Il risorgimento

Il risorgimento

Riassunto

L’Italia all’inizio dell’Ottocento era un paese povero, formato prevalentemente da contadini. L’agricoltura era poco sviluppata e praticata con sistemi antiquati e inefficienti (latifondo, piccola proprietà agricola). L’industria era sviluppata solo al Nord e le vie di comunicazione erano scarse, specialmente al Sud. Il mercato interno era debole, a causa della povertà e delle barriere doganali tra i diversi stati in cui era divisa l’Italia. Mancavano inoltre un sistema bancario e la borghesia imprenditoriale.

L’Italia tornerà ad essere uno stato unito solo nel 1861 (proclamazione del Regno d’Italia).

Fino a quel momento era divisa: Lombardia e Triveneto erano in mano agli austriaci, il Meridione (Regno delle due Sicilie) era dominato dai Borbone; vi erano poi il Regno di Sardegna, il Granducato di Toscana e lo Stato pontificio. Per questo motivo tra gli intellettuali si sviluppò l’idea di un risorgimento italiano (Risorgimento).

Gli intellettuali avevano idee diverse sul risorgimento:

  • Moderati – pensavano che l’Italia dovesse diventare un Regno guidato dal re (Cesare Balbo) o dal papa (Vincenzo Gioberti). I moderati pensavano che l’unità si dovesse raggiungere attraverso un’azione guidata dalla monarchia e dalle elite dirigenti.
  • Democratici – pensavano che l’Italia dovesse diventare una repubblica democratica (Giuseppe Mazzini) o una repubblica federale (Carlo Cattaneo). I democratici ritenevano che la lotta rivoluzionaria fosse il mezzo per raggiungere questo scopo.

Nel 1948 l’Italia fu investita da moti rivoluzionari, che costrinsero i sovrani a concedere garanzie costituzionali ai cittadini dei loro regni: Carlo Alberto concesse lo Statuto Albertino al Regno di Sardegna.

La prima guerra d’indipendenza – A marzo, i cittadini milanesi insorsero (Cinque Giornate di Milano) contro gli austriaci, scacciandoli dalla città. Carlo Alberto dichiarò guerra all’Austria e liberò la Lombardia, ma fu sconfitto a Custoza e dovette ritirarsi, restituendo Milano agli austriaci.

Il Regno di Sardegna uscì indebolito dalla Prima Guerra d’Indipendenza.

Cavour e la Guerra di Crimea – Nel 1952 divenne primo ministro del regno Cavour, un giovane aristocratico favorevole all’Unità d’Italia. Cavour era convinto che servisse modernizzare il Regno di Sardegna perché potesse competere con gli altri stati europei e che servisse stringere alleanze europee con gli stati ostili all’Austria (Francia e Inghilterra). Nel 1853 Cavour inviò i soldati piemontesi a combattere al fianco dei francesi e degli inglesi nella Guerra di Crimea contro la Russia, per consolidare l’alleanza.

A livello politico, Cavour trasformò la monarchia sabauda in una monarchia parlamentare, attribuendo ampi poteri alla Camera dei Deputati e al Senato. Lo Statuto Albertino tuttavia non era una costituzione egualitaria: il diritto di voto spettava solo ai maschi con la licenza elementare e con un certo reddito.

La Seconda guerra d’indipendenza – Nel 1959 il Regno di Sardegna, con l’aiuto della Francia, dichiarò nuovamente guerra all’impero austro-ungarico, che fu sconfitto e fu costretto a cedere al Regno di Sardegna la Lombardia.

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