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Gli assiri

Gli assiri abitavano nell’area settentrionale della Mesopotamia, in una zona poco fertile e soggetta alle inondazioni del Tigri. Le prime tracce della civiltà assira risalgono al 2500 a.C. Per lungo tempo le città assire rimasero sotto l’influenza dei babilonesi, senza costituire un vero e proprio regno indipendente . Le città principali della civiltà assira furono Assur e Ninive, che sorgevano sulle rive settentrionali del Tigri.
Tra il 1300 a.C. e il 700 a.C. gli assiri si contesero con i babilonesi il controllo della Mesopotamia. La stessa città di Babilonia fu conquistata più volte, tuttavia nessuno tra i re assiri riuscì a mantenerne il controllo a lungo.
L’apice dell’espansione degli assiri fu raggiunto con il re Assurbanipal (che i greci chiamavano Sardanapalo), che governò tra il 669 e il 627 a.C. Questo re sottomise Babilonia e l’Egitto. Alla morte di Assurbanipal,  l’impero assiro crollò rapidamente, in poco più di dieci anni; questa caduta è dovuta al fatto che gli assiri non erano riusciti a costruire un impero unito da valori comuni; avevano sottomesso tante popolazioni diverse con la guerra e con il terrore e queste non aspettavano altro che un’occasione favorevole per ribellarsi.

GLI ASSIRI: UN POPOLO DI GUERRIERI

Gli assiri erano guerrieri formidabili, al punto che spesso, le città che venivano attaccate, si arrendevano a loro senza combattere. Inizialmente tutti gli abitanti delle città assire venivano addestrati a combattere nell’esercito. In seguito, si formò un esercito di specialisti della guerra.
L’esercito assiro era composto da fanti armati di archi, lance, spade e scudi oltre che da un reparto di cavalieri, armati di archi e lance.

Gli assiri utilizzavano carri da guerra dalle ruote d’acciaio, con punte di lancia poste alle estremità delle ruote per falciare i nemici. Inoltre, costruivano macchine d’assedio per raggiungere le mura delle città nemiche e sfondare le loro porte.
La torre d’assedio era una torre di legno dotata di quattro ruote. In cima alla torre si trovava una piattaforma sulla quale si disponevano gli arcieri, che in questo modo potevano colpire dall’alto i difensori sulle mura nemiche. Se la torre arrivava alle mura, i soldati al suo interno potevano assalire addosso ai difensori.
L’ariete era un grosso tronco di legno, fissato con delle catene ad una struttura di supporto. I soldati assiri spingevano con forza il tronco contro le mura delle città nemiche, fino a sfondarle. Per rendere l’ariete ancora più letale l’estremità del tronco veniva armata con una punta di ferro.

GLI ASSIRI: UN POPOLO DI MERCANTI

Gli assiri non furono semplicemente un popolo di guerrieri: erano anche eccellenti uomini d’affari. Sotto il loro impero nacquero grandi mercati, rotte commerciali e perfino una moneta di scambio.

LA RELIGIONE DEGLI ASSIRI

La religione degli assiri fu influenzata dalle divinità babilonesi, che tuttavia furono rielaborate dalla cultura locale. Gli assiri veneravano due divinità principali: Assur, padre di tutti gli dei e Ishtar, dea dell’amore e della guerra. C’erano poi tante divinità minori, legate agli elementi naturali.
Il re assiro era anche il sacerdote supremo del dio Assur.

Schede di storia:
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Cos’è la resilienza

La resilienza non è una qualità eccezionale: è la norma dell’essere umano. Siamo progettati per resistere e per crescere attraverso le avversità. È una buona notizia: a darcela è Pietro Trabucchi, psicologo che si occupa da anni di studiare questo aspetto della nostra psiche:

“C’è una buona notizia: ora sappiamo con certezza che gli esseri umani sono stati progettati per affrontare con successo difficoltà e stress. E in questo campo sono molto più forti di quanto comunemente si creda. Generazione dopo generazione, l’evoluzione ha modellato i nostri progenitori perché fronteggiassero efficacemente ogni sorta di ostacolo o di problema. Discendiamo da gente che è sopravvissuta a un’infinità di predatori, guerre, carestie, migrazioni, malattie e catastrofi naturali e che ci ha trasmesso i propri geni. Oggi, tra le tante promesse da rotocalco, c’è posto anche per chi parla di «eliminare lo stress». Non solo ciò è
impossibile, ma sarebbe anche inutile: noi siamo costruiti per convivere quotidianamente con lo stress. A questo scopo possediamo dentro di noi, come un dono, un insieme di risorse che abbiamo ereditato dal passato. Questo insieme di risorse si chiama «resilienza» o resistenza psicologica. La maggior parte delle persone, fortunatamente, tende a essere resiliente: può adattarsi e apprendere a superare indenne le avversità più severe

[…] C’è chi si spinge addirittura oltre. Qualcuno sostiene che condizioni difficili possano aiutare la gente a ritrovare equilibrio psicologico e motivazioni. In effetti, esistono testimonianze eloquenti a proposito. […] A quanto pare, chi, di fronte a eventi stressanti, chiede un aiuto terapeutico o manifesta gravi forme di disagio rappresenta l’anomalia, non la regola. La regola, per gli esseri umani, è rappresentata dalla resilienza. Il termine «resilienza» proviene dalla metallurgia: indica, nella tecnologia metallurgica, la capacità di un metallo di resistere alle forze che vi vengono applicate. Per un metallo la resilienza rappresenta il contrario della fragilità. Così anche in campo psicologico: la persona resiliente è l’opposto di una facilmente vulnerabile. Etimologicamente «resilienza» viene fatta derivare dal latino «resalio», iterativo di «salio». Qualcuno propone un collegamento suggestivo tra il significato originario di «resalio», che connotava anche il gesto di risalire sull’imbarcazione capovolta dalla forza del mare, e l’attuale utilizzo in campo psicologico: entrambi i termini indicano l’atteggiamento di andare avanti senza arrendersi, nonostante le difficoltà.

Di fatto l’individuo resiliente presenta una serie di caratteristiche psicologiche inconfondibili: è un ottimista e tende a «leggere» gli eventi negativi come momentanei e circoscritti; ritiene di possedere un ampio margine di controllo sulla propria vita e sull’ambiente che lo circonda; è fortemente motivato a raggiungere gli obiettivi che si è prefissato; tende a vedere i cambiamenti come una sfida e come un’opportunità, piuttosto che come una minaccia; di fronte a sconfitte e frustrazioni è capace di non perdere comunque la speranza”.

BIBLIOGRAFIA
Pietro Trabucchi, Resisto dunque sono, Corbaccio, 2019 (ed. or. 2007)

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Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati

Un brano che tutti i genitori dovrebbero leggere almeno una volta nella vita: I Figli di Khalil Gibran, tratto dal suo capolavoro: Il Profeta.

“I vostri figli non sono figli vostri. Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di sé stessa. Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi. E sebbene stiano con voi, non vi appartengono. Potete dar loro tutto il vostro amore, ma non i vostri pensieri. Perché essi hanno i propri pensieri. Potete offrire dimora ai loro corpi, ma non alle loro anime. Perché le loro anime abitano la casa del domani, che voi non potete visitare, neppure nei vostri sogni. Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercare di renderli simili a voi. Perché la vita non torna indietro e non si ferma a ieri. Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati. L’Arciere vede il bersaglio sul percorso dell’infinito, e con la Sua forza vi piega affinché le Sue frecce vadano veloci e lontane. Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dell’Arciere. Poiché così come ama la freccia che scocca, così Egli ama anche l’arco che sta saldo”.

BIBLIOGRAFIA
Khalil Gibran, The Prophet, Knopf, traduzione dall’inglese di G. Carro © 2005

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Nila

Nila è un nome di origine incerta. Potrebbe discendere dal sanscrito nila, che indica il colore blu scuro e la Luna. Potrebbe essere la forma femminile del nome Nilo, che indica il fiume. Potrebbe infine essere una forma diminutiva del nome Danila, che ha origine ebraica e significa “Dio è il mio giudice”.

Il nome Nila è adespota. L’onomastico si può festeggiare il 1° novembre, nel giorno di Ognissanti.
Il colore legato al nome Nila è il blu scuro.
La pietra portafortuna per Nila è il lapislazzuli.

Cliccate qui per scaricare e per stampare la scheda del nome Nila.

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Domizio

Domizio è un nome di origine latina. Deriva dal nome latino Domitius, che discende probabilmente dal participio passato domitus, col significato di “docile”. Si tratta di un nome classico, piuttosto diffuso nell’antica Roma.

L’onomastico del nome Domizio si può festeggiare in tre date diverse: 23 marzo, in ricordo di san Domizio, martire a Cesarea, 5 luglio, in ricordo di san Domizio, eremita e martire a Nisibis, 23 ottobre, in ricordo di san Domizio, diacono ed eremita ad Amiens.
Il colore legato al nome Domizio è il giallo.
La pietra portafortuna per Domizio è il topazio.

Cliccate qui per scaricare e per stampare la scheda del nome Domizio.

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Tiberio

Tiberio è un nome di origine latina. Deriva dal nome latino Tiberius, che derivava da Tiberis, il nome del fiume Tevere. Tiberius era anche l’antico dio pagano che impersonificava il fiume Tevere. Questo nome fu portato dal secondo imperatore di Roma, Tiberio.

L’onomastico si può festeggiare il 24 aprile, in ricordo di San Tiberio, martire.
Il colore legato al nome Tiberio è il blu.
La pietra portafortuna per Tiberio è lo zaffiro.

Cliccate qui per scaricare e per stampare la scheda del nome Tiberio.

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