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Le guerre persiane

In questa sezione potete trovare i nostri materiali sulle guerre persiane per la scuola primaria.

Indice:
🔴 Le guerre persiane
🟠 Quiz online
🟡 Schede didattiche

Le guerre persiane

Le due guerre persiane furono combattute tra le polis greche e l’Impero persiano. Tutto ebbe inizio nel con la Rivolta Ionica: le polis greche dell’Asia Minore si ribellarono al dominio persiano e la città di Atene, guidata da Aristagora, inviò un messaggio di aiuto a Sparta e ad altre città greche.

Dopo alcuni anni, l’Impero Persiano, guidato dal re Dario I, decise di vendicarsi dei ribelli greci. Nel 490 a.C., le forze persiane sbarcarono sulla pianura di Maratona, vicino ad Atene. Gli Ateniesi riuscirono a respingere l’attacco persiano, ottenendo una grande vittoria per la Grecia.

Nonostante la sconfitta di Maratona, i Persiani non si arresero. Dopo la morte di Dario I, suo figlio Serse I prese il controllo dell’Impero Persiano e decise di invadere la Grecia nel 480 a.C. L’enorme esercito persiano attraversò l’Ellesponto, un stretto di mare, su un ponte di barche costruito appositamente per l’occasione.

La città di Atene si preparò per l’invasione costruendo una flotta navale, mentre Sparta inviò un piccolo contingente di soldati. La battaglia più famosa di questa guerra fu quella delle Termopili, dove 300 guerrieri spartani guidati dal re Leonida resistettero eroicamente contro l’esercito persiano per tre giorni. Nonostante la loro sconfitta, diedero il tempo necessario alle altre città greche per prepararsi alla guerra.

La flotta greca, guidata dal comandante Temistocle, si scontrò con la flotta persiana nella battaglia di Salamina. Nonostante fossero in netta inferiorità numerica, i Greci riuscirono a sconfiggere i Persiani grazie alle loro tattiche e alla conoscenza dei mari locali. Questa vittoria fu un punto di svolta nella guerra.

Nel 479 a.C., l’esercito greco si riunì per affrontare l’esercito persiano nella battaglia di Platea. I Greci, guidati da Pausania di Sparta, inflissero una sconfitta decisiva alle forze persiane, mettendo fine alle Guerre Persiane.

Le Guerre Persiane ebbero un impatto significativo sulla storia dell’antica Grecia. I Greci, nonostante fossero in minoranza numerica, riuscirono a difendere la loro libertà e indipendenza contro l’enorme Impero persiano.

Quiz online

Mettetevi alla prova con questo quiz a risposta multipla per testare le vostre conoscenze sulle guerre persiane.

Le guerre persiane

1 / 9

L'Impero persiano attaccò le polis greche in Asia Minore perché:

2 / 9

Chi aiutò le polis greche dell'Asia Minore a ribellarsi ai persiani?

3 / 9

La prima guerra persiana fu vinta dall'Impero persiano.

4 / 9

Come si chiamava il re che guidava l'Impero persiano durante la prima delle guerre persiane?

5 / 9

Nella battaglia di Maratona l'esercito delle polis greche sconfisse quello persiano.

6 / 9

Dopo la morte di Dario I, suo figlio Serse firmò un trattato di pace con le polis greche.

7 / 9

La flotta di Atene sconfisse quella persiana nella battaglia navale di:

8 / 9

Quale dei due eserciti era in superiorità numerica durante le guerre persiane?

9 / 9

Chi vinse la seconda guerra persiana?

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L’apparato respiratorio

In questa sezione potete trovare i nostri materiali sull’apparato respiratorio per la scuola primaria.

Indice:
🔴 Apparato respiratorio
🟠 Quiz online
🟡 Schede didattiche

L’apparato respiratorio

L’apparato respiratorio è una parte molto importante del nostro corpo perche ci permette di respirare e ottenere l’ossigeno di cui abbiamo bisogno.

L’apparato respiratorio è composto da diversi organi che lavorano insieme per portare aria nei nostri polmoni:

  • naso,
  • bocca
  • faringe
  • epiglottide
  • laringe
  • trachea
  • bronchi
  • bronchioli
  • polmoni.

Il naso ha due aperture chiamate narici attraverso le quali l’aria entra nel nostro corpo. All’interno del naso ci sono dei peli chiamati ciglia e delle piccole mucose che aiutano a filtrare l’aria e a intrappolare le particelle di polvere o sporco che potrebbero farci male.

Dopo che l’aria entra nel naso, passa attraverso un tubo chiamato faringe. La faringe è condivisa con il sistema digestivo e aiuta anche nella deglutizione, ma per ora ci concentriamo sulla sua funzione respiratoria. Dalla faringe, l’aria prosegue nel tratto chiamato laringe.

La laringe contiene le corde vocali, che ci permettono di parlare. Quando parliamo, le corde vocali si muovono e producono suoni. Continuando il nostro percorso, l’aria entra nella trachea, un tubo rigido che si trova dietro la laringe. La trachea è protetta da anelli cartilaginei per mantenerla aperta.

La trachea si divide in due rami più piccoli chiamati bronchi. Uno dei bronchi va ai polmoni sinistri e l’altro ai polmoni destri. All’interno dei polmoni, i bronchi si dividono in tanti piccoli tubi chiamati bronchioli. I bronchioli sono come piccoli rami che si espandono nei polmoni.

E adesso arriviamo ai nostri organi principali per la respirazione: i polmoni! Abbiamo due polmoni, uno a destra e uno a sinistra, che si trovano all’interno del nostro torace. I polmoni sono composti da tessuto spugnoso e contengono migliaia di piccoli sacchetti d’aria chiamati alveoli.

Gli alveoli sono molto importanti perché è qui che avviene lo scambio di gas. Quando respiriamo, l’ossigeno entra negli alveoli e attraversa una rete di piccoli vasi sanguigni chiamati capillari. L’ossigeno passa dai capillari al sangue e viene trasportato a tutte le parti del nostro corpo.

Il processo di estrazione dell’ossigeno dall’aria e di espulsione di anidride carbonica dal nostro corpo si chiama respirazione ed è suddivisa in due fasi: inspirazione ed espirazione.

Quando inspiriamo, l’aria entra nel corpo attraverso le cavità nasali e la bocca, poi prosegue il suo viaggio attraverso la laringe, la faringe e la trachea. L’epiglottide serve a sigillare la trachea quando mangiamo e beviamo, per fare in modo che il cibo scenda nello stomaco e non nella trachea (se questo dovesse accadere rischieremmo di soffocare). La trachea si suddivide in due bronchi, che a loro volta si ramificano in tanti bronchioli. I bronchioli terminano negli alveoli, organelli a forma di sacchetto situati nei polmoni. L’aria scende nei bronchi e nei bronchioli, fino agli alveoli, che catturano le molecole di ossigeno ed espellono l’anidride carbonica. Gli alveoli sono ricchi di capillari, che trasportano l’ossigeno nel sangue.

Quando espiriamo, l’aria ricca di anidride carbonica risale dagli alveoli fino alla bocca e alle cavità nasali, dove viene espulsa.

Nella laringe inoltre si trovano le corde vocali, due lamelle che fanno vibrare l’aria e ci permettono di emettere suoni.

Ricordate che è importante prendersi cura dei nostri polmoni e respirare aria pulita. L’aria che respiriamo è fondamentale per la nostra salute e il nostro benessere.

Quiz online

Mettetevi alla prova con questo quiz a risposta multipla per testare le vostre conoscenze sull’apparato respiratorio.

L'apparato respiratorio

1 / 10

Quali tra questi organi fanno parte dell'apparato respiratorio?

2 / 10

  1. Come viene trasportato l'ossigeno dai polmoni alle altre parti del corpo?

3 / 10

Nel naso sono presenti delle ciglia che intrappolano le particelle che potrebbero danneggiare il nostro organismo.

4 / 10

Nei polmoni si trovano delle piccole sacche; è qui che avviene lo scambio di ossigeno e anidride carbonica. Come si chiamano?

5 / 10

Durante l'espirazione il nostro corpo espelle:

6 / 10

La trachea è una struttura tubolare formata da:

7 / 10

Quando mangiamo la trachea viene sigillata da:

8 / 10

La trachea si divide in due rami più piccoli, i:

9 / 10

Quali sono le due fasi della respirazione?

10 / 10

Nella laringe si trovano:

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Tag: apparato respiratorio, apparato respiratorio scuola primaria, schede sull’apparato respiratorio

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La polis di Sparta

In questa sezione potete trovare i nostri materiali sulla polis di Sparta per la scuola primaria.

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🔴 La polis di Sparta
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La polis di Sparta

Sparta fu una famosa polis greca (insieme ad Atene è una delle due grandi polis della Grecia classica), fondata dalla popolazione dei Dori intorno al 1000 a.C.
La città di Sparta si trovava nella penisola del Peloponneso e non aveva porti o accessi sul mare. Rispetto alle altre polis greche, Sparta non aveva mura difensive e non aveva un’acropoli: era formata da quattro villaggi vicini, uniti da un reticolo di strade. La sua ricchezza derivava dall’agricoltura.
La civiltà di Sparta era divisa in tre classi sociali: gli spartiati, uomini liberi che governavano la polis e prendevano parte alla vita politica, possedevano la terra e combattevano nell’esercito; i perieci, uomini liberi che si dedicavano al commercio e all’artigianato ma non avevano diritti politici; gli iloti, schiavi catturati in guerra, che coltivavano la terra e non godevano di alcun diritto.
A capo della polis c’erano due re, eletti dall’assemblea degli spartiati. Questi sovrani governavano insieme. La polis di Sparta, dunque, era un’oligarchia: il governo era concentrato nelle mani di pochi uomini.
Gli spartiati erano guerrieri formidabili: venivano addestrati all’uso delle armi sin dalla più tenera età e, al compimento del settimo anno, venivano allontanati dalla famiglia e cresciuti in caserme, sotto la guida degli educatori della polis, che avrebbero insegnato loro a leggere e scrivere.
A differenza delle altre polis greche, in cui le donne erano relegate in casa e non godevano di alcun diritto, a Sparta erano libere e avevano un ruolo importante nella vita della città.

Quiz online

Mettetevi alla prova con questo quiz a risposta multipla per testare le vostre conoscenze sulla polis di Sparta.

La polis di Sparta

1 / 10

In quale regione della Grecia si trovava la città di Sparta?

2 / 10

La città di Sparta aveva un grande porto.

3 / 10

In cima alla piramide sociale a Sparta si trovavano:

4 / 10

Qual'era la forma di governo della polis di Sparta?

5 / 10

I perieci erano uomini liberi che però non avevano diritti politici. Erano artigiani e commercianti.

6 / 10

Gli spartiati si allenavano in caserma sin da piccoli.

7 / 10

La città di Sparta era protetta da mura altissime.

8 / 10

Come si chiamavano gli schiavi a Sparta?

9 / 10

Le donne a Sparta avevano più diritti rispetto alle altre polis greche.

10 / 10

Qual'era la principale attività economica praticata a Sparta?

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La polis di Atene

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🔴 La polis di Atene
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La polis di Atene

Atene fu la più famosa polis greca dell’antichità. Questa città venne fondata dagli Ioni nella pianura dell’Attica: un terreno fertile e protetto naturalmente dalle montagne. Atene si estendeva fino al mare e il suo porto, il Pireo, permise alla città di sviluppare un’attività commerciale fiorente e redditizia. Il cuore della città era l’acropoli, un pianoro rialzato nel quale si trovavano i templi, come il Partenone. Gli ateniesi si dedicavano all’agricoltura, alla pastorizia, all’artigianato e soprattutto al commercio con le altre poleis.

Atene è conosciuta per essere stata la prima grande democrazia del mondo occidentale: i suoi abitanti, suddivisi in 10 tribù, eleggevano i loro rappresentanti che formavano l’Assemblea (bulè). Questa, composta da 500 membri delle tribù, si occupava di proporre le leggi e si occupava della vita politica della città.
In origine, ad Atene c’era un governo aristocratico e solo i nobili prendevano parte alla vita politica della città. Fu sotto la guida del saggio Solone che la città abbracciò la democrazia, abolendo definitivamente le classi sociali: finalmente, i cittadini, erano considerati uguali a prescindere dalla loro ricchezza. Qualsiasi ateniese libero poteva essere eletto all’interno dell’Assemblea; ne erano esclusi, invece, gli schiavi, gli stranieri e le donne.

Quiz online

Mettetevi alla prova con questo quiz a risposta multipla per testare le vostre conoscenze sulla polis di Atene.

La polis di Atene

1 / 10

Dov'era situata la città di Atene?

2 / 10

Che termine utilizzavano i greci per indicare le loro città?

3 / 10

Gli abitanti di Atene erano divisi in dieci:

4 / 10

Atene fu fondata dal popolo degli:

5 / 10

Quale attività permise ad Atene di arricchirsi?

6 / 10

Quale forma di governo adottò Atene?

7 / 10

Dove si trovavano i templi ad Atene?

8 / 10

Ad Atene non esisteva la schiavitù.

9 / 10

Qual'era il luogo in cui i cittadini ateniesi si incontravano per discutere e commerciare?

10 / 10

Ad Atene le donne godevano di molta libertà, praticavano lo sport e prendevano parte all'Assemblea.

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Il ruolo delle emozioni nell’apprendimento

Oggi riflettiamo sul ruolo delle emozioni nell’apprendimento. Le ricerche, infatti, evidenziano che insegnare col sorriso rende l’apprendimento più piacevole ma soprattutto più efficace. Può sembrare scontato, ma imparare a conoscere meglio questo fenomeno può aiutarci a prevenire l’effetto opposto, il “cortocircuito emotivo”.

Qualcuno avrà già sentito parlare di warm cognition Si tratta di un concetto che Daniela Lucangeli, Professoressa di Psicologia dello Sviluppo dell’Università di Padova e ricercatrice attiva nel campo dell’apprendimento e dei bisogni educativi speciali, da tempo propone agli insegnanti come linea guida fondamentale per la scuola.

La Prof. Sa Lucangeli, nel corso delle sue ricerche, ha evidenziato come l’apprendimento caldo (warm cognition) sia essenziale per poter apprendere bene. Ma cosa significa “apprendimento caldo” (o anche insegnamento gentile)? Semplicemente, quell’apprendimento che passa attraverso un ambiente emotivamente positivo, legato appunto ad emozioni calde come la gioia.

Quando impariamo qualcosa, nella nostra mente fissiamo anche il contesto emotivo in cui l’abbiamo imparata. Dunque, ciò che si impara in un clima positivo verrà ricordato con gioia; al contrario, se l’apprendimento è legato ad uno stato ansioso (o peggio ancora ad uno stato di collera o panico), queste emozioni negative accompagneranno ogni tentativo di ricordare quell’informazione.

Quindi: ricordiamoci di insegnare sempre col sorriso! Non importa che si parli di radici quadrate, sillabe o come allacciarsi le scarpe. Se insegniamo col sorriso e cerchiamo di mettere a loro agio gli studenti (anche “informali”, come nel caso dei mille insegnamenti che hanno luogo in famiglia) otterremo un risultato più duraturo ma soprattutto più virtuoso.

Per riuscirci, dobbiamo anche lavorare sul nostro modo di porre una critica: non dobbiamo ridurci a chinare il capo e a lasciar correre; al contrario, la critica è fondamentale. Quello che conta, però, è riuscire a muoverla senza sminuire la persona, stimolandola piuttosto a fare diversamente. In altre parole, dobbiamo riuscire a far sì che il nostro intervento correttivo sia vissuto come uno stimolo a far meglio e non come una mortificazione.

LA SFIDA DELL’APPRENDIMENTO 2.0? LA CONSAPEVOLEZZA

Leggiamo quotidianamente nuove ricerche che potrebbero (e dovrebbero) indirizzare le nostre azioni di genitori, insegnanti e educatori. Spesso, però, non riusciamo a tradurle in qualcosa di concreto.

Perché? Semplicemente, la ricerca è un’operazione teorica, utile ad analizzare un problema ma non ad aiutare chi poi dovrebbe implementarla. Ovvero: se una ricerca ci dice che non dobbiamo urlare ai bambini, non ci spiega però come trattenerci quando ci troviamo sull’orlo di una crisi di nervi! La stessa cosa vale per l’innovazione educativa: ci sono tanti spunti meravigliosi, ma come fare a portarli in un contesto di classi sovraffollate e spesso ricche di problemi e diversità?

La sfida, secondo noi, passa attraverso la consapevolezza: ciascuno di noi deve informarsi, fare propri gli stimoli che ritiene più interessanti e poi attivare un processo creativo per metterli in pratica. Come fosse un collage!

La consapevolezza dei propri limiti è il punto di partenza (se non l’avete già letto, vi consigliamo di dare un’occhiata; da lì, possiamo cominciare a lavorare, cercando punti di contatto con i bambini. L’importante è non fare il passo più lungo della gamba: tutti i metodi e le tecniche sono destinati a fallire se chi li propone non li ha assimilati in modo profondo.
E allora, meglio metterci il cuore. Meno, ma meglio. E’ il modo più realistico per trasformare in realtà quell’apprendimento caldo che abbiamo elogiato prima.

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Quali sono i 24 talenti o punti di forza del carattere

Abbiamo parlato in più di un’occasione dei punti di forza e della necessità di riscoprire una “pedagogia dei talenti” o “pedagogia del carattere” che abbia tra i suoi obiettivi quello di lavorare sulle forze di ciascuno piuttosto che sulle sue debolezze. I talenti, sono stati definiti come aspetti del carattere: 1) comuni a tutte le persone, 2) misurabili, 3) migliorabili attraverso un percorso di crescita.

Virtù e punti di forza
I ricercatori hanno condotto una lunga ricerca tra vari gruppi di popolazione per individuare un set di virtù e di punti di forza che fossero comuni a tutti (etnie, stato sociale, personalità e differenze individuali). Questo ha condotto alla classificazione dei punti di forza nota come VIA. Essa comprende 6 virtù e 24 punti di forza. Le sei virtù sono:

  • CONOSCENZA, ovvero la virtù di approfondire i vari campi del sapere, di apprendere nuove conoscenze e abilità e di diventare maestri in questi campi;
  • CORAGGIO, ovvero la virtù di perseverare nel proprio compito fino al compimento, superando gli ostacoli e le avversità;
  • GIUSTIZIA, ovvero la virtù di chi tratta gli altri in modo equo, a prescindere dalla persona che ha di fronte;
  • TEMPERANZA, ovvero la virtù di chi è umile, prudente ed è capace di perdonare agli altri i propri errori;
  • UMANITÀ la virtù di chi è amabile e abile nelle relazioni sociali;
  • TRASCENDENZA, la virtù di chi coltiva lo spirito ed è fortemente legato a qualcosa più grande di lui (la religione, la spiritualità, la filosofia e la tutela dell’ambiente sono alcuni esempi).

I punti di forza, invece, sono individuati all’interno di ciascuna di queste virtù e sono i vari aspetti che compongono ciascuna di esse. Ci sono 24 punti di forza, individuati all’interno di ciascun dominio.

CONOSCENZA:

  • Creatività, ovvero la capacità di combinare tra loro gli stimoli per produrre qualcosa di nuovo e di utile;
  • Curiosità, ovvero l’interesse verso un gran numero di nuovi campi della conoscenza;
  • Amore per il sapere, ovvero la spinta ad approfondire ciascun nuovo campo di apprendimento fino a diventare maestri in esso;
  • Prospettiva, ovvero la capacità di guardare le cose da più punti di vista differenti, coltivando una visione globale;
  • Giudizio, ovvero la capacità di analizzare ogni singolo dettaglio e di prendere decisioni altamente ragionate, anteponendo la logica ai nostri sentimenti e alle nostre credenze.

CORAGGIO:

  • Coraggio, ovvero la capacità di agire secondo le proprie convinzioni anche quando questo ci porta ad opporci agli altri;
  • Onestà, ovvero la sincerità nei confronti di se stessi e degli altri;
  • Perseveranza, ovvero la capacità di lavorare duro fino al raggiungimento dei propri obiettivi;
  • Energia, ovvero la vitalità e l’entusiasmo verso la vita e i nuovi progetti.

UMANITÀ:

  • Gentilezza, la capacità di essere empatici e di aiutare gli altri senza pensare al proprio tornaconto;
  • Amore, ovvero la capacità di costruire ed esperire relazioni calde e piene di affetto;
  • Intelligenza sociale, ovvero la capacità di comprendere i pensieri delle persone che ci circondano e di agire in armonia con essi.

GIUSTIZIA:

  • Giustizia, la capacità di giudicare le persone in modo equo, senza farsi condizionare dal loro ruolo e dalle relazioni;
  • Carisma, la capacità di guidare un gruppo verso un obiettivo mantenendo buone relazioni tra i suoi membri;
  • Lavoro di squadra, ovvero la capacità di coordinarsi con gli altri lavorando insieme per una causa più grande.

TEMPERANZA:

  • Perdono, la capacità di perdonare agli altri le loro colpe e di non serbare rancore;
  • Umiltà, la capacità di riconoscere i propri punti di forza senza metterli in mostra, evitando il centro dell’attenzione;
  • Prudenza, la capacità di pensare scrupolosamente prima di agire e di non correre rischi non necessari;
  • Autocontrollo, la capacità di gestire al meglio le proprie emozioni e di disciplinarsi.

TRASCENDENZA:

  • Amore per la bellezza e per l’eccellenza, la capacità di riconoscere la bellezza intorno a sé e di contemplarla;
  • Gratitudine, la capacità di provare sentimenti positivi verso tutto ciò che di buono ci capita ogni giorno;
  • Speranza, ovvero il profondo ottimismo verso il futuro;
  • Humour, la capacità di approcciare la vita in modo giocoso e di far ridere gli altri;
  • Spiritualità, ovvero la capacità di riconoscersi parte di uno schema più grande e di trovare la propria missione nella vita.

Leggendo questo elenco probabilmente hai già individuato alcuni punti di forza nei quali ti riconosci o che ti rappresentano più di altri. Se vuoi un risultato più accurato, ti suggeriamo di completare la VIA Survey, il test dei punti di forza. Più di 7 milioni di persone in tutto il mondo hanno svolto il test e si tratta di una batteria che ha superato numerosi controlli scientifici. Puoi completare la VIA Survey gratuitamente online, cliccando qui (il test è gratuito e disponibile anche in lingua italiana, mentre è richiesta la registrazione al sito).

PER EDUCARE CON LE FAVOLE:

Per aiutare i più piccoli a riconoscere le emozioni e a coltivare le buone pratiche che ci fanno stare meglio abbiamo scritto la raccolta di racconti “Cuorfolletto e i suoi amici”.

libri cuorfolletto e i suoi amici

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FONTI

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