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Gli Ittiti

Le origini – Gli Ittiti erano un popolo nomade proveniente dalla Russia che giunse in Anatolia (l’attuale Turchia) in tempi antichi. A partire dal 2500 a.C. gli Ittiti fondarono delle piccole città-stato indipendenti. Queste città commerciavano ed erano in buoni rapporti tra loro, tanto che unirono le forze per ribellarsi al popolo degli accadi che voleva sottometterli.

Il regno ittita – Le città-stato prosperarono per alcuni secoli, poi cominciarono un periodo di declino. Il re Pitanha ne approfittò per unificarle tutte sotto il suo regno, intorno al 1700 a.C. Pitanha fu un re forte ma amante della pace, che trattò con grande rispetto i popoli che sconfiggeva in battaglia assicurando la stabilità e la prosperità del suo regno.

Fine del regno – Il regno ittita dominò l’Anatolia per cinque secoli, fino al 1200 a.C. prima di essere disintegrato dagli attacchi dei Popoli del Mare e dalle ribellioni interne. Con la fine del regno ittita le città-stato tornarono indipendenti fino all’invasione degli assiri, che conquistarono l’Anatolia e sottomisero definitivamente gli Ittiti.

La lavorazione del ferro – Gli Ittiti furono uno dei pochi popoli del tempo che sapevano lavorare il ferro. Questo metallo era molto più resistente del bronzo: gli eserciti equipaggiati con armi e armature di ferro all’epoca avevano un grande vantaggio. Per questo motivo il ferro era considerato più prezioso dell’oro, tanto che il trono dei re ittiti era fatto di ferro.

Scrittura – Gli Ittiti utilizzavano una particolare forma di scrittura chiamata geroglifica anatolica (simile ai geroglifici egiziani, anche se i due sistemi di scrittura hanno origini molto diverse).

Politica – Gli Ittiti avevano leggi moderne e perfino una Costituzione scritta (la più antica del mondo). Non esisteva la pena di morte né la legge del taglione.

Gli Ittiti

In questa sezione potete trovare le nostre schede didattiche sugli Ittiti per i bambini della scuola primaria. Cliccate sulle immagini o sui pulsanti per stampare le schede.

Schede di storia:
🔴 Storia – Classe prima
🟠 Storia – Classe seconda
🟡 Storia – Classe terza
🟢 Storia – Classe quarta
🔵 Storia – Classe quinta
↩️ Storia – Tutte le schede

Tag: ittiti, ittiti scuola primaria, schede didattiche ittiti

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Puzzle di Natale

In questa sezione potete trovare i nostri puzzle di Natale. Cliccate sui disegni o sui pulsanti colorati per stampare i file PDF da colorare. Scorrete la pagina per leggere le istruzioni.

Istruzioni

  • Stampate la matrice del puzzle.
  • Colorate i paesaggi.
  • Incollate il puzzle su un foglio di cartoncino per rendere le tessere più resistenti.
  • Ritagliate le 9 tessere seguendo le linee nere.
  • Mescolate le tessere e datele ai bambini, che dovranno ricomporre il puzzle.

Su portalebambini.it potete trovare tanti lavoretti creativi per bambini, adatti a sviluppare gradualmente la motricità fine e le competenze grafiche, artistiche e manuali dei più piccoli.

Dal 2020 i nostri lavoretti sono diventati più sostenibili: nei nostri tutorial impieghiamo esclusivamente carta e cartone; inoltre limitiamo al massimo l’impiego di colle e vernici, che incidono negativamente sulla possibilità di riciclare la carta. Non troverete più lavoretti che utilizzano plastica né lavoretti composti che mischiano insieme materiali diversi, producendo oggetti non riciclabili. È solo un piccolo gesto, ma per noi è molto importante: l’educazione è lo strumento più potente per tutelare la Terra e costruire un futuro sostenibile.

IDEE REGALO PER NATALE:

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TORNA A:

Attenzione: queste immagini sono protette da copyright. Riprodurle sul web – compresi i social network – senza la nostra autorizzazione scritta è vietato ai sensi di legge. È sempre permessa la stampa per uso personale (es. per colorare) e per uso didattico (es. esercizi in classe).

Tag: puzzle di Natale

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Poesie e Filastrocche per il Giorno della Memoria

In questa sezione abbiamo raccolto tante poesie per il Giorno della Memoria per i bambini della scuola primaria.

Poesie per il Giorno della Memoria

Se questo è un uomo

Primo Levi

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

Lettera di un preside agli insegnanti della sua scuola

Citata in: Haim Ginot, Bambini e maestri, Garzanti, 1973

Caro collega,
sono un sopravvissuto dì un campo di sterminio.
I miei occhi hanno visto cose
che nessuno dovrebbe mai vedere:
camere a gas costruite da ingegneri specializzati,
bambini avvelenati da medici colti,
lattanti soppressi da infermiere provette,
donne e bambini fucilati e bruciati
da gente diplomata e laureata.
L’istruzione, perciò, mi insospettisce.
E vi chiedo: aiutate i vostri alunni a diventare umani.
I vostri sforzi non devono mai produrre mostri eruditi,
psicopatici sapienti, o dotti Eichmann.
La lettura, la scrittura e l’aritmetica
sono cose importanti soltanto
se servono a rendere i nostri figli più umani.

Aprile

Anna Frank

Prova anche tu,
una volta che ti senti solo
o infelice o triste,
a guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.
Non le case o i tetti, ma il cielo.
Finché potrai guardare
il cielo senza timori,
sarai sicuro
di essere puro dentro
e tornerai
ad essere Felice.

Per non dimenticare

Gina Tota

Un giorno fummo presi
da uomini di ghiaccio
e portati lontani dal sole.
Non un frammento di luce,
lasciarono nei nostri cuori
in silenzio, camminavano
i nostri sogni e, fu così che,
diventammo dei numeri, delle ombre,
mucchi di tenebre.
Poi leggeri leggeri, uscimmo
da alti camini.

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Tag: poesie giorno della memoria, poesie sul giorno della memoria, poesie per il giorno della memoria, filastrocche per il giorno della memoria, filastrocche sulla memoria

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Immacolata

Immacolata è un nome di origine latina che significa “senza macchia”.

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La leggenda della Befana

Tanto tempo fa, tre saggi partirono dal lontano Oriente: erano i Magi, diretti a Betlemme per rendere omaggio al bambino Gesù, appena nato. Il loro viaggio fu lungo e faticoso: attraversarono pianure sconfinate e fiumi impetuosi, montagne impervie e deserti roventi.

Una sera, i tre saggi bussarono a una casetta lungo la strada, in cerca di ospitalità. Fu una donna ad aprire la porta: una ragazza bellissima, che viveva da sola. Non chiese nulla ai tre stranieri, ma li accolse e servì loro una cena coi fiocchi. Poi, preparò tre stuoie nella sala accanto al focolare e li ospitò per la notte.

Il mattino seguente, i Magi ripartirono, dopo aver ricompensato la ragazza per la sua ospitalità.
“Dove andate con tanta fretta?”
“Andiamo a salutare il bambino Gesù”.
“Come lo troverete?”
“Seguiamo la sua cometa. Vuoi unirti a noi?”
“Vorrei, ma devo finire le faccende di casa; poi partirò anch’io”.
La ragazza tornò dentro e riprese i suoi lavori; quando finì, i tre saggi erano già partiti.
Così prese un sacco pieno di uva passa, frutta secca e dolci e si mise in viaggio verso Betlemme. Quando arrivò, scoprì che il bambino Gesù non c’era più: la sua famiglia era scappata, per sfuggire al re Erode che voleva uccidere il neonato.

La delusione della ragazza fu grande. Ormai la stella cometa era scomparsa: come avrebbe potuto trovare il bambino Gesù? Ad ogni modo, non si scoraggiò: prese il sacco e si mise in viaggio. A ciascun bambino che incontrava lungo il cammino distribuiva qualche dolce, nella speranza che fosse Gesù. Quella ragazza ormai è una vecchina, ma il suo viaggio non è ancora finito: continua ad attraversare i paesi del mondo donando i suoi dolci ai bambini, nella speranza di incontrare un giorno il Figlio di Dio.

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Il Bruco Mangianoia e il fiocco di neve

Testo di: Alessia de Falco e Matteo Princivalle

C’era una volta un fiocco di neve. Rimaneva guardingo al riparo nella sua nuvoletta, mentre i suoi fratelli si lanciavano nel cielo del Nord, vorticando fino a raggiungere il suolo.
“Pistaaa! Mi butto”, urlava il fiocco accanto a lui, pronto a lanciarsi in una nuova avventura.
“Arrivooo!” gli faceva eco un altro.
“Ehi tu, perché non vieni con noi?” chiedevano i suoi amici prima di lanciarsi.

Ma il fiocco non aveva nessuna intenzione di muoversi.
“Io resto qui, sto così bene nella mia nuvoletta”.

Come dargli torto del resto: mai lasciare il certo per l’incertezza, dicevano le nonne. Eppure il fiocco di neve non era felice: desiderava tanto scoprire cosa facevano i suoi amici una volta caduti a terra. Tuttavia, ogni volta che provava a lanciarsi, veniva assalito dai dubbi:
“E se mi sciogliessi prima di arrivare?
E se il vento mi spazzasse via?
E se mi accadesse qualcosa di brutto?”

Tutti questi “se” paralizzavano il fiocco che, alla fine, rimase solo. Tutti i suoi fratelli erano scesi sulla Terra e formavano una coltre di neve scintillante. Tra le spire soffici della nuvola era rimasto soltanto lui; ad un certo punto, la nuvola, perse la pazienza e lo rimproverò: “Ti sbrighi a scendere? Io sto aspettando te. Devo partire per  l’Asia, insieme alle mie amiche: sarà un lungo viaggio, non posso rimanere qui per sempre”.

Il fiocco di neve scoppiò a piangere. “Io…, io…, io HO PAURA”.
La nuvola cambio tono e con parole dolci gli disse: “So chi può aiutarti”. Poi mandò a chiamare il Bruco Mangianoia, che arrivò su un tappeto magico, fatto di aghi di abete.

La nuvola gli spiegò la situazione e, dopo aver ascoltato attentamente, il bruco disse al fiocco di neve: “Amico, non ti devi preoccupare. Tutti abbiamo paura, fa parte della vita. Quello che non conosciamo ci spaventa, sarebbe strano il contrario. Però ho un rimedio”.
E, così dicendo, porse al fiocco di neve uno strano oggetto.

“Questa è la macchina Tornaindietro: ti permetterà di tornare dov’eri, se il posto in cui ti troverai non dovesse piacerti. Non presto volentieri questa macchina, ma il tuo è un caso molto particolare. Adesso lanciati e, se il viaggio non ti piacerà, torna indietro”.

Il fiocchetto di neve  non aveva nulla da perdere nel provare quel marchingegno: avrebbe potuto lanciarsi come i suoi amici, dare un’occhiata in giro e poi decidere. Armato di tanta speranza si lanciò dalla sua nuvoletta, e ciò che vide fu meraviglioso: l’aurora boreale illuminava l’orizzonte, la neve ammantava di bianco la terra e i suoi amici lo aspettavano. Si lasciò la paura alle sue spalle e scivolò piano sugli altri fiocchi, che avevano già formato uno spesso manto di neve.

La magia dell’inverno fu breve, ma così straordinaria che il fiocco di neve non pensò nemmeno per un istante di usare la macchina Tornò indietro: cadde felice, sapendo che – o forse no – quell’attimo di felicità valeva più di qualsiasi altra cosa.

Leggete anche:

I nostri libri:

I racconti del beija-flor

Età di lettura: da 6 anni
€ 16,00

Fiabe d’inverno

Età di lettura: da 5 anni
€ 4,58

Racconti di Natale

Età di lettura: da 5 anni
€ 7,29

Le nostre storie:

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