Spieghiamo ai bambini la libertà: solo così la storia continua ad aver valore nel tempo

Oggi, 25 aprile, è un giorno speciale per l’Italia, che ricorda con la Festa della Liberazione la fine della dittatura e l’inizio di un nuovo periodo di democrazia per il nostro Paese. Insegnare ai bambini la storia è fondamentale, per conoscere le nostre radici e comprendere il presente. Si tratta di una materia dal potenziale immenso, dato che permette di capire l’immenso potere del passato, per costruire il presente e gettare responsabilmente le basi per il futuro.

Ciascuno di noi è parte di un percorso, fatto di decisioni e valori che vengono trasmessi nel tempo e che portiamo dentro di noi attraverso la cultura e le idee che nel tempo maturiamo. Oggi non vogliamo parlare della storia del nostro Paese, anche se forse ora servirebbe davvero ricordare il passato. Ci teniamo però ad affrontare un tema che rappresenta uno dei pilastri della storia: la lotta per la libertà. E, declinata per i nostri bambini, l’amore ed il rispetto per la libertà. Nostra ed altrui.
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La storia ci insegna che libertà significa rispetto e fiducia nell’altro

Non è facile parlare di libertà, perché essa rappresenta un atto destabilizzante e rivoluzionario. Se ci pensiamo, essere liberi significa poter dire no, esprimere con convinzione ciò che pensiamo, essere fedeli a se stessa prima che agli altri. Si tratta di azioni che implicano un grande equilibrio ed un’altrettanto grande sicurezza, alla base del benessere e della crescita del bambino.

Insegniamo dunque, attraverso la storia e anche con il nostro esempio quotidiano, il rispetto verso se stessi e gli altri. Ci sono no che fanno male, a noi e agli altri, ma che ci rendono intrinsecamente liberi. Così come ci sono sì, spesso altrettanto sofferti, che ci portano avanti nel mondo.
Purtroppo spesso il detto popolare “attira più un cucchiaio di miele che un barile d’aceto” contiene la profonda essenza del nostro essere e dei nostri atti.

Spesso è più facile adattarsi, non esprimere un parere contrario, assuefarsi alla massa che pagare il prezzo di idee contrastanti. Questo è un punto cruciale: libertà significa saper accettare la diversità dei pensieri e delle azioni, nel rispetto reciproco. Libertà significa anche credere nelle regole, nei principi e nei valori che insegniamo, ispirando i nostri figli, dando valide motivazioni per crederci, trasmettendo fiducia e ricordando che prima di tutto vengono l’ascolto ed il rispetto.



Il gioco come strumento per insegnare ad essere liberi

Come possiamo insegnare la libertà ai bambini? Come possiamo spiegare che va a braccetto con il rispetto delle regole? Qualche anno fa Gherardo Colombo, ex-magistrato, e Elena Passerini, formatrice, hanno scritto un saggio su questo tema, intitolato Imparare la libertà. Il potere dei genitori come leva di democrazia.

Un focus particolare è stato posto sulle regole, spesso associate a restrizioni e punizioni. Ciò che invece è importante sottolineare è che esistono regole istitutive, che non limitano l’azione ma creano dei diritti. Sono queste le regole che, secondo gli autori, definiscono la nostra libertà, e permettono di immaginare una transizione dalla società “verticale”, organizzata gerarchicamente, alla società “orizzontale”, basata sull’assunzione individuale di responsabilità.

Al genitore spetta l’interiorizzazione delle regole, insegnando il senso del loro ruolo liberatorio. Spesso scuola e famiglia, implicitamente o esplicitamente, trasmettono un messaggio “verticale”, che di default costituisce il linguaggio dei divieti e delle restrizioni.

Occorre insegnare che il divieto fa parte di un mosaico più ampio che prevede il rispetto dell’altro, sancendo il confine della nostra libertà.In questo contesto, vogliamo evidenziare come il gioco possa essere considerato il luogo d’elezione per l’educazione alla libertà. Se ci pensiamo, i bambini oggi giocano in modo molto meno libero delle precedenti generazioni: trascorrono un tempo limitato all’aperto, giocano poco con oggetti “non prescrittivi” come sassi, biglie o un fazzoletto, usano in modo massiccio i videogiochi.

Insegnare la libertà significa invece non tracciare una mappa di leggi scritte a governare il gioco, ma incentivare i bambino a inventarne di nuove, a negoziarle con gli altri. Solo così si impara il valore delle regole che producono libertà.

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La libertà spiegata ai bambini … con la storia di una matita

Concludiamo questa riflessione citando un paragrafo di un saggio di Leonard E. Read, economista, intitolato Io, la matita:

Sono una matita da scrittura, la matita di legno ordinario familiare a tutti i ragazzi e le ragazze e gli adulti che sanno leggere e scrivere. Scrivere è sia la mia vocazione e il mio hobby, è tutto quello che faccio. Vi chiederete perché dovrei scrivere la mia genealogia. Beh, per cominciare, la mia storia è interessante. E, poi, io sono un mistero, forse più di un albero o un tramonto o anche un lampo di luce. Ma, purtroppo, chi mi usa mi da per scontata, come se fossi un mero incidente senza storia. Questo atteggiamento arrogante mi relega al livello di luogo comune. Si tratta di una specie di grave errore in cui l’umanità non può persistere troppo a lungo senza pericolo. (…) Stiamo morendo per mancanza di meraviglia, non per mancanza di meraviglie.

E’ il nostro modo per dire che, nella nostra piccolezza di esseri umani, minuscole matite per disegnare la storia, è importante ricordarsi dei tratti lasciati da chi è arrivato prima. Nella speranza di provare orrore per gli scarabocchi scuri, meraviglia per le pagine piene di colore.

Vi consigliamo di leggere:

Imparare la libertà. Un libro per genitori coraggiosi, per tutti coloro che ci siano ideali per i quali vale la pena combattere.



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