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Giudicare un bambino può distruggerlo

Madre Teresa di Calcutta sosteneva che: “se giudichi le persone, non avrai tempo per amarle“. Purtroppo non l’abbiamo ascoltata. Ad oggi, il giudizio è uno dei nemici più temibili che tutti noi dobbiamo affrontare, ma è anche uno dei più subdoli. Poche cose danneggiano l’autostima più dei giudizi, specialmente quelli delle persone care (mamma e papà, ma anche maestre e maestri).

Il principale danno causato dai giudizi è quello che in psicologia viene definito effetto Pigmalione (o effetto Rosenthal, dal nome dello psicologo che per primo lo studiò): giudicare negativamente una persona la porterà a perdere fiducia in sé e, di conseguenza, a dissipare le proprie abilità. Naturalmente l’effetto si attiva anche nella direzione opposta: credere in una persona e nella sua capacità di affrontare i problemi la spronerà a superarli.

Ma smettere di giudicare si può, anzi, si deve. Rinunciare al giudizio come strumento per affermare se stessi (del resto, una persona che crede davvero in se stessa non ha bisogno di sminuire gli altri) è un cambiamento alla portata di qualunque genitore e di qualunque insegnante o educatore.

Noi abbiamo scelto di cominciare dalla consapevolezza, recuperando la piramide di Maslow. Secondo te, i giudizi a quale gradino della piramide corrispondono?

Secondo noi al bisogno di sicurezza laddove consideriamo il comportamento degli altri (quello che giudichiamo) come una minaccia e al bisogno di stima laddove giudichiamo nella speranza di essere ascoltati e considerati come delle guide. Naturalmente, è possibile lavorare su ciascuno dei due punti.

Rispondere a domande come questa, utilizzando i modelli della psicologia scientifica come “dati affidabili” è la prima tappa lungo il cammino della consapevolezza.

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L’importanza del tempo condiviso

Tra le sue “sette regole d’oro” per educare i bambini, il neuropsichiatra Giovanni Bollea ci ha parlato di tempo condiviso.

Quella che conta è l’intensità, non la quantità di tempo passato con i bambini. I primi venti minuti del rientro a casa dal lavoro sono fondamentali. Devono essere dedicati al colloquio e alle coccole. E non certo a chiedere dei compiti o dei risultati“.
Giovanni Bollea

Se ci pensi, la sua proposta è assolutamente modesta: venti minuti di gioco, venti minuti al giorno da dedicare ai propri figli. Eppure, per la maggior parte di noi, anche questo piccolo impegno temporale è impossibile. L’intuizione di Bollea, peraltro, trova riscontro nelle successive indagini scientifiche: il tempo di qualità, per i figli, non è tempo speso in attività costose o mirabolanti. È semplicemente tempo condiviso praticando qualche attività insieme: costruzione di lavoretti creativi, lettura di favole e fiabe. Oppure, come suggerisce la “regola d’oro”, dedica quel tempo alle coccole e alla conversazione.

Oggi ti lanciamo una piccola sfida: prova a mettere in pratica quest’abitudine per sette giorni. Sette per venti fa centoquaranta: poco più di due ore suddivise nell’arco della settimana. E ricorda un’altra regola d’oro: perché il tempo trascorso con i propri bimbi sia tempo di qualità, è necessario dimenticarsi dello smartphone. Mettilo via.

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Autostima

L’autostima è il processo che porta ciascuno di noi ad attribuire un valore a se stesso. Essa è:

  • soggettiva: l’autostima non dipende da una serie di fattori oggettivi (successi e fallimenti, esperienze di vita, etc.) ma esclusivamente da come ciascuno di noi li rielabora per attribuirsi un giudizio;
  • mutevole: l’autostima cambia in continuazione, sulla base del vissuto personale e di come ciascuno di noi lo rielabora.

Lo psicologo Fabrizio Battistelli ha evidenziato come l’autostima non sia un fenomeno unitario, ma un “insieme di giudizi valutativi”. William James, invece, l’ha definita come discrepanza tra sé percepito e sé ideale. In entrambe le definizioni emerge però il ruolo fondamentale del giudizio che noi ci attribuiamo, sia esso un insieme di giudizi o una più generale “percezione”.

Il giudizio che diamo a noi stessi si basa su:

  • fattori sociali, ovvero i feedback che riceviamo dalle persone che frequentiamo e dal mondo su di noi. Nella formazione dell’autostima spesso i fattori sociali prevalgono, in quanto rappresentano nella nostra mente ciò che il mondo pensa di noi, al punto tale da influenzare i fattori cognitivi;
  • fattori cognitivi, ovvero le nostre conoscenze e le abilità mentali attraverso cui formuliamo valutazioni e risolviamo compiti e problemi. Sono i fattori che ci aiutano a scegliere se accettare o meno un compito (“Non posso saltare così lontano”, “Dovrei farcela in pochi minuti” etc.) riproducendo un modello mentale delle nostre potenzialità;
  • fattori affettivi, che influenzano la nostra capacità di elaborare sentimenti, emozioni e convinzioni; benché non formulino un giudizio a sé, questi fattori sono molto potenti nell’influenzare le rappresentazioni che ci facciamo attraverso i primi due.

Abbiamo riassunto le principali caratteristiche dell’autostima in questa mappa concettuale:

autostima

L’autostima è essenziale per lo sviluppo di una personalità sana ed armoniosa; da essa dipendono le scelte di vita di ciascuno di noi così come il benessere individuale. Come sottolinea John Rawls: “l’autostima include il senso che una persona ha del proprio valore, la sicurezza che le proprie valutazioni e progetti sono validi e la convinzione della propria capacità di realizzarli. Se pensiamo che i nostri progetti non abbiano valore, non possiamo considerarli con piacere, né trarre soddisfazione dalla loro realizzazione”. 

Ecco i tratti caratteristici delle persone con alta autostima:

  • sanno dare il giusto peso ai giudizi degli altri;
  • imparano dagli errori e dalle sconfitte, senza abbattersi;
  • si considerano alla pari degli altri;
  • rispettano e pretendono rispetto;
  • quando serve, sanno dire di no.

L’autostima, nonostante la mole di libri e letture in materia, non si può insegnare o imparare in modo diretto: una scuola di autostima è destinata a fallire, almeno se la intendiamo come un insieme di regole e precetti da seguire pedissequamente. Questo comporta un serio problema per gli insegnanti e gli educatori, ma anche per chi ha intrapreso un percorso di crescita personale: come fare a potenziare l’autostima?

Laboratori sull’autostima

Tre esercizi per sviluppare l’autostima
Esercizi di autostima, con lo schema A-C-P
Laboratorio della fiducia

Esiste una differenza significativa tra autostima e fiducia in se stessi; questa è stata evidenziata dallo psicoterapeuta Jesper Juul.  Ne abbiamo parlato nel nostro articolo sulla differenza tra autostima e fiducia in se stessi. Tale differenza è rappresentata bene dalla metafora dell’albero.

Per approfondire

BIBLIOGRAFIA
J. Alexander, Il nuovo metodo danese per educare i bambini alla felicità a scuola e in famiglia, Newton & Compton, 2018
A. Bandura, Autoefficacia. Teoria e applicazioni, Erickson, 2000
N. Branden,I sei pilastri dell’autostima, TEA, Milano, 2006
E. Diener e M. Diener, Cross-cultural correlates of life satisfaction and self-esteem, Journal of Personality and Social Psychology, n.68, 1995
B. Hourst, Dai che ce la fai, Red!, 2018

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Attraverso l’arte si costruisce l’autostima

L’autostima è considerata come un fattore molto importante per lo sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino e per il suo benessere. Ma quali sono i fattori educativi in grado di influenzare l’autostima?

Uno studio pubblicato su New York Academy of Science ha analizzato un ampio campione di bambini inglesi (6209 bambini in tutto) e ha scoperto che i bambini coinvolti nelle attività artistiche (musica, disegno, pittura, scultura e modellismo, scrittura e lettura), già a partire dall’età di 11 anni hanno una probabilità maggiore di possedere un alto livello di autostima, in base ai risultati tipici del proprio contesto di riferimento (demografico, sociale ed economico). I benefici dell’arte sono maggiori se i bambini la praticano insieme ai loro genitori e in modo regolare. L’autostima, inoltre, non è legata al livello di competenza raggiunto in uno di questi campi artistici, ma alla semplice pratica appassionata.
Il termine esperienza artistica è molto ampio e non si riferisce esclusivamente alle arti figurative. È arte leggere una storia ai propri bambini, è esperienza artistica ascoltare un buon brano musicale e perfino praticare un hobby nel quale creiamo o modelliamo qualcosa con le nostre mani.

L’arte si lega ad almeno due dimensioni del benessere: quella del coinvolgimento, che sperimentiamo quando ci “immergiamo” in un’attività e quella del significato, ovvero il costrutto attraverso il quale diamo un senso alla nostra vita e attraverso il quale ci connettiamo con qualcosa più grande di noi (la religione, gli ideali, l’arte, etc.). Osservata da questa prospettiva, l’esperienza artistica è un’incredibile laboratorio di educazione positiva, che dovrebbe trovare più spazio all’interno della progettazione scolastica e della routine familiare.

BIBLIOGRAFIA
Arts engagement and self‐esteem in children: results from a propensity score matching analysis, https://nyaspubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/nyas.14056

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Il settore terziario

In questa sezione potete trovare i nostri materiali sul settore terziario per la scuola primaria.

Indice:
🔴 Il settore terziario
🟠 Quiz online
🟡 Schede didattiche

Il settore terziario

Il settore terziario è uno dei tre settori principali dell’economia. Comprende le attività che servono a trasportare e commerciare le materie prime e i prodotti lavorati, oltre ai servizi.
Il settore terziario comprende:

  • TRASPORTI
  • COMMERCIO
  • TURISMO
  • RISTORAZIONE
  • SERVIZI

COMMERCIO: Il commercio è quel ramo del settore terziario che si occupa di vendere gli oggetti e i beni prodotti dai settori primario e secondario. Grazie a chi lavora nel ramo del commercio possiamo acquistare anche beni e oggetti che non siamo in grado di produrre.

I SERVIZI rendono la nostra vita migliore: servizi sanitari per curarci quando ci ammaliamo, servizi di sicurezza (polizia) per evitare la criminalità, servizi di intrattenimento per il tempo libero, servizi bancari e commerciali.

Vi è poi il SETTORE TERZIARIO AVANZATO, che comprende le attività legate alle telecomunicazioni (reti telefoniche, infrastrutture di rete, etc.). Nei paesi sviluppati il settore terziario è quello che occupa più persone. Alcuni servizi del settore terziario vengono offerti gratuitamente – o quasi – dallo Stato ai suoi cittadini; sono i SERVIZI PUBBLICI (scuola, esercito, ambulatori medici e ospedali). Lo Stato può pagare i servizi pubblici grazie ai soldi che i cittadini versano come tasse.

Quiz online

Mettetevi alla prova con questo quiz a risposta multipla per testare le vostre conoscenze sul settore terziario.

Il settore terziario

1 / 10

Quale tra queste attività non rientra nel settore terziario:

2 / 10

Quale tra queste attività non fa parte del settore terziario?

3 / 10

Nei paesi sviluppati il settore terziario occupa:

4 / 10

I servizi pubblici vengono offerti da uno Stato ai suoi cittadini. Solitamente i servizi pubblici vengono offerti gratuitamente o a prezzi molto ridotti.

5 / 10

I servizi sanitari non rientrano nel settore terziario.

6 / 10

I trasporti non rientrano tra le attività del settore terziario.

7 / 10

Quale tra queste attività fa parte del settore terziario?

8 / 10

Il settore terziario comprende le attività che riguardano:

9 / 10

Quale tra queste attività non fa parte del settore terziario?

10 / 10

Il turismo è un'attività che rientra nel settore terziario.

Schede didattiche

Schede di geografia:
🔴 Geografia – Classe prima
🟠 Geografia – Classe seconda
🟡 Geografia – Classe terza
🟢 Geografia – Classe quarta
🔵 Geografia – Classe quinta
↩️ Geografia – Tutte le schede

Tag: settore terziario

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Il settore primario

In questa sezione potete trovare i nostri materiali sul settore primario per la scuola primaria.

Indice:
🔴 Il settore primario
🟠 Quiz online
🟡 Schede didattiche

Il settore primario

Il settore primario è uno dei tre settori dell’economia. Il settore primario comprende tutte le attività che riguardano lo sfruttamento e la produzione delle materie prime. Le attività che fanno parte del settore primario sono sei:

  1. Agricoltura
  2. Pesca
  3. Acquacoltura (l’allevamento dei pesci, dei molluschi e dei crostacei acquatici)
  4. Allevamento
  5. Estrazione di minerali e altre materie prime fossili
  6. Sfruttamento dei boschi

Nei paesi più sviluppati sono poche le persone che lavorano nel settore primario (contadini, allevatori, pescatori, minatori, boscaioli etc.) perché la maggior parte del lavoro viene svolto con l’aiuto delle macchine. Nei paesi non sviluppati, invece, la maggior parte della popolazione è impegnata in questo settore.

Le principali attività del settore primario sviluppate in Italia sono l’agricoltura e l’allevamento. Nel nostro paese sono poche le persone che lavorano nel settore primario: appena 4 ogni 100 abitanti.

L’agricoltura è diffusa in tutto il paese e si coltivano principalmente cereali (grano, riso, mais e orzo), ortaggi, legumi e alberi da frutta. L’Italia inoltre è famosa per i suoi vini, ricavati a partire dall’uva.

L’allevamento è sviluppato soprattutto nelle regioni del Nord, e specialmente nella Pianura Padana, dove si trovano numerosi allevamenti intensivi di bovini e suini. Nelle regioni del Nord si allevano principalmente bovini e suini, mentre nelle regioni del Centro, del Sud e nelle isole si allevano ovini e caprini, che possono vivere anche su pascoli poveri d’erba.
Il pollame è allevato in tutto il nostro paese.

L’Italia è un paese povero di minerali, pertanto le attività di estrazione sono molto ridotte. Le risorse minerarie necessarie al nostro paese vengono importate, cioè comprate dagli altri paesi.

La pesca viene praticata in tutto il Mar Mediterraneo; tuttavia, si tratta di un mare poco pescoso. Si pesca principalmente il pesce azzurro (sardine, sgombri, acciughe) che però è meno pregiato di altre specie (come i tonni, i salmoni e i merluzzi pescati negli altri mari e nell’oceano).

Quiz online

Mettetevi alla prova con questo quiz a risposta multipla per testare le vostre conoscenze sul settore primario.

Il settore primario

1 / 10

Quale tra queste attività non è compresa nel settore primario?

2 / 10

Quale tra queste attività non è compresa nel settore primario?

3 / 10

Quale tra queste attività è compresa nel settore primario?

4 / 10

Quale tra queste attività è compresa nel settore primario?

5 / 10

Nei paesi sviluppati la maggior parte delle persone lavorano nel settore primario.

6 / 10

Quali sono le attività del settore primario più sviluppate in Italia?

7 / 10

L'Italia è un paese ricco di minerali.

8 / 10

Il Mare Mediterraneo è un mare:

9 / 10

Quali animali si allevano nella Pianura Padana?

10 / 10

Le attività del settore primario riguardano lo sfruttamento di:

Schede didattiche

Schede di geografia:
🔴 Geografia – Classe prima
🟠 Geografia – Classe seconda
🟡 Geografia – Classe terza
🟢 Geografia – Classe quarta
🔵 Geografia – Classe quinta
↩️ Geografia – Tutte le schede

Tag: il settore primario, settore primario scuola primario

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