Conoscete la differenza tra magma e lava? Questi termini vengono spesso utilizzati come sinonimi quando si parla di vulcani e di eruzioni, ma non lo sono.
Differenza tra magma e lava
Il magma
Il magma è una massa composta da roccia fusa e gas, che si accumula nel serbatoio del vulcano, al di sotto della crosta terrestre. La temperatura del magma dipende dalla quantità di silice contenuta al suo interno e può variare da 500 fino a 1200 °C.
La lava
Quando il magma erutta dal vulcano, i gas presenti al suo interno si disperdono nell’atmosfera e il magma si trasforma in lava. Al momento dell’eruzione, la lava ha la stessa temperatura del magma (compresa tra 500 e 1200 °C). A contatto con l’atmosfera o con l’acqua marina la lava comincia a raffreddarsi, fino a solidificarsi.
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Due parole si dicono in rima fra loro quando condividono le ultime lettere, vocali e consonanti, a partire dalla vocale su cui cade l’accento (tonica): rima – prima.
Tipi di rime
Esistono sei tipi di rime utilizzati nella poesia italiana: la rima baciata, la rima alternata, la rima incrociata, la rima incatenata, la rima ripetuta e la rima invertita. Nell’ultimo secolo si sono diffuse anche le poesie in versi liberi (versi non rimati) mentre un tempo le rime erano una scelta obbligata per i poeti.
Rima baciata
Schema: AABB Si usa per comporre: distici (2 versi), quartine (4 versi)
Nelle rime baciate ogni verso fa rima con il verso successivo. Si tratta del tipo di rima più semplice; non a caso, è utilizzata in molte filastrocche per bambini, ninnananne e canzoni.
Ecco un esempio di rima baciata:
Trenta dì conta novembre con april, giugno e settembre. Di ventotto ce n’è uno, tutti gli altri ne han trentuno. (Filastrocca dei mesi)
Rima alternata
Schema: ABAB Si usa per comporre: distici (2 versi), quartine (4 versi)
Nelle rime alternate il primo verso fa rima con il terzo, il secondo con il quarto e così via.
Ecco un esempio di rima alternata:
La vispa Teresa avea tra l’erbetta a volo sorpreso gentil farfalletta. (Luigi Sailer, La vispa Teresa)
Rima incrociata
Schema: ABBA Si usa per comporre: quartine (4 versi)
Nelle rime incrociate il primo verso fa rima con il quarto e il secondo con il terzo.
Ecco un esempio di rima incrociata:
Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza. (Lorenzo de’ Medici, Canzona di Bacco)
Rima incatenata
Schema: ABA BCB Si usa per comporre: terzine (3 versi)
Il primo verso della prima terzina fa rima con il terzo verso della prima terzina. Il secondo verso della prima terzina fa rima con il primo e il terzo verso della seconda terzina. La rima incatenata è conosciuta anche come terzina dantesca.
Ecco un esempio di rima incatenata:
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura Che la diritta via era smarrita. … E quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia et aspra e forte, che nel pensier rinova la paura! … Tant’è amara che poco è più morte; ma, per trattar del ben ch’io vi trovai, dirò dell’altre cose ch’io v’ò scorte. … (Dante Alighieri, La divina commedia)
Rima ripetuta
Schema: ABC ABC Si usa per comporre: terzine (3 versi)
Nella rima ripetuta il primo verso di una terzina rima col primo verso della seconda terzina; il secondo verso della prima terzina rima col secondo verso della seconda terzina e il terzo verso della prima terzina rima col terzo verso della seconda terzina.
Ecco un esempio di rima ripetuta:
Ma sento ardermi in cor la luce bruna De le pupille in cui erra dolente Il desio d’un ignoto estraneo lito, … Quando ammiro da i poggi ermi la luna A la città marmorea tacente Dir le malinconie de l’infinito. … (Giosuè Carducci, Mattutino e notturno, Rime nuove)
Rima invertita
Schema: ABC CBA Si usa per comporre: terzine (3 versi)
Nella rima invertita il primo verso di una terzina rima col terzo verso della seconda terzina; il secondo verso della prima terzina rima col secondo verso della seconda terzina e il terzo verso della prima terzina rima col primo verso della seconda terzina.
Ecco un esempio di rima invertita:
come ogni foglia attende il suo fiore come ogni fiore attende il suo frutto come ogni notte attende il suo sole; … così, così col cuore che mi duole nell’attesa, dimentico di tutto così, così, t’attendo, dolce amore! … (Sergio Corazzini, L’attesa)
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Tag: tipi di rime, rima baciata, rima alternata, rima incatenata
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La foce del fiume è il punto in cui un fiume entra nel mare. Questo termine deriva dal latino faux, che significa “bocca”. Esistono due tipi di foci: la foce a delta e la foce a estuario. In questo articolo analizzeremo le differenze tra l’una e l’altra.
Differenze tra foce a delta e a estuario
Foce a delta
La foce a delta è una foce ramificata. I depositi trasportati dal fiume formano paludi e isolotti in prossimità del mare e il corso del fiume si divide in canali poco profondi. La foce a delta prende il suo nome dalla lettera greca delta “Δ”, poiché ha una forma triangolare.
Fiumi italiani con foce a delta: Po, Adige (entrambi sfociano nell’area chiamata delta del Po, che si estende per quasi 200 km2), Tevere.
Foce a estuario
La foce a estuario non presenta ramificazioni: i detriti non si accumulano intorno alla foce e il fiume sbocca nel mare attraverso un unico ramo o canale, piuttosto profondo. Nell’estuario, le correnti marine allontanano i detriti dal delta fluviale.
Fiumi italiani con foce a estuario: Arno, Piave, Tagliamento, Brenta.
Definizioni
Che cos’è la foce a delta?
Definizione: la foce a delta è una foce ramificata. Il fiume si divide in molti rami e canali; tra uno e l’altro si formano isolotti e paludi.
Che cos’è la foce a estuario?
Definizione: la foce a estuario non ha ramificazioni. Il fiume entra in mare attraverso un unico canale.
Scoprite tutte le altre lezioni di geografia per la scuola primaria (ex scuola elementare) dedicate ai paesaggi naturali.
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Definizione: la montagna è un rilievo con altitudine superiore ai 600 m s.l.m.
La parte compresa tra i 600 e i 1500 m si chiama bassa montagna, mentre la parte al di sopra dei 1500 m si chiama alta montagna. Il clima in montagna è rigido: gli inverni sono freddi e secchi, con abbondanti precipitazioni nevose. Le estati sono fresche e brevi.
È possibile classificare i rilievi montuosi in base alle loro origini (orogenesi). Una montagna può essere: 1) di origine tettonica o di sollevamento se si è formata in seguito al sollevamento di una placca terrestre che si è ripiegata formando un rilievo; 2) di origine vulcanica, se si è formata dalla fuoriuscita di magma da una spaccatura tra due zolle terrestri.
Le montagne cambiano nel corso del tempo: gli agenti atmosferici erodono le vette riducendone progressivamente l’altitudine. L’acqua scava canyon profondi tra le montagne.
Le parti della montagna
Le parti della montagna sono:
Piede: la parte più bassa della montagna
Cima: punto più alto della montagna. Si dice anche vetta.
Vetta: punto più alto della montagna. Si dice anche cima.
Versante: area compresa tra la cima e il piede di una montagna. Ogni montagna ha due versanti.
Parete rocciosa: tratto molto ripido o verticale di un versante.
Valle: area pianeggiante compresa tra due montagne.
Valico: passaggio naturale tra due montagne. Si chiama anche passo.
Passo: passaggio naturale tra due montagne. Si chiama anche valico.
Ghiacciaio: distesa di ghiaccio perenne, che non si scioglie nemmeno d’estate.
Catena montuosa: serie di più montagne allineate fra loro.
Altopiano: area pianeggiante al di sopra dei 600 metri.
Altitudine: l’altezza di una montagna, misurata a partire dal livello del mare ed espressa in metri.
Conoscere le parti della montagna è importante per riuscire a descrivere in modo appropriato un paesaggio montano. Per consolidare l’apprendimento, abbiamo realizzato un quiz online sulle parti della montagna, adatto a partire dalla classe terza:
Approfondimenti
Scoprite il lapbook che abbiamo realizzato per studiare meglio la montagna:
Quiz online
Mettetevi alla prova con questo quiz a risposta multipla per testare le vostre conoscenze sulla montagna:
Schede didattiche
In questa sezione potete trovare le nostre schede didattiche sulla montagna per la scuola primaria.
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Definizione: il fiume è un corso d’acqua dolce che nasce da una sorgente e sfocia nel mare, in un lago o in un altro fiume.
I corsi d’acqua si classificano in base alla portata, ovvero la quantità di acqua che può scorrere nel loro letto. I fiumi hanno una portata d’acqua elevata. I ruscelli hanno una portata d’acqua molto ridotta mentre i torrenti hanno una portata d’acqua intermedia. Alcuni fiumi hanno carattere torrentizio: questo significa che il loro letto si prosciuga completamente durante le stagioni secche (estate e inverno) e si riempie nel periodo delle piogge.
Ma come nasce un fiume? Alcuni fiumi nascono dai ruscelli che si formano quando si scioglie la neve; altri nascono da sorgenti sotterranee o dai laghi.
Le parti del fiume
Le parti del fiume sono:
Fonte: è il luogo in cui “nasce” il fiume. È detta anche sorgente.
Sorgente: è il luogo in cui “nasce” il fiume. È detta anche fonte.
Ghiacciaio: accumulo di nevi perenni (che non si sciolgono mai, nemmeno d’estate) in alta montagna; molti fiumi nascono a partire dai margini di un ghiacciaio.
Letto: è lo spazio occupato dal fiume lungo il suo corso. È detto anche alveo.
Alveo: è lo spazio occupato dal fiume lungo il suo corso. È detto anche letto.
Argini o sponde: sono le pareti laterali che delimitano il letto di un fiume. Gli argini possono essere naturali o artificiali. Se l’acqua esce dagli argini il fiume straripa e allaga l’area circostante.
Cascata: è un dislivello verticale nel corso di un fiume.
Rapide: tratti in cui il fiume scorre in pendenza, caratterizzati da forti correnti.
Ansa: ampia curva a forma di “S” formata da un fiume lungo il suo corso. È detta anche meandro.
Meandro: ampia curva a forma di “S” formata da un fiume lungo il suo corso. È detta anche ansa.
Foce a delta: foce ramificata e caratterizzata dalla presenza di isolotti, canali e paludi.
Foce a estuario: foce a forma di imbuto, senza ramificazioni
Affluente: fiume che entra in un altro fiume
Immissario: fiume che entra in un lago
Emissario: fiume che esce da un lago
Corso di un fiume: è lo spazio geografico occupato dal fiume dalla sorgente alla foce.
Per memorizzare le definizioni è possibile utilizzare il gioco del fiume. Ci si divide in squadre di 5 bambini. Al “VIA”, ciascuna squadra dovrà scrivere il maggior numero di parole del fiume su un foglio, completando ciascuna parola con la sua definizione. I giocatori hanno 10 minuti di tempo. Allo scadere del tempo, si assegnano i punteggi: 1 punto per ogni parola corretta e 2 punti per ogni definizione corretta. Vince la squadra che totalizza più punti.
Noi abbiamo preparato uno schema tascabile contenente tutte le informazioni importanti: si tratta di una sorta di lapbook molto, molto semplice:
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Buongiorno amici
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Perché dovreste augurare il buongiorno? Augurare il buongiorno alle persone a cui vogliamo bene è un piccolo gesto, ma ha un potere incredibile. Gli psicologi studiano la gratitudine da decenni e i suoi effetti sono stati dimostrati oltre ogni ragionevole dubbio. Questa emozione positiva contribuisce al benessere (da non confondere con la felicità, come abbiamo spiegato in questo articolo), rende più facile la costruzione delle relazioni sociali e la cooperazione con gli altri. Le persone grate alla vita hanno relazioni sociali più solide, ma soprattutto sono meno stressate e hanno una tendenza ridotta a soffrire di depressione (Wood et al., 2008). Se vi interessa approfondire questi temi, su portalebambini.it abbiamo dedicato un’intera sezione all’educazione positiva, ovvero l’insieme di tutte le teorie e le tecniche per coltivare il benessere.
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