello di guidare credenze e azioni.

Entrambe le definizioni sono la traduzione (letterale, per quanto possibile) delle corrispettive in lingua inglese, che potete reperire all’interno dei siti citati come fonti.

Gli elementi fondamentali del pensiero critico

pensiero critico

A partire dalle due fonti riportate, emergono chiaramente i punti salienti del pensiero critico:

  • la consapevolezza nell’attivare tale processo
  • la funzione centrale di chi pensa nella verifica e nell’autocorrezione
  • l’utilizzo di abilità e rigore che però non sono esterni, oggettivamente misurabili, ma interni all’individuo pensante

Un altro aspetto da sottolineare è il seguente: il pensiero critico non sempre è corretto; presenta sicuramente uno spiccato grado di approfondimento e originalità, ma è comunque possibile che le conclusioni a cui si giungerà siano errate.

Schema di un processo critico

Il pensiero critico, in base a quanto detto sopra, procede per tappe; nello specifico:

  • raccolta delle informazioni: selezione delle fonti, avendo cura di verificare se esiste una controparte all’interno del dibattito e di raccogliere informazioni in modo completo e, per quanto possibile, imparziale
  • valutazione delle informazioni: attribuzione di un peso alle informazioni sulla base della loro attendibilità stimata
  • eventuale superamento dei pregiudizi: laddove un’informazione non sia supportata da solide evidenze o sia smentita da fonti di maggiore autorevolezza, sarà necessario superare il pregiudizio costituito dall’interiorizzazione delle stesse
  • raggiungimento di una conclusione: al termine del percorso mentale, si dovrà raggiungere una conclusione, generando una credenza o preparandosi ad un’azione

Proviamo con un esempio pratico: dobbiamo stabilire, attraverso un processo critico, se gli asini possono volare

  • raccolta delle informazioni: interrogare le persone con cui si è in contatto, cercare informazioni sul web, cercare informazioni su altre fonti
  • valutazione delle informazioni: quali di queste fonti sono davvero autorevoli? Stabiliamo una scala di priorità: la società di scienze naturali sarà più autorevole del compagno di banco, la maestra sarà più autorevole di un passante dall’identità sconosciuta, Wikipedia sarà più autorevole del sito asinichevolano.it
  • eventuale superamento dei pregiudizi: se, cercando tra le immagini su Google abbiamo trovato la foto di un asino con le ali, ma quest’informazione è smentita da tutte le altre fonti autorevoli raccolte, dovremo concludere che quell’immagine sia un falso
  • raggiungimento di una conclusione: le fonti consultate, rielaborate e messe insieme portano all’evidente conclusione che gli asini non possono volare

Come si può allenare il pensiero critico?

Ecco qualche consiglio per diventare pensatori critici:

  • nessuno usa il pensiero critico per il 100% del suo tempo: il pensiero critico richiede tempo ed energia; la mente, che deve economizzare i processi, ha inventato centinaia di “scorciatoie”, per evitare di utilizzare il pensiero critico ed arrivare prima ad una soluzione. Queste scorciatoie, conosciute anche come bias cognitivi, non vanno disprezzate e messe da parte: se non le usassimo impiegheremmo mesi per preparare una torta! L’importante è essere consapevoli del fatto che, di solito, pensiamo in modo semplificato e un po’ grossolano.
  • decidere in modo consapevole quando pensare criticamente: dal punto precedente deriva l’importanza di “attivare” il pensiero critico in modo consapevole. Impariamo ad attivarlo in tutti i momenti in cui pensare bene è essenziale, per noi o per gli effetti delle nostre azioni.
  • porsi domande e cercare risposte: nessuna domanda, nemmeno la più basilare, andrebbe trascurata; impariamo a darci risposta. In questo senso, il pensiero laterale può essere di notevole aiuto; in particolare, è utile il gioco dei perché.
  • facciamo nostro il pensiero: il pensiero critico è un pensiero ad alto grado di originalità; non si tratta solo di confrontare fonti, ma di giungere ad una conclusione personale, della quale siamo convinti e che abbiamo arricchito anche delle nostre idee (naturalmente supportate da fonti). Anche in questo caso, aver prima lavorato sul pensiero laterale è un’ottima base di partenza
  • non diamo nulla per scontato: all’interno di un processo critico, ogni singolo elemento andrà soppesato e la sua affidabilità messa alla prova.

Esercizi

Per i più grandi: cominciamo da mamma e papà, o dagli insegnanti; spesso siamo i primi a sottovalutare il potere del pensiero e il suo peso. La forma migliore di allenamento di cui disponiamo è, semplicemente, la valutazione delle informazioni online. Quando leggiamo i post su Facebook o le news, dovremmo selezionare quelle che ci interessa condividere o commentare, per valutarle attentamente, esercitando appunto il pensiero critico.

A scuola: è possibile inventare un’infinità di esercizi per lavorare sul pensiero critico; in particolare, suggeriamo di lavorare in modo specifico sulle varie tappe del processo: raccolta di informazioni, valutazione, conclusione, nonché di incoraggiare l’originalità e la personalità del pensiero.

Libri sul pensiero critico

La gran parte degli studi sul pensiero critico sono in lingua inglese; sul sito criticalthinking.org, la Foundation for Critical Thinking presenta numerosi testi e materiali disponibili liberamente, oltre alla possibilità di acquistare le sue pubblicazioni.

In lingua italiana, invece, consigliamo il Manuale di educazione al pensiero critico (Editoriale scientifica, 2015). Con una bella prefazione firmata da Tullio de Mauro, è la prima proposta organica in direzione di una moderna educazione al pensiero critico, per insegnanti ed educatori. Al momento il testo non è disponibile, ma lo troverete sicuramente in biblioteca.

a cura di Matteo Princivalle

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