Ercole e il cinghiale di Erimanto

Ercole e il cinghiale di Erimanto
Quarta fatica di Ercole
Testo (a cura di): Alessia de Falco, Matteo Princivalle
La quarta fatica che Euristeo impose ad Ercole fu la cattura del cinghiale di Erimanto. Questo animale selvaggio abitava sul monte Erimanto, ma spesso scendeva a valle e devastava i campi e i villaggi, seminando il terrore nei contadini.
Lungo la strada per Erimanto, Ercole fu ospitato in una grotta da Folo, un centauro figlio di Sileno. Ercole chiese al centauro di offrirgli del vino, che i centauri custodivano gelosamente in una giara di terracotta. Non appena Folo la aprì i centauri, attirati dall’odore del vino e temendo che qualcuno potesse rubarlo, fecero irruzione nella grotta, armati di pietre e bastoni. Ercole li scacciò con una torcia ardente e inseguì i centauri fuggiaschi, che si erano rifugiati dal saggio Chirone, centauro immortale che era stato maestro di Ercole.
Dopo aver disperso i centauri, Ercole raggiunse l’Erimanto e trovò il cinghiale: gli diede la caccia fino alla cima della montagna, dove il cinghiale, sfinito dopo la corsa nella neve alta, si accasciò al suolo. Ercole se lo caricò sulle spalle e lo portò a Micene, da Euristeo.
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