La leggenda del biancospino

Questo racconto fa parte della raccolta “Storie di primavera“.

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La leggenda del biancospino

Testo (a cura di): Alessia de Falco e Matteo Princivalle

Si dice che nell’antichità il biancospino non avesse fiori, ma solo spine. Gli uomini lo trattavano con disprezzo e quando, per errore, si poggiavano su uno dei suoi rami, lo maledicevano con rabbia.  I cespugli di biancospino venivano piantati lungo i confini degli orti e dei campi, come recinti di filo spinato. Sembrava che dicessero: “Altolà! Andate via”. Le povere piante si erano ormai rassegnate al loro destino, ma nel profondo della loro corteccia avrebbero tanto desiderato una sorte diversa.

Un giorno una donna costeggiò una siepe di biancospini, reggendo in braccio il suo bambino. Il cielo imbruniva ed era quasi notte; i viaggiatori sapevano che non era saggio intrattenersi per strada dopo il tramonto, ma quella famiglia fuggiva da un destino ben peggiore del buio: il sovrano del loro paese aveva ordinato di uccidere tutti i bambini maschi, per evitare che uno di loro potesse, un giorno, rubargli il trono.

Esausta, la donna decise di fermarsi a riposare lungo la strada e scelse come rifugio proprio un cespuglio di biancospino: era abbastanza ampio da formare un piccolo rifugio al suo interno e le spine l’avrebbero protetta dagli animali. La donna stese la sua stuoia per terra, appese le fasce del suo bambino ad un ramo, ringraziò il biancospino per averle offerto un rifugio sicuro e poi si addormentò, mentre suo marito faceva la guardia di fuori.

La mattina seguente, al suo risveglio, il cespuglio di biancospino era molto diverso: i rami erano carichi di fiori bianchi come il latte, proprio come le fasce del suo bambino. Maria, questo era il nome della donna, sollevò il suo bambino, Gesù, e riprese il suo cammino mentre i gli arbusti fiorivano intorno a loro.

Quella notte il destino dei biancospini è cambiato per sempre. Da allora gli uomini li piantano nei giardini perché proteggano le loro case dal male e spargono i loro fiori durante le feste.

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