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Il re travicello

Il re travicello è una favola di Esopo, adatta ai bambini dai 4 anni in su

Il re travicello

Esopo

C’era una volta uno stagno pieno di rane che facevano quel che volevano: saltavano di qua e di là, oziavano e gracidavano dalla mattina alla sera. Un giorno, decisero di chiedere a Zeus un sovrano che insegnasse loro a vivere rispettando le regole e la disciplina. Zeus, divertito da questa richiesta, getto nello stagno un travicello di legno. Il travicello cadde in acqua con un gran tonfo: le rane, spaventate, si rintanarono nel fango sul fondo dello stagno e per un po’ non uscirono. Poi, vedendo che il travicello di legno galleggiava immobile sulla superficie dello stagno, andarono a vederlo più da vicino.

Cominciarono a toccarlo, poi a saltarci sopra: il travicello non si muoveva e non diceva una parola. Presto, le rane tornarono alla vita sregolata e allegra di prima, ignorando il loro re. Dopo qualche tempo, le rane tornarono da Zeus e gli chiesero un nuovo re: il re che ci hai mandato è una nullità; noi vogliamo un sovrano che ci faccia rispettare le sue regole”.

A questo punto, Zeus gettò nello stagno un serpente, che cominciò a divorare tutte le rane che trovava. Per la paura, le rane smisero di gracidare e cominciarono a vivere nascoste tra le canne o nel fango. Le rane superstiti tornarono sull’Olimpo, supplicando Zeus di riprendersi quel serpente malvagio. Ma il capo degli dei disse loro: “Vi avevo mandato un buon re e voi l’avete rifiutato. Adesso, tenetevi quello malvagio”.

Meglio tenersi una situazione mediocre che rischiare, cambiando, di peggiorarla drasticamente. 

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Tag: re travicello, storia del re travicello, re travicello favola

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L’aquila e la volpe

L’aquila e la volpe è una favola di Esopo adatta ai bambini dai 6 anni in su.

L’aquila e la volpe

Un’aquila e una volpe, dopo aver fatto amicizia, decisero di abitare l’una vicina all’altra. L’aquila fece il nido sulla cima di un albero altissimo e la volpe scavò la sua tana sotto un cespuglio che cresceva ai piedi dell’albero.
Un giorno, però, mentre la volpe era uscita a cercare qualcosa da mangiare per i suoi piccoli, l’aquila, che era a corto di cibo, piombò sulla tana della volpe e afferrò i suoi cuccioli, facendone poi una scorpacciata.
Quando la volpe tornò alla tana e si accorse di quello che era successo, il suo dolore fu immenso, così come il suo rancore verso l’aquila. Eppure, non poteva in alcun modo vendicarsi di lei.

Un giorno, però, l’aquila volò sulla campagna, dove i contadini stavano offrendo una capra in sacrificio agli dei. L’aquila non seppe resistere alla vista di quel banchetto prelibato: piombò sulla capra che stava prendendo fuoco e portò via uno dei visceri, da portare al suo nido. La carne, però era ancora ustionante, al punto che, non appena l’aquila la depose sulla paglia secca del nido, questa prese fuoco e i suoi piccoli precipitarono a terra.
La volpe, che si aggirava intorno all’albero lanciando maledizioni, non si fece sfuggire quell’occasione e divorò gli aquilotti, uno dopo l’altro, sotto gli occhi della madre.

Morale: Chi tradisce un amico, non può sfuggire alla vendetta: anche se la sua vittima è inferiore o impotente, il destino e gli dei faranno in modo che giustizia sia fatta.

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Al lupo, al lupo!

Al lupo, al lupo! è una favola di Esopo, adatta ai bambini dai 4 anni in su.

Al lupo, al lupo!

Esopo

In un villaggio viveva un pastorello che, ogni giorno, portava le pecore a pascolare. Poiché si annoiava molto, decise di fare uno scherzo agli abitanti del villaggio.
«Al lupo, al lupo!» cominciò a gridare. I contadini del villaggio accorsero con forconi e randelli, ma una volta nel prato non videro nessuno.
Il pastorello, rideva a crepapelle: «Era uno scherzo, e ci siete cascati tutti!»
Il giorno dopo ripeté lo scherzo: i contadini arrivarono di corsa al prato ma si accorsero che si trattava di un altro scherzo del pastorello, che si era preso gioco di loro per la seconda volta.
Un giorno, all’improvviso, arrivò un intero branco di lupi. Il pastorello cominciò a gridare: «Al lupo, al lupo!»
I contadini, però, pensarono che si trattasse del solito scherzo e rimasero al loro posto. Così, i lupi fecero strage di pecore e agnelli senza che nessuno li disturbasse.

Morale: Nessuno crede ai bugiardi, neppure quando dicono la verità.

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Il cervo alla fonte e il leone

Il cervo alla fonte e il leone è una favola di Esopo adatta ai bambini dai 6 anni in su.

Il cervo alla fonte e il leone

Un cervo, assetato, andò ad una fonte per bere; lì, rimase ad osservare la sua immagine riflessa nell’acqua. Era fiero delle sue grandi corna, dai disegni intricati, mentre le sue gambe, proprio non gli piacevano: erano così fragili.
Stava ancora riflettendo sul suo riflesso quando un leone si mise ad inseguirlo. Il cervo si diede alla fuga e, per un bel pezzo, riuscì a distanziarlo: infatti, le sue gambe correvano più veloci di quelle del leone sulla pianura.

Ad un certo punto, però, il cervo si ritrovò in una fitta boscaglia, piena di rovi e cespugli. Aveva fatto poca strada che le corna gli si impigliarono tra i rami: tra gli alberi bassi, il cervo non riusciva a muoversi e il leone lo raggiunse in un attimo.
In punto di morte, il cervo si disse tra sé: “Me infelice! Solo adesso capisco che quelle gambe che disprezzavo tanto potevano salvarmi, e queste corna di cui andavo tanto fiero sono state la mia rovina”.

Spesso, ciò che riteniamo inutile si rivela più utile di ciò che ammiriamo ed apprezziamo. 

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Le due rane

Le due rane è una favola di Esopo adatta ai bambini dai 6 anni in su.

Le due rane

C’erano una volta due rane, che abitavano l’una di fronte all’altra. La prima aveva la sua casa in un acquitrino, la seconda, invece, in una piccola pozzanghera formatasi al centro della strada che costeggiava l’acquitrino. La prima rana, cercava di convincere l’altra ad abbandonare la sua pozzanghera e a trasferirsi nell’acquitrino: “Qui c’è spazio per tutte e due; l’acqua è profonda e le canne ci nasconderanno dagli uccelli e dai serpenti. Perché non vieni ad abitare insieme a me?”
Ma l’altra rana non ne voleva sapere: la sua pozzanghera era così comoda, e poi, ci era nata e cresciuta; perché mai avrebbe dovuto abbandonare la sua casa per seguire la vicina? Non c’era proprio alcuna buona ragione. Così, ogni giorno rifiutava la proposta dell’altra rana e continuava la sua vita nella pozzanghera. Un brutto giorno, però, da quella strada passò un carro. La rana che abitava nella pozzanghera non fece in tempo a spostarsi e le ruote del carro la uccisero.

Anche tra gli uomini, ce ne sono molti che, piuttosto di cambiare le loro abitudini, sono disposti a subire qualsiasi cosa. 

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Il pesciolino e il pescatore

Il pesciolino e il pescatore è una favola di Esopo adatta ai bambini dai 4 anni in su.

Il pesciolino e il pescatore

C’era una volta un pescatore seduto sopra uno scoglio, ad aspettare che qualche pesce abboccasse all’amo. All’esca abboccò un piccolo pesciolino, tutto spine.

Quando il pescatore lo tirò su, il pesciolino si mise ad implorarlo: “Lasciami andare, ti prego; sono così piccolo e magro che non te ne faresti nulla di un pesce come me. Ma se mi rimetti in acqua, ti prometto che una volta che sarò cresciuto e sarò diventato un bel pesciolone tornerò a farmi ripescare: allora sì che avrai da mangiare!”

Ma il pescatore, gli rispose: “Pesciolino, non mi inganni con le tue belle parole; pensi davvero che io creda che, una volta diventato grande, tornerai ad abboccare al mio amo? Meglio un piccolo pesciolino oggi che sperare in un pesce più grosso domani”.
Così il pescatore gettò il pesciolino nel suo cesto e tornò a pescare, fino all’ora di cena.

Morale: Meglio poco ma oggi che tanto domani.

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