Nomi di persona, animale e cosa – In questo articolo troverete le nostre schede didattiche sui nomi di persona, animale e cosa per i bambini della scuola primaria.
I nomi di persona indicano le persone, le loro professioni e il loro ruolo nella società. Esempio: “papà”, “giovane” e “elettricista” sono tre nomi di persona. Il primo si riferisce al ruolo di una persona all’interno della famiglia; il secondo si riferisce ad un certo genere di persona, individuato sulla base dell’età; il terzo si riferisce a una professione svolta da alcune persone.
I nomi di animale indicano gli animali. Esempio: “tigre”, “zanzara” e “cane” sono tre nomi di animale.
I nomi di cosa indicano tutto ciò che non è una persona né un animale. Vengono considerate cose: piante e vegetali, oggetti e utensili, edifici, elementi e luoghi geografici, eventi. Esempio: “martello”, “collina”, “città, “albero”, “ponte” e “tragedia” sono tutti nomi di cosa.
A volte può essere difficile individuare un nome come “nome di cosa”. A questo fine, può essere utile ricorrere al principio di esclusione: se un nome non è di animale né di persona, dev’essere un nome di cosa.
Nell’analisi grammaticale del nome bisogna sempre indicare se il nome analizzato è un nome di persona, di animale o di cosa.
La classificazione che abbiamo proposto, ancora utile per avvicinare i bambini ai concetti elementari della grammatica italiana, è stata superata dalla linguistica. Per approfondire l’identità linguistica del nome vi suggeriamo di leggere questa pagina.
Schede didattiche
In questa sezione potete trovare le nostre schede didattiche sui nomi di persona, animale e cosa per i bambini della scuola primaria. Cliccate sulle immagini o sui pulsanti per stampare le schede.
Su portalebambini.it abbiamo realizzato un dizionario in cui potrete trovare i principali nomi, dalla A alla Z. Ecco le sezioni dedicate ai nomi di persona, animale e cosa:
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Il Neolitico è la fase della preistoria che va dal 10.000 a.C. al 3.000 a.C. Neolitico significa “età della pietra nuova”. Durante il Neolitico l’uomo fece alcune importanti scoperte che rivoluzionarono il suo modo di vivere. La scoperta più importante fu quella dell’agricoltura. Le prime piante ad essere coltivate furono i cereali e i legumi, fondamentali per l’alimentazione dell’uomo. Coltivare i campi era un lavoro molto faticoso: per questo l’uomo inventò attrezzi come la zappa, la falce e l’aratro. L’uomo inoltre imparò che poteva allevare gli animali per ricavarne latte e carne. Agricoltura e l’allevamento permisero all’uomo di diventare sedentario: non era più necessario spostarsi per trovare cibo. L’uomo imparò inoltre che poteva conservare a lungo i cereali e anche il formaggio, ricavato dal latte. In questo modo era possibile sopravvivere all’inverno, quando non si potevano coltivare i campi. L’uomo del Neolitico cominciò a costruire case con mattoni d’argilla e tetti di legno, più comode e durevoli delle tende. Nacquero i primi villaggi, formati da qualche decina di case vicine tra loro. I villaggi si trovavano vicino ai fiumi, necessari per l’irrigazione dei campi. I villaggi divennero sempre più grandi, fino a diventare città con migliaia di abitanti. Nei villaggi comparvero i primi artigiani, specializzati nella lavorazione del legno, dell’argilla o dei metalli. Nacque anche il commercio: i contadini, per esempio, barattavano sacchi di cereali con attrezzi da lavoro. Chi si occupava del commercio erano i mercanti, o commercianti, che viaggiavano da un villaggio all’altro. La società si trasformò: i clan di cacciatori furono sostituiti da villaggi abitati da contadini, allevatori, artigiani e commercianti. Gli uomini del Neolitico costruirono i primi edifici religiosi, come menhir, dolmen e i primi templi della storia antica. Le civiltà del Neolitico non erano tutte uguali: ci sono molte differenze tra le culture europee e quelle africane e mesopotamiche.
Neolitico significa “età della pietra nuova” (dal greco antico “neos”, che significa nuovo e “lithos”, che significa pietra): con questo termine si indica l’ultima fase della preistoria, che va dal 10.000 a.C. al 3000 a.C. circa, quando venne inventata la scrittura. Con il passaggio dal Paleolitico al Neolitico, l’uomo (Homo Sapiens) è diventato sedentario e ha scoperto l’allevamento e l’agricoltura.
Il Neolitico corrisponde a una serie di grandi cambiamenti climatici che favorirono lo sviluppo dell’uomo e delle prime grandi civiltà umane. Infatti, intorno al 10.000 a.C. il clima si fece molto più caldo e i ghiacciai rimasti dall’ultima glaciazione cominciarono a sciogliersi, formando grandi fiumi e specchi d’acqua. Il clima mite portò alla formazione di grandi foreste e comparvero i cereali, specie vegetali particolarmente adatte all’alimentazione dell’uomo.
I grandi mammiferi tipici dell’era glaciale, come lo smilodonte (o tigre dai denti a sciabola), il mammut e il rinoceronte lanoso si estinsero, mentre al loro posto comparvero mammiferi più piccoli e docili: bovini, equini e ovini.
Questi cambiamenti climatici permisero all’uomo di svilupparsi rapidamente e di conseguire una serie di scoperte e invenzioni molto importanti.
Allevamento e agricoltura
L’uomo diede la caccia agli animali per migliaia di anni: in questo periodo imparò a conoscerne le caratteristiche e il comportamento; fu così che si accorse che poteva tenere con sé alcuni animali. Il primo animale addomesticato dall’uomo fu il cane, estremamente utile nelle battute di caccia: l’uomo lo nutriva e gli forniva un riparo in cambio della sua fedeltà.
Successivamente, l’uomo si accorse che poteva costruire stalle e recinti in cui far vivere pecore, capre, mucche, cavalli e animali da cortile: questi animali, nutriti e accuditi al meglio, erano una fonte di carne fresca e di latte per gli uomini. Alcuni animali, come le mucche, i cavalli e gli asini, erano docili e si potevano utilizzare per il trasporto.
Già dalla comparsa dell’Homo Sapiens le donne si erano specializzate nella raccolta delle bacche e delle specie vegetali commestibili; nel tempo, queste donne raccoglitrici compresero il funzionamento del ciclo vegetale e si accorsero che interrando i semi delle piante e prendendosi cura dei germogli era possibile far crescere delle nuove piante che, una volta adulte, avrebbero prodotto frutti.
Le prime piante coltivate dall’uomo nel neolitico furono i cereali (grano, orzo, farro, riso) e i legumi (ceci, fagioli e lenticchie).
Coltivare i campi era un lavoro molto faticoso: per questo motivo l’uomo del Neolitico inventò numerosi attrezzi per rendere l’agricoltura più semplice ed efficiente. I più importanti sono:
la zappa, composta da un bastone di legno con una pietra levigata legata stretta all’estremità con dei tendini animali, che serviva a smuovere il terreno rompendo le zolle;
l’aratro, una struttura in legno con una punta che serviva a creare i solchi nel terreno in cui seminare le piante;
la falce, un bastone ricurvo sul quale erano inserite delle pietre affilate, che serviva a tagliare l’erba e le spighe di cereali.
Allevamento e agricoltura furono due scoperte cruciali per migliorare l’alimentazione dei primi uomini: coltivando una grande varietà di frutta, verdura e cereali e allevando vari animali gli uomini del Neolitico potevano mangiare molti alimenti diversi, variando la propria dieta e assicurandosi una salute migliore. Anche noi dovremmo seguire una dieta varia e ricca di cibi diversi.
La scoperta dei metalli
Gli uomini del Neolitico fanno una terza grande scoperta, che ha rivoluzionato la storia dell’umanità: si accorgono che alcune pietre contengono al loro interno delle sostanze particolari, i metalli. Mettendo sul fuoco queste pietre, i metalli si sciolgono e colano al di fuori delle pietre stesse poi, quando la temperatura si raffredda, si solidificano.
Facendo colare questi metalli fusi in uno stampo, si raffreddano e si induriscono assumendo la forma dello stampo. Gli attrezzi metallici sono molto più resistenti di quelli in pietra e di quelli in legno. Le punte e le lame di metallo sono molto più leggere e affilate di quelle in pietra: nasce così l’industria delle armi. Gli artigiani che si specializzano nella lavorazione dei metalli si chiamano fabbri.
Non tutti i metalli sono facili da lavorare. Il primo metallo utilizzato dagli uomini del Neolitico fu il rame, che si fonde a bassa temperatura. La lavorazione del rame cominciò all’incirca nel 5500 a.C. Successivamente, intorno al 3000 a.C. gli uomini si accorsero che potevano mescolare due metalli fusi tra loro, formando una lega. La prima lega ad essere utilizzata fu il bronzo, che si otteneva unendo rame e stagno.
Infine, intorno al 1000 a.C. venne messa a punto la lavorazione del ferro, un metallo molto più resistente del rame e del bronzo. Col ferro si potevano realizzare armi e armature di qualità superiore.
Gli storici hanno chiamato Età dei Metalli la porzione di preistoria e di storia a partire dalla scoperta della lavorazione del rame, dividendola in:
Età del Rame: dal 5500 a.C. al 3000 a.C.
Età del bronzo: dal 3000 a.C. al 1000 a.C.
Età del ferro: dal 1000 a.C. in poi
I villaggi e le case
Gli uomini del Neolitico non sono più nomadi: la scoperta dell’agricoltura e dell’allevamento permettono loro di vivere sempre nello stesso luogo, producendo tutto il cibo necessario alla sopravvivenza; campi e bestiame, inoltre, hanno bisogno di cure e di sorveglianza; per queste ragioni, l’uomo diviene sedentario.
Gli uomini del Neolitico si stabilivano in luoghi pianeggianti e vicini ai corsi d’acqua, che erano più semplici da coltivare e da irrigare. Qui non costruivano più tende e capanne, ma case e palafitte. Queste abitazioni erano costruite per durare nel tempo. Le case erano realizzate con mattoni di argilla e con terra impastata insieme all’argilla. Le palafitte, invece, erano costruite sull’acqua o su terreni paludosi ed erano sopraelevate dal terreno grazie a dei robusti pali. I primi villaggi erano costituiti esclusivamente da case, mentre le strutture religiose (i megaliti) si trovavano al di fuori dell’abitato.
I primi villaggi del Neolitico erano piuttosto piccoli, composti da qualche decina di case. Con l’Età dei Metalli, questi villaggi diventarono sempre più grandi, fino a formare le città: le case erano di forma quadrata, composte interamente di mattoni e con un tetto piatto di legno. Nelle città, inoltre, si trovavano granai, nei quali venivano depositate le scorte di cereali e di cibo, magazzini, forni e diverse botteghe artigiane (vasai, fabbri, tessitori, falegnami). Nelle città si trovavano anche templi imponenti e palazzi in cui si riunivano i re e gli anziani.
La società del Neolitico
Le condizioni di vita favorevoli, insieme alla scoperta dell’agricoltura e dell’allevamento, portarono all’aumento della popolazione e alla formazione di villaggi sempre più numerosi. All’interno dei villaggi nacquero i mestieri: la maggior parte degli uomini si occupava di agricoltura e allevamento, mentre altri divennero artigiani: vasai, tessitori, costruttori.
Gli uomini del Neolitico svilupparono anche la cultura religiosa: credevano negli spiriti degli antenati e negli spiriti che personificavano le forze della natura. Accanto alle pitture rupestri, che nel tempo divennero più complesse e particolareggiate, gli uomini del neolitico costruirono delle strutture megalitiche, ovvero grandi monumenti in pietra. I megaliti si dividono in:
menhir, ovvero grandi pietre allungate conficcate nel terreno in posizione verticale;
dolmen, archi composti da due pietre disposte in verticale con una pietra appoggiata orizzontalmente su di esse;
cromlech, monumenti formati da tanti menhir disposti in cerchio, in fila o in ordine geometrico.
A partire dall’Età dei Metalli, la società umana divenne più complessa: nelle città si scambiavano un gran numero di merci. I contadini barattavano cibo in cambio di attrezzi e oggetti di uso quotidiano. Presto nacque una nuova professione, quella del mercante: i mercanti viaggiavano da una città all’altra facilitando lo scambio del cibo e delle merci.
Con la nascita del commercio, gli uomini dovettero inventare un sistema per tenere nota degli scambi e delle merci che possedevano. Inizialmente utilizzavano disegni stilizzati, realizzati su tavolette di argilla. Questo metodo impegnava molto tempo e fu così che nacquero i primi caratteri stilizzati, che rappresentavano sulla tavoletta la lingua parlata.
Nacque così la scrittura, la più importante scoperta dell’umanità. La scrittura non veniva utilizzata esclusivamente dai mercanti, ma anche dai sacerdoti, che la utilizzarono per tramandare i miti, dai re e dagli anziani che scrivevano leggi e regole e dagli uomini di cultura, che tramandavano la storia dei popoli. Con l’invenzione della scrittura finì la Preistoria e cominciò la Storia, il periodo storico in cui ci troviamo ancora oggi.
Artigianato e tessitura
L’uomo del Neolitico ha bisogno di costruire dei contenitori in cui raccogliere i cereali, i semi e gli altri alimenti che produce: per questo scopo, comincia a realizzare vasi e contenitori d’argilla. L’argilla è facile da lavorare e si può lasciare asciugare al Sole. Gli artigiani del Paleolitico scoprono che l’argilla si può anche cuocere sul fuoco: una volta cotta, l’argilla si trasforma in ceramica, un materiale più resistente e impermeabile all’acqua. Questa scoperta portò alla costruzione di numerosi forni e alla nascita di una nuova professione artigiana: il vasaio.
Anche l’arte di confezionare gli abiti progredì: rispetto ai vestiti di pelli cucite del Paleolitico, gli uomini del Neolitico impararono a tessere abiti a partire dalla lana delle pecore che allevavano e dalle fibre vegetali, utilizzando il telaio. Il telaio era uno strumento composto da un telaio di legno sul quale venivano inseriti dei fili in senso verticale. Le tessitrici, utilizzando una spoletta di legno o d’osso, intrecciavano tra i fili verticali un altro filo, questa volta in senso orizzontale; poi, con un pettine spingevano i fili orizzontali verso l’alto, in modo da rendere il tessuto più fitto e resistente. I fili disposti in verticale sul telaio prendono il nome di ordito, mentre quelli intrecciati con la spoletta formano la trama. Grazie a questa tecnica di lavorazione gli uomini del Neolitico riuscirono a realizzare coperte, tappeti, tende e abiti sempre più complessi. La tessitura era un’arte riservata alle sole donne.
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Tag: il neolitico, schede didattiche sul neolitico, neolitico scuola primaria
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La preistoria. In questo articolo troverete i nostri materiali sulla preistoria per i bambini della scuola primaria, comprese le schede didattiche e tante domande e risposte per strutturare una verifica.
La preistoria è il periodo storico che va dalla comparsa dei primi uomini sulla Terra (2,5 milioni di anni fa) fino all’invenzione della scrittura (3000 a.C.). Il termine preistoria deriva dal latino prae, “prima” e historia, “racconto”. Questa parola significa “prima che gli uomini raccontassero attraverso la scrittura”.
La preistoria comincia con la comparsa dei primi esemplari di Homo Habilis (gli australopitechi, ancora più antichi, non appartengono al genere Homo): i primi uomini primitivi a fabbricare e utilizzare semplici strumenti (i chopper) nella loro vita quotidiana. La preistoria termina con l’invenzione della scrittura, nel 3000 a.C. La scrittura fu ideata dalle prime grandi civiltà umane, ovvero la civiltà egizia e le civiltà mesopotamiche.
La preistoria viene suddivisa in tre grandi periodi: Paleolitico, Mesolitico e Neolitico. Nei prossimi paragrafi approfondiremo ciascuno di essi.
Il paleolitico
Paleolitico significa “età della pietra antica” e deriva dal greco pàleos, “antico” e lìthos, “pietra”. Il Paleolitico è il periodo che va da 2,5 milioni di anni fa a 20.000 anni fa.
Durante questo periodo Homo Habilis imparò a fabbricare i primi utensili di pietra, i chopper, che venivano utilizzati per tagliare. Homo Erectus scoprì come usare il fuoco e come lavorare la pietra. 40.000 anni fa comparvero i primi esemplari di Homo Sapiens, la specie a cui apparteniamo anche noi.
Gli uomini del paleolitico erano nomadi: si nascondevano nelle grotte o abitavano all’interno di semplici capanne di pelle, paglia, ossa e legno. L’uomo del Paleolitico si nutriva degli animali che cacciava e di frutti e radici.
Il mesolitico
Il mesolitico è il periodo che va dal 20.000 a.C. al 10.000 a.C. durante il quale Homo Sapiens imparò a fabbricare utensili più sofisticati, come arco e frecce e coltelli composti da un manico in legno nel quale erano incastonate schegge affilate di selce.
Il neolitico
Neolitico significa “Età della pietra nuova” e deriva dal greco nèo, “nuovo” e lìthos, “pietra”. Il Neolitico è il periodo che va dal 10.000 a.C. al 3.000 a.C. Nel Neolitico l’uomo fece importanti scoperte che rivoluzionarono il suo modo di vivere. Le più importanti furono la scoperta dell’agricoltura e dell’allevamento.
Tra la metà del Neolitico e l’inizio della storia propriamente detta troviamo l’Età dei metalli, il periodo durante il quale gli uomini impararono ad estrarre e forgiare i metalli: rame, bronzo e ferro.
In questo paragrafo abbiamo raccolto le domande più frequenti sulla preistoria e le relative risposte. Potete utilizzarle come strumento per ripassare (specialmente se utilizzate il metodo di studio delle flashcard) o per strutturare una verifica.
Che differenza c’è tra preistoria e storia?
Gli archeologi hanno la storia dell’uomo in due periodi: la preistoria e la storia, che comincia con l’invenzione della scrittura e della metallurgia, intorno al 3.000 a.C.
Quando inizia la preistoria?
La preistoria comincia con la comparsa sulla terra della specie Homo Habilis, due milioni e mezzo di anni fa (2.500.000 a.C.).
Quando inizia la storia?
La storia comincia intorno al 3.000 a.C., quando l’Homo Sapiens inventò la scrittura e scoprì l’arte della metallurgia, la lavorazione dei metalli.
Come vivevano gli uomini nella preistoria?
I nostri antenati vivevano all’interno di grotte o semplici capanne di paglia. Si nutrivano di frutti selvatici, radici e degli animali che riuscivano a cacciare a mani nude o con i chopper, pietre taglienti simili a coltelli. Nel corso della preistoria l’uomo fece molte scoperte che resero la vita più comoda: 1) il fuoco, che permetteva di illuminare le grotte, riscaldarsi e tenere alla larga gli animali selvatici, 2) le armi da lancio, come giavellotti, arco e frecce, che permisero di cacciare con più facilità, 3) l’agricoltura e l’allevamento.
Cosa vuol dire preistoria?
Il termine preistoria significa “prima che gli uomini cominciassero a raccontare” e fa riferimento all’invenzione della scrittura, che permise alle civiltà antiche di raccontare la propria storia. Historia in latino significa “racconto”.
In quali periodi si divide la preistoria?
La preistoria si divide in tre periodi, Paleolitico, Mesolitico e Neolitico. Alcuni testi riportano unicamente il Paleolitico e il Neolitico. Questa suddivisione, presente nei sussidiari per la scuola primaria, è una semplificazione dei sistemi, molto più complessi, attraverso cui gli archeologi hanno descritto questo lungo periodo storico.
Ricerca sulla preistoria
Dovete realizzare una ricerca sulla preistoria? Ecco alcune curiosità che potreste inserire all’interno del vostro elaborato.
Bambini preistorici. Nell’Età della pietra non esistevano né scuola né giocattoli; fin dai primi anni di età i bambini seguivano gli adulti e imparavano ad utilizzare le pietre scheggiate e a raccogliere frutti e materiali utili. I bimbi preistorici non avevano molto tempo per giocare: la cosa più importante era imparare a sopravvivere.
La dieta preistorica. Il menù preistorico era composto prevalentemente da carne. Si mangiava tutto ciò che si riusciva a cacciare: grandi mammiferi, ma anche topi, scoiattoli, uccelli, pesci, rettili e piccoli invertebrati. Anche le carcasse lasciate a terra dai predatori costituivano un’importante fonte di cibo. La dieta era completata da tuberi, radici e frutta selvatica.
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La comparsa dell’uomo sulla Terra – Homo Sapiens è il nome della specie a cui apparteniamo anche noi. Questa specie comparve per la prima volta 300.000 anni fa, in Africa. In seguito, si diffuse in tutti i continenti. Homo sapiens è a tutti gli effetti il primo uomo moderno: imparò a costruire utensili complessi, ad usare il linguaggio e sviluppò una cultura, formata da tradizioni, usi e costumi. È stato lo sviluppo della cultura a permettere all’Homo Sapiens di formare le prime civiltà.
I clan – L’Homo Sapiens fu la prima specie a vivere in gruppi organizzati. I primi ominidi vivevano in piccoli gruppi, le famiglie. Presto, si resero conto che un gruppo più numeroso garantiva grandi vantaggi. All’interno di una tribù i compiti si potevano suddividere: gli uomini si dedicavano alla caccia e alla costruzione di capanne, compiti che richiedevano maggiore forza fisica; le donne si dedicavano alla raccolta, alla realizzazione di abiti e alla cura dei bambini. La vita di gruppo, inoltre, costrinse l’Homo Sapiens a stabilire delle regole: è impossibile formare un gruppo di successo senza delle regole precise, utile a mantenere il rispetto reciproco e a garantire a ciascun membro del gruppo la sicurezza.
Lo sviluppo del linguaggio – La vita di gruppo spinse l’Homo Sapiens a sviluppare un linguaggio articolato, che consentiva di comunicare con gli altri membri del gruppo. Inizialmente il linguaggio serviva per coordinarsi al meglio (ad esempio, durante una battuta di caccia) e per scambiarsi informazioni essenziali; presto diventò uno strumento utile per esprimere sentimenti e stati d’animo.
Vita nomade – L’Homo Sapiens del Paleolitico era nomade: questo significa che non viveva sempre nello stesso luogo, ma si spostava alla ricerca di cibo e costruiva dei ripari provvisori. Questi uomini, infatti, non conoscevano l’agricoltura e l’allevamento: dopo aver raccolto tutti i vegetali e dopo aver cacciato tutti gli animali che si trovavano in un certo posto, erano costretti a migrare altrove. Tra uno spostamento e l’altro, le tribù di Homo Sapiens trovavano rifugio in grotte, tende o capanne. Queste venivano realizzate con legno, ossa di animali, pelli, argilla e frasche.
Artigianato – L’Homo Sapiens era capace di costruire attrezzi rudimentali, grazie ai quali risolveva i problemi della vita quotidiana:
per cacciare utilizzava lance, archi e frecce; l’Homo Sapiens inventò il propulsore, uno strumento che utilizzava per scagliare la lancia più forte e più lontano. Grazie al propulsore questi uomini potevano abbattere grosse prede rimanendo a distanza di sicurezza;
per tagliare la carne e il legno utilizzava coltelli e pietre affilate;
per pescare utilizzava ami realizzati in osso e arpioni;
per pulire e lavorare la pelle utilizzava i raschiatoi, mentre per forarla utilizzava i punteruoli;
per coprirsi e ripararsi dal freddo realizzava semplici abiti.
Arte – L’Homo Sapiens decorava le pareti delle grotte in cui si stabiliva con graffiti e pitture rupestri. I graffiti erano realizzati “graffiando” le pareti rocciose con delle pietre dure; le pitture rupestri invece erano realizzate utilizzando colori naturali, che venivano stesi sulla roccia con le dita o con dei bastoncini. Gran parte delle pitture rupestri e dei graffiti rappresentavano animali e scene di caccia. L’uomo di Cro-Magnon, oltre a graffiti e pitture, realizzava anche delle semplici sculture in pietra, osso e argilla. Probabilmente queste forme di arte avevano un significato magico: i primi uomini pensavano che rappresentare scene di caccia li avrebbe aiutati a catturare buone prede e che servisse a ringraziare la natura per i suoi doni. L’Homo Sapiens inoltre conosceva la musica: i primi uomini vivevano immersi nei suoni della natura e presto cominciarono ad imitarli con la voce (canto) e con dei semplici strumenti musicali. I primi strumenti musicali furono tronchi cavi e bastoni, utilizzati come percussioni e ossa o conchiglie forate, utilizzati come strumenti a fiato. Lo strumento musicale più antico che conosciamo è un flauto, realizzato da un osso cavo e risalente a 35 mila anni fa. Questi ritrovamenti ci fanno capire che, con i primi Homo Sapiens, stavano nascendo l’arte e la cultura.
L’uomo di Cro Magnon
Circa 50.000 anni fa in Europa comparve una forma particolare di Homo sapiens, l’uomo di Cro-Magnon. Si chiama così perché i primi resti furono rinvenuti da un archeologo francese in una località della Francia chiamata appunto Cro-Magnon. Altri scheletri di uomini di Cro-Magnon sono stati ritrovati in Liguria.
L’uomo di Cro Magnon era piuttosto simile a noi nell’aspetto fisico. Questi uomini erano abili artigiani: costruivano capanne con pietre, ossa di animali, legno, pelli e argilla. Inoltre, inventarono l’arco e le frecce e gli arpioni da pesca. La loro dieta era bilanciata e comprendeva carne, pesce, frutta, verdura e numerosi cereali.
Sappiamo che gli uomini di Cro-Magnon popolarono la Terra contemporaneamente agli uomini di Neandertal; 40.000 anni fa, tuttavia, l’uomo di Neandertal scomparve per motivi ancora oggi sconosciuti.
In questo paragrafo abbiamo raccolto le domande (e le risposte) più comuni sull’Homo sapiens e sull’uomo di Cro-Magnon: potete utilizzarle per realizzare delle flashcard, come guida allo studio o come domande per una verifica su questo argomento.
A quale specie appartiene l’uomo di Cro-Magnon?
L’uomo di Cro-Magnon (o Cro Magnon) apparteneva alla specie Homo sapiens. Si tratta di una particolare forma di questa specie comparsa in Europa circa 50.000 anni fa.
Perché l’uomo di Cro-Magnon si chiama così?
Il nome deriva dalla località francese Abri Cro-Magnon, il sito archeologico dove furono trovati i primi resti di questa forma di Homo sapiens.
Che differenza c’è tra Homo sapiens e Homo sapiens sapiens?
Non c’è differenza tra Homo sapiens e Homo sapiens sapiens: un tempo si utilizzava quest’ultimo termine per distinguere gli uomini moderni da quelli del Paleolitico ma oggi sappiamo che entrambi appartenevano alla stessa specie.
Chi c’era prima di Homo sapiens?
Prima di Homo sapiens la Terra fu abitata da Homo habilis, Homo erectus e dall’uomo di Neanderthal (Homo neanderthalensis).
Perché l’Homo sapiens si chiama così?
Homo sapiens deriva dal latino e significa “uomo sapiente”; questo nome si riferisce al fatto che fu la prima specie ad utilizzare il linguaggio e a sviluppare una cultura.
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Tag: homo sapiens, uomo di cro magnon, uomo di cro-magnon
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Homo erectus è una specie estinta appartenente al genere Homo, che si sviluppò circa 1,5 milioni di anni fa in Africa, dopo Homo habilis e prima di Homo sapiens. Homo erectus fu il primo uomo ad assumere il portamento eretto, come noi; inoltre, fu la prima specie a varcare i confini dell’Africa e a popolare anche l’Asia. Fu questa specie a scoprire il fuoco: una vera e propria rivoluzione, che modificò radicalmente la vita quotidiana dell’uomo. Grazie al fuoco fu possibile cuocere il cibo, allontanare i predatori e vedere anche al buio.
HOMO ERECTUS: DOMANDE E RISPOSTE
Dove visse l’Homo Erectus? L’Homo Erectus si sviluppò in Africa, ma questa specie si spostò anche in Asia; si tratta del primo uomo ad abitare due distinti continenti.
Perché l’Homo Erectus si chiama così? Già Homo Habilis camminava su due gambe in modo rapido e sicuro, ma l’Homo Erectus fu il primo tra i nostri antenati ad assumere un portamento eretto, proprio come noi.
Come il fuoco cambiò la vita dell’Homo Erectus? Grazie al fuoco, l’Homo Erectus poteva lavorare anche al buio, utilizzandolo come fonte di luce. Il fuoco permetteva di riscaldare e cuocere il cibo, modificando radicalmente le abitudini alimentari del genere Homo: grazie alla possibilità di cuocere la carne, si sviluppò la pratica della caccia. Il fuoco permetteva di allontanare i predatori, permettendo di vivere in aree aperte invece che rintanati nelle grotte. Il fuoco, infine, permetteva di scaldarsi. Puoi approfondire il tema della scoperta del fuoco su Portale Bambini: abbiamo realizzato un articolo dedicato proprio alla scoperta del fuoco : troverai tante altre informazioni, oltre ad alcuni dei miti più famosi sulla scoperta del fuoco.
Come hanno fatto gli archeologi a scoprire che Homo Erectus utilizzava il fuoco? Gli archeologi hanno scoperto che Homo Erectus utilizzava il fuoco poiché hanno rinvenuto resti di carbone vegetale all’interno degli insediamenti, insieme a segni di bruciature su ossa, vasi e altri oggetti di uso quotidiano. L’insieme di queste evidenze ci porta a sostenere con forza la tesi secondo cui fu l’Homo Erectus a scoprire l’utilizzo del fuoco.
Come viveva l’Homo Erectus? L’Homo Erectus viveva in piccoli gruppi, all’interno dei quali ogni individuo aveva dei compiti precisi. In questo modo si svilupparono delle comunità in cui gli individui si aiutavano a vicenda e si davano manforte. La vita di gruppo permise a quest’ominide di sviluppare il linguaggio e la cultura. Questi cambiamenti si riflettono anche nella struttura del cervello dell’Homo Erectus: un po’ più piccolo del nostro (era grande circa il 75% di quello dell’Homo Sapiens) era però più grande rispetto a quello di tutti gli ominidi che lo avevano preceduto. Questa specie era nomade: dopo aver esaurito le risorse presenti in una certa zona, si spostava in un’altra. Dunque, i gruppi di Homo Erectus non avevano case fisse, come noi; utilizzavano come rifugio grotte e ambienti riparati, oltre a costruire rudimentali capanne con legno, paglia e pelli.
Cosa mangiava l’Homo Erectus? L’Homo Erectus, grazie alla scoperta del fuoco, cominciò a cacciare gli animali per mangiarne la carne, dopo averla cotta. Quindi, alla dieta composta da erbe, frutti, bacche e semi si aggiunsero carne e pesce. Si tratta di un cambiamento epocale per una specie animale: è come se i leoni cominciassero a preparasi l’insalata o le mucche una grigliata all’aperto!
L’Homo Erectus utilizzava gli strumenti? L’Homo Erectus, proprio come l’Homo Habilis, era in grado di creare e utilizzare strumenti rudimentali: chopper, lance, pietre e coltelli, manufatti in osso. Grazie ad essi, si aiutava nella vita di tutti i giorni.
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Le fonti storiche sono documenti e materiali lasciati dagli uomini del passato che ci servono per condurre una ricerca sul periodo in cui sono vissuti. Esistono quattro diversi tipi di fonti storiche:
Materiali (come edifici, monumenti, oggetti di uso quotidiano, fossili e reperti)
Orali (racconti e testimonianze delle persone che hanno vissuto nel periodo storico che stiamo studiando)
Scritte (libri, riviste, giornali e iscrizioni sui monumenti)
Visive (fotografie, quadri e immagini)
Lo storico
Le fonti storiche
I diversi tipi di fonti storiche
Le fonti materiali
Le fonti scritte
Le fonti visive
Le fonti orali
Se volessimo scoprire come vivevano i nostri nonni da bambini dovremmo condurre una ricerca storica, andando alla ricerca di fonti storiche. Per cominciare potremmo raccogliere le fonti orali, chiedendo ai nostri nonni di raccontarci com’era la loro vita da bambini. Potremmo cercare delle fonti visive, come fotografie e cartoline della loro infanzia. Successivamente potremmo cercare delle fonti materiali: oggetti di una volta che hanno conservato. Infine, potremmo cercare informazioni sul periodo storico della loro infanzia sul libri e sui giornali d’epoca (fonti scritte).
Più fonti abbiamo a disposizione, migliore sarà la qualità del nostro lavoro di storici! Infatti, una singola fonte (ad esempio il racconto dei nostri nonni) potrebbe non essere perfettamente attendibile (la memoria non è infallibile).
Mettetevi alla prova con questo quiz a risposta multipla per testare le vostre conoscenze sulle fonti storiche.
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