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Spirografo

Vi ricordate quando, da bambini, giocavate con lo spirografo? Da qualche anno a questa parte, questo popolare gioco grafico è tornato di moda. Merito delle belle creazioni che si possono realizzare, adatto ad adulti e bambini che si vogliono rilassare un po’ giocando.

spirografo

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La maggior parte degli spirografi sono indicati a partire dai 6 anni. Il nostro consiglio è quello di aspettare almeno un altro anno: gli ingranaggi, infatti, richiedono precisione e fermezza nei movimenti, altrimenti si spostano rovinando il disegno.

LE SCELTE DI PORTALE BAMBINI

Due spirografi di altissima qualità, indicati se vuoi fare un regalo creativo e un po’ retrò.


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SPIRAL DESIGNER – Ravensburger

Lo spirografo prodotto e commercializzato da Ravensburger è la nostra prima scelta: il prezzo è tra i più bassi per questa categoria di giocattolo, inoltre, Ravensburger è un’azienda che garantisce elevati standard qualitativi. Il kit è pronto all’uso e comprende anche fogli e penne (anche se è sempre bene avere dei fogli di scorta e qualche penna colorata in più; nella confezione sono inclusi solo due colori).

Prezzo: 15,89€
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SPIROGIRO MANDALA – Quercetti

Il kit Spirogiro prodotto e distribuito da Quercetti è un’altra scelta di alta qualità: buoni materiali, un prodotto italiano al 100%, design pensato per i più piccoli. Gli anelli dalle forme particolari permettono di realizzare disegni astratti e mandala davvero particolari.

Prezzo: 15,90€
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COMPARATORE

SPIROGRAPH SET BOX – Grandi giochi

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SPIROGRAPH DELUXE SET – MC Chenmei

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SAPIENTINO ART: LA MAGIA DEL DISEGNO – Clementoni

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SPIROGRAFO DESIGN SET – Kahootz

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La baba jaga

La baba jaga è un personaggio del folklore russo e, più in generale, slavo. Si tratta di una figura dotata di poteri magici che compare in numerose fiabe. La baba jaga è rappresentata come una vecchietta capace di compiere stregonerie ed incantesimi; spesso possiede anche oggetti incantati.

Alcune volte la baba jaga è un’antagonista da sconfiggere (proprio come avviene con la strega delle fiabe italiane); altre volte, funge da aiutante del protagonista, a cui dona oggetti incantati.

baba jaga illustrazione
Art by: Peter Ferguson

Vladimir Propp, grande studioso delle fiabe russe, aveva individuato tre differenti tipologie di baba jaga: la donatrice, la rapitrice (perlopiù di bambine e bambini) ed infine la guerriera.

FIABE IN CUI COMPARE LA BABA JAGA

IL SOLDATO E LO ZAR NEL BOSCO: in questa fiaba popolare, ad un certo punto, i due protagonisti si imbattono nella casetta di una baba jaga nel bosco > Il soldato e lo zar nel bosco

LA BABA JAGA: una fiaba che ha come antagonista principale una malvagia baba jaga > La baba jaga

LA BABA JAGA (2): un’altra fiaba popolare in cui compare una baba jaga cattiva > La baba jaga (2)

 

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Come fare una lanterna cinese volante

Le lanterne cinesi sono suggestive e colorate: inventate oltre 2.000 anni fa in Cina, vengono chiamate “Khom Fay” o “Khom Loy”. Solitamente vengono realizzate con un cerchio di bambù, che funge da struttura portante e sottili fogli di carta uniti, in modo da creare un sacchetto o un cubo.

Come fanno a volare? Semplice: grazie all’aria calda che riempie la sacca. All’interno della lanterna vi è una fiamma alimentata da una candela o da un pezzo di stoffa imbevuto nell’olio. In passato queste lanterne servivano ai militari per inviare informazioni; oggi, servono per lo più a inviare un messaggio con un desiderio da realizzare.

COME FARE UNA LANTERNA CINESE

Cosa ci serve:

  • carta velina o un sacchetto di plastica
  • nastro adesivo
  • candeline di compleanno
  • carta stagnola
  • cannucce da bibita

Come si fa:

  • prendi un sacchetto di plastica oppure della carta velina e, usando forbici e colla, dalle una forma simile a un sacchetto
  • predisponi la base dove mettere le candele che riscalderanno l’aria all’interno della lanterna, ritagliando un quadrato di carta stagnola di 10x10cm
  • fissa sul foglio di carta stagnola 4 candeline, in modo tale che siano equidistanti tra di loro e posizionate come se fossero gli angoli di un rombo. In questo modo bilancerai il peso, permettendo alla lanterna di volare correttamente
  • la base della lanterna va realizzata moltiplicando per 1,7 la misura della base del sacchetto preparato all’inizio 1. Ad esempio, se il tuo sacchetto ha una base (zona di apertura) di 25 cm, bisogna creare una base per sorreggere le candele di 25×1,7
  • con le cannucce di plastica crea una croce sufficientemente ampia da fare da supporto alla base. Fissa la croce con del nastro adesivo
  • unisci la croce di cannucce alla base (apertura) del sacchetto utilizzando del nastro adesivo.
  • ora dovrai incollare le candele alla base a croce, avendo l’accortezza di far sì che la fiamma vada verso l’alto
  • per accendere le candele mantieni la lanterna per la sommità e accendile con un accendino o con la fiamma di un’altra candela. Per effettuare questa operazione è preferibile farsi aiutare da un’altra persona.

In pochi minuti l’interno della lanterna dovrebbe scaldarsi: a quel punto la lanterna si gonfierà e si alzerà in volo. Non dimenticare di esprimere un desiderio!

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Capodanno cinese: buste rosse, fuochi d’artificio, danza del leone

Il Capodanno cinese è una festa tradizionale cinese, ormai popolare in tutto il mondo. Si festeggia generalmente in corrispondenza della seconda luna nuova che segue il solstizio d’inverno, in una data compresa tra il 21 gennaio ed il 20 febbraio. Nel 2018 il Capodanno verrà festeggiato domani, venerdì 16 febbraio, con l’arrivo dell’Anno del Cane.

COME SI FESTEGGIA IL CAPODANNO CINESE

In genere le festività durano 15 giorni e si concludono con la Festa delle Lanterne: in questa occasione i bambini portano le luci colorate in una tradizionale parata che segna l’inizio della luna piena. Il Capodanno cinese si festeggia un po’ ovunque nel mondo, nelle varie Chinatown: nel tempo è diventata un’occasione per confrontarsi con una cultura diversa dalla nostra. Di seguito le principali usanze.

BUSTE ROSSE ED ADDOBBI

La tradizione prevede lo scambio di doni racchiusi in pacchetti rossi. ll colore rosso viene di solito considerato di buon auspicio per l’anno nuovo. Una curiosità: alle coppie sposate vengono consegnati da persone non sposate.

Vi sono poi addobbi tipici esposti in casa e sulla facciata posteriore delle porte con motti beneauguranti, dipinti su carta e tela secondo le arti calligrafiche, piccoli quadri o nodi tradizionali di stoffa rossa.

FUOCHI D’ARTIFICIO E PARATE

Sono previsti quasi sempre fuochi artificiali, Forse non tutti sanno che la Cina è la patria della pirotecnica e i fuochi d’artificio sono diffusi sin dall’antichità. La tradizione vuole che, grazie agli scoppi colorati e rumorosi, si allontanino gli spiriti maligni, intimoriti dalle luci e dalla confusione.

Durante il Capodanno cinese possiamo assistere alla Danza del Leone, una parata tipica per le vie delle città e dei villaggi: un manichino rappresentante un leone marcia e danza al ritmo chiassoso e battente di tamburi e cimbali. E’ una cerimonia simile alla Danza del Drago che, a differenza della Danza del Leone, vuole evocare gli spiriti benigni.

La festività è anche l’occasione per fare partite di Mah Jong, un gioco da tavolo molto diffuso in Cina.

I DODICI SEGNI DEL CALENDARIO CINESE

Uno dei cicli su cui si basa l’astrologia cinese è di dodici anni, ognuno dei quali corrisponde a un segno dello zodiaco. Vi riportiamo l’elenco dei segni da Wikipedia, dove trovate anche gli anni corrispondenti:

  • Topo
    I nati sotto questo segno sono dotati di fascino ed hanno capacità di attrarre; sono anche grandi lavoratori
  • Bufalo o Bue
    I nati sotto questo segno sono pazienti e poco loquaci, ma ispirano grande fiducia
  • Tigre
    I nati sotto questo segno sono sensibili ed hanno una notevole profondità di pensiero, sono coraggiosi
  • Gatto o Coniglio o Lepre
    I nati sotto questo segno hanno molto talento e sono ambiziosi; dimostrano notevole capacità negli affari
  • Drago
    I nati sotto questo segno godono di buona salute e dispongono di grandi energie, ma sono alquanto testardi
  • Serpente
    I nati sotto questo segno parlano poco, sono molto saggi e generosi
  • Cavallo
    I nati sotto questo segno sono simpatici e molto gioiosi, ma rischiano di parlare un po’ troppo.
  • Capra o Pecora 
    I nati sotto questo segno sono eleganti ed hanno notevoli capacità artistiche
  • Scimmia
    I nati sotto questo segno sono imprevedibili, inventivi, abili, e flessibili
  • Gallo
    I nati sotto questo segno sono sempre affaccendati e ritengono di avere sempre ragione, anche se qualche volta sbagliano
  • Cane
    I nati sotto questo segno sono fedeli e leali, talvolta anche egoisti ed eccentrici
  • Maiale o Cinghiale
    I nati sotto questo segno sono coraggiosi e cavallereschi, non arretrano mai e si dimostrano gentili con il prossimo.

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Il soldato e lo zar nel bosco

IL SOLDATO E LO ZAR NEL BOSCO

Fiaba popolare russa

In un certo regno, in un certo stato, viveva un contadino che aveva due figli. Un giorno venne il sergente per il reclutamento e il figlio maggiore fu arruolato. Così, il fratello maggiore servì lo zar fedelmente e lealmente, e per il suo servizio, di lì a cinque anni fu fatto generale. Ci fu poi un nuovo reclutamento e anche il fratello minore fu arruolato e rasato; e il caso volle che fu messo a servizio nello stesso reggimento capeggiato dal fratello. Il soldato riconobbe il generale, ma inutilmente, poiché quegli lo rinnegò dicendo: «Tu dichiari il falso, io non ti conosco e noi due siamo estranei!»

fiabe russe

Un giorno il soldato stava di guardia al carro delle munizioni, appena fuori del quartier generale; il generale stava dando un banchetto e stava ricevendo una gran moltitudine di ufficiali e gentiluomini. Nel vedere tutto quel ben di Dio proprio mentre lui non aveva niente, il povero soldato si mise a piangere amaramente, finché gli ospiti lo avvicinarono e gli chiesero: «Racconta, soldato: perché piangi?» «E come faccio a non piangere?» rispose, «quello laggiù è il mio stesso fratello, il quale gozzoviglia alle mie spalle e si dimentica di me!» Sicché gli ospiti andarono a chiedere spiegazioni al generale, ma egli rispose rabbiosamente: «Non credetegli, è un vile bugiardo.» Così dicendo, ordinò di farlo allontanare e che gli dessero trenta bastonate, così da fargli passare la voglia di rivendicare parentele. Tutto ciò offese non poco il povero soldato, il quale dovette indossare la bassa uniforme e levò le tende.

Tempo dopo, forse tanto o forse poco, si ritrovò in un bosco così fitto e selvaggio, da non riuscire più a orientarsi, e per sopravvivere, cominciò a nutrirsi di bacche e di radici. Fu proprio quella volta in cui lo zar era fuori a caccia con tutto il suo entourage. Galopparono in aperta campagna, finché poi sguinzagliarono i segugi, suonarono le trombe e avanzarono nel bosco. Improvvisamente, sbuca fuori (da dove, non si sa) un bel cervo, si tuffa nel fiume, e lo attraversa a nuoto fino all’altra sponda, e poi si addentra nel bosco.

Lo zar partì all’inseguimento; attraversò il fiume, corse a destra, corse a sinistra, si guardò intorno ovunque, ma del cervo non c’era più traccia, finché si accorse di essersi allontanato molto dagli altri cacciatori e di ritrovarsi da solo nel folto della foresta buia. Non sapeva più da che parte andare, e non riusciva più a ritrovare il sentiero, finché ormai fu sera ed egli si trascinava ancora avanti, esausto, e senza meta. Finalmente s’imbatté nel soldato disertore.

«Salute, buon uomo, dove sei diretto?» «Ecco, mi trovavo a caccia, ma ho perso la strada e mi sono smarrito nel bosco; sapresti indicarmi la via, fratello?» «Chi sei?» «Un servo dello zar» rispose il sovrano. «Bhè, ormai è notte fonda. Sarà meglio fermarci e riparare da qualche parte nella macchia, e domani ti ricondurrò indietro.»

Sicché, andarono a cercare un posto dove passare la notte, e, cammina, cammina, scovarono una piccola izba. «Oh bene, Dio ci manda un tetto per la notte» esclamò il soldato, «vieni, entriamo là.» Ed entrarono; dentro ci trovarono una Baba Jaga. «Salve, nonnina!» «Salve, soldato!» «Dacci qualcosa da mangiare e da bere.» «Ho mangiato tutto, e non mi è rimasto più nulla.» «Menti, vecchio demonio!» esclamò il soldato, e cominciò a frugare sulla stufa e nelle mensole, e alla fine vi trovò ogni ben di Dio: cibo e vino, e tutto era pronto per essere servito.

Sedettero a tavola, mangiarono a volontà, e poi andarono a coricarsi in soffitta. Il soldato disse allo zar: «Aiutati, che Dio t’aiuta. Faremo così: uno di noi resterà di sentinella mentre l’altro dormirà.» Tirarono a sorte e toccò allo zar far la guardia per primo; il soldato diede allo zar la sua sciabola appuntita, lo mise a guardia davanti alla porta, raccomandandogli di non addormentarsi e di svegliarlo subito in caso di bisogno. Poi il soldato si coricò, ma si mise a pensare: “Ce la farà il mio commilitone a fare la sentinella? Forse non è abituato.. Sarà meglio che vada a sorvegliarlo.” Nel frattempo, lo zar, a forza di restare lì immobile, cominciò a ciondolare il capo.

«Ma tu stai sonnecchiando!» esclamò il soldato, «così finirai per addormentarti!» «No, no!» replicò lo zar; «Bhè, allora fa’ la guardia come Cristo comanda!» E lo zar rimontò a guardia, ma dopo appena un quarto d’ora ricominciò a ciondolare. «Ehi, amico, sei sveglio, vero? Stai ciondolando?» «No, credo di no.» E subito riprese a ciondolare. E dopo un po’: «Ma che fai, dormi?» «No, no, credo di no, ma visto che tu vuoi dormire, io faccio quello che posso..»

Sicché lo zar resistette in piedi un altro quarto d’ora, ma le sue gambe barcollavano, e così dopo un po’ crollò a terra e si addormentò. Allora il soldato saltò su, afferrò la sciabola e corse a svegliarlo e lo rimproverò: «Ehi, amico, è questa la maniera di fare la guardia? Sentimi bene: io faccio il soldato da dieci anni, e durante tutto questo tempo il mio colonnello non mi ha mai concesso sconti, ma si vede che a te non hanno insegnato niente. La prima volta, passi, la seconda, pure, ma la terza è imperdonabile. Sicché vattene pure a dormire. A guardia ora ci sto io.» Così, lo zar andò a letto, mentre il soldato stette di guardia sena mai chiudere un occhio.

Poco dopo, si sentì fischiare e poi bussare, ed ecco che dei briganti irruppero nella capanna. La vecchia strega li accolse e disse loro: «Ho già in casa certi due che sono venuti qui a pernottare.» «Molto bene, bàbushka; abbiamo vagato in vano per la foresta tutta la notte, e finalmente la fortuna ci sorride, ma prima, servici la cena.» «Ma quelli si sono già fatti fuori tutto quanto.»

«Ma che razza di gentaglia! Dove diavolo sono adesso?» «Di sopra, a dormire.» «Bene, bene, adesso vado su io e gli dò una bella sistemata!» E uno dei briganti afferrò un grosso coltellaccio e fece irruzione nella soffitta, ma non appena ebbe messo il naso dentro, il soldato brandì la sciabola e in un colpo solo, zac! Giù la testa! Poi il soldato si rinfrancò con un po’ d’alcool e rimontò a sentinella. Intanto, di sotto, gli altri briganti attesero e attesero a lungo e dissero: «Ma come mai ci sta mettendo tanto?» E così mandarono su uno di loro a controllare, e il soldato accoppò pure lui, e in breve tempo mozzò la testa a tutta la banda.

All’alba lo zar si svegliò, vide tutti quei cadaveri e domandò: «Ehi, soldato, ma in che razza di guaio siamo caduti?» E il soldato gli spiegò per filo e per segno cos’era successo, e poi lasciarono la soffitta; appena il soldato vide la vecchia, esclamò: «Fermati, vecchia diavolessa! Ora dovrai vedertela con me: che hai avuto a che fare, tu, con questi briganti? Perché li hai fatti entrare? Ora dacci tutti i soldi, forza!» Sicché la vecchia andò ad aprire un baule tutto colmo d’oro, e il soldato se ne riempì lo zaino e tutte le tasche; poi, disse al suo commilitone: «Prendine anche tu.»

Ma lo zar rispose: «No, fratello, non ne ho bisogno: il nostro zar è ricco abbastanza, e se ne ha a sufficienza per se stesso, sarà così anche per noi.» «Se lo dici tu..» rispose il soldato. Poi lo accompagnò fuori dalla foresta e lo rimise sul sentiero di casa, e gli disse: «Ecco, segui questa via, e in un’ora sarai in città.» «Addio» gli disse lo zar, «ti ringrazio per il servizio che mi hai reso. Vieni a trovarmi, e farò di te un uomo ricco e felice.»

«Niente male come idea, ma questa non è una fiaba! In fondo, io sono un disertore, e solo mi azzardassi a entrare in città, sarei arrestato su due piedi.» «Non temere, soldato: lo zar mi è molto affezionato, e se io gli chiedessi un favore a nome tuo, raccontandogli delle tue valorose gesta, sono sicuro che egli avrebbe pietà di te e ti grazierebbe.» «Allora, dove ti trovo?» «Devi andare alla reggia.» «Molto bene, ci verrò domani stesso.» Così dicendo, lo zar e il soldato si congedarono. Lo zar imboccò la strada maestra fino alla capitale, e senza esitare ordinò a tutto la corte, alle guardie e al suo staff di stare bene attenti a un certo soldato che era atteso per l’indomani, e che appena fosse giunto in città, avrebbe dovuto essere ricevuto con tutti gli onori che di solito sono riservati ai generali.

Il giorno seguente, non appena il soldato arrivò davanti alla muraglia, una sentinella gli corse incontro e lo accolse con tutti gli onori. E il soldato chiese: «Che cosa significa tutto questo? A chi è rivolta quest’accoglienza?» «A te, soldato.» Così dicendo, il soldato tirò fuori dal borsello una bella manciata d’oro e la depose nelle mani della guardia, in segno di mancia, e poi entrò in città, e ovunque andasse, veniva accolto con onore e gloria dalle guardie reali, e ogni volta egli le ripagava con laute mance.

Ma pensò: “Hai capito che furbacchione quel servo dello zar? Ha detto a tutti che sono carico di soldi!” Entrò alla reggia, e l’intero esercito fu assemblato per l’occasione, e finalmente lo zar venne, e lo accolse, vestendo lo stesso abito del giorno prima. Al che, finalmente il soldato capì con chi aveva trascorso la notte nell’izba, e all’improvviso atterrì. «Era lo zar, ed io l’ho minacciato con la mia sciabola, proprio come avrei fatto con mio fratello!» Ma lo zar lo prese per mano, e lo premiò con i gradi da generale, mentre degradò il fratello a soldato semplice, come castigo per aver rinnegato un membro della sua stessa famiglia.

Traduzione dall’inglese di Valentina Vetere, da Russian Folk-Tales

 

 

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La baba jaga

Ecco un’altra fiaba in cui compare il personaggio principale della tradizione folkloristica russa: la baba jaga.

LA BABA JAGA

Fiaba popolare russa

C’erano una volta due genitori e una figlia; ma la moglie morì. Il contadino si risposò, e nacque un’altra figlia. La seconda moglie non amava la figliastra e la maltrattava. Allora il contadino decise di portare la figlia nel bosco. Arrivarono in un’isba e dentro trovarono la baba jaga e le chiese di prendere sua figlia a servizio. La baba jaga accettò e promise di ricompensarla bene, così il padre tornò a casa.

baba jaga illustrazione
Art by: Peter Ferguson

La baba jaga diede alla fanciulla molta roba da filare e tanti lavori faticosi e poi se ne andò. La fanciulla si mise a piangere. Accorsero dei topolini che le dissero: Non piangere! Dacci la polentina e ti daremo una bella cosina. La ragazza  preparò la polentina e nel frattempo i topolini avevano svolto tutte le faccende.

La baba jaga tornò e trovò tutti i lavori svolti a puntino; allora le chiese di prepararle il bagno. Dopo essersi lavata fece tanti doni alla ragazza. Poi uscì e le diede degli incarichi più difficili. La fanciulla pianse di nuovo. Arrivarono i topolini e le dissero: Non piangere. Dacci la polentina e noi ti diremo una bella cosina. Essa diede loro la polentina e i topi le insegnarono di nuovo che cosa doveva fare e come. Tornata la baba jaga la lodò un’altra volta e le fece dei regali ancora più belli.

Intanto la matrigna mandò il marito a vedere se la ragazza era ancor viva. Il contadino scoprì che la figlia era diventata ricchissima. La baba jaga non era in casa e così egli portò via la figlia con sé. Mentre tornavano, il cagnolino gridò : Bu, Bu. Arriva la padroncina! La matrigna lo sgridò: Dì invece che senti il rumore della cassettina con un mucchietto d’ossa.

La matrigna spinse il marito a portare anche l’altra figlia dalla baba jaga. La baba jaga lasciò anche a lei tanti lavori da fare e uscì. La ragazza era fuori di sé per la stizza e pianse. Accorsero i topolini e  le chiesero perché piangeva, ma lei, senza neppure farli parlare, li bastonò col matterello. Per paura della baba jaga cercò di lavorare bene, ma non ci riuscì. La baba jaga si arrabbiò tantissimo, la mangiò e mise le sue ossa in una cassettina.

A questo punto la madre mandò il marito a cercare la figlia. Il padre andò, ma riportò solo gli ossicini. Quando s’avvicinò al villaggio, la madre disse al cagnolino: Grida: Bu, bu, bu! Arriva la padroncina, ma il cagnolino, davanti alla casa, abbaiò: Bu, bu, bu! Sento il rumore delle ossa nella cassettina. A quel punto la donna stramazzò a terra morta.

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