Educazione ambientale per la scuola primaria: schede, idee e progetti

Educazione ambientale
L’educazione ambientale è quel “processo per cui gli individui acquisiscono consapevolezza ed attenzione verso il loro ambiente; acquisiscono e scambiano conoscenze, valori, attitudini ed esperienze, come anche la determinazione che li metterà in grado di agire, individualmente o collettivamente, per risolvere i problemi attuali e futuri dell’ambiente.”
L’educazione ambientale comprende tre grandi temi, legati fra loro:
- Conoscenza e tutela degli ecosistemi e della biodiversità
- L’inquinamento
- Il cambiamento climatico
Perché è importante l’educazione ambientale?
- Perché dobbiamo ridurre l’inquinamento? Per cominciare, l’inquinamento causa il cambiamento climatico e riduce la biodiversità. Inoltre, alcune sostanze inquinanti contribuiscono all’effetto serra; altre sono velenose o mortali per gli animali e i vegetali. Infine, l’inquinamento è pericoloso anche per l’uomo: lo smog, ad esempio, causa numerose malattie.
- Perché dobbiamo contrastare il cambiamento climatico? Perché il cambiamento climatico rende più frequenti e più distruttive le catastrofi naturali (alluvioni, cicloni, grandinate, siccità estrema); inoltre, se la temperatura sulla Terra, molte terre diventeranno troppo calde e secche o troppo umide per ospitare la vita.
- Perché dobbiamo tutelare l’ecosistema e la biodiversità? Perché non possiamo sopravvivere in un ambiente povero di specie viventi. Per esempio: la metà delle medicine che utilizziamo per curarci vengono ricavate da specie vegetali o animali; se queste dovessero estinguersi, rimarremmo senza farmaci. Ecco un altro esempio: oltre un terzo di ciò che mangiamo è prodotto grazie agli animali impollinatori (api, mosche, farfalle, pipistrelli, etc.). Se questi animali dovessero estinguersi, trovare cibo diventerebbe molto più difficile.
Qual è lo scopo (vision) dell’educazione ambientale?
- Insegnare perché è importante tutelare l’ambiente (mentalità attenta all’ambiente e alla sua tutela).
- Educare a compiere azioni sostenibili (formazione di buone abitudini e predisposizione ad agire in modo sostenibile).
Quali sono i mezzi (mission) dell’educazione ambientale?
- Pensiero critico: 1) Leggere testi scientifici e racconti basati sui fatti, 2) Riflettere insieme su quello che si è letto
- Educazione pratica: 1) Mettere in pratica certe azioni in classe (utilizzare la borraccia al posto delle bottiglie di plastica), 2) Assegnare come “compiti a casa” azioni sostenibili (raccolta differenziata).
Progetti di educazione ambientale per la scuola primaria
Progetto 1: Salviamo le api
Questo progetto ha come obiettivi: 1) Quello di far comprendere ai bambini l’importanza degli insetti impollinatori per la biodiversità e per la vita umana e 2) Quello di insegnare alcune buone pratiche per salvaguardare questi insetti.
Età: il progetto è adatto ai bambini a partire dalla classe terza della scuola primaria.
- Per cominciare, si legge ad alta voce la favola “Il Bruco Mangianoia e l’ape”, che trovate qui.
- Successivamente, si spiega ai bambini come avviene l’impollinazione e il ruolo degli insetti impollinatori. Potete usare questa scheda di riferimento.
- Infine, si progetta e si realizza (si può fare anche individualmente, a casa) una piccola aiuola salva-api, utilizzando questa scheda di riferimento.
Progetto 2: Comprendere gli effetti del riscaldamento globale
Questo progetto ha come obiettivi: 1) Far comprendere ai bambini gli effetti drammatici del cambiamento climatico, 2) Offrire alcune informazioni scientifiche sull’effetto serra e sul riscaldamento globale, 3) Insegnare alcune buone pratiche per fare la nostra parte nel contenimento di questo fenomeno.
Età: il progetto è adatto ai bambini a partire dalla classe terza della scuola primaria.
- Per cominciare, si legge ad alta voce la storia di Jed e Billa, che trovate qui.
- Successivamente, si affronta il tema del cambiamento climatico. Potete usare questa scheda di riferimento.
- A questo si aggiunge l’effetto serra, strettamente legato ai cambiamenti climatici. Potete usare questa scheda di riferimento.
- Infine, si mostrano ai bambini un elenco di piccole azioni che possono compiere per dare il proprio contributo a questa causa.
- È importante che i bambini capiscano che sono le piccole azioni a fare la differenza: l’effetto serra si può ridurre solo se ciascuno fa la propria parte! Per trasmettere questo messaggio potete utilizzare due favole: “Il bambino e le stelle marine” (che trovate qui) e “La favola del colibrì” (che trovate qui).
Gli obiettivi dell’educazione ambientale
L’educazione ambientale è un tema estremamente attuale. Proprio la sua attualità, però, non deve trarre in inganno: come tutti gli interventi educativi deve mantenere un atteggiamento critico rispetto ai messaggi dei media e deve individuare con precisione uno scopo (vision) e i mezzi necessari a raggiungerlo (mission).
Lo scopo (vision)
Lo scopo dell’educazione è quello di produrre abiti mentali, mentalità composte da una parte riflessiva e una parte attiva. La riflessione, senza azione, è inutile. D’altro canto, l’azione senza riflessione è pericolosa. Se facciamo educazione ambientale, il nostro scopo è quello di formare bambini e ragazzi capaci di riflettere in modo critico sull’ambiente e sui messaggi lanciati dai media a proposito di ambiente e clima. Ma non possiamo fermarci qui: dobbiamo educare all’azione (intesa non tanto come attivismo politico quanto piuttosto declinata nell’azione individuale) e alla creazione di reti di azione.
I mezzi (mission)
Per giungere all’abito mentale che desideriamo abbiamo due potenti strumenti. Da un lato gli esercizi legati al pensiero critico; dall’altro le abitudini. Pensare in modo critico vuol dire, a partire da una serie di dati, comprendere i problemi ed elaborare delle soluzioni. Costruire delle abitudini, invece, significa individuare un certo numero di comportamenti da introdurre nella routine quotidiana e da monitorare con costanza. Le abitudini, da sole, non bastano a costruire un abito mentale. Tuttavia, combinate all’esercizio del pensiero critico sono uno strumento educativo estremamente efficace.
Se perdiamo di vista questi due fondamentali, il nostro intervento è in pericolo. Inoltre,esporremo i nostri bambini (figli o alunni che siano) a due seri rischi:
- se manca la pratica delle abitudini, rischiamo di produrre dei “liberi pensatori ambientali” che alla prova dei fatti, mettono in atto condotte assolutamente nocive per l’ambiente;
- se manca il pensiero critico, rischiamo di produrre dei “burattini”, facile preda di chi, attraverso l’una o l’altra narrazione mediatica, persegue il suo interesse (a tutto danno della massa e dei nostri ragazzi).
Ecco alcuni esempi di attività mirate che si possono proporre negli ultimi anni del ciclo primario:
- Pensiero critico: analisi dei consumi di energia elettrica e della provenienza dell’energia elettrica (trovate una traccia di lavoro nella nostra “Lettera a un/a manifestante per il clima“), lettura di una bolletta dell’elettricità, analisi dei problemi derivanti dal cambiamento climatico, adattamento al nuovo clima, prevenzione del nuovo clima, interessi economici e tutela ambientale, come i media possono distorcere le informazioni sul clima, analisi critica della figura dell’influencer ambientalista (che può essere utile, ma non è sufficiente a cambiare davvero), analisi critica dei nostri comportamenti quotidiani e del loro impatto.
Il punto critico, parlando di pensiero critico, è seminare nei bambini pensieri che siano realmente critici e non semplici opinioni veicolate dai media. Dobbiamo insegnare loro ad amare l’ambiente, ma anche a dubitare delle narrazioni dominanti. Dobbiamo abituarli a formarsi una propria idea, analizzando i dati in modo oggettivo. - Abitudini: utilizzo delle borracce in classe, eliminazione delle merendine confezionate, raccolta differenziata, uso esclusivo di carta riciclata, riduzione dell’uso di carta a scuola (eliminazione dei libri di testo, eliminazione delle schede se già si usa il quaderno o eliminazione del quaderno se si usano le schede), ingresso e uscita da scuola a piedi e non in macchina, raccolta di rifiuti.
Il punto critico, parlando di abitudini, è il monitoraggio nel tempo: almeno per il primo mese, dobbiamo tenere traccia costantemente del rispetto o meno dell’abitudine. Quest’operazione di monitoraggio insegnerà ai bambini autocontrollo, disciplina e grinta. Ottime basi per un futuro radioso.
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