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Aggettivi con la A

In questa sezione del paroliere puoi trovare un elenco di aggettivi con la A (aggettivi che iniziano con la lettera a) divisi tra aggettivi per descrivere persone, cose e animali.

Aggettivi con la A

Abbacchiato, abbacinante, abbagliante, abbagliato, abbandonato, abbarbicato, abbassabile, abbassato, abbastanza, abbattibile, abbattuto, abbiente abbigliato abbinabile abbinato, abbondante, abbordabile, abbracciato, abbreviato, abbronzante, abbronzato, aberrante, abietto, abile, abilitativo, abilitato, abissale,
abitabile, abitativo, abitato, abituale, abituato, abitudinario, abnorme, abolitivo, abominevole, aborigeno, aborrito, abortivo, abrasivo, abrogabile, abrogativo, abruzzese, abulico, abusato, abusivo, accademico,
accaldato, accampato, accanito, accanto, accarezzevole, accartocciato, accasciato, accatastabile,
accattivante, accecante, accelerato, acceleratore, accentuato, accerchiato, accertabile, accertato, acceso, accessibile, accessoriabile, accessoriato, accessorio, accettabile, accetto, acciaccato, accidentale, accidentato, accidioso, accigliato, accoccolato, accogliente, accolto, accomandatario, accomodante, accompagnato, accomunabile, acconciabile, acconcio, accoppiabile, accorato, accorciabile, accordabile, accorto, accostabile, accostato, accovacciato, accreditabile, accreditato, accresciuto, accucciato, accumulabile, accurato, accusabile, accusatore, accusatorio, acerbo, acetilenico, acetoso, acheo, acido, acidulo, acinoso, aconfessionale, acquatico, acquattato, acqueo, acquietabile, acquifero, acquisito, acquistabile, acquitrinoso, acquoso, acre, acrilico, acrimonioso, acritico, acrobatico, aculeato, acuminato, acustico, acuto, adamantino, adamitico, adattabile, adattativo, adattato, adattivo, adatto, addebitabile, addestrabile, addestrato, addetto, addizionale, addobbato, addolcente, addolorato, addomesticabile, addomesticato, addominale, addormentato, addossato, adeguabile, adeguato, aderente, adescabile, adesivo, adeso, adiacente, adimensionale, adiposo, adirato,
adolescente, adolescenziale, adombrabile, adoperabile, adorabile, adorante, adorato, adottabile, adottato, adottivo, adriatico, adulatorio, adulterabile, adulterino, adultero, adulto, adunabile, aerato, aereo, aerobico, aerodinamico, aeronautico, aeronavale, aeroportuale, aeroso, aerospaziale, aerostatico, affabile, affaccendato, affacciato, affamato, affannato, affannoso, affaristico, affascinante, affascinato, affaticato, affermabile, affermativo, affermato, afferrabile, affettato, affettivo, affetto, affettuoso, affezionabile, affezionato, affiancato, affiatato, affidabile, affidatario, affievolito, affilato, affine, affittabile, affittato, afflitto, affollato, affrancabile, affranto, affrettato, affrontabile, affumicato, affusolato, afono, afoso, africano, afro, afroamericano, afrocubano, afrodisiaco, afroso, agamico, agevolato, agevole, agganciato, aggettivato, agghiacciante, agghindato, aggiornabile, aggiornato, aggiuntivo, aggiunto, aggiustabile, aggrappato, aggravante, aggravato, aggraziato, aggregabile, aggregativo, aggregato, aggressivo, aggrovigliato, agguerrito, agiato, agile, agitabile, agitato, agognato, agonale, agonistico, agonizzante, agostano, agostiniano, agrario, agreste, agricolo, agrigentino, agro, agroalimentare, agrodolce, agroindustriale, aguzzo, aitante, akkadico, alabastrino, alare, alato, albanese, alberato, alberghiero, albino, albuminoso, alcalinizzante, alcalino, alchemico, alcolemico, alcolico, alcolizzato alcuno, aleatorio, alessandrino, alfabetico, alfanumerico, algebrico, algerino, algido, alginico, algoso, alienabile, alienato, alieno, alimentare, allacciato, allagato, allampanato, allargato, allarmante, allarmato, allarmistico, alleato, allegabile, allegorico, allegro, allelico, allenato, allergico, allettante, allibito, allineato, allopatico, allora, allucinante, allucinato, allucinatorio, allungabile, allungato, allusivo, alluvionale, alluvionato, alogeno, alpinistico, alpino, alsaziano, altalenante, alterabile, alterato, alternativo, alternato, alterno, altero, altezzoso, alticcio, altisonante, alto, altoatesino, altolocato, altrettanto, altro, altrui, altruista, altruistico, alveolare, alzabile, alzato, amabile, amalfitano, amalgamato, amante, amaranto, amareggiato, amaro, amarognolo, amato, amatoriale, amazzonico, ambedue, ambientale, ambientalista, ambiguo, ambito, ambivalente, ambizioso, ambrato, ambrosiano, ambulante, ambulatoriale, ameno, americano, amichevole, amico, amletico, ammaccabile, ammaccato, ammaestrabile, ammalato, ammaliante, ammaliato, ammaliatore, ammalorato, ammanettato, ammantato, ammassato, ammazzasentenze, ammiccante, amministrativo, ammirabile, ammirato, ammirevole, ammissibile, ammobiliato, ammonito, ammonitore, ammorbidito, ammortizzabile, ammucchiato, ammuffito, ammutolito, amorale, amorevole, amorfo, amoroso, ampezzano, ampio, amplificato, ampolloso, anabolizzante, anacronistico, anafilattico, anaglifico, anagrafico, anagrammatico, anale, analfabeta, analgesico, analitico, analizzabile, analogico, analogo, anarchico, anatolico, anatomico, ancestrale,
anconetano, ancorato, andaluso, andato, andino, androgino, anecumenico, aneddotico, anemico, anestetico, angelico, anginoso, anglicano, anglo, angloamericano, anglofilo, angloindiano, anglosassone, angolare, angolato, angoloso, angosciante, angosciato, angoscioso, angusto, animale, animalesco, animalista, animato, animatore, animistico, animoso, annacquato, annebbiato, annerito, annesso,
annichilito, annodato, annoiato, annonario, annoso, annuale, annullabile, annunciato, annuo, anomalo, anonimo, anoressico, anormale, ansante, ansimante, ansioso, antagonista, antartico, antecedente, anteriore, anterolaterale, anteromediale, anterosuperiore, antiabortista, antiaderente, antiaereo, antiage, antiasmatico, antiautoritario, antibatterico, antibiotico, antiborghese, anticalcare, anticanceroso, anticarro, anticastrista, anticellulite, anticipato, anticipatore, anticlericale, antico, anticomunista, anticoncezionale, anticonformista, anticongiunturale, anticonsumista, anticonvenzionale, anticorrosivo, anticorruzione, anticostituzionale, anticrimine, anticrisi, anticristiano, antidebito, antideficit, antidemocratico, antidepressivo, antidiluviano, antidoping, antidroga, antiestetico, antifascista, antifebbrile, antifurto, antigas, antigienico, antigovernativo, antigrasso, antiliberale, antillano, antimafia, antimeridiano, antimissile, antimissilistico, antimonioso, antinazionale, antincendio, antinfettivo, antinfiammatorio, antinflativo, antinflazionistico, antinfluenzale, antinquinamento, antintrusione, antinucleare, antinvecchiamento, antioccidentale, antiorario, antiossidante, antiparassitario, antipatico, antipellagroso, antipernicioso, antipioggia, antipode, antipopolare, antiproibizionista, antiproiettile, antiquario, antiquato, antiracket, antirazionale, antirecessivo, antireferendario, antireligioso, antiretorico, antireumatico, antirinculo, antirivoluzionario, antirock, antirughe, antirumore, antiscientifico, antiscippo, antisdrucciolevole, antisemita, antisindacale, antismog, antisociale, antisocialista, antisolare, antisommergibile, antispastico, antisportivo, antistante, antistress, antistupro, antiterrorismo, antiterroristico, antitetico, antitrust, antitumorale, antiusura, antivirale, antizanzare, antologico,
antropico, antropizzato, antropologico, antropometrico, antropomorfo, anulare, anziano, anziate,
aortico, apache, apatico, aperto, apicale, apocalittico, apocrifo, apolitico, apollineo, apologetico, apoplettico, apostolico, appagabile, appagante, appagato, appaltatore, appannato, apparecchiato, apparente, appariscente, appartato, appartenente, appassionante, appassionato, appassito, appellabile, appenninico, appesantito, appeso, appetibile, appetitoso, appianabile, appiattito, appiccicato, appiccicoso, applaudito, applicabile, applicativo, applicato, appoggiato, appollaiato, apportatore, apposito, appostato, apprensivo, apprezzabile, apprezzato, approfondito, appropriabile, appropriato, approssimativo, appuntito, apribile, aprioristico, aquilino, arabico, arabile, arabo, araldico, aranciato,
arancio, arancione, arbitrale, arbitrario, arboreo, arcadico, arcaico, arcano, archeologico, archetipico, archetipo, architettonico, archivistico, arciconsolare, arciducale, arcigno, arcinoto, arcivescovile, arcuato, ardeatino, ardente, ardimentoso, ardito, arduo, areale, arenario, arenoso, aretino, argentato, argenteo, argentifere, argentino, argilloso, argomentato, arguto, arido, arioso, aristocratico, aritmetico, armato, armatoriale, armeno, armonico, armonioso, aromatico, aromatizzato, arrabbiato, arredato, arrendevole, arreso, arrestabile, arrestato, arretrato, arricchito, arricciato, arrivato, arroccato, arrogante, arrossato, arrostito, arrosto, arrotolato, arrotondato, arruffato, arrugginito, artefatto, arterioso, artesiano, artico, articolare, articolato, artificiale, artificioso, artigianale, artigiano, artistico, arturiano, arzigogolato, arzillo, asburgico, ascellare, ascendente, ascensionale, ascetico, ascientifico, asciutto, ascoltabile, ascorbico, asessuale, asessuato, asettico, asfaltato, asfissiante, asfittico, asiatico, asimmetrico, asinino, asmatico, asociale, aspirante, asportabile, aspro, assassino, assatanato, assediato, assegnabile, assembleare, assennato, assente, asservito, assetato, assiale, assicurabile assicurativo assicurato assicuratore, assiderato, assiduo, assiepato, assillante, assimilabile, assiomatico, assistenziale, assistito, associativo, associato, assodato, assoggettabile, assolato, assolutistico, assoluto, assolutorio, assonnato, assopito, assorbente, assorbito, assordante, assortito, assorto, assunto, assurdo, astemio, astenico, asteroidale, astigiano, astioso, astrale, astratto, astringente, astrofisico, astrologico, astronautico, astronomico, astruso, astuto, atavico, ateistico, atemporale, ateniese, ateo, atlantico, atletico, atmosferico, atomico atomizzato, atonale, atonico, atriale, atro, atroce, attaccabile, attaccabrighe, attaccato, attempato, attendibile, attento, attenuato, atterrito, atteso, attestato, attiguo, attillato, attinente, attitudinale, attivabile, attivo, atto, attonito, attorcigliato, attraente, attrattivo, attratto, attrezzato, attribuibile, attuabile, attuale, attuariale, attuativo, attutito, audace, audio, audiovisivo, augurabile, augurale, augusto, aulico, aumentabile, aumentato, aureo, auricolare, aurifero, ausiliare, ausiliario, auspicabile, auspicato, austero, australe, australiano, austriaco, autarchico, autenticabile, autentico, autistico, autoadesivo, autobiografico, autocelebrativo, autocorrettivo, autocritico, autoctono, autodidattico, autodistruttivo, autofago, autofilotranviario, autogestito, autografo, autoimmune, autoimmunitario, autolivellante, automatico, automatizzato, automobilistico, automunito, autonomista, autonomo, autoptico, autopunitivo, autorevole, autoriale, autoritario, autorizzato, autostradale, autosufficiente, autunnale, avanzato, avariato, avaro, avido, avito, avorio, avulso, avvantaggiato, avveduto, avvelenato, avvenente, avveniristico, avventato, avventista, avventuroso, avvenuto, avverabile, avverbiale, avversario, avverso, avvertibile, avvezzo, avviato, avvicinabile, avvilente, avvilito, avvincente, avvinghiato, avvinto, avvolgente, avvolto, aziendale, azionabile, azionario, azotato, azzardato, azzardoso, azzeccato, azzimato, azzurrato, azzurro.

Aggettivi dalla A alla Z:
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Tag: aggettivi con la a, aggettivi con la lettera a, aggettivi che iniziano con la a

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La storia di re Mida

Testo (a cura di): Alessia de Falco, Matteo Princivalle

La storia di re Mida

C’erano una volta due contadini che attraversavano un bosco per raggiungere i loro campi. Ad un certo punto intravidero una strana creatura addormentata ai piedi di un albero. Aveva le zampe da capra, coperte di pelo, la coda e due grosse corna da montone.
Era Sileno, un vecchio satiro. Sileno era stato il maestro del dio Dioniso, l’inventore del vino. Durante una festa si era ubriacato, era scappato dal palazzo del dio e dopo essersi perso si era addormentato nel bosco.
“Cosa facciamo?” chiese uno dei contadini.
“Non lo so. Se questo mostro si sveglia potrebbe attaccarci”.
“Potremmo ucciderlo”.
“Sei impazzito? E se fosse il servitore di qualche divinità? La sua vendetta cadrebbe su di noi”.
“E se lo portassimo da re Mida? Lui saprà cosa farne”.
“È una buona idea”.
“Leghiamolo stretto, così non potrà scappare né attaccarci”.
I contadini immobilizzarono il satiro con delle grosse funi, lo caricarono sul loro carretto e raggiunsero il palazzo del re, che li ricevette nel suo salone.
“Maestà, abbiamo trovato questo mostro nel bosco. Stava dormendo”.
“Perché l’avete disturbato?”
“Avevamo paura che si svegliasse e ci attaccasse”.
Re Mida si avvicinò alla creatura e si accorse che era un satiro.
“Ma questo è Sileno, il maestro del dio Dioniso. Slegatelo immediatamente”.
I contadini obbedirono e liberarono il satiro. Re Mida svegliò Sileno e lo accolse nel suo palazzo con tutti gli onori: per dieci giorni e dieci notti lo invitò ai suoi banchetti.
La mattina dell’undicesimo giorno, qualcuno bussò alle porte del palazzo.
“Chi è?” domandarono le guardie.
“Dioniso”.
Le guardie aprirono e si inchinarono al dio, poi lo condussero da re Mida.
“Sto cercando il mio satiro Sileno. Dieci giorni fa è scappato dal mio palazzo e l’ho cercato da Est a Ovest, senza trovarlo. Voi l’avete visto?”
Re Mida portò Dioniso nella sala dei banchetti: Sileno era lì, che mangiava, beveva e cantava. Il re lo riconsegnò al dio.
“Sono in debito con te, Mida”, disse il dio riconoscente. “Esprimi un desiderio e io lo esaudirò. Qualsiasi cosa”.
La cosa che re Mida desiderava più di tutte le altre era l’oro: trascorreva le sue giornate a contare le monete d’oro e i gioielli che possedeva e ne voleva sempre di più.
“Vorrei trasformare in oro tutto ciò che tocco”, disse re Mida. Era quello il suo desiderio. “Va bene” disse Dioniso, poi concesse al re questo potere e lasciò il palazzo insieme a Sileno.
Il re provò subito il suo nuovo potere: toccò un albero del suo giardino e questo si trasformò in oro. Provò con il pozzo e anche quello diventò d’oro massiccio. Re Mida provò a trasformare le case, le strade e le montagne: tutto ciò che toccava diventava d’oro. Per due giorni il re non fece altro che toccare tutto ciò che vedeva e il suo regno divenne il più ricco di tutti.
Il terzo giorno però, il re tornò a casa per mangiare; afferrò una grossa coscia d’agnello e quella … si trasformò in oro. Provò con una mela e diventò d’oro anche quella. Chiese a un servitore di dargli da mangiare, ma appena le sue labbra toccavano le pietanze, quelle diventavano d’oro, con il piatto e tutto il resto.
Il re scoppiò a piangere.
“Morirò di fame e di sete per la mia avidità”.
In quell’istante entrò nel salone sua figlia, la principessa. Vide il padre in lacrime e corse ad abbracciarlo, ma appena le sue braccia sfiorarono le spalle del re, anche la principessa si trasformò in una statua d’oro.
“Questa è una maledizione” disse re Mida, poi uscì dal palazzo e si mise in cammino per raggiungere il palazzo di Dioniso.
Quando arrivò al palazzo, chiese al dio di sciogliere l’incantesimo e di liberarlo da quel potere terribile.
“Sei sicuro?” domandò il dio. “Se scioglierò l’incantesimo non potrai più trasformare nulla”.
“Sono sicuro” rispose il dio.
“Vai al fiume che scorre qui vicino e immergiti. Il dio che vive nell’acqua laverà il tuo potere e tu tornerai come prima”.
Il re fece come aveva detto Dioniso: trovò il fiume e si immerse nell’acqua limpida e fredda. Il dio Pattolo, che viveva nel fiume, lavò via il suo potere. Da quel giorno, nascoste sul fondo del fiume, si possono trovare migliaia di pepite d’oro.
Re Mida tornò al palazzo e scoprì che tutto ciò che aveva trasformato in oro era tornato come prima, compresa sua figlia.
“Ti chiedo perdono” le disse abbracciandola, “sono stato uno sciocco; questa maledizione però mi ha insegnato che la ricchezza non porta nulla di buono. Ti prometto che da oggi governerò saggiamente”.
Re Mida mantenne fede alla sua promessa e il suo fu un regno felice.

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Tag: mito di Re Mida

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Il mito di Prometeo

Il mito di Prometeo

Testo (a cura di): Alessia de Falco, Matteo Princivalle

Prometeo ed Epimeteo. Dopo aver dato vita a tutte le creature viventi, Zeus incaricò il titano Epimeteo, fratello di Prometeo, di distribuire tra loro poteri e qualità, in modo che ognuno avesse qualcosa. E così, Epimeteo diede le zanne e gli artigli ai leoni, il veleno ai serpenti e agli insetti, le ali agli uccelli; ad alcuni animali diede quattro zampe veloci con cui scappar via, ai pesci la capacità di respirare sott’acqua e così via. Epimeteo continuò a distribuire poteri e qualità finché non furono terminati tutti.
Solo allora si accorse che aveva dimenticato l’uomo: senza armi né doti particolari, era totalmente indifeso e incapace di sopravvivere. Allora, Prometeo, rubò agli dei l’intelligenza e la memoria e le diede agli uomini. Questo gesto causò l’ira di Zeus, che odiava gli uomini e disprezzava il titano Prometeo per la gentilezza con cui li trattava.

Prometeo e il fuoco. Un tempo gli uomini partecipavano ai banchetti degli dei sull’Olimpo, durante i quali ricevevano la parte peggiore del cibo. Non appena toccò a Prometeo fare le parti, il titano lasciò agli uomini la carne migliore; agli dei, invece, lasciò le ossa e le interiora, dopo averle nascoste in una crosta di grasso dorato. Era un affronto troppo grande per Zeus, che pieno di collera tolse il fuoco agli uomini e li scacciò dall’Olimpo.
Senza il fuoco, gli uomini soffrivano il freddo ed erano costretti a nascondersi nelle caverne. Inoltre, la notte non potevano muoversi ed erano facili prede per le bestie selvatiche. Prometeo era tanto dispiaciuto per loro che decise di rubare il fuoco per restituirglielo. Così, salì sull’Olimpo di notte, mentre tutti gli dei dormivano; prese una torcia dal carro di Elio, la accese e la rubò, per restituirla agli uomini. Non appena Zeus si accorse del furto, decise di punire Prometeo per l’eternità: lo fece incatenare sulla cima di una montagna, completamente nudo. Ogni giorno, un’aquila piombava su di lui, gli squarciava il petto con i suoi artigli e gli divorava il fegato; la notte, ogni notte, la ferita si rimarginava.

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Tag: Prometeo e il fuoco, mito di Prometeo

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Dedalo e Icaro

Dedalo e Icaro

Testo (a cura di): Alessia de Falco, Matteo Princivalle

C’era una volta ad Atene uno scultore di nome Dedalo; si dice che fosse il migliore tra gli scultori greci e che avesse inventato le statue di legno e quelle di terracotta: prima di lui nessuno era riuscito a scolpirne una. Ad Atene, Dedalo era anche conosciuto per la sua intelligenza e per le sue molte invenzioni.
Tuttavia, c’era uno scultore ancora più bravo di Dedalo: era suo nipote, Talo, che era diventato suo apprendista e in pochi mesi era riuscito a superare la sua abilità. Dedalo era così geloso della sua arte che una notte uccise Talo. Dopo aver ucciso l’apprendista, scappò a Creta, dove fu accolto dal re Minosse e divenne lo scultore e l’inventore di palazzo.
Quando la moglie di Minosse, Pasifae, diede alla luce il Minotauro, il re chiese a Dedalo di progettare un labirinto così intricato che nessuno potesse trovarne la via d’uscita; lì avrebbe rinchiuso quel mostro, per evitare che scatenasse il panico sull’isola. Dedalo, si mise subito al lavoro e fece realizzare il labirinto di Cnosso.
Qualche tempo dopo, però, Arianna, la figlia del re, gli chiese di indicargli l’uscita del labirinto per aiutare il ragazzo di cui si era innamorata, Teseo ad uscirne sano e salvo. Dedalo non seppe resistere e le indicò la porta d’uscita. Quando Minosse venne a saperlo, si infuriò e decise di rinchiudere Dedalo, insieme al figlioletto Icaro, nel labirinto che lui stesso aveva costruito.
La situazione era disperata; Dedalo, però, non abbandonò le speranze e cominciò a pensare ad un modo per fuggire da quel labirinto di pietra. Raccolse un gran numero di penne d’uccello, poi le unì con della colla e modellò due paia di ali: uno per sé, l’altro per Icaro. Con quelle ali artificiali, i due avrebbero potuto levarsi in volo e fuggire dal labirinto e dall’isola di Creta.
Il padre e il figlio spiccarono il volo: le ali funzionavano! Sotto di loro si poteva scorgere il labirinto di Cnosso, con tutti i suoi cunicoli. I due volarono oltre le mura di quella prigione e continuarono fino al mare. Icaro, però, volava sempre più in alto: voleva raggiungere il Sole.
“Fermati Icaro! Non puoi volare così alto, noi uomini non possiamo avvicinarci agli dei del cielo” gli disse suo padre. Icaro, tuttavia, non prestò ascolto a queste parole. Ad ogni battito d’ali, saliva sempre più in alto. Ad un certo punto, però, il calore del Sole cominciò a sciogliere la colla; le penne cominciarono a cadere e Icaro precipitò in mare. Dedalo, invece, riuscì a raggiungere la Sicilia, dove fu accolto dal re Cocalo; lì rimase a vivere fino alla fine dei suoi giorni.

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Tag: Dedalo e Icaro, mito di Dedalo e Icaro

GIOCA CON DEDALO E ICARO

COMPRENSIONE DEL TESTO

  1. Qual’era il lavoro di Dedalo ad Atene?
  2. Perché Dedalo scappò da Atene rifugiandosi a Creta?
  3. Perché il re Minosse fece rinchiudere Dedalo nel labirinto?
  4. Quale idea escogitò Dedalo per fuggire?
  5. Icaro riuscì a toccare il Sole?
  6. Come si chiamava il nipote di Dedalo? Perché fu ucciso?
  7. In quale isola si rifugiò Dedalo dopo aver lasciato Creta?

LABORATORIO NARRATIVO

Nel corso del suo viaggio verso la Sicilia, Dedalo attraversò il Mar Mediterraneo in lungo e in largo, incontrando tante strane creature. Per prime, avvistò le sirene: erano fanciulle con le ali e le zampe da uccelli, che con il loro bel canto spingevano i marinai a buttarsi in mare dalle loro navi. Dedalo pensò bene di tenersi alla larga da quelle creature insidiose! Secondo te quali altri abitanti del mare ha incontrato Dedalo? Un serpente marino? Uno stormo di gabbiani dalle pennne d’oro?

Prova a descriverne e disegnarne qualcuno.

Dedalo e Icaro (con i laboratori didattici) è disponibile anche come scheda PDF da stampare. Puoi scaricarla cliccando qui ⇒ Dedalo e Icaro – Scheda stampabile

LETTURE E APPROFONDIMENTI

  • Apollodoro (2004), Biblioteca: la più grande raccolta antica di miti, la Biblioteca di Apollodoro è una pietra miliare per tutti gli appassionati del mondo classico
  • De Crescenzo (2014), I grandi miti greci: un testo per tutti i grandi che vogliono avvicinarsi alle curiosità del mito greco, in modo leggero e quasi irriverente
  • Orvieto L. (2010), Storie della storia del mondo: una raccolta di miti omerici e virgiliani adattati per bambini
  • Milbourne A. et al. (2011), Il grande libro dei miti greci: probabilmente la più bella raccolta di mitologia greca per i piccoli

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Il mito di Ade, Demetra e Persefone

Il mito di Ade, Demetra e Persefone

Testo (a cura di): Alessia de Falco, Matteo Princivalle

Persefone era una dea, figlia di Zeus e di Demetra, divinità del raccolto e dell’abbondanza. Aveva l’aspetto di una bella fanciulla che trascorreva le sue giornate giocando e cantando tra i fiori. Era così bella da essere desiderata da più di una divinità. Un giorno, mentre passeggiava in un campo, la terra tremò e si aprì. Dallo squarcio uscì Ade, il dio degli Inferi (fratello di Zeus), che si era innamorato di Persefone a tal punto da rapirla. Ade prese sulle spalle la fanciulla, poi tornò nel suo regno sotterraneo. Quando Demetra si accorse della scomparsa della sua figlia prediletta, la cercò in lungo e in largo; chiese anche l’aiuto di Zeus, che però non disse nulla riguardo alle azioni sconsiderate di suo fratello Ade.
Per nove giorni Demetra cerò Persefone. Poi, decise di rivolgersi a Elio, il dio del Sole, che tutto sa e tutto vede; Elio le rivelò la verità: Persefone si trovava nel regno sotterraneo di Ade. La collera di Demetra fu terribile: sdegnata per il tradimento dei suoi stessi fratelli, scese dall’Olimpo e si nascose sulla Terra; la sua vendetta fu tremenda: la terra smise di dare frutti e le piante, avvelenate, morirono. Dopo qualche tempo, la situazione si era fatta insostenibile e Zeus scese negli Inferi, per trattare con Ade e mettere fine all’ira di Demetra.

Ade propose una soluzione: avrebbe riportato Persefone sulla Terra, a patto che ella non avesse mangiato alcun cibo proveniente dal mondo degli Inferi. In realtà, si trattava di un tranello: poiché Persefone, dal momento del rapimento, non aveva più toccato cibo, Ade la liberò, ma prima la invitò a festeggiare il suo ritorno nel mondo dei vivi mangiando un melograno. La ragazza accettò e l’inganno fu compiuto. L’ira di Demetra non si placò e Zeus fu costretto a trovare un’altra soluzione: dal momento che Persefone non aveva mangiato un frutto intero, ma solo metà del melograno offertole da Ade, sarebbe tornata dalla madre per sei mesi; per i restanti sei, invece, sarebbe rimasta col suo sposo nel regno degli Inferi.
La proposta fu accettata sia da Ade che da Demetra. Da quel giorno, nei mesi in cui Persefone si trova sulla terra con la madre le piante germogliano e i campi danno frutti, mentre i mesi in cui la fanciulla soggiorna negli Inferi la terra si spoglia e si addormenta. Nacquero così le quattro stagioni: primavera ed estate, autunno ed inverno.

AUDIOMITO

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Tag: Ade e Persefone, mito di Ade e Persefone, Ade, Demetra e Persefone

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Il mito di Eco e Narciso

Eco e Narciso

Testo (a cura di): Alessia de Falco, Matteo Princivalle

C’era una volta una ninfa bellissima, di nome Liriope. Tutte le mattine la ninfa andava a fare il bagno in un fiume, finché un giorno, Cefiso, il dio delle acque che abitava in quel fiume, si innamorò di lei e la strinse in un dolce abbraccio. Da quell’abbraccio nacque Narciso. Liriope, che voleva proteggere Narciso, andò a consultare il famoso indovino Tiresia, che in passato aveva dato i suoi consigli a tanti grandi eroi e perfino alle divinità. “Non devi preoccuparti per il tuo figlioletto” disse Tiresia alla madre “fintanto che non conoscerà se stesso, rimarrà un giovinetto meraviglioso e godrà di ottima salute”.
E infatti, Narciso crebbe forte e bellissimo, al punto di avere una schiera di corteggiatrici. Ma al ragazzo non interessavano le ragazze: trascorreva le sue giornate a cacciare e a cavalcare nei boschi. Un giorno, mentre il ragazzo camminava nel bosco con l’arco in spalla, lo vide Eco, una ninfa della montagna. Eco si innamorò del giovane e uscì dal suo nascondiglio per dichiararglielo. Narciso, tuttavia, la respinse in malo modo: era troppo bello per perdere tempo con una ninfa.

Da quel giorno Eco, affranta, continuò a seguire Narciso ovunque andasse: si accontentava di guardarlo. La ninfa, però, fu consumata dal suo amore e dal dolore per essere stata rifiutata; il suo corpo diventò trasparente e la poveretta si rinchiuse in una caverna nel cuore della montagna, cantando per Narciso. Narciso, che pure udiva il canto della ninfa, non le prestò attenzione e nemmeno una volta andò alla caverna a trovarla. Così, Eco svanì: di lei rimasero solo un pugno di ossa e la voce. La voce di Eco è ancora lì e risponde a chi attraversa le montagne, nella speranza che un giorno anche Narciso le risponda. Col passare del tempo, però, si è fatta sempre più debole e oggi riesce a ripetere solo le ultime sillabe delle parole dei viandanti.
Narciso, invece, continuò la sua vita. Gli dei, però, dopo aver assistito a tanto egoismo e a tanta indifferenza, decisero di punirlo. Un giorno, narciso stava inseguendo una cerva quando vide, tra la vegetazione, un laghetto cristallino. Il giovane smontò dal cavallo e raggiunse la riva, per rinfrescarsi. Lì vide il suo viso, riflesso dall’acqua: era tanto bello che Narciso si innamorò della sua immagine riflessa. Da quel momento, si recò ogni mattina a far visita a se stesso nello stagno, convinto di vedere una qualche divinità delle acque: la fissava per ore, immobile, finché un giorno si allungò sull’acqua per accarezzare quel viso e perse l’equilibrio, cadendo in acqua. Lo stagno si richiuse sopra di lui e Narciso non emerse mai più. Sulla riva, invece, spuntò un bel fiore giallo, dal profumo intenso, che in ricordo di quel giovinetto altezzoso prese il nome di Narciso.

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