Il mito di Sisifo
Il mito di Sisifo è uno degli episodi più famosi della mitologia greca. In questo articolo troverete il nostro adattamento per bambini.
Il mito di Sisifo
C’era una volta, nell’antica Grecia, un re incredibilmente astuto; il suo nome era Sisifo e regnava sulla città di Corinto. Fu l’unico uomo a ingannare la morte non una, ma ben due volte!
In Grecia a quei tempi c’era un ladro abilissimo, Autolico, che aveva ricevuto dal dio Ermes il potere di non essere mai scoperto. Giunto a Corinto, Autolico aveva cominciato a rubare il bestiame di Sisifo: per evitare di essere scoperto dalle guardie, si trasformava in una mucca e al tramonto entrava nella stalla insieme al resto della mandria. Poi, nel cuore della notte, riprendeva le sue sembianze, apriva i cancelli e portava via gli animali.
Sisifo escogitò un piano per scoprire chi fosse l’autore dei furti: fece incidere un segno sotto gli zoccoli dei suoi animali e il giorno seguente, dopo che le mucche erano state rubate, mandò le sue guardie a controllare gli zoccoli di tutte le bestie del paese e fu così che scoprì che le sue si trovavano nel recinto di Autolico. Quest’impresa non piacque a Zeus: il re dell’Olimpo non sopportava l’idea che ci fosse un uomo più astuto delle divinità.
Un giorno Sisifo vide Zeus mentre rapiva la ninfa Egina e non si fece scrupoli a ricattare il re dell’Olimpo in cambio del suo silenzio; poiché Zeus non cedeva, Sisifo andò a raccontare tutto al padre di Egina, il dio del fiume Asopo, in cambio di una fonte d’acqua fresca per la città di Corinto. La collera di Asopo fu terribile e Zeus faticò non poco a sfuggire alla sua furia.
Zeus, infuriato con Sisifo, mandò Ade, il re dell’oltretomba, a Corinto, perché lo portasse nel regno dei morti. Quando Sisifo vide Ade alle porte del suo palazzo, escogitò un altro dei suoi stratagemmi. Fece accomodare il dio e dopo aver banchettato insieme gli chiese di mostrargli come funzionassero le sue catene, con cui trascinava gli uomini nel regno dei morti. Non appena Ade si mise le catene ai polsi, Sisifo gli rubò le chiavi per aprirle e lo rinchiuse nel suo palazzo.
Col re degli inferi imprigionato sulla terra, gli uomini smisero di morire e Zeus dovette organizzare una spedizione per salvare suo fratello: fu Ares, il dio della guerra, ad introdursi nel palazzo di Sisifo e a liberare Ade.
Dopo molti anni Sisifo, ormai anziano, morì. Non appena si trovò al cospetto di Ade, cominciò a lamentarsi con sua moglie Persefone che gli abitanti di Corinto non gli avevano celebrato un degno funerale. La implorò di lasciarlo risalire sulla terra, giusto il tempo di organizzarsi il funerale da solo, poi sarebbe tornato negli inferi. Fu così convincente che Persefone cedette alle sue richieste e il re ebbe il permesso di risalire in superficie. Naturalmente, Sisifo non aveva alcuna intenzione di tornare nel regno dei morti e si nascose da qualche parte in città, costringendo Ade a setacciare le vie di Corinto per trovarlo e riportarlo nell’oltretomba.
Infuriato per essere stato ingannato due volte, Ade inflisse a Sisifo una terribile punizione: avrebbe dovuto trasportare un enorme masso in cima ad una collina per l’eternità. Non appena Sisifo raggiungeva la sommità della collina infatti, un vento divino faceva rotolare giù il masso e lui doveva ricominciare la sua fatica daccapo.
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↩️ Miti greci per bambini
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