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Bene tutelare i bambini, ma dobbiamo tutelare anche le madri

Recentemente, lo psichiatra Vittorino Andreoli ha commentato la Giornata dell’Infanzia ricordando che – nonostante l’ottimo proposito – avere una convenzione che difende i bambini è inutile se, dall’altra parte, non abbiamo una convenzione che difende le madri.

I bambini, infatti, hanno un bisogno psicologico di affetto, di relazioni disponibili. I bambini hanno bisogno di nutrimenti sani, ma questi non bastano: l’amore e la presenza di una madre e di un padre sono essenziali tanto quanto le vitamine per la dieta. Esiste una dieta emotiva che è altrettanto necessaria di quella alimentare. Il bambino non può farne a meno e crescere sano.

Purtroppo, la nostra società è la prima nemica di questa dieta emotiva. Come sottolinea Andreoli: “Il bambino oggi è definito un problema economico. Ma quando una madre deve correre dalla mattina alla sera per arginare la povertà, è chiaro che non può fare la madre e si sente anche in colpa, alterando così tutto il rapporto. Se vive in maniera angosciosa, condizionata dai problemi economici, come fa a corrispondere ai bisogni affettivi del bambino? Questa è una società che non produce più bambini ed è scomparsa anche la figura del fratello. Ed è un peccato, perché il rapporto tra fratelli è straordinario, importantissimo per la crescita. Il problema principale delle madri è quello di trasportare il bambino alcune ore di qua, altre di là, è una sorta di frammentazione delle relazioni.
Soprattutto tra 0 e 3 anni un bambino deve poter avere delle figure di riferimento persistenti, non continuamente mutevoli. Allora, è necessario che la madre, almeno per questo periodo, possa stare con lui. La società deve promuovere questo“.

BIBLIOGRAFIA
https://agensir.it/italia/2019/11/20/giornata-dellinfanzia-vittorino-andreoli-la-vera-nutrizione-per-il-bambino-e-lessere-voluto-bene/

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Febo

Febo è un nome di origine greca. Questo nome è uno degli epiteti che nell’antica Grecia venivano dati al dio Apollo, chiamato appunto Febo Apollo. Deriva dall’aggettivo greco phoibos, che significa “splendente”.

Febo è un nome adespota. L’onomastico si può festeggiare il 1° novembre, nel giorno di Ognissanti.
Il colore legato al nome Febo è il bianco.
La pietra portafortuna per Febo è il diamante.

Cliccate qui per scaricare o per stampare la scheda del nome Zeno.

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Zeno

Zeno (usato anche nella forma Zenone) è un nome di origine greca. Deriva dal nome greco Zenon, che significa “dono di Zeus”. Questo nome fu portato dal filosofo Zenone di Elea, un grande filosofo dell’antichità e da San Zeno, patrono di Verona.

L’onomastico del nome Zeno si festeggia il 16 aprile, in ricordo di San Zeno, vescovo di Verona.
Il colore legato al nome Zeno è il bianco.
La pietra portafortuna per Zeno è il diamante.

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Il grande Libro dei Giochi di Natale 2019

In occasione del Natale, volevamo donare ai nostri lettori una raccolta di materiali stampabili con cui giocare e divertirsi durante le festività. Del resto, il tempo condiviso è migliore se c’è qualcosa da fare tutti insieme.
Da queste riflessioni è nato il grande Libro dei Giochi di Natale: una collezione di 20 schede interattive (giochi linguistici, sagome da ritagliare e comporre, giochi enigmistici) da utilizzare a scuola o a casa.

Invieremo 2 nuove schede ogni giorno a tutti gli iscritti alla nostra newsletter (potete iscrivervi anche voi, gratuitamente, cliccando qui).

Cliccate sulle schede per scaricare i file stampabili.

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Marionette di carta
Queste marionette si colorano e poi si assemblano a forma di cono, fissandole con un po’ di colla stick. Si possono utilizzare anche come marionette da dito.

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Il labirinto
Un semplice labirinto da colorare e da risolvere.

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La copertina
Ecco la copertina del nostro grande Libro dei Giochi di Natale 2019

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L’elfo da costruire
Si tratta di una sagoma da ritagliare, comporre, incollare ed assemblare con i fermacampione. Otterrete un simpatico elfo 2D con le braccia mobili.

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I quattro doni del vero amore

I 4 DONI DEL VERO AMORE

THICH NHAT HANH

Il vero amore
contiene l’elemento della
gentilezza amorevole,
che è la capacità di offrire felicità.
Per rendere felice una persona bisogna esserci.
Si dovrebbe imparare a guardarla, a parlarle.
Rendere un’altra persona felice
è un’arte che si impara.
Il secondo elemento
che compone il vero amore
è la compassione, la capacità
di togliere il dolore,
di trasformarlo nella persona che amiamo.
Anche in questo caso bisogna
guardare l’altro in profondità
per riuscire a vedere che tipo
di sofferenza lo stia tormentando.
Quando ci sentiamo compresi e sostenuti,
siamo in grado di affrontare più facilmente
le difficoltà della vita,
perché sentiamo che qualcuno
è dalla nostra parte.
Il terzo elemento del vero amore è la gioia.
Il vero amore vi deve portare gioia e felicità,
non sofferenza giorno dopo giorno.
Il quarto e ultimo elemento è la libertà.
Se amando sentite di perdere la vostra libertà,
di non avere più spazio per muovervi,
quello non è vero amore.

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La libertà è come l’aria

Costituzione, politica e libertà: queste parole dovrebbero essere il cuore di qualsiasi percorso di educazione civica, dalla scuola dell’infanzia all’università.
Di seguito vi riportiamo un brano tratto dal Discorso sulla Costituzione di Piero Calamandrei, che offre tre metafore semplici ed efficaci a proposito di questi concetti.

DISCORSO SULLA COSTITUZIONE

[…]

“La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica, l’indifferentismo politico che è  -non qui, per fortuna, in questo uditorio, ma spesso in larghe categorie di giovani – una malattia dei giovani.

”La politica è una brutta cosa”, “che me ne importa della politica”: quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina, che qualcheduno di voi conoscerà, di quei due emigranti, due contadini, che traversavano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime e il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda a un marinaio: “Ma siamo in pericolo?”, e questo dice: “Se continua questo mare, il bastimento fra mezz’ora affonda”. Allora lui corre nella stiva svegliare il compagno e dice: “Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare, il bastimento fra mezz’ora affonda!”. Quello dice: ” Che
me ne importa, non è mica mio!”. Questo è l’indifferentismo alla politica.

È così bello, è così comodo: la libertà c’è. Si vive in regime di libertà, c’è altre cose da fare che interessarsi alla politica. E lo so anch’io! Il mondo è così bello, ci sono tante cose belle da vedere, da godere, oltre che occuparsi di politica. La politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”.

[…]

BIBLIOGRAFIA
Piero Calamandrei, Discorso sulla Costituzione, 26 gennaio 1955

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