Categoria: blog

Insegniamo ai nostri figli ad aiutare gli altri

Sapete che i bambini sono altruisti per natura?
Lo hanno dimostrato alcuni anni fa i ricercatori del Max Plank Institute for Evolutionary Anthropology (qui il resoconto dello studio), osservando le reazioni di un gruppo di bambini di fronte a un attore che fingeva di aver bisogno di aiuto: i bambini cercavano spontaneamente di prestargli soccorso e si sentivano meglio se un adulto interveniva per soccorrerlo. Tuttavia, in molti casi sono stati proprio i genitori dei bambini ad allontanarli o ad ordinare loro di non avvicinarsi all’uomo in difficoltà.

Questo esperimento ci insegna due lezioni importanti. La prima: l’umanità è naturalmente predisposta al bene. La seconda: non si può non educare; i bambini sono come il cemento umido: le nostre azioni, intenzionali o meno, lasciano sempre un segno, spesso per sempre. In altre parole, la causa dello scarso altruismo nella nostra società va ricercata nell’educazione e in particolare nell’educazione implicita, quella che riceviamo attraverso il modello dei genitori, degli insegnanti e della comunità educante.
La sfida, in questo caso, è tornare bambini: riscoprite la gioia di aiutare. La prossima volta che incontrerete qualcuno in difficoltà, non fate finta di niente. Provate a dedicare un piccolo spazio settimanale ad una causa sociale, coinvolgendo anche i vostri bambini. Liberatevi dall’idea – appresa da piccoli – che sia sufficiente fare bene la propria parte: se vogliamo costruire un mondo migliore dobbiamo costruirlo con le nostre mani.

E se l’educazione passa principalmente attraverso l’esempio, non va dimenticato il potere della lettura e della riflessione come strumenti per crescere e arricchire il proprio punto di vista!
Per chi cercasse un testo sui temi dell’altruismo e della collaborazione, abbiamo scritto l’albo Centopiedi va a scuola (Lindau, 2022), a partire dal quale abbiamo realizzato anche un laboratorio narrativo con alcuni spunti di riflessione e un laboratorio creativo.
In particolare abbiamo lavorato sulla dimensione sociale e reciproca dell’altruismo, attraverso due domande: ti è mai capitato di incontrare qualcuno che aveva il tuo stesso problema? Siete riusciti ad aiutarvi a vicenda?
Centopiedi va a scuola si può acquistare nella vostra libreria di fiducia o su amazon.it (a questo link, anche con carta docente) mentre i laboratori si possono scaricare gratuitamente da questa pagina.

centopiedi va a scuola

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Giornata dei calzini spaiati

Il 3 febbraio 2023 si festeggia la Giornata dei Calzini Spaiati. Questa ricorrenza, che non vanta riconoscimenti ufficiali ma che viene seguita con grande interesse da migliaia di bambini in tutt’Italia, è nata proprio per merito dei bambini di Terzo di Aquileia (in Friuli Venezia Giulia). La data cambia ogni anno, per evitare che si festeggi in un weekend.

I calzini spaiati sono un espediente leggero per parlare di temi ben più seri: amicizia, diversità, solitudine, inclusione, separazione e ricongiungimento, rispetto. Essere “calzini spaiati” è un modo di essere dalle mille sfaccettature: tutti noi siamo, in qualche misura, dei calzini spaiati.

Il merito più grande di quest’iniziativa è proprio la forma:  il messaggio – di grande attualità – è stato affidato ad una metafora chiara ed evocativa, capace di raggiungere anche i più piccoli. Questo merito va alla maestra Sabrina, alle sue colleghe e agli alunni della scuola, che dal 2014 si prendono cura dell’iniziativa e la aiutano a raggiungere sempre più classi con i suoi colori.

Cosa si può fare con i calzini spaiati?

La Giornata dei Calzini Spaiati si propone come momento di riflessione festosa. Ecco tre laboratori che potete proporre a partire da quest’occasione:

  1. Laboratorio poetico: Provate a scrivere insieme ai bambini una breve filastrocca in rima sui calzini spaiati. Scegliete un tema da cui partire, ad esempio: un calzino perde sua/o sorella/fratello e parte alla sua ricerca. Oppure: due calzini spaiati si incontrano e dopo le diffidenze iniziali diventano amici.
  2. Calzetta-marionetta: A partire da un calzino spaiato è facile ricavare una marionetta. Provate ad indossarlo su una mano e prendete le misure: dove dovranno essere gli occhi della marionetta? E la bocca? Poi decorate il calzino: per la bocca si può utilizzare una toppa di stoffa rossa, per gli occhi dei ritagli di stoffa o gli occhietti per peluches (si possono acquistare online, ad esempio su amazon.it). Aggiungete tutti i dettagli che la fantasia vi suggerisce: capelli, cappelli, cravatte e foulard, baffi, etc. Poi, inventate una storia a partire dalla calzetta-marionetta. Chiedetevi: perché un calzino si è trasformato in un burattino?
  3. Coppie che calzano a pennello: Quest’attività è adatta a una classe. Ciascun bambino porterà a scuola un calzino spaiato (pulito!) e scriverà su un biglietto un breve identikit (5-6 righe) del suo calzino e come dovrebbe essere il suo compagno o la sua compagna ideale. Poi infilerà il biglietto nel calzino e la maestra raccoglierà i calzini di tutta la classe. Dopo averli rimescolati,  i bambini prenderanno un calzino ciascuno, a caso (ma non il proprio) e leggeranno in ordine gli identikit. Dopo averli letti, dovranno cercare di formare delle coppie abbinando ciascun calzino al compagno “spaiato” ideale. Se i bambini sono in numero dispari, può partecipare anche l’insegnante, in modo che nessun calzino resti solo.

Potete trovare tante altre idee visitando la pagina Facebook “La Giornata dei Calzini Spaiati” (potete raggiungerla a questo link).

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Perché è importante scrivere a mano

Un tempo, alla scuola elementare, si insegnavano la calligrafia e l’amore per la bella scrittura.
Oggi la scrittura sembra giunta al capolinea: sempre meno scuole prestano attenzione ad insegnare un buon corsivo e, dal resto del mondo, le notizie non sono incoraggianti: pare che in diversi istituti americani e finlandesi si stiano valutando soluzioni tecnologiche per scrivere, superando di fatto la scrittura a mano.
Contestualmente, negli anni abbiamo assistito ad un aumento impressionante dei casi di difficoltà di lettura e scrittura.

  • La scrittura è giunta al termine?
  • È tempo che il pc porti all’estinzione definitiva di penna e matita?

Queste sono le domande che ci siamo posti, e su cui ci piacerebbe far riflettere anche te. Dalla riflessione scientifica, che negli ultimi anni (e specialmente in quest’ultimo periodo) sta animando l’ambiente pedagogico, abbiamo tratto alcuni spunti.

L’importanza della calligrafia

Per poter affrontare il problema della scrittura a mano e della calligrafia, bisogna prima di tutto capire se questa ha un’utilità: non solo nell’aiutarci a memorizzare (la scienza parla chiaro: prendere appunti e trascriverli a mano permette di memorizzare informazioni più rapidamente e in modo più profondo), ma anche nella sfera personale, per il nostro benessere.

Il grande beneficio della scrittura a mano, specialmente del corsivo (lo stampato minuscolo, secondo il parere di autorevoli grafologi, è un carattere nato per la stampa e inadatto alla scrittura manuale), è infatti quello di esprimere se stessi, di imprimere in modo tangibile la propria personalità

La scrittura evidenzia lo ‘stile personale’ con cui i valori vengono introiettati. C’è la persona che li interiorizza e li vive secondo uno stile ‘contemplativo’ e chi invece è più portato a esprimerli attraverso l’azione. La scrittura corsiva descrive questa originalità proprio perché esprime l’unicità di chi la esegue. Inoltre le ricerche scientifiche hanno ampiamente dimostrato l’utilità dello scrivere per memorizzare e organizzare pensieri, emozioni e convinzioni personali“.
Avvenire, 2017

La tesi che ha portato all’indifferenza verso il corsivo e la calligrafia è sostanzialmente questa: “scrivere a mano è inutile ed inefficiente: col pc o con lo smartphone si fa prima. E allora, evitiamo di perdere tempo e scriviamo in digitale”.

Scrivere a mano non è unicamente un modo per comunicare. Anzi, la comunicazione è quasi un elemento secondario. Tracciare linee e segni grafici è prima di tutto un atto personale, intellettivo e dalla forte connotazione psicologica. E’ una vera e propria ristrutturazione del Sé.

Possiamo ipotizzare che la psicologia e la neuropsicologia, nel futuro prossimo, riescano a fare maggiore chiarezza su questo processo; nel frattempo, però, ci schieriamo a sostegno della calligrafia per il suo valore artistico. L’arte, in quanto espressione di sé, è da favorire in tutte le sue forme. Scrittura compresa!

Come saprai, abbiamo una certa passione per i diari: piccoli gioielli di carta che ci aiutano ad esprimere le nostre emozioni, a riavvolgere la matassa della vita e a ragionare sul sé. Sono uno strumento formidabile per la crescita personale (e non è un caso che ad essi abbiano affidato i loro pensieri tanti grandi intellettuali, artisti e politici). Ti consigliamo di leggere le nostre istruzioni per un diario creativo.

Quello che ti proponiamo è semplicemente la cura artistica del tuo diario: attenzione alla grafia, e alla paginazione. La calligrafia, in questo senso, ti aiuterà non poco. Scrivere un pensiero ordinato, leggibile, anche elegante è un ottimo modo per imparare a pensar bene, esprimendo con chiarezza il proprio punto di vista.

Come già Maria Montessori aveva intuito, la cura esteriore, ad esempio quella dell’ambiente o della propria grafia, altro non è che la trasposizione della cura che abbiamo all’interno di noi: cura della nostra persona, dei nostri bisogni e della nostra anima.

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La porta degli elfi di Natale

Avete mai visto una porta degli elfi o delle fate? Questi piccoli portali, inventati per gioco, stimolano la fantasia dei bambini e offrono l’occasione di vivere tante magiche avventure.

Cos’è la porta degli elfi

La porta degli elfi è un piccolo passaggio (grande al massimo quanto un foglio di carta), da collocare nella cameretta dei bambini. Può trattarsi di una porta di carta, cartone, legno o pasta modellabile; l’importante è che si possa aprire e chiudere.

La porta degli elfi permette a queste piccole creature di entrare nella casa che le ospita, per far visita ai loro abitanti. Gli elfi non si occupano soltanto di individuare i bambini buoni, che riceveranno qualcosa in dono: possono regalare le loro favole apparendo in sogno, riparare i giocattoli guasti e lasciare messaggi o dolci ai bambini.

Si tratta di un gioco di fantasia, che si può portare in scena nelle due settimane che precedono il Natale.

Realizzare una porta degli elfi

Il modo più semplice per realizzare una porta degli elfi è quello di: 1)disegnarla su un foglio di carta o cartoncino, 2)ritagliare l’arco della porta in modo tale che si apra e si chiuda e 3)fissarla ad una parete. La porta può essere colorata, addobbata e decorata a piacimento. Anche lo spazio all’interno della porta si può personalizzare: provate ad immaginare insieme ai bambini il mondo degli elfi di Natale e disegnatelo insieme.

Idee per giocare con la porta degli elfi

Ecco qualche suggerimento per donare ai vostri bimbi dei ricordi magici:

1) Provate a scrivere un bigliettino da parte degli elfi e nascondetelo dentro la porta mentre i bambini dormono.

2) La sera, prima di andare a dormire, sedetevi insieme ai bambini vicino alla porta e apritela: provate ad immaginare insieme il mondo incantato che si trova dall’altra parte. Potete anche raccontare ai più piccoli la storia e le avventure degli elfi di Babbo Natale.

Non abbiate paura di creare un mondo incantato per i più piccoli: come ha detto Gianni Rodari, la fantasia non è un lupo cattivo di cui si deve avere paura. I bambini sono straordinari e sapranno distinguere la dimensione magica del gioco dalla realtà. La porta degli elfi non li distrarrà dal mondo reale: al contrario, rimarrà per sempre come un tenero ricordo d’infanzia.

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Educhiamo i bambini all’onestà, a partire dall’esempio

L’onestà è un valore irrinunciabile per la famiglia e per la comunità. Essere onesti significa dire la verità e agire in armonia con i propri pensieri, evitando di ingannare il prossimo. È facile comprendere l’immenso valore sociale dell’onestà e la necessità di promuoverla attraverso l’educazione.

Educare all’onestà

Nella prospettiva dell’educazione positiva l’onestà è un punto di forza caratteriale; tutti la possediamo, ma in alcuni di noi è più sviluppata. Come gli altri punti di forza, anche l’onestà si può esercitare e potenziare. Per educare all’onestà dobbiamo dare valore alle relazioni positive. Per cominciare, dobbiamo trasmettere l’idea che la società sia una squadra piuttosto che un insieme di individui. Perché la squadra funzioni, occorre che ciascuno di noi collabori con gli altri per raggiungere un obiettivo più grande. Per tradurre in pratica questo concetto, chiedete ai bambini di impegnarsi a fare qualcosa: coinvolgeteli nei lavori di casa, ma assicuratevi che mantengano la parola data. Fateli sentire parte di una squadra, di un insieme più grande: chiedete la loro collaborazione e siate una famiglia-comunità. In questo modo si sentiranno responsabilizzati e riusciranno a comprendere il valore di una società basata sull’aiuto reciproco.
In secondo luogo, dobbiamo coltivare la mentalità di crescita. Non lodate i bambini per la loro intelligenza, ma per l’impegno e per i risultati: i bambini a cui viene detto che sono “intelligenti” si sentono in dovere di dimostrare la loro intelligenza; questo peso li porta spesso a rinunciare all’onestà, se in gioco c’è la loro intelligenza. I ricercatori hanno indagato questo comportamento attraverso i giochi: i bambini ai quali veniva detto spesso che erano “intelligenti” erano più propensi a barare (guardando le carte o le tessere del memory) rispetto ai bambini che venivano lodati per i loro successi (“sei stato davvero bravo ad imparare questo”). Se cresci convinto di essere un genio e di doverlo dimostrare, anche una piccola sconfitta a carte si trasforma in un macigno.
E ancora: non usate premi materiali. I bambini i cui sforzi vengono premiati con giocattoli, caramelle o altri premi materiali sono più propensi ad imbrogliare o ad andare contro le regole se questo permette loro di raggiungere il premio. Al contrario, far leva sulla curiosità naturale dei bambini è molto più efficace.
Per finire, il precetto più importante: l’onestà non si trasmette a parole, ma attraverso il buon esempio. Ciascuno di noi, attraverso le sue azioni, agisce come modello per i suoi bambini. Non dimenticatelo.

Laboratorio di educazione positiva

Per educare all’onestà abbiamo progettato un laboratorio di educazione positiva: “L’alveare dell’onestà di Cuorfolletto”. Ogni bambino si trasformerà in una piccola ape onesta e dovrà suggerire al suo alveare – la classe – una buona pratica per rendere più forte la squadra. La domanda chiave in questo caso sarà: cosa potresti fare perché stare con i tuoi compagni sia più piacevole? Dopo aver raccolto le piccole api oneste potrete incollarle su un cartellone, per realizzare il vostro alveare.

PER EDUCARE CON LE FAVOLE:

Per aiutare i più piccoli a riconoscere le emozioni e a coltivare le buone pratiche che ci fanno stare meglio abbiamo scritto la raccolta di racconti “Cuorfolletto e i suoi amici”.

libri cuorfolletto e i suoi amici

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Pensierini sull’autunno

In questa sezione potete trovare una raccolta di frasi e pensierini sull’autunno. Potete utilizzarli come dettati brevi o come esercizi di analisi grammaticale e logica.

Pensierini sull’autunno

  1. L’autunno è una delle quattro stagioni. Ha inizio il 23 settembre e termina il 21 dicembre.
  2. È autunno. Lo scoiattolo ha riempito la sua tana di noci ed è pronto al letargo.
  3. Marta e Cuorfolletto passeggiano nel bosco cercando le castagne mature.
  4. L’uva, le mele e le zucche maturano in autunno.
  5. In autunno le foglie cambiano colore e cadono a terra, lasciando gli alberi spogli.
  6. Il bosco d’autunno si tinge di giallo, rosso e arancione.
  7. Il vento autunnale fa cadere le foglie dagli alberi.
  8. L’autunno è la stagione migliore per raccogliere i funghi nel bosco, ma fate attenzione a quelli velenosi.
  9. Con l’arrivo dell’autunno le giornate diventano più corte e il clima più fresco.
  10. L’autunno è la stagione in cui si raccolgono le mele, l’uva e le castagne.

SCOPRITE ANCHE:

  1. Quando arriva l’autunno le rondini volano in Africa, dove il clima è più mite.
  2. D’autunno l’uva è matura e i contadini la raccolgono nei tini per fare il mosto.
  3. Alcuni alberi, come l’abete, non perdono le foglie in autunno: sono i cosiddetti sempreverdi.
  4. Le foglie d’autunno diventano simili a gioielli preziosi.
  5. È una fresca mattina d’autunno e il bosco è avvolto dalla nebbia.
  6. Il vento autunnale scuote le ultime foglie dagli alberi.
  7. Le api in autunno si chiudono nei loro alveari e vanno in letargo.
  8. Alcune piante, come i ciclamini e i crisantemi, fioriscono in autunno.
  9. Le caldarroste sono una vera leccornia che si può gustare nei mesi autunnali.
  10. La nebbia autunnale è così fitta che non si vede a un palmo dal naso.

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Tag: pensierini sull’autunno, pensierini autunno

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