Blog

Schede sulle sillabe

In questo articolo troverete le nostre schede didattiche sulle sillabe per la classe prima della scuola primaria.

Puzzle delle sillabe

Il puzzle delle sillabe è un’attività ludica per imparare a comporre le prime parole (formate da due sillabe). Dopo aver incollato la matrice su un foglio di cartoncino e aver colorato e ritagliato le schede, i bambini potranno giocare a ricomporre il puzzle. Ogni sequenza è formata da tre tessere: la prima che raffigura la parola da comporre, la seconda e la terza che conterranno le due sillabe da cui è formata.

State cercando dei giochi didattici per lavorare sulle sillabe? Scoprite la Tombola delle sillabe e i Puzzle sillabici da stampare: li trovate nel nostro Cuorfolletto Creative Shop:

ISTRUZIONI:

State cercando materiali didattici completi e pronti all’uso per arricchire le vostre lezioni? Nel nostro shop su eduki.com potete trovare tante unità didattiche premium studiate per semplificarvi il lavoro e coinvolgere gli studenti.

Dalle parole alla frase
Lezioni di scienze illustrate
Lettura e comprensione

Ogni pacchetto include:

  • Presentazioni interattive per LIM
  • Testi da copiare sul quaderno
  • Schede didattiche
  • Attività ludiche e creative come lapbook e crucipuzzle

Schede di italiano:
🔴 Italiano – Classe prima
🟠 Italiano – Classe seconda
🟡 Italiano – Classe terza
🟢 Italiano – Classe quarta
🔵 Italiano – Classe quinta
↩️ Italiano – Tutte le schede

Tag: schede didattiche sulle sillabe, schede sillabe, schede sillabe classe prima, schede sillabe prima elementare, schede sulle sillabe, esercizi sillabe, esercizi sillabe per bambini, esercizi sillabe prima elementare

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

Giornata internazionale della felicità

20 marzo 2024

La Giornata internazionale della felicità (conosciuta anche come “Giornata mondiale della felicità” o più semplicemente “Giornata della felicità”) si celebra ogni anno il 20 marzo. L’Assemblea delle Nazioni Unite ha proclamato la giornata nel 2012, con la risoluzione A/RES/66/281, per sensibilizzare le istituzioni sulla natura della felicità, un’aspirazione universale comune a tutti gli esseri umani.

Il 20 marzo è un’occasione per riflettere sulla natura della felicità e sulla necessità di includere il benessere all’interno delle nostre politiche educative, sociali ed economiche. In questo articolo troverete approfondimenti e laboratori educativi sul tema della felicità.

Indice:
🔴 Che cos’è la felicità
🟠 Laboratori educativi sulla felicità
🟡 Storia di questa giornata

Giornata internazionale della felicità

Che cos’è la felicità

Di seguito vi proponiamo tre approfondimenti sul tema della felicità: nel primo, “Che cos’è la felicità?“, approfondiremo i concetti di felicità e benessere dal punto di vista scientifico; nel secondo, “Come essere felici“, proporremo test e buone pratiche individuate dai ricercatori; nel terzo infine – “Frasi sulla felicità” – vi proporremo gli aforismi e le riflessioni letterarie più significative.

Laboratori educativi e attività sulla felicità

In questa sezione troverete alcuni laboratori di educazione positiva da proporre in occasione di questa giornata.

Obiettivi educativi:

  • Riconoscere l’importanza della felicità;
  • Comprendere che tutti abbiamo diritto alla felicità;
  • Riflettere su cosa significhi la felicità per ciascuno di noi.

Per i più creativi, abbiamo realizzato due poster collaborativi dedicati proprio alla giornata della felicità e allo sloga scelto per il 2024, “Happier together”. Potete acquistarli nel nostro Cuorfolletto Creative Shop.

Storia di questa giornata

L’idea di dedicare una giornata alla felicità è stata proposta dal Regno del Bhutan, un piccolo paese dell’Himalaya, noto per aver introdotto il concetto di Felicità Interna Lorda (FIL) come misura del benessere nazionale, in contrasto col più comune Prodotto Interno Lordo (PIL).

Ogni anno, la giornata è dedicata a un tema specifico per concentrare l’attenzione su questioni rilevanti legate alla felicità e al benessere. Il tema scelto per il 2024 è Happier Together: insieme siamo più felici.

La Giornata Internazionale della Felicità ha inoltre l’obiettivo di promuovere l’importanza della ricerca scientifica sul tema della felicità e del benessere psicologico.

Tag: giornata della felicità

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

Come essere felici

Indice
🔴 Che cos’è la felicità?
🟠 Il test della felicità
🟡 La felicità è ricerca
🟢 Felicità è risolvere i problemi
🔵 La felicità è fatta di piccole cose
🟣 Si può essere felici per tutta la vita?
⚪️ La felicità non è un numero
⚫️ Il segreto della felicità è l’ordine

Come essere felici

Che cos’è la felicità?

Zygmunt Bauman

La felicità è uno stato mentale, corporeo, che sentiamo in modo acuto, ma che è ineffabile. Una sensazione che non è possibile condividere con altri. Ciononostante, la caratteristica principale della felicità è quella di essere un’apertura di possibilità, in quanto dipende dal punto di vista con il quale la esperiamo. Nell’antichità la felicità era una ricompensa per pochi eletti selezionati. In un momento successivo venne concepita come un diritto universale che spettava a ogni membro della specie umana. Successivamente, si trasformò in un dovere: sentirsi infelici provoca senso di colpa. Dunque chi è infelice è costretto, suo malgrado, a trovare una giustificazione alla propria condizione esistenziale.

Il test della felicità

Nel 1985 un team di ricercatori ha messo a punto un semplice test per misurare la felicità percepita dagli individui; si tratta della famosa Satisfaction With Life Scale, conosciuta anche con l’acronimo SWLS. Sei pronta/o a misurare quanto sei felice? Ecco il test:

Per ciascuna di queste cinque frasi, assegna un punteggio da 1 a 7 (1 vuol dire che non sei per nulla d’accordo con la frase, mentre 7 significa che sei del tutto d’accordo).

  1. Da molti punti di vista la mia vita è prossima all’ideale.
  2. Le mie condizioni di vita sono eccellenti.
  3. Sono soddisfatto della mia vita.
  4. Finora ho avuto le cose importanti che desidero nella vita.
  5. Se potessi vivere nuovamente la mia vita non cambierei praticamente nulla.

Adesso dovrai calcolare il punteggio medio. Somma il valore che hai attribuito a ciascuna frase e dividi il totale per 5. Che punteggio hai ottenuto? Scorrendo in fondo alla pagina troverai i punteggi medi ottenuti nel test da diversi gruppi. Questo test è incentrato sulla misurazione di quanto un individuo è soddisfatto della propria vita in termini globali: non intende misurare la bontà delle sue relazioni, il suo successo lavorativo, la solitudine o altri costrutti psicologici. Il SWLS si è dimostrato un test affidabile nel tempo e nella forma.

PUNTEGGI MEDI NELLA SWLS

Ecco i punteggi medi ottenuti da alcuni campioni specifici nella SWLS:

  • Italiani (campione rappresentativo): 5,6
  • Uomini più ricchi d’America: 5,8
  • Inuit: 5,8
  • Masai: 5,7
  • Svedesi: 5,6
  • Abitanti delle baraccopoli di Calcutta: 4,6
  • Senza tetto di Calcutta: 2,9

FONTI:
Ed Diener, Robert A. Emmons, Randy J. Larsen & Sharon Griffin (1985) The Satisfaction With Life Scale, Journal of Personality Assessment, 49:1, 71-75, DOI: 10.1207/s15327752jpa4901_13
Laudadio A., Mancuso S., Manuale di psicologia positiva, Franco Angeli, 2015

La felicità è ricerca

La felicità è ricerca; essa germoglia quando formuliamo le giuste domande (giuste per noi, perché non esistono domande adatte a tutti) sulla vita, sboccia quando riusciamo a rispondere e fiorisce quando viviamo coerentemente con le risposte che abbiamo dato alle nostre domande.
Pensare che la felicità si possa ottenere conformandosi a un modello è il grande errore del nostro tempo, quello che ha reso infelice una società intera, persuadendoci con le armi della comunicazione a credere di essere qualcosa che non siamo. La felicità non può essere adattamento ad un modello altrui. Non può e non deve. Essa è il frutto di un percorso, una ricerca faticosa, densa e a tratti perfino dolorosa. La felicità non si può comprare, non è in vendita: essa è il frutto di una vita ben spesa.
Scrisse Thoreau: “Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, affrontando solo i fatti essenziali della vita, per vedere se non fossi riuscito a imparare quanto essa aveva da insegnarmi e per non dover scoprire in punto di morte di non aver vissuto. Il fatto è che non volevo vivere quella che non era una vita a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, succhiare tutto il midollo di essa, volevo vivere da gagliardo spartano, per sbaragliare ciò che vita non era, falciare ampio e raso terra e riporre la vita lì, in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici” (H. D. Thoreau, Walden ovvero vita nei boschi).
Chi intraprende un viaggio alla ricerca di qualcosa corre il rischio di non trovarlo.
Ma colui che non cerca nulla corre un rischio ben più grande: potrebbe non trovare più se stesso.

Felicità è risolvere i problemi

Zygmunt Bauman

L’evoluzione è stata verso un’esperienza della felicità legata direttamente al piano della vita quotidiana, che nella contemporaneità ha indebolito l’idea della felicità come obiettivo. A ciò si lega anche la parallela evoluzione del concetto di desiderio. Ora, non ci si ferma soddisfatti, e felici, quando un nostro desiderio si realizza. Piuttosto, ci si spinge subito a desiderare qualcos’altro che ci possa soddisfare in maniera migliore. Desideriamo il desiderio più che la realizzazione di esso. Quest’atteggiamento dà luogo ad una catena tendenzialmente infinita di frustrazioni e insoddisfazioni.

Non è vero che la felicità significhi una vita senza problemi. La vita felice viene dal superamento dei problemi, dal risolvere le difficoltà. Si raggiunge la felicità quando ci si rende conto di riuscire a controllare le sfide poste dal destino, ci si sente persi se aumentano le comodità.

Crescendo impari che la felicità è fatta di cose piccole ma preziose

Tratto da: Bach, R. (1979). Il gabbiano Jonathan Livingston

Crescendo impari che la felicità non è quella delle grandi cose. Non è quella che si insegue a vent’anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi… la felicità non è quella che affannosamente si insegue credendo che l’amore sia tutto o niente… non è quella delle emozioni forti che fanno il “botto” e che esplodono fuori con tuoni spettacolari… la felicità non è quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.

Crescendo impari che la felicità è fatta di cose piccole ma preziose… …e impari che il profumo del caffè al mattino è un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.

E impari che la felicità è fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi, e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall’inverno, e che sederti a leggere all’ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.

E impari che l’amore è fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore, e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.

E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccoli attimi felici. E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi. E impari che tenere in braccio un bimbo è una deliziosa felicità. E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami… E impari che c’è felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c’è qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.

E impari che nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere o il tuo destino, in ogni gabbiano che vola c’è nel cuore un piccolo-grande. E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.

Si può essere felici per tutta la vita?

Per essere sicuro di non sbagliare a rispondere, sono andato a cercare in un grosso vocabolario la parola “felicità” ed ho trovato che significa “essere pienamente contenti, per sempre e per un lungo tempo”. Ma come si fa ad essere “pienamente contenti”, con tutte le cose brutte che ci sono al mondo, e con tutti gli errori che facciamo anche noi, ogni giorno dell’anno? Ho chiuso il vocabolario e l’ho rimesso in libreria, con molto rispetto perché è un vecchio libro e costa caro, ma ben deciso a non dargli retta. La felicità dev’essere per forza qualche altra cosa, una cosa che non ci costringa ad essere sempre allegri e soddisfatti (e un po’ stupidi) come una gallina che si è riempita il gozzo. Forse la felicità sta nel fare le cose che possono arricchire la vita di tutti gli uomini; nell’essere in armonia con coloro che vogliono e fanno le cose giuste e necessarie. E allora la felicità non è semplice e facile come una canzonetta: è una lotta. Non la si impara dai libri, ma dalla vita, e non tutti vi riescono: quelli che non si stancano mai di cercare e di lottare e di fare, vi riescono, e credo che possano essere felici per tutta la vita.

La felicità non è un numero

Possiamo rappresentare la nostra felicità con un numero? Esiste un numero o una grandezza in grado di farci comprendere se una persona sta bene oppure no?
Risponderemo con una metafora, elaborata dallo psicologo statunitense Martin Seligman. Immagina di essere il pilota di un aeroplano: sulla plancia hai a disposizione un gran numero di indicatori, ma c’è ne forse uno di questi che può dirti se il tuo aeroplano “sta andando bene” oppure no? La risposta è: dipende. Un aviatore esperto sarà in grado di trovare in ogni momento l’indicatore opportuno; se deve tenere sotto controllo la velocità, guarderà il tachimetro. Se vuole sapere a che altitudine si trova, dovrà guardare l’altimetro; se vuole conoscere forza e direzione del vento utilizzerà l’anemometro e così via. In definitiva, non esiste un numero in grado di rappresentare l’aeroplano, ma un certo numero di indicatori a disposizione del pilota.
Quella dell’aeroplano è una metafora che possiamo portare anche nel campo del benessere individuale: non esiste un numero capace di esprimere il nostro grado di benessere o quello dei nostri bambini, semplicemente perché il benessere è un sistema complesso, composto da varie forze che interagiscono tra loro (le abbiamo identificate parlando della teoria del benessere).

Il segreto della felicità è l’ordine

Qual è il segreto della felicità? Difficile dirlo: secondo la psicologia positiva nasce dallo sviluppo adeguato di cinque dimensioni fondamentali (ne abbiamo parlato a proposito del modello PERMA e della teoria del benessere); secondo i giapponesi, invece, la felicità si può raggiungere praticando l’arte del riordino. Imparare a riordinare la propria camera e i propri spazi produce una grande soddisfazione personale, sufficiente ad assicurare la felicità.

A quale età i bambini dovrebbero vestirsi da soli e avere cura della propria cameretta? Secondo Nagisa Tatsumi, maestra di Marie Kondo e autrice di “L’arte di insegnare il riordino ai bambini“, già a sei anni i bambini andrebbero coinvolti nei compiti di riordino. Tra i sei e i dieci anni i bambini dovrebbero imparare a curare il proprio guardaroba e la propria camera.
Per cominciare, ecco una serie di regole per trasmettere l’ordine ai bambini e per evitare che la casa si trasformi in una discarica:

  • Non si lasciano oggetti personali negli spazi comuni (ad esempio: niente giocattoli in soggiorno);
  • Insistere sulla necessità di riordinare ogni oggetto dopo averlo utilizzato; solo attraverso l’estrema coerenza l’ordine diventerà una buona abitudine interiorizzata;
  • Stabilire insieme dove riporre ciascun oggetto: ogni cosa dovrà avere una collocazione precisa;
  • Stabilire quali oggetti sono necessari e di quali potremmo fare a meno;
  • Dotare i bambini di contenitori in cui riporre i propri giocattoli; questi contenitori e i loro spazi dovranno essere “a misura di bambino”;
  • Non fare concessioni a queste regole: per trasformarsi in valori, devono essere proposte nel tempo, senza eccezioni.

APPROFONDIMENTI

Tag: come essere felici

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

Didattica a stazioni

La didattica a stazioni è un approccio pedagogico che sostituisce alla lezione frontale delle stazioni di apprendimento, nelle quali gli studenti possono sperimentare attività diverse a piccoli gruppi.

  • Progettazione delle stazioni di apprendimento: l’insegnante progetta 5/6 stazioni di apprendimento a partire dall’argomento della lezione. Ogni stazione è dedicata a un’attività specifica o a un argomento particolare. Queste stazioni possono includere attività pratiche, progetti, giochi didattici, ricerche, lettura, scrittura o qualsiasi altra attività correlata agli obiettivi di apprendimento.
  • Lezione a stazioni: gli studenti vengono suddivisi in piccoli gruppi e si alternano nelle varie stazioni di apprendimento, seguendo uno schema a rotazioni. Al termine della lezione, tutti i gruppi dovranno aver sperimentato ciascuna delle stazioni presenti.
  • Monitoraggio: il ruolo dell’insegnante durante una lezione a stazioni è quello di supervisionare il lavoro degli studenti offrendo supporto ai gruppi che dovessero averne bisogno.

La didattica a stazioni è un approccio flessibile, che si può adattare a diversi livelli di età e a qualsiasi disciplina, per promuovere la partecipazione attiva degli studenti e fornire un ambiente di apprendimento più dinamico.

State cercando materiali didattici completi e pronti all’uso per arricchire le vostre lezioni? Nel nostro shop su eduki.com potete trovare tante unità didattiche premium studiate per semplificarvi il lavoro e coinvolgere gli studenti.

Dalle parole alla frase
Lezioni di scienze illustrate
Lettura e comprensione

Ogni pacchetto include:

  • Presentazioni interattive per LIM
  • Testi da copiare sul quaderno
  • Schede didattiche
  • Attività ludiche e creative come lapbook e crucipuzzle

Ecco alcuni approfondimenti utili sulle metodologie didattiche:

🔴 Didattica a stazioni
🟠 Flipped classroom
🟡 Metodi di studio efficaci

Tag: didattica a stazioni

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

Striscione per la fine dell’anno scolastico

Per dare il benvenuto alle vacanze abbiamo realizzato uno striscione colorato. Potete scegliere se stamparlo in bianco e nero o a colori.

TORNA A:

Vi piacciono i nostri disegni da colorare e i nostri laboratori creativi? Scoprite tante risorse premium nel nostro Cuorfolletto Creative Shop: poster collaborativi, clipart da utilizzare per le vostre presentazioni digitali e coloring book.

Perché proporre i lavoretti creativi

  • Sviluppo della motricità fine, attraverso azioni come ritagliare, incollare e piegare con precisione;
  • Sviluppo cognitivo, perché il bambino nella realizzazione di un lavoretto deve risolvere numerosi problemi legati a dimensioni come lo spazio e la progettazione;
  • Sviluppo sensoriale, perché i lavoretti coinvolgono una varietà di sensi contemporaneamente;
  • Grinta e perseveranza, necessarie a portare a termine l’esecuzione del lavoretto. Realizzare un lavoretto creativo è un ottimo allenamento per l’attenzione e la progettualità.

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

Mosaico per bambini

Una delle attività creative più divertenti da provare con i bambini è senza dubbio il mosaico. Si tratta di un’attività sicura e particolarmente utile per stimolare il pensiero spaziale oltre alla progettualità artistica. In questa guida troverete un percorso alla scoperta dell’arte del mosaico rivisto e adattato ai più piccini.

MOSAICI PER BAMBINI: SCHEMI E DISEGNI

Di seguito puoi trovare alcuni disegni di mosaici per bambini che abbiamo realizzato in digitale e che si possono riprodurre con le tessere di cartoncino o con le tessere da mosaico vere e proprie.

disegni mosaico per bambini 4

Per iniziare: mosaico magnetico

Il mosaico magnetico è un giocattolo creativo per introdurre i più piccini all’arte della decorazione a mosaico. Come funziona? Semplice: le tessere colorate sono dotate di calamita e si dispongono su un supporto magnetico simile ad una lavagnetta. Il mosaico magnetico è indicato perché: non sporca non utilizza colle o altri materiali potenzialmente pericolosi nelle versioni da viaggio si può portare ovunque, con un ingombro minimo.

mosaico per bambini

Cosa vi serve?

Un mosaico magnetico per bambini; il migliore, secondo noi, è quello prodotto e commercializzato da Quercetti. E’ disponibile in due versioni: una semplice ed una con vaschetta contenitore a forma di tablet. Vi raccomandiamo quest’ultima se dovete portarlo in viaggio.

MOSAICO IN CARTA O CARTONCINO

In questo caso, si realizzano delle piccole tessere quadrate in carta colorata o cartoncino colorato. Dopo aver ritagliato le tessere, i bambini potranno incollarle su un foglio componendo una figura. Questa è una farfalla:

mosaico per bambini

La tecnica utilizzata, in realtà, si avvicina molto al collage: per essere un mosaico vero e proprio, i pezzi non dovrebbero sovrapporsi tra loro ma essere accostati. La fantasia, però, tollera poco queste definizioni e questi limiti.

Cosa vi serve?

  • colla vinilica
  • tessere per mosaico di cartoncino
  • un supporto (foglio di carta da disegno, foglio di cartoncino)

Per piccoli professionisti del mosaico: tessere in vetro o resina

Vale la pena rassicurare mamme e papà: potete incollarle con della semplice colla vinilica; è atossica e assolutamente non pericolosa. Secondo noi, però, è bene introdurre gradualmente i bambini all’uso delle varie tessere, seguendo i passaggi riportati.

tessere mosaico bambini

C’è anche una ragione economica: le tessere in vetro sono decisamente più costose di quelle artigianali di cartoncino o di un kit magnetico multiuso; prima di metterle in mano ai piccoli artisti, è bene che abbiano già sviluppato una certa capacità progettuale.

Acquista le tessere per mosaico colorate a 16€, su Amazon

Cosa vi serve?

  • colla vinilica
  • tessere per mosaico in vetro o resina
  • un supporto rigido (noi abbiamo provato con una tavoletta di legno, ma può andar bene anche la plastica, il plexiglass o un barattolo di vetro; date un’occhiata anche ai lavoretti qua sotto)

La lezione che il mosaico può insegnare ai bambini

Quest’arte, in modo simile a tecniche orientali quali l’origami o lo zentangle, sa insegnare ai bambini grandi lezioni. In primo luogo quella della pazienza: assemblare un mosaico richiede tempo, capacità di correggere gli errori senza abbattersi, capacità di vedere oltre, ma senza correre. In un mondo che vede l’innovazione come una maratona a rotta di collo, può essere assai utile riscoprire l’arte con i suoi tempi lenti.

La seconda è quella della complessità: chi avrebbe sospettato che da quel cestino di tessere multicolore avremmo potuto tirar fuori una bella casetta? E soprattutto, quella bella casetta è un insieme di tessere, che unite tra loro, però, cambiano forma, significato e funzione. Il mosaico insegna a guardare il mondo con gli occhiali della frammentarietà, come un insieme da combinare e scombinare. Come un insieme complesso in divenire. E’ un significato profondo, che sicuramente sfugge ai più, eppure è essenziale per educarsi alla felicità.

Vi piacciono i nostri disegni da colorare e i nostri laboratori creativi? Scoprite tante risorse premium nel nostro Cuorfolletto Creative Shop: poster collaborativi, clipart da utilizzare per le vostre presentazioni digitali e coloring book.

Perché proporre i lavoretti creativi

  • Sviluppo della motricità fine, attraverso azioni come ritagliare, incollare e piegare con precisione;
  • Sviluppo cognitivo, perché il bambino nella realizzazione di un lavoretto deve risolvere numerosi problemi legati a dimensioni come lo spazio e la progettazione;
  • Sviluppo sensoriale, perché i lavoretti coinvolgono una varietà di sensi contemporaneamente;
  • Grinta e perseveranza, necessarie a portare a termine l’esecuzione del lavoretto. Realizzare un lavoretto creativo è un ottimo allenamento per l’attenzione e la progettualità.

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.