Blog

Il ceppo di Natale

Il ceppo di Natale è un racconto di Natale per grandi e piccini, senza limiti d’età.

Il ceppo di Natale

Testo di: Alessia de Falco e Matteo Princivalle

Parte prima

L’inverno era arrivato da poco e aveva coperto di neve il fianco della montagna.
Era quasi Natale. In una piccola baita di legno, vivevano un ragazzo e la sua sorellina, di qualche anno più piccola; insieme a loro, nella stalla sul retro della casetta, c’erano sei mucche e quattro caprette.

Dei genitori, nemmeno l’ombra. La loro mamma era scomparsa quando erano piccini; il padre, che si era sempre preso cura di loro, qualche giorno addietro era uscito di casa per fare la legna e non aveva più fatto ritorno.
Forse era stato aggredito da un animale, o forse era scivolato in un crepaccio; quale che fosse il motivo della sua scomparsa, i bambini erano rimasti da soli e avevano dovuto arrangiarsi.

Per fortuna, il fratello maggiore sapeva come accendere il camino, come mungere gli animali e come preparare polenta e stufato.
“Non preoccuparti” diceva sempre alla sua sorellina, “resisteremo fino a quando tornerà il papà”. Si sforzava di sorridere ma, per ogni giorno che passava, sempre più neve cadeva sulla montagna e seppelliva anche la sua speranza di rivederlo.

Una mattina, il giovane portò fuori di casa il secchio della cenere, poi andò nella stalla per cambiare il fieno agli animali. La sua sorellina si coprì con una spessa coperta di lana e uscì per aiutarlo ma, passando accanto alla legnaia, vide qualcosa che brillava tra la cenere: era carbone ardente, ma sembrava una stella luccicante. La bambina infilò una manina nel secchio, per afferrarla; del resto aveva appena cinque anni, cosa poteva saperne del fuoco e dei suoi pericoli? Non riuscì nemmeno a sfiorare la brace, perché si scottò la punta delle dita.

“Ahi” strillò, lasciando cadere la coperta sul secchio, poi corse nella stalla, per farsi medicare dal suo fratellone.
“Cos’è successo?” chiese lui. “C’era qualcosa nella cenere: brillava come le stelle. Volevo raccoglierlo, ma scottava”.
“Erano carboni ardenti” disse secco il ragazzo, alzando la voce. “Potevi farti male”. Abbracciò la sorella, che tremava, in silenzio, poi si sfilò il maglione di lana per coprirla.
“Per fortuna non è niente di grave”.
In quel momento, la stalla si riempì di fumo.

Il ragazzo uscì a passo svelto e si fermò sulla soglia, immobile. La legnaia andava a fuoco; quando sua sorella era corsa da lui, aveva lasciato la sua coperta sul secchio con la brace. Il tessuto aveva preso fuoco e in un attimo aveva incendiato anche la legna su cui era posata. Il ragazzo provò a buttare della neve sulle fiamme, ma fu inutile: ormai l’incendio divampava e non c’era modo di fermarlo. Fu così che la legnaia andò distrutta.

“E adesso, come ci scalderemo?” chiese la bambina al fratello.
“Non lo so”, rispose lui scuotendo le spalle, con le guance rigate dalle lacrime; “avresti dovuto pensarci prima di giocare con la brace”.
Come avrebbe potuto badare a sua sorella se non aveva più legna per accendere il camino?

Parte seconda

Quella notte non chiuse occhio: la passò abbracciato a sua sorella, dopo averla avvolta con tutte le coperte e le pellicce che riuscì a trovare. La mattina seguente il ragazzo si alzò all’alba e si vestì, per uscire.
“Andrò a cercare della legna, ma tu devi rimanere qui” disse severo alla sorellina.
“Ma ho paura”, piagnucolò lei.
“So che hai paura. Ma la nostra legnaia è distrutta, e se non trovo qualcosa da bruciare non sopravvivremo a lungo. So dove andava papà a fare la legna, magari ha lasciato dei rami e dei ciocchi”.

La bambina si asciugò le lacrime e si morse la lingua: non voleva scoppiare a piangere adesso, non dopo il guaio che aveva combinato. Il giovane prese uno slittino e delle corde per caricare la legna, si legò ai piedi le racchette da neve e partì, non appena la luce del Sole rischiarò la strada.

Com’era bello l’inverno: i raggi del Sole si riflettevano sui cristalli di neve e gettavano bagliori dorati qua e là: sembrava di essere in paradiso. Ogni tanto, il vento spazzava la montagna e un sottile velo di neve copriva il volto del ragazzo, come polvere incantata. Certo, sarebbe stato ancora più bello con la legnaia al suo posto, il camino crepitante e mamma e papà insieme a loro, nella baita.

Il ragazzo conosceva bene il sentiero: bastava cercare i tronchi degli alberi con taglio a forma di croce: era stato suo padre a fare quei tagli, per riconoscere la strada che portava al bosco. Dopo due ore di strada, raggiunse i primi alberi: era lì che facevano la legna. Ormai la neve aveva coperto tutto: non c’erano rami, nè ciocchi di legna da portare a casa. La sua fatica era stata inutile? Ad un tratto, fu abbagliato da un luccichio; veniva da un abete.

Tra le fronde verdi, ammantate di bianco si intravedeva il tronco dell’albero, libero dalla neve: sembrava il nascondiglio di una fata. Il ragazzo si avvicinò e pregò.
“Fa’ che ci sia una fata vera, di quelle che aiutano i bambini, come nelle storie che ci raccontava papà, accanto al fuoco”.

Tuttavia, l’albero non nascondeva fate o folletti: era stata la lama di un coltello ad accecarlo. Aveva l’aria familiare: sul manico, d’osso, erano incisi dei fiori. Dove lo aveva già visto? “Ma certo, quello è il coltello del papà”. Il giovane allungò un braccio per raccoglierlo e si accorse che era conficcato dentro qualcosa, così cominciò a scavare con le mani per liberarlo e si accorse che la lama era piantata dentro un grosso ceppo di legno, perfettamente rotondo, alto tre piedi e largo almeno un metro.

“Questo ceppo,” pensò il ragazzo, “se solo riuscissi a portarlo a casa, potremmo scaldarci per giorni”. Fece alcuni tentativi, ma era troppo pesante per sollevarlo. Mentre tentava di caricarlo sulla slitta lo osservò: la sua corteccia liscia formava un cerchio perfetto. Fu allora che ebbe un’idea. “Non riesco a sollevarlo da solo, ma forse potrei provare a farlo rotolare fino alla baita. La neve è spessa e lo rallenterà abbastanza perché io riesca a fermarlo”.
Legò la corda intorno al ceppo, per assicurarlo, e cominciò a spingerlo giù: lentamente, il legno si smosse e cominciò a muoversi.

Parte terza

Il ceppo rotolava piano, affondando nella neve e talvolta cominciava a traballare, come si avesse dovuto rovesciarsi da un momento all’altro. Allora, il ragazzo si affrettava a fermarlo e a tenerlo in piedi con tutta la sua forza, poi, delicatamente, riprendeva a muoverlo.

Quando arrivò alla baita il giovane aveva le dita delle mani e dei piedi gelate, ma era riuscito a portare quel grande ceppo con sé, fino a casa. Chiamò la sua sorellina e insieme lo spinsero fino al grande camino di pietra, dove lo rovesciarono nella cenere. Insieme, fratello e sorella scavarono il legno, per formare una piccola cavità al centro del tronco. La riempirono con scarti di legno, carta e resina e poi accesero il fuoco. Crepitando, il ceppo si accese: le fiamme illuminarono la baita e il fuoco la riscaldò. Erano salvi.

Il ceppo continuò a bruciare per una settimana intera, e non si era ancora spento quando i ragazzi sentirono qualcuno bussare alla porta; corsero insieme ad aprire e rimasero senza parole.
“Papà!”

Fratello e sorella abbracciarono il padre così forte che per poco non si rovesciarono tutti e tre per terra; lo accompagnarono in casa correndo, saltando e cantando per la gioia. Gli raccontarono delle loro disavventure: di come erano sopravvissuti senza di lui, di come, senza volerlo, avevano incendiato la legnaia, della spedizione nella neve e di quel ciocco, che li aveva salvati.

Anche il padre raccontò loro cosa gli era capitato: “Stavo spaccando la legna, quando scivolai in un crepaccio, ferendomi una gamba; ero sul punto di morire quando due cacciatori hanno sentito le mie grida e sono accorsi a salvarmi; mi hanno trasportato su una barella fino a casa loro, dall’altra parte della montagna, poco prima che cominciasse a nevicare. Ero troppo debole per camminare, altrimenti sarei tornato subito da voi; ho implorato i cacciatori di venire a prendervi, ho detto loro che eravate piccoli e soli, e che sareste morti senza il loro aiuto, ma la strada era lunga e con tutta quella neve era impossibile arrivare fin qui. Ieri sono riuscito a rimettermi in piedi e sono subito partito”.

Finalmente insieme, fecero una grande festa intorno al ceppo scoppiettante. Da allora, ogni anno, a Natale, in ricordo di quell’avventura, accendono un grosso ceppo e lo lasciano bruciare per dei giorni interi.

IDEE REGALO PER NATALE:

Facciamo l’albero insieme?
Età di lettura: da 3 anni
€ 16,50 € 15,68

Centopiedi va a scuola
Età di lettura: da 3 anni
€ 16,00 € 15,20

centopiedi va a scuola

Cuorfolletto e i suoi amici
Età di lettura: da 3 anni
€ 18,00 € 17,20

libri cuorfolletto e i suoi amici

TORNA A:

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

La leggenda della rosa di Natale

La leggenda della rosa di Natale è un racconto di Natale per grandi e piccini, senza limiti d’età.

La leggenda della rosa di Natale

Testo (a cura di): Alessia de Falco e Matteo Princivalle

C’era una volta una giovane pastorella, che aiutava il padre con le greggi. Una notte, la ragazza stava facendo la guardia alle pecore vicino a Betlemme quando vide degli altri pastori che camminavano verso la città.
La pastorella si avvicinò e chiese loro dove: “Dove andate?”
“Non lo sai? Questa notte è nato il bambino Gesù, il nostro salvatore. Andiamo a rendergli omaggio e a portargli dei doni”.
“Vorrei tanto venire con voi”, disse loro la pastorella, “ma sono povera e non ho niente da donare al bambino Gesù, nemmeno un mazzo di fiori”.
I pastori proseguirono il cammino e la ragazza rimase da sola, così triste che si sdraiò su un covone di fieno e scoppiò a piangere: le sue lacrime cadevano sulla neve, come piccole perle. Un angelo sentì il pianto della pastorella e decise di aiutarla.
Quando la ragazza abbassò gli occhi, si accorse che le sue lacrime si erano trasformate in fiori dai petali bianchi come il latte. Senza perdere tempo, la pastorella raccolse quei fiori, li legò per formare un mazzo, poi corse a Betlemme, per portarli in dono al bambino Gesù.
Da allora, la rosa di Natale fiorisce ogni anno, a dicembre, per ricordare al mondo intero quel dono fatto con amore dalla giovane pastorella.

IDEE REGALO PER NATALE:

Facciamo l’albero insieme?
Età di lettura: da 3 anni
€ 16,50 € 15,68

Centopiedi va a scuola
Età di lettura: da 3 anni
€ 16,00 € 15,20

centopiedi va a scuola

Cuorfolletto e i suoi amici
Età di lettura: da 3 anni
€ 18,00 € 17,20

libri cuorfolletto e i suoi amici

TORNA A:

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

Sagome di Babbo Natale

In questa sezione potete trovare i nostri modelli di sagome di Babbo Natale da ritagliare. Cliccate sui disegni o sui pulsanti colorati per stampare i file PDF da colorare.

Sagome di Babbo Natale

Risorse a tema per Natale:
🟠 Storie di Natale
🟡 Disegni di Natale
🟢 Sagome da ritagliare
🔵 Lavoretti di Natale
🟣 Poesie e filastrocche di Natale
🔴 Buongiorno natalizio (immagini)
🟠 Buonanotte natalizia (immagini)
🟡 Auguri di Natale
🟢 Frasi sul Natale
🔵 Facciamo l’albero insieme. Un albo illustrato per Natale
↩️ Natale – tutte le risorse

I benefici del coloring

Colorare è un’attività dai risvolti benefici: attraverso questa pratica, i bambini potranno allenare la muscolatura della mano ad impugnare correttamente lo strumento di scrittura (penna, matita, pennarello) e a sostenere lo sforzo fisico necessario ad esercitare il tratto. Sembra una sciocchezza, ma oggi i bambini sono abituati a reggere tra le mani smartphone e tablet per numerose ore ogni giorno, col risultato che i muscoli necessari alla scrittura si indeboliscono. Ecco perché così tanti bambini fanno fatica a scrivere! Abituarli a colorare sin da piccoli è un esercizio formidabile: se lo proponiamo attraverso il gioco, daremo loro una marcia in più. Infine, secondo alcuni studi scientifici l’attività del coloring aiuta i bambini ad eliminare lo stress e l’ansia. Benché non si tratti di un’attività terapeutica, è comunque una pratica molto rilassante.

IDEE REGALO PER NATALE:

Facciamo l’albero insieme?
Età di lettura: da 3 anni
€ 16,50 € 15,68

Centopiedi va a scuola
Età di lettura: da 3 anni
€ 16,00 € 15,20

centopiedi va a scuola

Cuorfolletto e i suoi amici
Età di lettura: da 3 anni
€ 18,00 € 17,20

libri cuorfolletto e i suoi amici

TORNA A:

Attenzione: queste immagini sono protette da copyright. Riprodurle sul web – compresi i social network – senza la nostra autorizzazione scritta è vietato ai sensi di legge. È sempre permessa la stampa per uso personale (es. per colorare) e per uso didattico (es. esercizi in classe).

Tag: sagoma di Babbo Natale, sagoma Babbo Natale da ritagliare, sagome di Babbo Natale

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

Perché le foglie cambiano colore?

Vi siete mai chiesti perché le foglie cambiano colore e ingialliscono?

Le cellule delle foglie contengono diversi pigmenti, sostanze chimiche responsabili del colore. Tra questi pigmenti ci sono molti carotenoidi, responsabili del colore giallo e arancione e la clorofilla, responsabile del colore verde. I carotenoidi sono presenti in molti vegetali: carote, agrumi, peperoni, mais e altri ancora.

In primavera e d’estate la clorofilla è più abbondante e prevale sui carotenoidi: in queste stagioni le foglie sono di un bel colore verde brillante. Con l’arrivo dell’autunno le ore di luce diminuiscono e anche la clorofilla presente nelle foglie si riduce sempre di più, rivelando i carotenoidi e modificando il colore delle foglie.

Alcune foglie, oltre ai carotenoidi, possiedono anche altri pigmenti: gli antociani. Questi sono responsabili dei colori rossi e violacei, come nel caso degli aceri giapponesi.

Quando le foglie si staccano dagli alberi e cadono al suolo, la poca clorofilla rimasta e gli altri pigmenti cominciano a degradarsi: è in questo momento che le foglie diventano marroni o grigiastre.

L’ingiallimento delle foglie avviene naturalmente in autunno, ma potrebbe verificarsi anche nelle altre stagioni, se la pianta non riceve il giusto nutrimento: per produrre clorofilla, infatti, le piante hanno bisogno di azoto e ferro. Se il terreno è povero di queste sostanze, le foglie diventeranno gialle e la pianta diventerà sempre più debole, fino a morire. Quindi: se una delle piante di casa comincia ad ingiallire, significa che ha bisogno di essere nutrita con un concime ricco di azoto e ferro.

Ricapitolando, possiamo dire che le foglie cambiano colore quando la clorofilla presente nelle loro cellule diminuisce.

Schede di scienze:
🔴 Scienze – Classe prima
🟠 Scienze – Classe seconda
🟡 Scienze – Classe terza
🟢 Scienze – Classe quarta
🔵 Scienze – Classe quinta
↩️ Scienze – Tutte le schede

Tag: perché le foglie cambiano colore, perché le foglie ingialliscono, perché le foglie diventano gialle

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

Il calzolaio e il bambino scalzo

Il calzolaio e il bambino scalzo è un racconto di Natale per grandi e piccini, senza limiti d’età.

Il calzolaio e il bambino scalzo

(A cura di): Alessia de Falco e Matteo Princivalle

C’era una volta un povero calzolaio che viveva insieme alla moglie nella sua botteguccia. Era la vigilia di Natale e l’uomo stava lavorando a un paio di scarpe, per il figlio di un ricco mercante della città.
“Guarda che belle scarpe”, disse alla moglie; “col guadagno che ci faremo, domani potremo comprare mezzo cappone”.
“Sì”, disse lei, “e chissà, magari ci avanzeranno anche i soldi per il ripieno. Da quanti anni non mangiamo un bel cappone ripieno di prosciutto?”
“E poi”, continuò il calzolaio, “prenderemo anche una bottiglia di vino buono. Che Natale sarebbe senza spumante…”
Il  vecchio calzolaio aveva appena terminato il paio di scarpe quando si sentì bussare alla porta di casa. Andò ad aprire e trovò un bambino vestito di stracci, coi capelli sporchi e arruffati. Aveva i piedi scalzi, coperti di neve e di fango. Sua moglie lo fece entrare in casa, perché si riscaldasse un poco accanto alla stufa.
Il bambino fissava in silenzio le scarpe, che facevano bella mostra di sé sul bancone da lavoro. Il calzolaio e sua moglie si guardarono, poi la donna prese le scarpe e le porse al bambino.
“Prendile; ne hai più bisogno tu del loro futuro proprietario. Lui potrà aspettare ancora qualche giorno”.
Il bambino calzò le scarpine e  li ringraziò: “Grazie; non avevo mai indossato un paio di scarpe”.
La moglie del calzolaio lo invitò a rimanere ancora un po’ lì con loro, ma il bambino si diresse verso la porta.
“Devo tornare alla mia casa”.
Il piccolo, così com’era arrivato, scomparve nella notte gelata.
“Addio cappone”.
“E niente spumante”.
“Del resto, quel bambino aveva bisogno d’aiuto; il pranzo di Natale lo faremo un’altra volta”.
“E poi, non è proprio questo il Natale? Condividere quello che abbiamo con chi ha più bisogno?”.
Mentre il calzolaio e sua moglie discutevano così, si udì il suono le campane.
All’improvviso, la bottega del calzolaio si riempì di luce; dal pavimento spuntò un abete addobbato a festa, ma al posto dei festoni c’erano strisce di prosciutto e pancetta, luci e candele erano d’uvette e frutta secca, la stella era un grosso cappone fumante e le palline erano d’oro zecchino.
Il calzolaio e sua moglie si inginocchiarono e pregarono, ringraziando il Signore per quel Natale così straordinario.

IDEE REGALO PER NATALE:

Facciamo l’albero insieme?
Età di lettura: da 3 anni
€ 16,50 € 15,68

Centopiedi va a scuola
Età di lettura: da 3 anni
€ 16,00 € 15,20

centopiedi va a scuola

Cuorfolletto e i suoi amici
Età di lettura: da 3 anni
€ 18,00 € 17,20

libri cuorfolletto e i suoi amici

TORNA A:

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

Rudolph la renna dal naso rosso

Conoscete la storia di Rudolph la renna dal naso rosso? Scopritela insieme a noi.

Rudolph, la renna dal naso rosso

(A cura di) Alessia de Falco e Matteo Princivalle

C’era una volta una giovane renna; si chiamava Rudolph e abitava nelle distese innevate della Lapponia insieme ai suoi fratelli e alle sue sorelle. Rudolph era una renna assai speciale: infatti, aveva il naso rosso e luminoso come una lanterna. Questo dono, però, non lo rendeva felice: le altre renne non facevano altro che sbeffeggiarlo e lui avrebbe preferito di gran lunga un musetto grigio o marrone come i suoi fratelli. Lo chiamavano “Rudolph, la renna dal naso rosso”, e il poverino scoppiava a piangere.
Un giorno, dopo l’ennesimo scherzo, Rudolph si allontanò dal branco: c’era una nebbia fittissima e lui aveva voglia di stare un po’ da solo. Era la vigilia di Natale. Mentre attraversava le distese innevate, sentì dei lamenti:
“Mancano solo dieci minuti alla partenza”.
“Ma come faremo con questa nebbia?”
“Ci perderemo, è sicuro”.
“Poveri bambini, resteranno senza doni…”
Erano le renne di Babbo Natale: erano partite da poco e trainavano la slitta carica di regali, ma avevano dovuto fermarsi perché non vedevano la strada.
Rudolph si avvicinò un poco e le renne si accorsero del suo naso luminoso, che rischiarava la strada: “Guardate: c’è una luce laggiù. Ma è una renna: una piccola renna con il naso luminoso!”.
“Ehi, tu!” lo chiamarono.
“Vieni qua; vogliamo parlarti”.
Rudolph non aveva nessuna intenzione di parlare; con delle renne poi, men che meno.
“No grazie, proprio non mi va”.
In quel momento, la voce di Babbo Natale riecheggiò nella nebbia.
“Buonasera, giovane Rudolph; sono Babbo Natale. Le mie renne ed io ci stavamo chiedendo se volessi unirti a noi: con questa nebbia non possiamo partire, ma tu potresti farci strada con il tuo naso luminoso”.
Sin da piccolo, Rudolph aveva sempre sognato di entrare a far parte delle renne di Babbo Natale; tutte le renne sognavano di trainare la sua slitta e di entrare nella storia.
“Certo che mi unirò a voi. E scusatemi se prima sono stato scortese”.
Quella notte, Rudolph entrò a far parte della squadra di Babbo Natale: diventò la nona renna della slitta, quella che correva davanti alle altre, per illuminare la strada. Grazie al suo naso, le sue compagne riuscirono a intravedere la strada nella nebbia e la slitta partì in perfetto orario. Da allora, nessuno prende più in giro Rudolph per il suo naso.

IDEE REGALO PER NATALE:

Facciamo l’albero insieme?
Età di lettura: da 3 anni
€ 16,50 € 15,68

Centopiedi va a scuola
Età di lettura: da 3 anni
€ 16,00 € 15,20

centopiedi va a scuola

Cuorfolletto e i suoi amici
Età di lettura: da 3 anni
€ 18,00 € 17,20

libri cuorfolletto e i suoi amici

TORNA A:

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.