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Adriana

Adriana è un nome di origine latina, che significa “Abitante di Adria”.

adriana origine e significato del nome

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Non possiamo educare i bambini se non educhiamo noi stessi

I bambini sono come il cemento umido, tutto quello che li colpisce lascia un’impronta.
Haim G. Ginott

L’educazione è innanzitutto educazione di se stessi, non può ridursi a un insieme di tecniche o concetti; l’educatore non educa poiché segue un metodo (altrimenti potremmo delegare l’educazione dei nostri bambini alle macchine) ma perché è umano; questa verità era chiara già ai pedagogisti e ai filosofi greci. Nel corso di questa breve riflessione vi suggeriamo tre aspetti dell’auto-educazione che riteniamo importanti.

Educarci alla parola
Le scuole, di nessun ordine e grado, ci educano all’uso delle parole: studiamo la grammatica, la composizione e parafrasiamo i testi letterari, eppure nessuno ci insegna che le parole hanno una forza quasi magica. Ci sono parole che pesano come macigni e altre che ci rendono forti, tanto da sollevare qualsiasi peso; ci sono parole che curano e parole che distruggono. Ciascuno di noi deve educarsi alla parola, perché è attraverso le nostre parole (oltre che attraverso l’esempio) che accompagneremo i nostri bambini alla scoperta della vita.

APPROFONDIMENTO CONSIGLIATO: Le parole non sono incolori

Educarci all’azione e alla cura di se
L’educazione è azione; le parole sono strumenti molto potenti, ma non bastano. Ciascuno di noi, per educare, deve imparare a prendersi cura di sé attraverso i piccoli gesti quotidiani. Il nostro benessere passa da quello che facciamo tutti i giorni, dai piccoli gesti quotidiani, dalle abitudini che costituiscono il nostro ”stile di vita”. Condurre uno stile di vita salutare e evitare i comportamenti dannosi significa educare attraverso le proprie azioni, che sono uno degli strumenti più efficaci a nostra disposizione.

Educarci alla virtù
Cosa sappiamo delle nostre virtù? Cosa sappiamo dei nostri punti di forza e dei modi in cui possiamo metterli al servizio della società? Possiamo educare in modo autentico se non sappiamo in quali campi siamo forti e in quali siamo più deboli? A nostro avviso no; l’educazione alla virtù (ovvero a individuare e sfruttare i nostri punti di forza e a lavorare su quelli che vorremmo migliorare) è indispensabile per conoscersi ed apprezzarsi, ma soprattutto per scoprire gli strumenti più efficaci attraverso i quali, in base ai nostri tratti caratteristici, potremo educare gli altri.

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Il sonno è fondamentale per i bambini

sonno bambini

Garantire ai bambini un corretto ciclo sonno-veglia è un passaggio fondamentale per uno sviluppo corretto ed equilibrato. Al contrario, il sonno irregolare è spesso alla base di disturbi del comportamento nel bambino e di un clima familiare deteriorato.

La mancanza di sonno genera disturbi del comportamento

Nel corso della prima infanzia il cervello si sviluppa moltissimo e il sonno incide proprio su questo sviluppo. Uno studio dello University College di Londra (Changes in Bedtime Schedules and Behavioral Difficulties in 7 Year Old Children, che potete scaricare e leggere gratuitamente, in lingua inglese) condotto su oltre 10 mila bambini ha rivelato che la carenza di sonno e il sonno irregolare è correlato ad un maggior rischio di sviluppare disturbi del comportamento. Lo studio ha analizzato le abitudini del sonno all’età di 3, 5 ed infine 7 anni, verificando l’importanza cruciale di un sonno regolare durante tutto l’arco dello sviluppo.

Questo significa che per mamma e papà, garantire le giuste ore di sonno ai propri bimbi è fondamentale, per il loro benessere e per lo sviluppo futuro. Allo stesso tempo, il sonno deve essere regolare, alternato tra quello notturno e il riposino pomeridiano.

Quanto devono dormire i bambini?

  • 12-14 ore tra 1 e 3 anni
  • 11-13 ore tra 3 e 5 anni
  • 10-11 ore tra 5 e 12 anni
  • 9 ore > 12 anni

Fonte: Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale

Suggerimenti per un sonno regolare

Spesso il problema del sonno irregolare è dovuto ad una cattiva gestione della routine familiare. La soluzione migliore è quella di cenare tutti insieme, prepararsi alla nanna, magari leggendo una fiaba insieme o trascorrendo un po’ di tempo insieme e poi, dolcemente, rimboccarsi la coperta e dormire.

10-11 ore di sonno significa che per un bambino alla scuola primaria, un buon orario (minimo, cioè rispettando le 10 ore) potrebbe essere: nanna entro le 21:00, risveglio alle 7:00. Per quanto difficile, saremo noi adulti a dover garantire questo ciclo al piccolo, anche a costo di qualche sacrificio, così come garantiamo il pranzo e la cena; del resto, si tratta di un bisogno essenziale (e non accessorio, come potrebbe essere festeggiare un compleanno o frequentare un club sportivo).

Si può dire dunque che, di fronte a un bambino che dorme in modo irregolare, la responsabilità sia dei genitori? Sì. Pur riconoscendo che spesso la situazione non è semplice. Ricordiamo anche che prima di andare a dormire, tv e videogiochi sono assolutamente da evitare. Se quest’abitudine è già radicata, andrà gradualmente eliminata. Molto meglio trascorrere un momento di condivisione parlando di quel che è successo durante la giornata, leggendo un libro o raccontando una storia.

E se proprio non si riesce? In questi casi, è fondamentale non sottovalutare il problema e consultare uno specialista, esattamente come si farebbe di fronte ad un bambino che non mangia da giorni. Con tutta probabilità, il problema si risolverà nel migliore dei modi!

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Niente smartphone e tablet a tavola!

Consumare i pasti davanti al computer o al tablet è un’abitudine sempre più frequente, anche tra bambini e ragazzi. Comincia di solito come “un’eccezione alla regola”, per poi diventare la regola fatta e finita. Eppure, si tratta di un’abitudine da contrastare in modo deciso, per via dei rischi (a livello di salute e di benessere psicofisico) che comporta.

Evelina Flachi, specialista in scienza dell’Alimentazione e docente di Nutrizione per il Benessere all’Università degli Studi di Milano: “Ogni pasto andrebbe consumato almeno in 20-30 minuti, e le distrazioni tecnologiche andrebbero evitate, perché portano a trangugiare il cibo e masticare poco o nulla, senza nemmeno prestare attenzione a quello che si ha nel piatto. Tensione nervosa, pancia gonfia e mal di testa sono solo alcune delle conseguenze di una cattiva masticazione che comporta una scorretta assimilazione degli alimenti e una cattiva digestione“.

Anche il nutrizionista Giorgio Calabrese si schiera contro le nuove abitudini tecno-alimentari: “le persone che sono costantemente davanti al computer ‘piluccano’. Siamo diventati come gli americani , un pasto unico dal mattino alla sera. Stando davanti al pc si ingoiano, trangugiano noccioline, caramelle che sono dure da masticare e ciò comporta un super lavoro prima dello stomaco, poi dell’intestino e quindi anche del fegato, con danni che non si vedono subito ma dopo un certo periodo”.

Quindi: prova a bandire da tavola smartphone e tablet. Pranzi e cene sono un momento privilegiato per riscoprire la lentezza, grandi e bambini insieme.

FONTI

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Il bambino: maestro d’amore

Tratto da: Maria Montessori, Il bambino in famiglia

Maestro d’amore

Il bambino ama l’adulto: ciò deve essere presente al nostro spirito. Diciamo: «Come l’adulto ama il bambino! come la madre ama il bambino!». Perfino della maestra si dice: «Come ama i bambini!». Dicono che bisogna insegnare ai bambini ad amare la madre, il padre, la maestra; bisogna insegnar loro ad amare tutto e tutti. E chi è questo maestro di amore, che vuole insegnare ai bambini ad amare? Colui che giudica capricci tutte le loro manifestazioni e che pensa alla propria difesa contro di loro? L’adulto non può diventare maestro d’amore senza un esercizio speciale e senza aprire gli occhi della coscienza, per vedere un mondo più vasto. Il bambino ama moltissimo l’adulto. Quando va a letto vuole sempre vicina una persona amata. E la persona amata dice: «Bisogna impedire questo capriccio: il bambino non deve prendere la cattiva abitudine di non sapersi addormentare senza una persona vicina». Oppure: «Il bambino vuol venire a tavola con noi, e piange se non lo si lascia, come se pretendesse che noi non mangiassimo!». Questa è la voce dell’adulto, senza amore per il bambino. […]

Il bambino che ama sveglia, non soltanto al mattino, il padre e la madre, che dormono troppo e spesso si addormentano nella vita! Tutti noi abbiamo la tendenza a dormire sulle cose e occorre un essere nuovo che ci svegli e ci tenga desti, con modi che non sono i nostri, qualche essere che agisca diversamente da noi e ogni mattino venga a dirci: «Guarda, c’è un’altra vita, vivi meglio». Vivere meglio, perché l’uomo andrebbe degenerando, e il bambino lo aiuta a salire. Se l’adulto non ne fa caso, si perde; a poco a poco si ricopre di una crosta dura e diventa insensibile.

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Poesie e filastrocche di maggio

Scoprite tante poesie e filastrocche di maggio.

Poesie di maggio

È maggio

Testo di: Giovanni Pascoli

A maggio non basta un fiore.
Ho visto una primula: è poco.
Vuoi nel prato le prataiole:
È poco: vuole nel bosco il croco.
È poco: vuole le viole; le bocche
di leone vuole e le stelline dell’odore.
Non basta il melo, il pesco, il pero.
Se manca uno, non c’è nessuno.
È quando è in fiore il muro nero
è quando è in fiore lo stagno bruno,
è quando fa le rose il pruno,
è maggio quando tutto è in fiore.

Maggiolata

Testo di: G. Carducci

Maggio risveglia i nidi,
maggio risveglia i cuori;
porta le ortiche e i fiori,
i serpi e l’usignol.
Schiamazzano i fanciulli
in terra, e in ciel li augelli:
le donne han ne i capelli
rose, ne gli occhi il sol.
Tra colli prati e monti
di fior tutto è una trama:
canta germoglia ed ama
l’acqua la terra il ciel.
E a me germoglia il cuore
di spine un bel boschetto;
tre vipere ho nel petto
e un gufo entro il cervel.

Maggio

Testo di: Renzo Pezzani

Il grano granisce nei campi;
le nubi sono armate di lampi;
la roggia è piena
di acqua spensierata e serena.
Metton fiori i balconi,
il bucato fa bandiera;
dolce fanciulla, la sera
s’ingioiella di costellazioni.
Il giorno è un lungo mattino,
un vitello è nella stalla;
sulle aie si balla
dietro il suono d’un pellegrino.
E il cimitero, poverino,
è verde come un giardino.

Lieti doni

Testo di: Renzo Pezzani

Maggio festoso porta:
le lucciole, i grilli e le ranelle;
il sole dietro le tendine;
i fiumi azzurri e pieni;
le nuvole bianche;
i poggioli fioriti;
le canzoni nel campi;
i papaveri rossi
in mezzo al grano.

Maggio

Testo di: Erika Porro

Ora non è più un miraggio
il bel caldo sta arrivando
ed il mese di maggio
stiamo allegri salutando.
Tanti fiori colorati,
frutti buoni sulle piante,
erba verde in mezzo ai prati
ed il sole più costante.
Della mamma c’è la festa
la vogliamo festeggiare,
tanti doni in una cesta
per poterla ringraziare.
Questo è il mese di Maria,
che è la mamma di Gesù,
preghiere e canti in compagnia,
vuoi unirti anche tu?

Filastrocca di maggio

Testo di: Margherita Bufi

Filastrocca di maggio
finalmente io viaggio!
M’illumina un raggio,
ammiro il paesaggio.
Colline verdeggianti
boschi lussureggianti
montagne incantate
per sane passeggiate.
Prime uscite al mare.
È presto per nuotare?
Respiro aria salmastra
sulla bianca spiaggia.
Il sole ora è più caldo
con l’inverno il conto è saldo.
È proprio primavera,
con maggio è quella vera!

Il primo maggio

Testo di: Margherita Bufi

Oggi che è il primo maggio
ho pensato: Sai che faccio?
Per la festa del lavoro
manifesto insieme a loro.
Anche se son piccolino
ho anch’io un cuoricino.
Ciò che è giusto
voglio fare
per far tutti lavorare
in maniera uniforme
nel rispetto delle norme.
Lo dice la Costituzione
scritta con tanta passione
che il lavoro è un diritto,
quindi io non starò zitto!

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Tag: poesie maggio, poesie di maggio, poesie su maggio, filastrocche di maggio, filastrocche su maggio

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