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La colomba e la formica

La colomba e la formica è una favola di Esopo, adatta ai bambini dai 4 anni in su.

Indice

La colomba e la formica

Esopo. Testo (a cura di): Alessia de Falco e Matteo Princivalle

Una formica assetata stava bevendo da un ruscello ma una raffica di vento la scaraventò in acqua. 
«Aiuto!» gridò la formichina, che non sapeva nuotare, mentre la corrente la portava via.
Una colomba udì le grida della formica e volò subito ad aiutarla. Strappò un ramoscello da un albero e lo porse alla formica, che lo afferrò e si mise in salvo.
Il giorno dopo, mentre la formica stava cercando qualcosa da mangiare, vide un cacciatore nel prato, che puntava la sua arma contro la colomba.
«Devo fare qualcosa o la colpirà» pensò la formica, poi si avvicinò al cacciatore e gli morsicò un dito con tutta la sua forza. Il cacciatore lasciò cadere la sua arma e la colomba, spaventata dal rumore, scappò lontano. Così la formica restituì il favore alla colomba e le salvò la vita.

Morale: Chi compie una buona azione per gli altri di solito ne riceve un’altra in cambio.

Comprensione del testo

La colomba e la formica

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Perché all'inizio della storia la formica cade nel ruscello?

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Perché la formica era scesa al ruscello?

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Chi arrivò a soccorrere la formica?

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Che oggetto utilizzò la colomba per tirare fuori dall'acqua la formica?

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Mentre camminava nel prato la formica si accorse che:

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Cosa fece la formica per aiutare la colomba?

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La morale di questa favola ci insegna che chi compie una buona azione per gli altri...

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I protagonisti di questa favola sono:

Schede didattiche

In questa sezione potete trovare le nostre schede didattiche su “La colomba e la formica“. Cliccate sulle immagini o sui pulsanti per scaricare i file PDF da stampare.

Contenuti extra

Schede per kamishibai

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Tag: la colomba e la formica, la formica e la colomba

Leggere ad alta voce fa bene a tutta la famiglia

Leggere è una pratica salutare. Leggere ai bambini è un atto d’amore. Secondo la scienza, è anche un dono prezioso: la lettura ad alta voce fa bene tanto allo sviluppo cognitivo e sociale dei bambini che ascoltano, quanto a chi legge.

La rivista Pediatrics, infatti, ha recentemente pubblicato uno studio che ha analizzato tutte le pubblicazioni scientifiche sul tema; una volta eliminati tutte le ricerche duplicate e quelle che contenevano qualche tipo di errore, sono rimasti 18 studi internazionali sulla lettura ad alta voce; tutti quanti, concordano nei risultati: la lettura ad alta voce potenzia lo sviluppo psicosociale tanto dei bambini quanto di mamma e papà.

Questa conclusione non è certo una novità: in Italia, per fare un esempio, è attiva dal 1999 l’associazione Nati per Leggere, a cui hanno aderito moltissimi pediatri, educatori, psicologi ed altri professionisti che lavorano a contatto con la prima infanzia.

Gli studi scientifici hanno evidenziato come leggere ad alta voce, con una certa continuità, ai bambini in età prescolare influenzi positivamente la vita relazionale (è una opportunità di relazione tra bambino e genitori) e lo sviluppo cognitivo. Si tratta infatti di creare una più profonda relazione tra bambino e genitori, oltre a stimolare lo sviluppo della comprensione del linguaggio e della capacità di lettura. Oltre, chiaramente a consolidare nel bambino l’abitudine a leggere che si protrae nelle età successive grazie all’approccio precoce legato alla relazione.

“Leggere è un gesto d’amore, un’esperienza positiva e piacevole che rafforza il legame e l’attaccamento sicuro. Inoltre, attraverso le storie i bambini imparano a riconoscere con più facilità le proprie emozioni e quelle altrui”.
Giorgio Tamburlini

Leggere ad alta voce fa bene anche ai più grandi

Che la lettura faccia bene ai bambini è certo. Forse sono meno evidenti i benefici per l’adulto che legge. Il narratore, invece, ha la possibilità di sintonizzarsi con la sua parte ‘infantile’ dimenticata, mentre il bambino che ascolta, impara e acquisisce nuove terminologie, amplia la sua conoscenza del mondo e sviluppa la fantasia e l’immaginazione.

La lettura è un modo per sviluppare empatia, anche attraverso la personalizzazione del racconto. Quando i bambini sono piccoli, si può attirare la loro attenzione proprio attraverso l’atteggiamento empatico, utilizzando un tono di voce ricco di contrasti: prima forte e poi piano piano quasi sottovoce. Man mano che ci si rivolge ad un pubblico più grandicello, è possibile introdurre nuovi elementi nella narrazione, arricchendola di colpi di scena e di spaventi.

Insomma, acquisire una tecnica narrativa, imparare a raccontare aiuta a diventare più empatici e, in ultima analisi, ad imparare ad ascoltare. Bruno Bettelheim scriveva, ne Il Mondo Incantato, che “la narrazione deve arricchire la vita, aiutando a chiarire le emozioni e armonizzarsi con le ansie e paure“.

A proposito: su Portale Bambini puoi trovare una raccolta di storie, favole e fiabe da leggere ai bambini, nella quale abbiamo inserito i grandi classici, qualche testo della tradizione poco conosciuto e i nostri racconti. Scoprile e leggile qui: Storie, favole e fiabe per bambini.

I benefici della lettura

Leggere fa bene: è un dato di fatto, confermato da numerose ricerche scientifiche (al punto che nei paesi anglosassoni si parla di biblioterapia). Ecco alcune curiosità a proposito degli innumerevoli benefici della lettura.

Leggere fa bene all’autostima

Quando un bambino legge, sviluppa delle competenze e si mette alla prova con un compito. Leggere una favola, un romanzo o un saggio fino alla fine, significa esser riusciti a portare a termine quel compito. La soddisfazione che ne deriva, è carburante per l’autostima e fa bene ai piccoli e grandi lettori.

Leggendo impariamo ad accettare il cambiamento

La vita è cambiamento! Rifiutare il cambiamento significa rifiutare una parte importante di noi e della nostra vita. All’interno della finzione letteraria, i bambini sono immersi in un cambiamento costante e profondissimo. La mente può così allenarsi a fronteggiare il cambiamento in un ambiente sicuro, virtuale. Questo aiuterà il bambino a superare gli eventi stressanti della vita reale, in quanto la sua mente è già preparata a farlo.

Leggere rasserena la mente

La lettura è lentezza: significa concedersi del tempo per se stessi, all’interno di un ambiente fantastico. Questa consapevolezza aiuta il rilassamento e aiuta la mente a recuperare le forze e la serenità.

La lettura stimola le relazioni sociali

Leggere insieme, ad esempio in famiglia, è più che un semplice momento di svago: è un momento di profonda connessione tra genitori e figli, un momento cruciale per stabilire una relazione solida e fondata sulla buona comunicazione. In modo simile, la lettura può stimolare le relazioni tra coetanei in classe e nel tempo libero: l’esempio più significativo è il bookcrossing, il gesto di scambiarsi un libro tra amici.

Leggere ci rende più empatici

Non è del tutto corretto sostenere che i libri possano “insegnare” l’empatia. Nel caso di un genitore che legge ad un bambino piccolo l’empatia è stimolata dal particolare momento sociale (ne abbiamo parlato nell’articolo “La lettura ad alta voce fa bene a tutta la famiglia“). Ad un livello successivo, è il coinvolgimento emotivo nel leggere un buon romanzo o una fiaba a stimolare l’intelligenza emotiva: un lettore appassionato stabilirà una connessione emotiva così profonda verso i personaggi del racconto da riuscire a provare emozioni per loro e con loro.

La differenza tra autostima e sicurezza in se stessi

Qual è la differenza tra autostima e sicurezza in se stessi?
Jesper Juul, uno dei maggiori esperti danesi in genitorialità e educazione, ha descritto molto bene la differenza tra autostima e sicurezza in se stessi: l’autostima è la conoscenza e l’esperienza di quello che siamo. L’autostima possiamo vederla come un pilastro, un centro, un nucleo. Le persone che hanno un’autostima sana e ben sviluppata sono a proprio agio con loro stessi. Mi sento bene perché esisto. Chi invece ha una bassa autostima si sente sempre insicuro, autocritico e colpevole. 
La sicurezza in se stessi, d’altra parte, misura ciò di cui siamo capaci, quello che sappiamo fare, quello in cui siamo bravi. Si basa sui risultati che otteniamo. È più una qualità esteriore, che si manifesta attraverso le nostre abilità, i nostri diplomi, i nostri premi” (J. Alexander, Il nuovo metodo danese per educare i bambini alla felicità a scuola e in famiglia, Newton & Compton, 2018).
Se un bambino ha un’autostima sana, la sicurezza in se stesso è per così dire automatica, viene da sé. Al contrario, ci sono molti bambini che sembrano sicuri di sé eppure hanno un’autostima bassissima.
Il  comportamento più dannoso per l’autostima è quello dei genitori che – in modo consapevole o molto più spesso senza rendersene conto – fanno credere al bambino che meriti il loro amore solo quando fa bene, quando vince o si comporta come gli viene richiesto. In misura inferiore questa considerazione vale anche per gli insegnanti. Al contrario, l’amore deve essere incondizionato e il bambino deve saperlo. Solo così sarà possibile mettere dei limiti senza che questi si trasformino in una tragedia.
Lodi e premi non sono sistemi validi per sviluppare l’autostima. Neppure l’assenza di regole lo è. Perché l’autostima cresca robusta servono amore incondizionato e rispetto.

Gli errori ci rendono più intelligenti

Sapevate che gli errori ci rendono più intelligenti? Lo hanno dimostrato i ricercatori della University of Southern California, analizzando un gruppo di partecipanti ai quali hanno chiesto di rispondere a una serie di domande per due volte consecutive.
Ma facciamo un passo indietro: il cervello apprende principalmente attraverso due vie: l’evitamento (cioè quel contesto di apprendimento in cui lo studente deve cercare di evitare gli errori per sfuggire a una punizione, come ad esempio un voto insufficiente) e il rinforzo positivo (in cui lo studente riceve un premio a fronte di ciascuna risposta corretta).
I ricercatori si sono accorti che durante la esecuzione del test, quando un partecipante riconosceva una domanda che in precedenza aveva sbagliato, nel suo cervello si attivavano i meccanismi legati al rinforzo positivo (gli stessi che si attivano nel caso dell’apprendimento basato sul premio). Come a dire: se in passato avete commesso un errore, il vostro cervello sarà felice di aiutarvi a non commetterlo più e a cambiare positivamente il vostro comportamento.

EDUCAZIONE PRATICA

Da questo studio possiamo apprendere una lezione importante: è bene aiutare grandi e bambini a riconoscere i propri errori e a comprenderli a fondo. La prossima volta che si troveranno di fronte allo stesso compito, sarà il loro cervello a mettere il turbo e a guidarli nella direzione giusta!
Capita spesso, inconsapevolmente, di fare il contrario: ci affanniamo perché gli studenti consegnino compiti perfetti e passiamo sopra gli errori, quasi a nasconderli. Proviamo a cambiare!

Per ricordarci di questa bella scoperta scientifica e dell’importanza di non nascondere gli errori abbiamo composto una breve filastrocca illustrata:

Aiuto, ho fatto un errore.
Devo andare dal dottore?
Certo che no, bambino mio:
provaci ancora, prova con brio.
Adesso che conosci la strada sbagliata;
trovare quella giusta sarà una passeggiata!

Vi piace? Cliccate sull’immagine per salvare il file.

UN LIBRO PER VOI: L’ALMANACCO DEL CUORE

Se siete genitori o educatori che amano mettersi in gioco, vi raccomandiamo il nostro Almanacco del Cuore.
Si tratta di un percorso di crescita della durata di 90 giorni: attraverso 90 pensieri illustrati da colorare (accompagnati da un manuale di istruzioni e vari modi d’uso) potrete focalizzarvi su ciò che conta davvero. Questo libro è un vero e proprio eserciziario di coaching creativo per riscoprire la semplicità del benessere.
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BIBLIOGRAFIA
https://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-3210651/Failure-really-good-Brain-scans-reveal-learn-mistakes-given-time.html