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Mappe concettuali: cosa sono e come si creano

Le mappe concettuali sono uno strumento particolarmente utile per studiare le relazioni tra singoli concetti e unirle insieme in uno schema organico e completo. Le mappe concettuali si possono utilizzare efficacemente per studiare qualsiasi argomento e a qualsiasi livello: dalla scuola primaria all’università, alla formazione professionale.

Ecco una mappa concettuale che ti spiega il funzionamento delle mappe concettuali:

Clicca sull’immagine per ingrandirla. I termini inseriti tra parentesi () si riferiscono a come noi realizziamo le mappe concettuali, ma possono essere sostituiti a piacere.

Una mappa concettuale organizza i concetti sulla base delle relazioni che ci sono tra gli uni e gli altri, generando un percorso che metta in luce i legami che intercorrono tra i vari nodi dello schema. Non va confusa con le mappe mentali, che utilizzano disegni e colori e che organizzano i concetti in ordine gerarchico e non causale.

COS’È UNA MAPPA CONCETTUALE

La mappa concettuale è una particolare tipologia di rappresentazione grafica, spesso usata in ambito scolastico, per facilitare l’apprendimento: in pratica, si parte da un concetto cui si collegano concetti correlati, secondo una particolare elaborazione grafica.

E’ un approccio basato sul principio cognitivo – di tipo costruttivista – che presuppone che ciascuno di noi sia in grado di creare un proprio del proprio percorso conoscitivo all’interno di un contesto. Le mappe concettuali mirano a contribuire alla realizzazione di apprendimento significativo, in grado di modificare le strutture cognitive del soggetto e contrapposto all’apprendimento meccanico, fondato sull’acquisizione mnemonica.

mappe concettuali
Questa è una mappa concettuale

Una mappa concettuale ha una struttura basata su tre macro elementi:

  • nodi concettuali: sagome che descrivono i principali concetti presenti nel dominio di conoscenza della mappa; al loro interno viene riportata una descrizione testuale più o meno sintetica;
  • relazioni associative: sono una sorta di arco di collegamento tra i nodi della mappa
  • etichette descrittive: sono i testi che spiegano il significato delle relazioni

Questa metodologia di apprendimento fu teorizzata da Joseph Novak presso la Cornell University per evidenziare i concetti principali e i rispettivi legami all’interno di un argomento. Semplificando, si tratta di una sorta di reticolo in cui i concetti vengono collegati in modo grafico testuale.

Il Professor Novak si era accorto che per immagazzinare al meglio le informazioni non bastava memorizzarle come degli automi: era necessario costruire un percorso capace di collegare tra loro i singoli dati, in una sorta di ragnatela. Più un concetto risulta connesso agli altri, più è semplice richiamarlo alla memoria ed utilizzarlo. Ecco, in estrema sintesi, il funzionamento di una mappa concettuale.

Per capire meglio la filosofia che sta dietro le mappe concettuali e, più nello specifico, dietro lo studio creativo, ti suggeriamo di cominciare da questa riflessione di un grande artista e intellettuale, Bruno Munari:

Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare.

Per semplificare bisogna togliere, e per togliere bisogna sapere che cosa togliere, come fa lo scultore quando a colpi di scalpello toglie dal masso di pietra tutto quel materiale che c’è in più della scultura che vuol fare. Teoricamente ogni masso di pietra può avere al suo interno una scultura bellissima, come si fa a sapere dove ci si deve fermare nel togliere, senza rovinare la scultura?

Togliere invece che aggiungere vuol dire riconoscere l’essenza delle cose e comunicarle nella loro essenzialità. Eppure quando la gente si trova di fronte a certe espressioni di semplicità o di essenzialità dice inevitabilmente: “questo lo so fare anche io”, intendendo di non dare valore alle cose semplici perché a quel punto diventano quasi ovvie. In realtà quando la gente dice quella frase intende dire che lo può rifare, altrimenti lo avrebbe già fatto prima.

La semplificazione è il segno dell’intelligenza, un antico detto cinese dice: “quello che non si può dire in poche parole non si può dirlo neanche in molte.

Bruno Munari

STUDIARE UTILIZZANDO LE MAPPE CONCETTUALI: COME SI FA

Stando all’impostazione data da Novak, per realizzare una mappa concettuale bisogna partire dall’individuazione dei concetti base dell’argomento che si intende affrontare. Il passo successivo prevede la creazione dei legami associativi, da descrivere con etichette formulate con verbi. La creazione della mappa non è lineare, ma procede per rifiniture successive, eliminando le eventuali ridondanze, fino ad un opportuno grado di dettaglio. Secondo Novak le mappe concettuali hanno una finalità cognitiva e sono orientate all’espressività, quindi i reticoli non sono (quasi mai) in ordine gerarchico.

Il lavoro di Novak è stato ripreso in ambito educativo da D. Ausubel che ha condotto studi sull’apprendimento significativo, l’apprendimento rapido, e la memorizzazione. Le mappe concettuali, in forma semplificata, possono essere proposte anche ai bambini dei primi tre anni della scuola primaria, con l’obiettivo di potenziare le strategie logico-visive, allenare in alcune operazioni mentali significative e avviare alla costruzione autonoma delle prime mappe mentali.

Ecco come procedere:

  • Comincia dalla lettura del capitolo di testo o dei materiali da studiare
  • Dopo aver terminato una prima lettura, elenca i concetti più importanti riguardo l’argomento che hai appena letto; questi concetti dovrebbero essere circa 10-20; cerca di utilizzare parole semplici (e non più di 3-4 parole) per descrivere ed etichettare ciascun concetto.
  • Individua quali saranno i concetti più importanti e disponili su un foglio di carta, cominciando dall’alto
  • In basso, aggiungi i concetti meno importanti
  • Collega i vari concetti con delle linee: ciascuna linea deve rappresentare un legame, non deve essere casuale; accanto ad ogni linea, aggiungi una breve descrizione del legame, cercando di essere quanto più sintetico.

Quanti più legami riuscirai a individuare, tanto più la mappa concettuale sarà efficace.

Se vuoi approfondire il tema della didattica con le mappe, ti suggeriamo di leggere il testo “Insegnare e imparare con le mappe. Strategie logico-visive per l’organizzazione delle conoscenze” di Flavio Fogarolo e Marco Guastavigna.

Il volume è dedicato all’uso didattico e educativo delle mappe come strumento per aiutare l’apprendimento attraverso l’organizzazione visiva, logica e funzionale delle proprie conoscenze analizza e confronta i tipi di rappresentazione grafica più efficaci, ciascuno con un diverso modello logico-visivo e con uno scopo cognitivo differente.

PROGRAMMI, APP E SOFTWARE PER CREARE MAPPE CONCETTUALI

Se devi creare una mappa concettuale, ricordati sempre che il sistema più efficace è quello con quaderno e matita; l’elaborazione grafica procede parallelamente a quella cognitiva, rendendo l’apprendimento più efficace.

Tuttavia, ci potrebbero essere numerose buone ragioni per utilizzare il pc o un tablet: condividere più facilmente la mappa concettuale con gli amici e i colleghi, per fare un esempio. In questo caso, a meno che tu non voglia impazzire con Office, ti servirà un apposito programma per realizzarle.

Connected-mind è la prima scelta per l’uso didattico: si tratta di un’applicazione da utilizzare direttamente online e completamente gratuita; una volta elaborata la mappa sarà possibile salvarla creando un account cloud gratuito. Una volta creata una mappa, potrai stamparla con un clic. Semplice da utilizzare e adatto anche ai principianti, questo programma ti permetterà di muovere i primi passi nel mondo delle mappe.

Esistono poi software e app pensati per realizzare mappe concettuali a livello professionale; in particolare:

  • XMindun software utilizzato da numerose aziende, con un periodo di prova gratuito e varie licenze; utile specialmente per chi deve integrare e condividere le mappe concettuali con un team di lavoro.
  • Minidomo: un valido software per creare mappe concettuali e condividerle in rete; e c’è di più: con Minidomo avete a disposizione tantissime mappe concettuali già pronte, solo da personalizzare.

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Il gioco delle forme ispirato a Keith Haring

I bambini sanno qualcosa che la maggior parte della gente ha dimenticato.

Un giorno mi piacerebbe fare un libro fotografico con immagini di me insieme a bambini di tutto il mondo… I bambini sanno qualcosa che la maggior parte della gente ha dimenticato. I bambini subiscono una fascinazione per la loro esperienza quotidiana che è molto speciale e che sarebbe di grande aiuto agli adulti se potessero imparare a capirla e a rispettarla.

Sono parole di Keith Haring, artista statunitense noto per i suoi disegni molto caratteristici. Guardate qui:

Oggi vi raccontiamo qualcosa di più su questo artista attingendo dal libretto Heith Haring, l’arte spiegata ai bambini, realizzato dal Maestro Fabio che ringraziamo di cuore per averci permesso di condividere il suo lavoro. Potete scaricare il pdf qui.

KEITH HARING: UN PO’ DI STORIA E CURIOSITA’

Per parlarvi di questo artista, ci ispiriamo al libretto che vi abbiamo menzionato:

Ciao ragazzi io sono Keith Haring, oggi vi parlerò un po’ di me e della mia arte un po’ bizzarra. Sono nato a Reading, una cittadina della Pennsylvania, negli Stati Uniti, il 4 maggio 1958

Mio papà faceva il disegnatore di fumetti e molte giornate le ho passate con lui ad osservare come i personaggi disegnati sembrassero prendere vita sul foglio. Affascinato da questo, chiesi ai miei genitori di potermi iscrivere alla Ivy School of Professional Art di Pittsburgh, una importante scuola d’arte.

Dopo un anno lasciai la scuola: avevo voglia di libertà, di sperimentare la mia personale forma d’arte, di conoscere persone ed esplorare il mondo. Giro Pittsburgh con l’autostop e conosco molti artisti. Per mantenere i miei studi lavoro in una galleria d’arte e nel 1978 espongo, proprio in quella galleria, i miei primi disegni e decido di trasferirmi a New York dove mi iscrivo all’Università.

Osservo i disegni e i fumetti di mio padre e mi viene il desiderio di disegnare dei personaggi particolari e divertenti. Alcuni di questi personaggi li espongo anche durante la mia prima mostra a Pittsburgh insieme ad altri, molto diversi da quelli che poi mi resero famoso nel mondo. Ho anche realizzato vinto un concorso scolastico di disegno che mi ha permesso di pagare le spese per l’iscrizione all’Università.

IL SIGNIFICATO DELLE OPERE DI KEITH HARING

Haring era molto sensibile ai problemi della società e con le sue opere volle dare uno spunto di riflessione alle persone. Sempre da Keith Haring, l’arte spiegata ai bambini ecco tre temi chiave dell’opera dell’artista.

NO AL RAZZISMO!

Sono sempre rimasto impressionato dal fatto che in Sudafrica e negli Stati Uniti, venissero fatte leggi per maltrattare ed emarginare altri esseri umani, solo perché “di colore”. In Sudafrica solo un grande leader di nome “Nelson Mandela”, provò a contrastare questo fenomeno. Siamo tutti esseri umani e davvero non capisco il motivo di questa emarginazione. Alcuni miei lavori testimoniano la mia rabbia.

L’IMPORTANZA DI ESSERE LIBERI!

Durante la guerra, per questioni politiche, la città di Berlino venne divisa in due parti da un lungo muro. Molte persone per trent’anni non poterono più vedere i loro amici o parte delle loro famiglie che si trovavano dall’altra parte.

Nel 1986 andai in Germania e realizzai su parte di questo muro, un’opera lunga 300 metri che voleva simboleggiare l’unione, la concordia e l’importanza di essere liberi, attraverso una lunga catena di persone unite per le mani e per i piedi. Sul mio diario scrissi: “ Il mio intento era di distruggere il muro dipingendolo”.

NO ALLA DROGA!

Nel periodo in cui divenni famoso, però, specie nei quartieri più poveri di New York, molti ragazzi rovinavano le loro vite consumando la droga. Decisi così di realizzare in quei quartieri, dei murales per lanciare un messaggio importante: “La droga è schifosa”.

UN LABORATORIO ISPIRATO ALL’ARTE DI KEITH HARING

Oggi si fa un gran parlare di tanti problemi che affliggono la nostra società: possiamo provare a lavorare per costruire un mondo migliore, facendo ciascuno un piccolo gesto.

Che ne dite di preparare un poster con il problema che ci sta a cuore e che vorremmo risolvere? Ambiente, cyberbullismo, povertà, rispetto dei diritti umani … Proviamo a disegnarlo in maniera semplice, usando solo poche linee, proprio come Keith Haring.

Mandateci i vostri lavori!

 

 

 

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Mappe mentali: cosa sono e come si utilizzano

Le mappe mentali sono strumenti che si possono utilizzare per velocizzare e semplificare lo studio di un argomento e la padronanza di un concetto. Sono uno strumento diverso dalle mappe concettuali, con cui spesso vengono confuse; in seguito vedremo anche le differenze tra le due mappe.

Una mappa mentale utilizza disegni e colori, per stimolare l’apprendimento emozionale, accanto a un ordinamento gerarchico dei concetti. In questo modo, la padronanza di un argomento diventa globale, una specie di panoramica su tutte le componenti di quell’argomento.

mappe mentali
Questo è un esempio di mappa mentale.

COS’È UNA MAPPA MENTALE

La mappa mentale è uno strumento per l’apprendimento veloce che segue lo schema d’apprendimento tipico del nostro cervello: analitico e, al contempo, creativo.

Sono elementi analitici:

  • l’individuazione dei concetti
  • la struttura gerarchica con cui vengono disposti

Sono elementi creativi:

  • i colori
  • le immagini
  • la disposizione dei rami e la trasposizione grafica dello schema concettuale

Le mappe mentali sono state ideate dallo psicologo Tony Buzan, negli anni Settanta; da studente, infatti, si era accorto della scarsa attenzione dedicata dalla pedagogia e dalle scienze dell’apprendimento al potenziamento delle facoltà mentali. Così, nel corso dei suoi studi di matrice cognitivista, ha progettato e realizzato questo particolare strumento.

Per generare una mappa mentale, si comincia da un concetto centrale, che corrisponde grossomodo all’argomento che si sta studiando (es. La Seconda Guerra Mondiale, le civiltà mesopotamiche, il corpo umano, etc.).

mappa mentale

La struttura caratteristica della mappa mentale è quella a raggiera: da un nodo principale si dipanano le varie sotto-categorie, ordinate seguendo uno schema gerarchico ramificato.

STUDIARE UTILIZZANDO LE MAPPE MENTALI: COME SI FA

Le mappe mentali sono particolarmente utili per studiare, in quanto riducono il tempo necessario per impadronirsi di un argomento e migliorano la comprensione dello stesso; utilizzando le mappe mentali, si sviluppa una forma di studio strategico, particolarmente utile per chi si trova a fare studi avanzati e complessi.

  • La mappa mentale comincia dal testo, che sia un manuale universitario o un sussidiario della scuola primaria. La lettura è sempre il punto di partenza. Individua l’argomento fondamentale del testo: diventerà il nodo centrale della mappa mentale.
  • Durante la prima lettura, annota i concetti focali, quelli intorno a cui l’argomento è costruito. Questi diventeranno le sotto-categorie principali.
  • Una seconda lettura sarà necessaria per sottolineare tutti gli elementi importanti del testo, quelli che dovrai poi inserire nella mappa mentale.
  • Parallelamente alla sottolineatura, è possibile tracciare già uno schizzo della propria mappa, senza utilizzare ancora i colori e le immagini (del resto, si tratta di una bozza).
  • Infine, quando sarai soddisfatto della tua mappa mentale, potrai rifinirla inserendo le illustrazioni e lavorando graficamente sui rami, sulle categorie e sulle sotto-categorie.

DIFFERENZE TRA MAPPE MENTALI E MAPPE CONCETTUALI

Di seguito, riassumiamo le principali differenze tra mappe mentali e mappe concettuali:

  • Le mappe mentali utilizzano immagini e personalizzazioni artistiche, le mappe concettuali no (a meno che non decidiate di modificarle un po’)
  • Le mappe mentali ordinano i concetti in modo gerarchico, le mappe concettuali utilizzano un ordine causale e sequenziale
  • Le mappe mentali stimolano l’apprendimento emozionale, le mappe concettuali mirano a ridurre la quantità di informazioni e a evidenziare la sequenza degli argomenti

Queste due tecniche, naturalmente, si possono intrecciare tra loro e personalizzare da ciascuno studente. Per comprendere meglio le differenze tra questi due strumenti, ecco come si presentano:

mappe mentali
Questa è la nostra mappa mentale.
mappe mentali e mappe concettuali
Questo, invece, è un esempio di mappa concettuale.

Non farti ingannare dall’apparenza: anche se le mappe mentali possono apparire più “immediate” e colorate, anche le mappe concettuali sono strumenti fantastici per l’apprendimento. Si tratta semplicemente di strumenti diversi, ciascuno con le sue potenzialità e il suo campo di applicazione.

PROGRAMMI E SOFTWARE PER REALIZZARE LE MAPPE MENTALI

Il modo migliore per imparare a realizzare le mappe mentali è quello di utilizzare carta e penna. Tuttavia, esistono numerosi programmi per realizzarle direttamente su pc; meno utili per lo studio scolastico, potrebbero diventare necessari se hai la necessità di condividere le tue mappe con un team di compagni o colleghi.

Il programma migliore per l’utilizzo a scuola e a casa è sicuramente Connected-mind: si tratta di un’applicazione da utilizzare direttamente online e completamente gratuita; una volta elaborata la mappa sarà possibile salvarla creando un account cloud gratuito. Una volta creata una mappa, potrai stamparla con un clic.
Il limite di questo programma (pensato per un uso didattico, non professionale) è l’impossibilità di scaricare le mappe e condividerle con un team di lavoro, oltre ai limiti nell’integrazione con mappe generate utilizzando altri programmi.

Se invece stai cercando una soluzione professionale, i software migliori per costruire mappe mentali sono:

  • iMindMap, sviluppato da Tony Buzan, lo psicologo che ha ideato e sviluppato la tecnica delle mappe mentali.
  • XMind: uno dei programmi più utilizzati in ambito aziendale; si tratta di un software particolarmente potente

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Il cavallo incantato

IL CAVALLO INCANTATO

tratta da “Le mille e una notte”

Nel regno della Persia viveva un importante sultano. Egli organizzava ogni anno una festa sfarzosa che coinvolgeva l’intero Stato. Un giorno, durante la sacra celebrazione, giunse un indiano e gli mostrò un cavallo di legno, capace di sollevarsi e di portare il suo padrone in qualsiasi luogo egli desiderasse.

Il figlio del sultano, Firuz-Shah, era molto presuntuoso e volle spudoratamente salire in groppa al cavallo per vedere come funzionasse. Però non sapeva nulla dei comandi della macchina e così girò una valvola, librandosi in aria e non sapendo come scendere. Trovato il modo, Shah si trovò ad atterrare lontanissimo da casa, nel regno del Bengala in India.

Il principe persiano atterrò proprio su un tetto di un nobile palazzo dove risiedeva una bellissima principessa. Egli inizialmente esitò, ma poi si introdusse nelle raffinate e profumate stanze della ragazza a cui raccontò tutta la sua travagliata storia. La principessa era di animo nobile e anziché denunciarlo ai genitori si innamorò perdutamente di lui, essendo il giovane di bell’aspetto e molto colto.

Così i due nel cuore della notte iniziarono a parlare delle loro vite e la principessa ad un certo punto, abbagliata dalle notizie riguardo lo splendore del regno della Persia, volle seguire il suo innamorato, credendo che il suo regno fosse troppo povero e arretrato. I due così salirono sul cavallo per fare ritorno in Persia.

Nel frattempo il sultano, disperato per la sorte del figlio, ritenuto ormai morto, aveva fatto incarcerare l’indiano ed ora, dopo la notizia dell’arrivo del figlio con una principessa, lo scacciò malamente. L’indiano non perdonò mai tale affronto e di fatti colse l’occasione per intrufolarsi di nascosto nella camera della principessa del Bengala.

La principessa venne fatta prigionierà dall’indiano che la portò via. La sorte gli fu avversa perchè il sultano di quelle terre lo uccise, invaghitosi della giovane, tanto bella e radiosa. Ma ella lo rifiutava, fingendosi pazza. Intanto il promesso sposo Firuz-Shah, non perdendosi d’animo, si travestì da monaco e partì alla ricerca della sua amata.

Dopo qualche tempo egli venne a sapere della storia di una certa principessa malata di mente che non poteva sposarsi con il sultano locale. Curioso, il finto monaco si fece presentare e scoprì che la principessa proveniva dal Bengala: la sua sposa perduta!

Immediatamente il principe Firuz-Shah inventò delle storie per visitare la principessa e riuscì a convincere l’animo travagliato del sultano indiano che lo fece accomodare. Così i due innamorati dopo mesi si ritrovarono, abbracciandosi con passione.

Firuz-Shah progettò di condurre la principessa nella piazza della città sopra il cavallo alato magico che il sultano dell’India aveva fatto rinchiudere nel suo tesoro personale. Sopra la bestia avrebbe messo la principessa e ai fianchi della macchina avrebbe fatto collocare due bracieri che dovevano innalzare molto fumo di incenso per una sottospecie di rito magico.

Accadde proprio così e i due vissero insieme, felici e contenti.

 

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Riflessioni sul disegno infantile

Invece, essendo povero, ho soltanto sogni;
e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
cammina leggera, perché cammini sui miei sogni.
W. B. Yeats

L’IMPORTANZA DEL DISEGNO INFANTILE

I disegni dei bambini racchiudono una moltitudine di emozioni, il loro mondo. Il loro fare arte e i loro Iavori artistici spontanei oltre ad essere una piacevole attività sono una porta aperta per creare una comunicazione con l’ ambiente e con le persone.

Il disegno è prima di tutto un mezzo che fornisce ai bambini uno strumento altro per potersi esprimere oltre alle parole. Si può paragonare al sogno perché come il sogno è linguaggio dell’inconscio e si può paragonare al gioco perché è uno spazio potenziale di creatività e dunque di benessere psicologico.

Donald Winnicott , famoso psicoanalista e pediatra inglese sosteneva che la creatività è salute perché da la possibilità ai bambini di “ricreare il mondo”. Con il disegno il bambino si “ricrea il suo mondo” sul foglio, crea un suo spazio di salute e di benessere.

Le loro creazioni artistiche, i loro disegni non sono solo un mezzo per esprimersi ma sono anche una finestra aperta sui loro pensieri, sulle fantasie ,sulle paure e sulla loro percezione della realtà.

Un semplice disegno fatto anche con materiali semplici esprime la percezione e le riflessioni che il bambino ha in quel preciso momento dell’ambiente che lo circonda. A differenza degli adulti i bambini sono più spontanei e temono meno il giudizio. Tutta l’arte delle avanguardie artistiche, dall’espressionismo al cubismo, guarda alle immagini dell’arte infantile con invidia e nostalgia, come a un paradiso perduto.

LE ORIGINI DEL DISEGNO INFANTILE

Per potersi addentrare anche un poco nel mondo del disegno infantile è importante porsi una prima domanda:

  • Che cosa spinge un bambino a disegnare ?

Secondo Cathy Malchiodi, la più famosa arte terapeuta americana le immagini infantili possono nascere:

  • dalla memoria
  • dalla fantasia
  • dalla realtà

Per disegni “a memoria” si intende ciò che il bambino ricorda dell’oggetto , dell’animale o della persona che gli è stato chiesto di disegnare. Questa tipologia di disegno non è facile sempre per il bambino, dipende molto dall’età. Partire invece da una semplice fotografia o immagine, può portare degli ottimi risultati, la fantasia dei bambini non ha limiti , e a volte basta un semplice spunto per creare un disegno originalissimo.

I disegni “a partire dalla fantasia”, invece, sono quelli in cui il bambino disegna qualcosa di completamente inventato, come storie o immagini di personaggi. Costruire un’immagine partendo da qualcosa di completamente fantasioso, è più facile per bambini piccoli ma più difficile per bambini più grandi.

Il disegno “dalla realtà”, cioè riprodurre tutto ciò che passa davanti agli occhi invece è una tecnica artistica che interessa più i grandicelli, (preadolescenti, adolescenti) in quanto nel loro stadio evolutivo grafico si preoccupano di fare disegni accurati .

IL DISEGNO COME PROCESSO

Il disegno è la produzione di forme con linee, figure immagini. Disegnare implica sia il processo (la produzione artistica ) che il prodotto ( l’espressione artistica completata ).

A volte si tende a dare piu importanza al prodotto artistico finito che non al processo che ha portato alla creazione . In realtà tutti e due gli aspetti del disegno sono importanti. Ci sono bambini che iniziano un disegno e non lo finiscono ,ma questo può essere funzionale e può andare bene cosi.Il bambino ha comunque sperimentato il piacere di lasciare segni e di creare qualcosa di suo.

L’IMPORTANZA DELL’AMBIENTE E DEI MATERIALI

Perché i bambini riescano a disegnare è importante che abbiano un luogo e dei materiali idonei. Le caratteristiche delle matite o dei pastelli e le modalità che gli adulti hanno di usare questi materiali influenzano i disegni dei bambini, ad esempio se vengono offerti colori e pastelli abbastanza vari ci sarà maggiormente la possibilità che i disegni siano ricchi e originali . Più colori il bambino può usare e più tipi di carta ha a disposizione e maggiormente potrà dare spazio alla sua fantasia.

Anche l’ambiente in cui dove si sperimenta con i materiali artistici ha una sua importanza, per il bambino deve essere un luogo sicuro. Spesso i bambini a casa amano disegnare anche in luoghi inconsueti, sotto i letti o sotto i tavoli, perché percepiscono quel luogo più sicuro. Ogni adulto dovrebbe avvicinarsi al disegno di un bambino con curiosità e rispetto , vedere ogni disegno come una finestra su un paesaggio unico e originale da scoprire.

Anche il ricordo che noi adulti abbiamo dei nostri primi esperimenti artistici è importante, ricordi e storie di libricini colorati regalati, di creazioni non finite nascoste , di angoli remoti scovati in casa per poter creare in libertà. Momenti di solitudine preziosa nei bambini, ricordi commoventi per adulti: dietro ogni disegno c’è un mondo da scoprire.

a cura della dott. sa Melania Cavalli, arteterapeuta

BIBLIOGRAFIA

ARIETI S. (1990), Creatività. La sintesi magica, Il Pensiero Scientifico
DE MICHELI M. (2014), Le avanguardie artistiche del Novecento, Feltrinelli
FERRARIS A. O. (2012), Il significato del disegno infantile, Bollati Boringhieri
MALCHIODI C. A. (2000), Capire i disegni infantili, Centro Scientifico Editore
WINNICOTT D. (1970), Gioco e realtà, Armando Editore

 

 

 

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Il tirchio

IL TIRCHIO

Fiaba dei Balcani

In un villaggio viveva un uomo che era proprio un gran tirchio. Una volta, partì per un viaggio. Strada facendo, gli venne in mente che non aveva detto alla moglie di non tagliuzzare la candela per farla durare di più, perciò tornò di corsa a casa. Dopo aver spiegato alla moglie il perché era tornato, la donna gli disse: “Perdio, hai consumato più scarpe di quanto la candela avrebbe potuto bruciare”.

“Sapevo che mi si potevano sciupare, e ho pensato anche a questo; così, vedi, me le porto sotto l’ascella”.

FONTE: A. SUCUR (2000), Fiabe dei Balcani, Einaudi, Torino

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