Raccontare fiabe stimola il cervello

Sarà vero che le i ragazzi non riescono ad esprimere le proprie emozioni e che il loro linguaggio è sempre più povero? Chissà. Per metterci sulla strada del riscatto e del miglioramento, il trucco c’è: è sufficiente raccontare una bella storia la sera, prima di addormentarsi.

LEGGERE FIABE E ALTRI RACCONTI STIMOLA IL CERVELLO

La lettura fa davvero bene come si dice? Sì, ce lo confermano il Journal of Pediatrics, pubblicando uno studio di John Hutton (potete leggere qui l’abstract, in lingua inglese, o abbonarvi alla rivista e leggere quello integrale), che ha analizzato gli effetti della lettura su un campione di bambine e bambini appartenenti alle fasce più povere della popolazione. Lo studio si è concentrato sulla rilevazione di tracce neurali per stabilire se la lettura effettivamente potesse influenzare le competenze linguistiche.

Si parla di lettura in età prescolare (quindi 0-6 anni), anche se i suoi benefici si estendono ai primi anni della scuola primaria; saranno i bambini stessi a suggerirvi quando smettere, magari scegliendo di leggere da soli!

I risultati sono stati più chiari di quel che ci si potesse aspettare: i bambini che hanno avuto modo di fruire di buone letture, hanno rivelato una correlazione positiva con lo sviluppo delle aree cerebrali legate al linguaggio, all’espressività, alla memoria di lavoro e persino all’integrazione socio-emotiva. Quindi: leggere ai bambini li aiuta, stando alle prove scientifiche, a sviluppare un linguaggio fluente e articolato, ma anche a padroneggiare le implicazioni sociali del linguaggio.

Al contrario, è emersa una leggera correlazione negativa nei casi in cui la madre era distratta dallo smartphone. Si tratta di un dato che andrà approfondito dalla scienza, ma che ci aiuta a capire come i dispositivi tecnologici spesso (non sempre, solo quando vengono utilizzati in modo scorretto e a scapito delle nostre relazioni) siano un problema per le famiglie.

SPUNT-ESERCIZIO: raccontarsi per rendersi la vita più semplice

Questo studio è una ulteriore conferma dei benefici della lettura. In Italia, numerosi pediatri e associazioni come Nati per Leggere lo sostengono da tempo. Ma allora perché non leggiamo? Per risolvere il problema, bisogna prima individuarne le cause.

Noi ne abbiamo individuata qualcuna possibile:

  • non mi piace leggere, quindi perché dovrei leggere ai miei bambini?
  • non ho tempo
  • ai miei bambini non piacciono i libri che ho proposto loro finora
  • la sera spesso sono troppo stanca/o per dedicare del tempo di qualità

Se siete già dei lettori appassionati e intrattenete i vostri piccoli ogni sera, potete saltare questo SPUNT-ESERCIZIO. Lo studio del dott. Hutton dovrebbe rincuorarvi: state facendo al meglio!

Ciascuna di queste quattro cause ha le sue ragioni e non è banale. Anzi, ci sarebbe da discutere per giorni prima di riuscire a venirne a capo. Diciamo che le prime tre hanno soluzioni più immediate: il tempo si trova, ad esempio, chiudendo lo smartphone in un cassetto prima di cena, ed evitando di tirarlo fuori (quasi sempre, la percezione di non avere tempo è legata ad una nostra cattiva gestione dello stesso); allo stesso modo, se i libri che avete sperimentato non vi hanno soddisfatto, vi consigliamo di dare un’occhiata alle nostre storie per bambini, o alle nostre recensioni di testi per i più piccoli. Per coloro che non amano leggere, si tratta di un piccolo sacrificio, ma per una giusta causa. E chissà, magari riaccenderà la passione per una delle attività umane più edificanti che ci siano.

Infine, la stanchezza. Qui il caso si complica: giornate piene all’inverosimile e difficoltà a ritagliarsi qualche minuto di lucidità per sé e per le attività che ci piacciono. Un problema con cui tutti noi dobbiamo fare i conti! Tuttavia, consideriamo che la lettura è anche un modo per rilassarsi e che, rispetto ai bambini che si agitano guardando la tv o corrono per casa, mettersi insieme nel lettone con una copertina, magari una candela sul comodino e un buon libro tra le mani può essere una soluzione per tranquillizzarci insieme.

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