ECCO PERCHE’ I DANESI RISPETTANO DAVVERO I BAMBINI

Leggendo “Il nuovo metodo danese“ siamo rimasti colpiti da un concetto chiave dell’educazione in danimarca. Stiamo parlando del barnesyn, che tradotto letteralmente indica il “ciò che il bambino vede“. Il concetto di barnesyn è molto forte in Danimarca: gli adulti trattano i bambini con dignità ma soprattutto, si sforzano di guardare le cose adottando la prospettiva dei bambini. In questo modo è più semplice comprenderne i bisogni reali e soddisfarli senza mancare loro di rispetto.

Jesper Juul, psicoterapeuta esperto di dinamiche familiari, ha spiegato la pari dignità come segue: Le persone hanno bisogno di essere viste, sentite e prese sul serio in quanto individui. Vale lo stesso per i bambini.
La domanda non è se gli adulti abbiano o meno il potere. Ce l’abbiamo sempre, anche quando ci sentiamo sopraffatti, dice Jesper Juul. Quel che dobbiamo chiederci è come scegliamo di usare questo potere. La pari dignità è l’opposto del rimprovero, della morale indotta, del giudizio e della mortificazione. Possiamo trattare gli altri con pari dignità anche quando siamo arrabbiati o tristi… 
Dobbiamo assumerci la responsabilità del potere che abbiamo“.

Comprendere il punto di vista del bambino, i suoi bisogni e le differenze tra i suoi pensieri e quelli degli adulti è la chiave per uscire dalla crisi genitoriale che viviamo.
Spesso consideriamo i bambini come degli adulti in miniatura; pretendiamo che ciò che ha valore per noi ne abbia altrettanto per loro, ma non è così. Il sociologo Neil Postman teorizzò la scomparsa dell’infanzia già negli Anni Ottanta. Purtroppo, la sua profezia si è avverata, danneggiando tutta la famiglia.
Per uscire da questa empasse, dobbiamo innanzitutto riprenderci il concetto di barnesyn: restituiamo ai bambini la propria dignità. Se non sai dove cominciare, noi abbiamo trovato estremamente utili (e pragmatici) i consigli operativi dello psicologo John Gottman. Li abbiamo raccolti in vari articoli: puoi cominciare dalle cinque fasi dell’allenamento emotivo o dai dieci comportamenti dei genitori allenatori emotivi.

FONTI

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