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LA STRADA DEI PENSIERI

La strada dei pensieri è un laboratorio artistico che si ispira all’idea di “flusso di pensieri”, ovvero l’operazione mentale di lasciare che i propri pensieri fluiscano in libertà sul foglio.

STRADA DEI PENSIERI: ISTRUZIONI

Siamo partiti da un foglio bianco in formato A4. Lì abbiamo tracciato la nostra strada dei pensieri (che in verità è un reticolo di strade). Successivamente, abbiamo riempito le aree tra le strade con dei motivi geometrici astratti. Abbiamo colorato queste aree e infine abbiamo dato un titolo al nostro lavoro. Abbiamo deciso di chiamarlo “PASQUA È …”, in occasione della Pasqua, ma la strada dei pensieri si adatta ad una grande varietà di altri temi.  Per finire, abbiamo riempito le strade dei pensieri con frasi e parole sciolte, che simboleggiano i nostri primi pensieri a proposito del tema scelto.

Questa è la nostra strada dei pensieri di Pasqua. L’abbiamo colorata e completata in digitale, per ottenere dei colori più brillanti.

Questa è la strada dei pensieri bianca, da completare. Sotto l’immagine puoi trovare il iink per scaricarla e per stamparla.

Clicca qui per scaricare questa scheda.

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La leggenda del salice piangente

LA LEGGENDA DEL SALICE PIANGENTE

Un tempo, il salice piangente aveva una bella chioma slanciata: i suoi rami, rivolti all’insù, arrivavano a toccare il cielo. Un giorno, il salice vide una grande folla venirgli incontro. C’erano soldati, sacerdoti e tanta gente comune. Al centro, un uomo camminava lentamente portando sulle spalle una grande croce di legno. Era Gesù, che era uscito dalle porte di Gerusalemme e stava percorrendo la strada che conduceva al Golgota, il luogo in cui sarebbe stato crocifisso.

Ad un certo punto, Gesù cadde per terra. Provò a rimettersi in piedi, ma il peso della croce lo faceva stramazzare. Intorno a lui si radunarono alcuni soldati, armati di fruste e pungoli, minacciandolo e intimandogli di rimettersi in piedi. Fu allora che il salice, vedendo quell’uomo soffrire così, chinò la sua chioma e allungò i suoi rami verso di lui, in modo che potesse afferrarli per rialzarsi. Da quel giorno il salice, rattristato da tanto dolore e dalla cattiveria di cui solo gli uomini sono capaci, non ha più rialzato la chioma; per questo motivo viene chiamato salice piangente.

storie per bambini la leggenda del salice piangente

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KINTSUGI DI CARTA

Il kintsugi (letteralmente “riparare con l’oro”) è un’antica arte giapponese, che consiste nella realizzazione di vasi e altri oggetti di ceramica ottenuti saldando insieme dei frammenti con l’oro liquido (o con speciali lacche a cui viene aggiunta la polvere d’oro).
Il kintsugi permette di riparare un oggetto rotto rendendolo più bello e prezioso dell’originale: ogni manufatto kintsugi, infatti, ha un valore artistico inestimabile, in parte per il metallo prezioso che contiene, in parte per via della sua unicità.

Il kintsugi rappresenta alla perfezione l’essenza della resilienza: anche quando cadiamo, anche quando una parte di noi si rompe, è sempre possibile raccogliere i cocci e dare loro una nuova forma, ancora più bella di prima.

KINTSUGI DI CARTA

Ispirati dall’arte del kintsugi, abbiamo voluto sperimentarla su carta, impiegando un vecchio cartoncino realizzato con gli acquerelli. Per cominciare, abbiamo tagliato il cartoncino acquerellato in tanti piccoli pezzi.
Successivamente, li abbiamo ri-composti insieme su un foglio di carta e li abbiamo incollati con la colla vinilica (va benissimo anche la colla stick). In questa foto puoi vedere il cartoncino da cui siamo partiti e la composizione su foglio.

Infine, abbiamo unito i frammenti riempendo le giunture con del colore a tempera dorato. Il risultato è un kintsugi su carta, perfetto per comprendere – in modo semplice – la complessità e la bellezza di quest’arte.

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RISCOPRIAMO LA BELLEZZA DELLA SCRITTURA E DEL TRATTO A MANO

Scrivere a mano significa progettare: la pagina bianca può assumere molteplici forme diverse; lettera, testo, discorso, mappa concettuale, riassunto. Quando ci si siede alla scrivania e si decide di riempire una pagina, si sta facendo progettazione.

Scrivere a mano significa ritagliarsi il tempo per pensare: infatti, mentre la mano scrive, la mente dispone le parole così come prenderanno forma sul foglio. Al contrario, la scrittura digitale è fatta di copia-incolla, la possibilità di modificare qualsiasi porzione di testo in pochi secondi rende la scrittura frammentaria, discontinua e automatica.

Scrivere a mano significa imparare: l’apprendimento non è un fatto esclusivamente cognitivo; in tutti i processi di apprendimento c’è una componente psicomotoria, legata al movimento e ai saperi pratici. Scrivere a mano significa pensare con la mano: l’apprendimento che ne deriva è più profondo, efficace e duraturo di quello di chi impara leggendo o scrivendo al pc.

RISCOPRIAMO LA BELLEZZA DEL TRATTO A MANO

Per riscoprire la scrittura a mano, occorre tornare ad allenare le nostre mani a tratteggiare sul foglio. In Cina e in Giappone, la calligrafia è considerata alla stregua di un’arte, che richiede pratica costante e duro lavoro.

Per cominciare, abbiamo preparato e sperimentato un bell’esercizio: a partire da un paio di occhi disegnati su un foglio bianco, abbiamo dato vita a un leone e ad un porcospino. Non è un esercizio di scrittura, ma un laboratorio artistico centrato sul tratto a mano. Si potrebbe addirittura utilizzare come primo approccio – artistico – al pregrafismo.
Il leone è stato realizzato con dei semplici pennarelli:

Per il porcospino, invece, abbiamo utilizzato gli acquerelli:

Si tratta di un esercizio molto semplice, dal quale, però, possono nascere degli animali e delle composizioni meravigliose. Per realizzarli, occorre sedersi davanti a un foglio bianco (con un paio di occhi) e progettare una forma, lasciando infine che il tratto scorra libero e armonico.

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La quercia e la canna

La quercia e la canna

Esopo

In un campo erano cresciute vicine una quercia e una canna. La quercia, abbassando lo sguardo alla canna, le disse: “Come sei sfortunata! Al primo soffio del vento ti pieghi fino a toccare la terra; io, invece, sono forte e robusta e non mi sposto di un millimetro; se solo fossi cresciuta vicino al mio tronco, avrei potuto proteggerti io!” Ma la canna le rispose: “So che mi dici così perché sei mia amica e vorresti proteggermi, ma non preoccuparti. Il vento mi piega, ma non mi spezza; tu piuttosto, fino a che punto riuscirai a resistere?”.
Poi giunse il vento del Nord, così forte come non si era mai visto e piegò la canna fino a terra. Quando il vento si fu calmato, la canna tornò dritta come prima; la quercia, invece, era stata spezzata e giaceva per terra, con le radici al vento.

MORALE: chi sa adattarsi resiste meglio alle difficoltà rispetto a chi le affronta di petto.

Audiofiaba

Le nostre storie:

I nostri libri:

Favole geometriche – (Esopo)

Età di lettura: da 3 anni
€ 8,84

Favole geometriche – (Fedro)

Età di lettura: da 3 anni
€ 8,84

Favole geometriche – (La Fontaine)

Età di lettura: da 3 anni
€ 8,84

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FIORI DI LANA

Il fiore di lana è un semplice oggetto fatto a mano, che puoi utilizzare come portachiavi. È un laboratorio interessante poiché permette di sviluppare la manualità e di lavorare su un telaio.

FIORE DI LANA: ISTRUZIONI

I materiali necessari per realizzare il fiore di lana sono:

  • filo di lana in due colori diversi;
  • stuzzicadenti;
  • forbici;
  • base di cartone spesso o polistirolo.

Per cominciare, dovrai realizzare il telaio per i fiori di lana. Prendi un foglio di cartone spesso quadrato o un blocco di polistirolo; aiutandoti con un compasso, traccia un cerchio e quattro segmenti disposti come nella figura. Infine, nei punti d’intersezione tra il cerchio e i segmenti, infila degli stuzzicadenti. Il telaio deve essere esattamente così:

Adesso, fai passare il filo di lana tra gli stuzzicadenti, formando i quattro petali del fiore.

Dopo aver ultimato i petali, lega il fiore al centro con un filo di lana di un colore contrastante.

Sfila la lana dal telaio ed ecco il tuo fiore di lana fatto a mano:

Puoi utilizzare questo fiore come portachiavi, facendo passare un anello metallico all’interno di uno dei petali.

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