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Il re e il masso

C’era una volta un re che decise di mettere alla prova i suoi sudditi: una notte fece rotolare un grande masso in modo che bloccasse la strada che portava alla capitale; ma prima, fece nascondere sotto il masso un sacchetto pieno di monete d’oro, nel quale infilò anche una piccola pergamena.
La mattina successiva, i primi mercanti attraversarono la strada e la trovarono bloccata dal masso.
“Che seccatura! Il re dovrebbe tenere pulite le strade” dissero, e aggirarono l’ostacolo portando i loro carri tra gli alberi, nel bosco. Tutti i passanti se la presero con il re per quel masso, ma nessuno di loro si preoccupò di spostarlo: chi poteva aggirò l’ostacolo mentre gli altri, invece, tornarono indietro.
Al tramonto passò di lì un contadino e vedendo il masso decise di spostarlo; si aiutò con un grosso bastone e, dopo tanti sforzi, riuscì a farlo rotolare nel bosco, liberando la strada.
Immaginate la sorpresa del contadino quando vide un sacchetto di velluto schiacciato nel fango, lì dove giaceva il masso; lo raccolse e lo aprì, rivelando le monete d’oro al suo interno. C’era abbastanza oro da vivere tranquilli per tutta la vita; c’era anche una pergamena. Il contadino la srotolò e lesse: “Queste monete sono la giusta ricompensa per colui che libererà la strada dal masso posato sopra questo messaggio; firmato: Il Re”.

Questa storia ci insegna che ogni ostacolo potrebbe nascondere un’opportunità: chi è pigro si lamenta e non fa nulla per cambiare le cose, ma chi si impegna ad eliminare l’ostacolo dalla sua strada potrebbe rimanere piacevolmente sorpreso.

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Ecopsicologia: una scienza per ripristinare il legame uomo-natura

Uomo e natura sono uniti da un legame invisibile, che recentemente sta vacillando. Fino al secolo scorso, l’uomo non poteva fare a meno della natura e la sua vita era scandita dai tempi della natura, delle stagioni e del raccolto. Negli ultimi anni, tuttavia, questo legame si è incrinato, dapprima a causa dell’urbanizzazione e successivamente con la rivoluzione digitale; ma cosa comportano per l’uomo queste trasformazioni sostanziali dello stile di vita?
Rispondere a queste domande è compito dell’ecopsicologia, disciplina recente, nata in California negli anni Novanta, che indaga gli effetti sulla psiche della natura e dell’allontanamento da essa.

L’ecopsicologia raccoglie i contributi di più discipline: ecologia profonda, psicologia ambientale, psicologia umanistica e filosofia. Daniel Goleman, lo psicologo che ha diffuso a livello internazionale il concetto di intelligenza emotiva, ha approfondito negli ultimi anni il concetto di intelligenza ecologica, ovvero la capacità di riconoscere le connessioni che ci legano alla natura.

La cura per l’ambiente non è un movimento o un’ideologia è il nostro prossimo gradino evolutivo (…) Perché l’uomo è un animale con una nicchia ecologica particolare da salvaguardare: L’intero pianeta Terra“.
Daniel Goleman

Negli ultimi trent’anni è emerso dagli studi scientifici che la vicinanza con la natura esercita un’influenza estremamente benefica sulla psiche: nei bambini l’attenzione è potenziata, e con essa il rendimento scolastico; inoltre, immergersi nella natura allevia lo stress e combatte la depressione. Recentemente, nel Regno Unito, le passeggiate nella natura sono state introdotte come terapia complementare, una medicina vera e propria (che si affianca alle terapie tradizionali). Le attività nella natura alleviano i sintomi dell’ADHD (il disturbo da deficit di attenzione e iperattività) in modo naturale, e numerose equipe di ricercatori stanno indagando ulteriori benefici possibili.

L’ecopsicologia unisce queste evidenze teoriche con precise linee guida per la pratica: dalla crescita personale mediata dalla natura alla progettazione di servizi educativi rispettosi della psiche umana e dei bisogni del bambino. Per comprendere il legame tra uomo e natura è necessario ricorrere al concetto di pensiero complesso: la complessità del sistema-uomo è tale che non si può ridurre ad una serie di numeri e approssimazioni.  L’umanità va considerata nella totalità delle sue componenti e dei suoi bisogni; se ne trascuriamo anche uno solo – la natura – gli effetti potrebbero essere devastanti.

Per entrare nel mondo affascinante dell’ecopsicologia consigliamo il testo Intelligenza ecologica di Daniel Goleman, che affronta il tema della natura inserendolo in un contesto più ampio, quello dell’intelligenza emotiva e sociale, per costruire una nuova identità umana, rispettosa delle nostre risorse psicologiche e della nostra casa comune, la Terra.

BIBLIOGRAFIA
Daniel Goleman, Intelligenza ecologica, Rizzoli, Milano, 2009.

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Buon Natale in tutte le lingue d’Europa

Come si dice Buon Natale nei 28 paesi membri dell’Unione Europea? Scopritelo con questo elenco:

  1. Austria: Fröhliche Weihnachten or Frohe Weihnachten
  2. Belgio: Zalig Kerstfeest
  3. Bulgaria: Весела Коледа or Честито Рождество Христово
  4. Cechia (Repubblica Ceca): Veselé Vánoce
  5. Cipro: Mutlu Noeller
  6. Croazia: Sretan Božić
  7. Danimarca: God jul or Glædelig jul
  8. Estonia: Häid jõule
  9. Finlandia: Hyvää joulua
  10. Francia: Joyeux Noël
  11. Germania: Fröhliche Weihnachten or Frohe Weihnachten
  12. Grecia: Καλά Χριστούγεννα
  13. Irlanda: Nollaig Shona + Dhuit (singular) or Daoibh (plural)
  14. Italia: Buon Natale
  15. Lettonia: Priecīgus Ziemassvētkus
  16. Lituania: Linksmų Kalėdų
  17. Lussemburgo: Schéine Chrëschtdag
  18. Malta: il-Milied it-Tajjeb
  19. Paesi Bassi: prettig Kerstfeest
  20. Polonia: Wesołych Świąt (Bożego Narodzenia)
  21. Portogallo: Feliz Natal
  22. Regno Unito: Merry Christmas
  23. Romania: Crăciun fericit
  24. Slovacchia (Repubblica Slovacca): Veselé Vianoce
  25. Sloveno: Vesel božič
  26. Spagna: Feliz Navidad
  27. Svezia: God jul
  28. Ungheria: Boldog karácsonyt

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Quali sono le tecniche più efficaci per l’apprendimento in gruppo?

È vero che lavorando in gruppo e collaborando tra studenti si impara meglio rispetto a quanto non accadrebbe con una lezione frontale?
Sì, ma a certe condizioni: l’apprendimento in gruppo è efficace solo se tutti i membri del gruppo seguono un copione ben preciso; occorre una progettazione accurata delle sessioni di studio collettivo e un alto grado di strutturazione dei materiali; a queste condizioni, l’efficacia è dimostrata (ed è superiore a quella di una lezione frontale).

Reciprocal teaching
Questa è la tecnica più efficace per il lavoro didattico in gruppo. Dopo aver formato delle coppie o dei piccoli gruppi (3-4 individui), a turno, gli studenti “insegnano” al loro compagno o ai loro compagni uno dei materiali di studio assegnati (testi, immagini, video, brevi esercitazioni, etc.); dopo la fase di esposizione il gruppo discuterà insieme su questi materiali. Perché la tecnica funzioni è necessario strutturare molto bene il materiale di studio, in vista del compito che i ragazzi dovranno svolgere.

Peer tutoring
Uno studente viene scelto dall’insegnante per assumere il ruolo di “tutor” dei suoi compagni; lo studente tutor collaborerà con l’insegnante per presentare i materiali di studio e spiegare gli argomenti di lezione. Questo cambiamento di ruolo – ricorda nel principio la tecnica di Feynman – porta numerosi benefici allo studente tutor, che riesce ad elaborare in modo approfondito gli argomenti, ma anche al resto del gruppo, che riceve informazioni più comprensibili. Il ruolo di mediazione dell’insegnante è fondamentale.

Small group learning
Si formano coppie o piccoli gruppi (3-4 individui) e assegna a ciascun gruppo un compito preciso da svolgere. Questa tecnica funziona a patto che i materiali, i compiti e le tecniche di lavoro siano ben strutturate; la tecnica è più efficace se gli studenti hanno esperienze precedenti di lavoro in gruppo.

BIBLIOGRAFIA
Roberto Trinchero, Sappiamo davvero come far apprendere? Credenza ed evidenza empirica, Form@re, Open Journal per la formazione in rete, FUPress, Volume 13, 2013

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I giochi da tavolo sono “ginnastica per la mente”

Siamo nati per giocare, tanto che lo studioso tedesco Johan Huizinga coniò l’espressione “homo ludens“. Il gioco è presente in tutte le culture, sin dagli albori dell’umanità; da sempre è un canale privilegiato per stimolare sia l’individuo (nel corpo e nella mente) che la società. Giocare fa bene; il neuropsicologo Giuseppe Alfredo Iannoccari, presidente di Assomensana (associazione attiva nella ricerca e nella pratica della stimolazione mentale) ricorda che “i giochi da tavolo, compresi quelli con le carte, ma con più di due giocatori, arricchiscono le reti neurali, ovvero i legami tra le cellule, e stimolano i neuroni a prendere contatti tra loro, accrescendo importanti “riserve” del cervello. Un recente studio, condotto al Max Planck Institute di Berlino, ha messo in evidenza come il gioco aumenta le capacità di pianificazione, memoria, attenzione e ragionamento”.
I giochi da tavolo, in particolare, richiedono al giocatore di mantenere l’attenzione su uno stesso compito per un lasso di tempo piuttosto lungo, anche superiore all’ora; in questo senso, esercitano un’azione opposta (e benefica) rispetto ai videogiochi e allo streaming video, che si concludono nell’arco di pochi minuti.

I giochi da tavolo, proprio come le storie, sono un’ottima occasione per trascorrere del tempo insieme ai bambini impegnandosi in un’attività divertente; questi giochi sono un’ancora di salvezza in tutti quei momenti (ad esempio durante le festività natalizie) in cui non abbiamo idee e laboratori creativi da proporre e al tempo stesso non vogliamo abbandonare i bambini con tablet e Youtube.
Noi, ad esempio, abbiamo giocato e continuiamo a giocare con: Dobble, Dixit, Labirinto, Mercante in fiera, Story cubes. Si tratta di giochi classici, che potete reperire facilmente in qualsiasi negozio di giocattoli e anche online. Questa non vuole essere una classifica: ci sono centinaia di altri giochi da tavolo altrettanto validi e divertenti; divertitevi a scoprirli e a provarli insieme ai vostri bimbi.

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Tutti possiamo cambiare

PAROLE PER RIFLETTERE

Tutti noi, più o meno frequentemente, desideriamo cambiare qualcosa nella nostra vita; che sia dedicare più tempo alla lettura o allo sport, perdere peso o trascorrere più tempo insieme ai bambini. Il modo in cui affrontiamo questi piccoli cambiamenti rivela molto della nostra mentalità. Certe persone pensano che solo chi ha una grande forza di volontà possa cambiare; queste persone solitamente finiscono per arrendersi e per giudicarsi in modo molto severo. La verità è che la forza di volontà va sostenuta con una mentalità orientata alla crescita: per cambiare dobbiamo adottare la “filosofia del giardiniere”; dobbiamo prenderci cura del cambiamento con piccoli – anche piccolissimi – gesti quotidiani (proprio come un giardiniere, che annaffia ogni giorno le sue rose ed estirpa le erbacce); quei gesti aiutano la nostra forza di volontà a germogliare, a crescere e a fiorire.

Alessia de Falco, Matteo Princivalle

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