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In Finlandia, quando nasce un neonato, lo Stato regala tre libri alla sua famiglia

Sapevate che quando nasce un bambino, in Finlandia, i suoi genitori ricevono un box contenente, tra le altre cose, tre libri? Uno per la mamma, uno per il papà e uno per il bambino. Questi libri accompagneranno il bambino e i genitori nei primi anni di vita, promuovendo la cultura della lettura, ma anche quella della consapevolezza e della genitorialità.
Si tratta di una buona pratica del welfare finlandese (non a caso, le mamme in Finlandia sono tra le più felici del mondo), introdotta nel 1930: da allora, le neo-mamme ricevono un box contenente vari accessori per il neonato, come un pigiamino, un sacco per la nanna e un biberon insieme a guide e prodotti essenziali nel percorso della maternità. È possibile rinunciare al box e convertirlo in un coupon da 140€, ma il 95% delle mamme opta per il box.

A stupire, è la correlazione – che non indica causalità – tra il fatto che le neo-famiglie finlandesi ricevano tre libri in omaggio e il numero di lettori in Finlandia: questo paese è il più alfabetizzato del mondo, con una quota di lettori forti impressionante. In Italia, al contrario, una famiglia su dieci non ha neppure un libro in casa. Il 30% delle famiglie, invece, possiede una piccola libreria, con meno di 25 testi (in questa categoria rientrano potenzialmente tutti coloro che possiedono un solo volume) e i lettori forti sono una percentuale minima della popolazione.
Se vogliamo un aumento del numero di lettori nel nostro paese, occorre una politica sulla lettura seria, a cominciare dalla distribuzione gratuita dei libri ai neonati. Probabilmente, serve anche a noi un “box” come quello che ricevono le mamme finlandesi.

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Il cambiamento climatico

cambiamento climatico

Il clima sta cambiando. In questo articolo potete trovare informazioni e risorse per comprendere meglio il cambiamento climatico e per spiegarlo ai bambini della scuola primaria.

Per cominciare, abbiamo riassunto le principali informazioni sul cambiamento climatico in due pagine di domande e risposte per bambini. Queste domande (e le relative risposte) si possono ritagliare e incollare sul quaderno, utilizzandole come blocchi per costruire una “mappa concettuale del cambiamento climatico“.
Ecco un’anteprima della prima pagina:

Cliccate qui per scaricare il file o per stamparlo.

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Clima e tempo meteorologico sono due cose ben distinte. Abbiamo approfondito questa differenza nella nostra scheda didattica sul clima. In estrema sintesi, il tempo meteorologico si riferisce a quello che avviene nell’arco di pochi giorni, mentre il clima considera un’arco temporale decennale (trent’anni o più).

Negli ultimi decenni, le temperature medie sono aumentate vertiginosamente. Come mostra questo grafico, tra il 1950 e il 2010 la temperatura terrestre è aumentata di circa 1 grado Celsius. Il mondo in cui viviamo è più caldo rispetto a quello in cui sono cresciuti i nostri nonni.

cambiamento climatico grafico cambiamento temperature

Secondo le previsioni dei climatologi, in futuro la temperatura continuerà ad aumentare. Entro il 2050, è previsto un aumento della temperatura pari a +2 C° ed entro il 2100 è previsto un aumento di addirittura +4 C°.

LE CAUSE DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Il cambiamento climatico in atto è causato dall’azione dell’uomo e, in particolare, dall’emissione nell’atmosfera di grandi quantità di gas serra.
Questi gas rendono più intenso l’effetto serra (sul quale potete trovare tante informazioni nella scheda didattica sull’effetto serra), causando un innalzamento della temperatura terrestre.

LE CONSEGUENZE DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Quali sono le conseguenze di questo aumento della temperatura? Ecco un elenco delle principali conseguenze del cambiamento climatico:

  • Scioglimento dei ghiacciai: le vaste aree ghiacciate della Groenlandia e dell’Antartide si stanno sciogliendo, così come i ghiacciai montani.
  • Innalzamento del livello del mare: l’acqua prodotta dallo scioglimento dei ghiacciai si riversa nel mare, determinando un innalzamento del livello del mare. Ad oggi questo innalzamento viene misurato in millimetri, ma le previsioni dei climatologi prevedono un innalzamento pari a decine di metri nel futuro. Questo significa che le città costiere verranno interamente sommerse.
  • Desertificazione: le zone aride, a causa dell’aumento delle temperature, diventeranno ancora più aride e diventeranno desertiche. Questo significa che non potranno più ospitare la vita e che chi abita in questi territori sarà costretto a emigrare altrove.
  • Pioggia e alluvioni: le zone umide, invece, diventeranno sempre più umide, con precipitazioni ancora più abbondanti. Questo significa che saranno più soggette a piogge torrenziali e alluvioni.
  • Intensità degli eventi atmosferici: gli eventi atmosferici estremi, come cicloni e ondate di calore estremo diventeranno sempre più intensi. Questo significa che causeranno più danni.
  • Diffusione di batteri e malattie: il riscaldamento globale contribuirà a diffondere malattie che adesso sono presenti solo nei paesi più caldi, ampliando la loro area di diffusione.

FONTI
http://s3.amazonaws.com/nca2014/low/NCA3_Full_Report_Appendix_3_Climate_Science_Supplement_LowRes.pdf?download=1

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L’effetto serra

L’effetto serra è un fenomeno di regolazione della temperatura, che si verifica nei pianeti con un’atmosfera che contiene una certa quantità di gas serra (come la Terra).

Cos’è l’effetto serra? Il Sole emette energia, attraverso i raggi del Sole: una parte di questi raggi raggiunge la Terra. Alcuni vengono riflessi dalle nubi presenti nell’atmosfera. Dei raggi che raggiungono la superficie terrestre, alcuni vengono riflessi verso lo spazio (ad esempio i raggi che colpiscono i ghiacciai), altri vengono assorbiti dalla Terra. Il calore assorbito dalla Terra viene irradiato sotto forma di raggi infrarossi e si disperde verso l’atmosfera. Quando raggiunge l’atmosfera, una parte di questo calore la attraversa, mentre un’altra parte viene trattenuta dai gas serra e ritorna alla Terra.
L’effetto serra è un fenomeno naturale ed è il motivo per cui il clima del nostro pianeta è mite: se non ci fosse l’effetto serra, la temperatura media sulla Terra sarebbe di -18 Cº e il nostro pianeta sarebbe coperto di ghiaccio! Il problema è che l’uomo, attraverso il suo stile di vita negli ultimi 100 anni, ha amplificato l’effetto serra e continua a farlo tutt’ora.

effetto serra spiegato ai bambini

Cliccate qui per stampare questa scheda.

Come? L’effetto serra è possibile grazie ai gas serra: questi gas si accumulano nell’atmosfera e formano lo “scudo” di cui abbiamo parlato prima. I gas serra sono: il vapore acqueo, l’anidride carbonica, il metano e altri gas.  L’uomo, per alimentare le sue macchine, utilizza combustibili fossili, come il carbone e il petrolio.Questi combustibili, quando vengono bruciati, producono energia: è grazie a loro se possiamo sfrecciare a bordo delle nostre automobili. Tuttavia, accanto all’energia, producono anche anidride carbonica, un gas serra che sale nell’atmosfera e rende più spessa l’atmosfera terrestre. Questo è solo un esempio, ma ci sono altre azioni umane che producono gas serra: le mucche e i maiali allevati dall’uomo, ad esempio, attraverso i loro escrementi liberano nell’aria una grande quantità di metano, un altro gas serra. La lista è molto lunga.

Quali sono le conseguenze dell’emissione di gas serra? I gas serra rendono la copertura che protegge la Terra più spessa. Quando le radiazioni prodotte dalla Terra e dirette verso lo spazio provano ad “uscire”, vengono respinte dai gas serra e tornano indietro. In questo modo, la Terra si riscalda e la temperatura aumenta. L’effetto principale delle emissioni di gas serra è l’aumento della temperatura terrestre.
Questo aumento di temperatura, a sua volta, produce degli effetti: fa sciogliere i ghiacciai di montagna e le lastre di ghiaccio presenti intorno ai poli. Lo scioglimento dei ghiacciai, infine, fa innalzare il livello del mare.
Inoltre, l’aumento di temperatura rende le zone aride sempre più aride: ci sono sempre più aree desertiche, inadatte alla vita. Le zone umide, invece, diventano sempre più umide, con frequenti alluvioni e inondazioni.

L’effetto serra

In questa sezione potete trovare le nostre schede didattiche per i bambini della scuola primaria. Cliccate sulle immagini o sui pulsanti per stampare le schede.

Schede di scienze:
🔴 Scienze – Classe prima
🟠 Scienze – Classe seconda
🟡 Scienze – Classe terza
🟢 Scienze – Classe quarta
🔵 Scienze – Classe quinta
↩️ Scienze – Tutte le schede

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Pitture rupestri e arte rupestre

Le pitture rupestri sono la forma più antica di arte realizzata dall’uomo e sopravvissuta fino ai giorni nostri. Venivano realizzate sulle pareti delle grotte e rappresentavano impronte di mani, animali e scene di caccia. Le pitture rupestri più antiche furono realizzate dall’uomo del Paleolitico. La datazione delle pitture rupestri è molto difficoltosa; le forme di arte rupestre più antica risalgono a circa 20.000 anni fa.

LA TECNICA

Per realizzare le pitture rupestri, l’uomo del Paleolitico utilizzava pigmenti ricavati a partire da rocce e altri materiali naturali. I colori utilizzati erano quattro:

  • Nero, ricavato dal carbone
  • Bianco, ricavato dal gesso e da alcune rocce calcaree
  • Rosso, ricavato da terra argillosa contenente minerali ferrosi
  • Giallo, ricavato da terre contenenti limonite

Tra le pitture rupestri più antiche di cui abbiamo traccia ci sono le “impronte di mani”:

Secondo voi come sono state realizzate (ottima domanda da porre ai bambini)?
Esistono due tipi di impronta di mano: quelle ottenute intingendo la mano nel colore e poi appoggiandola alla parete rocciosa e quelle ottenute appoggiando la mano sulla roccia e spruzzando il colore intorno ad essa con una cannuccia, ricavata da un osso cavo (una sorta di stencil preistorico).

Gli animali e le scene di caccia, invece, venivano realizzate a partire da una sagoma, realizzata con il carbone, che successivamente veniva riempita.

pitture rupestri e arte rupestre

LABORATORIO ARTISTICO

Il modo migliore per spiegare l’arte rupestre ai bambini è proporre un laboratorio artistico. Noi vi consigliamo di realizzare delle impronte di mani su delle formelle di argilla o DAS.

Come procedere:

  • Realizzate le formelle con il DAS terracotta, in modo che abbiano una dimensione poco più grande di quella della mano dei bambini.
  • Preparate in un piattino del colore a tempera bianco o nero.
  • Chiedete ai bambini di appoggiare la mano nel colore.
  • Successivamente, fate appoggiare la mano sulla formella di DAS: avrete ottenuto un’impronta colorata molto simile a quelle delle grotte dipinte.

Schede di storia:
🔴 Storia – Classe prima
🟠 Storia – Classe seconda
🟡 Storia – Classe terza
🟢 Storia – Classe quarta
🔵 Storia – Classe quinta
↩️ Storia – Tutte le schede

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Resistiamo alla tentazione di plasmare i bambini secondo il nostro volere

I bambini ci sorprendono ogni giorno con le loro capacità plastiche: sanno adattarsi, apprendere e rimodellare le proprie credenze con un’agilità invidiabile. Questa plasticità non va trascurata: è il motore dell’educazione. Ma come dovrebbe porsi un’educatore di fronte a tale unicità?
Vi proponiamo le riflessioni di Maria Montessori:

“Il piccolo bambino, anche quando è un po’ cresciuto, è definito dagli educatori come una cera molle, che si può plasmare a modo proprio. Ora l’idea è vera nella definizione della cera molle, ma l’errore è che l’educatore debba approfittare di questa condizione per plasmare il bambino. Invece il bambino deve egli stesso plasmare tale sua cera molle; è questa la condizione sine qua non, il principio perché il bambino sia veramente animato anche nei suoi organi di espressione. L’individuo adulto, padrone onnipossente di questi piccoli esseri, può cancellare gli abbozzi di forma che il bambino comincia a dare alla propria cera molle, con un intervento cieco, barbaro e inopportuno; se dicessimo con un intervento infernale, diabolico, non diremmo troppo. Dice una leggenda giapponese che i bimbi morti e assunti a vita eterna, nell’aldilà si affaticano a costruire piccole torri con tante piccole pietre e che dei demoni malvagi abbattono queste piccole torri, più presto che i bambini non le costruiscano. Questa sarebbe la dannazione del bambino.
Ebbene, l’azione dell’adulto è proprio questa azione, la quale, anche se non c’entra la volontà, è diabolica nei suoi effetti di distruzione e disgregamento di tutto ciò che il bambino va costruendo laboriosamente e delicatamente nella sua vita interiore; l’adulto non se ne accorge, il bambino ricomincia, l’adulto ancora distrugge. Questa lotta avviene fin da quando il bambino è assolutamente inerme e ancora non sa organizzare i propri movimenti, né parlare”.

BIBLIOGRAFIA
Maria Montessori, Il bambino in famiglia, Garzanti, 2018

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Le nuove tecnologie? Non favoriscono l’apprendimento

La nuova tecnologia ha il potere di trasformare la didattica e innovare il mondo della scuola? Gli ultimi due decenni confermano il contrario: alla base del successo formativo non troviamo gli strumenti (come, appunto, la tecnologia), ma le competenze educative e didattiche. A questo si aggiunge la “bufala” del multitasking: non è vero che fare più cose insieme e saltare da un argomento all’altro ci aiuta ad imparare più velocemente. Al contrario, rende l’apprendimento lento e difficoltoso.
Ecco il parere del pedagogista Daniele Novara (tratto dal libro “Non è colpa dei bambini: Come rinunciando all’educazione stiamo rinunciando al nostro futuro“):

“L’introduzione del digitale nella scuola è stata fortemente voluta dal ministero, che ha cercato di favorire attraverso bandi e finanziamenti l’innovazione delle infrastrutture tecnologiche scolastiche. Ma non sembra esserci un investimento corrispondente per trasformare la didattica.
Usare una nuova tecnologia senza attivare un nuova didattica non serve a niente, anzi, favorisce chi vende gli strumenti digitali senza che bambini e ragazzi imparino meglio o di più. Una ricerca belga-finlandese pubblicata sulla rivista «Teaching and Teacher Education» ha dimostrato che un utilizzo maggiore del digitale non porta un effettivo miglioramento rispetto al passato.6 I due ricercatori hanno analizzato la letteratura scientifica sul tema e hanno concluso che, dal punto di vista cognitivo, non è vero che i nuovi bambini e ragazzi nati nell’epoca della diffusione delle tecnologie digitali presentino competenze diverse o superiori alle generazioni precedenti.

Anzi, rispetto alla convinzione comunemente diffusa che vorrebbe i nativi digitali abili nel multitasking, i risultati sono stati deludenti, e la conclusione perentoria: «Quando svolgiamo più attività insieme, in realtà il nostro cervello le alterna a intervalli rapidissimi. E questo ci obbliga a caricare rapidamente nella nostra memoria le informazioni necessarie a un compito, per poi rimuoverle e far posto a quelle utili a eseguirne un altro. Uno sforzo mentale che affatica, fa commettere errori e allunga i tempi dell’apprendimento». Tablet e nuove tecnologie, con le infinite possibilità di attività contemporanee che offrono, disturbano e deprivano le capacità di concentrazione, peggiorano l’attenzione e di conseguenza il processo di formazione. E, purtroppo, non sembra davvero che nella scuola italiana, avviata verso la trasformazione digitale, esista di pari passo un progetto pedagogico scientificamente fondato orientato a una vera innovazione”.

A queste considerazioni di Daniele Novara, vogliamo aggiungere però un elemento positivo: la tecnologia ci ha regalato esempi di alta formazione, come i MOOC offerti dalle università più prestigiose del mondo. La differenza? È nella progettazione: si è sfruttato il mezzo per amplificare un buon progetto formativo.
Nel nostro paese è accaduto il contrario: si è cammuffata una didattica in difficoltà dietro la maschera della scuola tecnologica. L’innovazione, nel nostro caso, è un ritorno al passato: solo rimettendo al centro i contenuti sarà possibile declinarli “al digitale”.

BIBLIOGRAFIA
Daniele Novara, Non è colpa dei bambini: Come rinunciando all’educazione stiamo rinunciando al nostro futuro, BUR, 2017

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