Resilienza: le 7C per insegnarla ai bambini

Resilienza è una di quelle parole che, insieme ad empatia, sembrano formule magiche destinate a cambiarci la vita. In realtà la vita non ce la cambiano, o meglio, la cambiano solo nella misura in cui noi decidiamo di cambiare. Per cui sì a capire di che cosa si tratta, no a pensare che possa restare un concetto astratto o su cui filosofeggiare amabilmente. Si diventa resilienti il giorno in cui si impara a non aver paura delle sfide.

Tutti ci troveremo davanti alle difficoltà, tutti soffriremo, tutti ci rialzeremo. O, almeno, proveremo a farlo. Ai bambini va insegnato proprio quest’ultimo punto: provare a cercare dentro di sé la forza, la spinta, a rialzarsi e guardare avanti. E’ la parte più difficile del viaggio: diventare come un metallo sottoposto ad una forza, saper tornare alla condizione originaria, dopo essere stato danneggiato.

IL SIGNIFICATO DELLA RESILIENZA

Resilienza è un termine usato in psicologia per indicare la capacità da parte di ognuno di noi di fronteggiare eventi traumatici, psicologici o fisici, in maniera positiva, riorganizzando la propria vita e riadattandosi. Se volete saperne di più, abbiamo redatto qualche tempo fa una guida dedicata (in cui potete trovare tutto, ma proprio tutto sulla resilienza).

INSEGNARE LA RESILIENZA AI BAMBINI (E AI GRANDI)

In un libro intitolato “Building resilience in children and teens“, il pediatra americano Kenneth Ginsburg ha evidenziato 7 fattori cruciali per crescere bambini resilienti. Noi pensiamo che la resilienza sia stretta parente dell’amore incondizionato e che più un bambino si sente amato per quello che è, più svilupperà la forza di reagire al cambiamento. Si tratta poi di un’attitudine personale, che varia da individuo ad individuo. Ma la formula fiducia + amore = resilienza rappresenta da sempre un buon punto di partenza.

PORTIAMO LE 7 C DELLA RESILIENZA NELLA NOSTRA VITA

Oggi ti proponiamo di tradurre nella pratica quotidiana uno spunto tratto dal libro di cui abbiamo parlato. Per ogni C, ti faremo qualche domanda; prova a rispondere e darti un obiettivo, da verificare la prossima settimana.

C di Competence
Servono esperienze concrete per imparare a fidarci del nostro giudizio. Tante volte lo abbiamo detto: non si può parlare di nuoto se non ci si è buttati nel mare. Allo stesso modo, il coraggio di buttarsi lo si trova solo se si crede in se stessi. La certezza delle proprie capacità è fondamentale.

Domande:

  • Elogi i bambini per i loro punti di forza?
  • Li aiuti a pensare con la loro testa?

C di Confidence
Non basta dire a un bambino che per noi è speciale: serve contestualizzare, spiegando in che situazione abbiamo ammirato il suo comportamento. Essere generici non aiuta, perché non trasmette nulla di significativo.

Domande:

  • Che cosa rende davvero speciale il tuo bambino?
  • Cosa rende speciali te e la tua famiglia?

C di Connection
È quella rete di affetti di cui parlavamo prima: chi è amato, più facilmente sviluppa sicurezza, arricchita da valori forti e stabili. Permetti al bambino di esprimere le sue emozioni, sii umana/o e trasmetti le tue.

I “Non piangere” o “Non essere triste” dovrebbero essere sostituiti da “Capita anche a me di essere triste, ti va di parlarne?”.

Domande:

  • Fai qualcosa per far capire il vostro supporto emotivo a chi ti sta intorno?
  • Come ti poni di fronte al malessere altrui? Riesci ad ascoltare?

C di Character
Purtroppo i sì e i no costano tanta fatica, ma vanno detti. Insegnare sin da piccoli a prendere una posizione (argomentata, chiaramente), significa dare la forza di contribuire attivamente al cambiamento e diventare adulti equilibrati. Il carattere ci aiuta a rimanere fedeli ai nostri valori.

Domande:

  • Stimoli il bambino a formulare opinioni o difendere le proprie idee?
  • Insegni la sacra arte del dibattito rispettoso?

C di Contribution
Sapere di contribuire alla costruzione di un progetto comune, più grande della nostra individualità, è un prezioso alimento per la resilienza. Non dimenticarti mai di aiutare e di dire grazie per l’aiuto ricevuto. Banale sì, ma potentissimo e motivante.

Domande:

  • Chiedi aiuto ai tuoi figli?
  • Sai dividere il carico mentale in famiglia?

C di Coping
In un mondo pieno di pericoli, il modo migliore per affrontarli è costruire un ampio repertorio di strategie positive e flessibili per affrontare (“to cope”) le situazioni difficili, riducendo lo stress. I problemi vanno divisi in piccoli step, senza arrivare al limite della tua capacità emotiva. Domande:

  • Sai distinguere un problema da una difficoltà meno significativa?
  • Sai fare reframing, immaginando il “Se fosse”?

C di Control
Sapere di poter controllare il risultato di una decisione ci aiuta a dare la giusta prospettiva alle situazioni difficili. In altre parole, se scegliamo tutto noi al posto dei bambini, non impareranno mai il controllo interiore e il governo della sfera emotiva. Proviamo ad insegnare che, quasi sempre, ciò che capita è frutto di scelte e dobbiamo imparare a ponderare bene le nostre.

Domande:

  • Aiuti i bambini a pensare al futuro?
  • Hai voglia di fare progetti a lunga scadenza o ti spaventa pensare a ciò che sarà?

Se risponderai con sincerità a tutte queste domande, probabilmente avrai una buona base di partenza per allenare la resilienza in famiglia. Buon lavoro!

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