Blog

Giochi di animazione per bambini

In questa pagina abbiamo raccolto una serie di giochi d’animazione per bambini, focalizzandoci sui piccoli e medi gruppi. Possono andar bene dai 5 ai 12 anni, ricordandoci che con i più piccoli sarà necessario focalizzarci chiaramente sulle regole (con bambini di 5 anni vi consigliamo il gioco dei cucchiai, più semplice degli altri). Viceversa, con quelli più grandicelli sarà la narrazione a farla da padrona: bisognerà trasformare l’animazione da “giochetto per bambini” ad avvincente gioco di ruolo.

Giochi d’animazione per bambini

Perché parliamo di “piccolo gruppo”? Semplice: questi giochi sono pensati per 2 o 4 giocatori, quindi ideali per una festicciola a casa, per una piccola ludoteca o per improvvisare un momento d’animazione al parco. Se i bambini fossero 7 o 8 sarà sufficiente farli giocare a turno. Se avete più di 10 giocatori vi consigliamo la nostra guida ai giochi di gruppo e di squadra.

N. 1 – IL DISEGNO SEGRETO
Tipologia: competitivo
Materiale occorrente: fogli di carta, matite
Giocatori: 2
Dove si gioca: in una sala o in un prato

  • Si gioca a coppie. Occorrono dei foglietti di carta, l’occorrente per disegnare e del nastro adesivo.
  • Senza che i due giocatori possano vederli, si preparano due disegni su altrettanti foglietti.
  • Si attaccano i foglietti alla schiena dei giocatori utilizzando il nastro.
  • Quando il gioco comincia, i giocatori dovranno muoversi nell’area di gioco, cercando di scoprire il disegno sulla schiena dell’avversario. I giocatori non possono afferrarsi né toccarsi con le mani in alcun modo.
  • Vince il primo giocatore che riesce a dire cosa è raffigurato sulla schiena dell’avversario.

N. 2 – GIOCO DEI CUCCHIAI
Tipologia: competitivo
Materiale occorrente: cucchiai (da 10 a 30), due bende, due sedie e un fazzoletto
Giocatori: 2
Dove si gioca: una cameretta, una stanza, un prato

  • Si posizionano le due sedie ai lati opposti dell’area di gioco; una delle due sedie dovrà essere riconoscibile legando a una delle gambe o allo schienale il fazzoletto.
  • I due giocatori si accomodano, a quattro zampe, accanto alla loro sedia.
  • I giocatori vengono bendati (è importante che sappiano chi dei due è proprietario della sedia infiocchettata; ripetetelo un paio di volte!).
  • Si sparpagliano per l’area di gioco i cucchiai; questi vanno lanciati uno alla volta, lentamente, in modo che i giocatori bendati riescano a capire dove si trovano con l’udito.
  • Al via, i due giocatori dovranno muoversi, sempre a quattro zampe (è vietato sollevarsi da terra, pena la squalifica) alla ricerca dei cucchiai.
  • Quando un giocatore trova un cucchiaio, lo può prendere e portare alla propria sedia; lo appoggia su di essa e riparte alla ricerca di un altro cucchiaio.
  • Si può prendere un solo cucchiaio per volta.
  • Se uno dei giocatori arriva alla sedia dell’avversario, può invece sottrargli tutti i cucchiai che vi trova, in un unica volta.
  • Il match dura 4 minuti, allo scadere del tempo vince chi ha più cucchiai sulla propria sedia.

Questo gioco funziona molto bene anche proposto a gruppi di 10-15 bambini, giocando due alla volta: l’attesa e lo spettacolo dei compagni che giocano, a patto di saper mantenere il silenzio, motiva moltissimo i giocatori.
Il gioco dei cucchiai è un tipico gioco d’animazione di tipo psicomotorio: si allenano i sensi dell’udito e del tatto, solitamente sottosviluppati rispetto alla vista, il senso predominante nella nostra società (con tutti i limiti che questo comporta). È un ottimo esercizio per lo sviluppo sensoriale, ma anche per proporre ai bambini un’esperienza di gioco diversa dal solito.

N. 3 – DRAGAMINE
Tipologia: competitivo a squadre
Materiale occorrente: bicchieri di plastica, oppure barattoli dello yogurt vuoti, due bende
Giocatori: 4, due navi e due ammiragli
Dove si gioca: un corridoio spazioso, una sala, un prato; il campo di gioco dovrebbe avere la forma di un ampio corridoio, più lungo che largo

  • Agli estremi del campo si posizionano i due ammiragli; le navi, bendate, si schierano di fronte al proprio ammiraglio (le due navi, quindi, si danno le spalle).
  • Con le navi già bendate, si posizionano sul campo i bicchieri o i barattoli, che saranno le mine; questi devono essere sparpagliati in modo uniforme.
  • Si gioca a turni: durante il proprio turno, l’ammiraglio deve dare alla propria nave un comando (e uno soltanto).
  • I comandi validi sono: un passo indietro, un passo avanti, un passo a sinistra, un passo a destra; si può specificare se il passo deve essere piccolo, normale o grande.
  • La nave esegue il comando, dunque il turno termina e passa all’altra squadra.
  • Se una nave urta una delle mine sul campo, affonda; di conseguenza vincerà l’altra squadra.
  • Se una nave, col sul movimento, urta l’altra, la sperona e la affonda; di conseguenza vincerà la partita.
  • Si procede, un turno dopo l’altro, finché una delle due squadre non vince la partita.

Anche questo gioco, come quello dei cucchiai, si presta bene a gruppi di medie dimensioni. L’importante è saper evitare gli impietosi cori da stadio. Nuovamente, si tratta di un bel gioco che fa leva sulla collaborazione tra nave ed ammiraglio, stimolando la sensorialità nella prima, la logica e la teoria della mente per il secondo. Questo è infatti un elemento interessante: l’ammiraglio deve essere in grado di mettersi nei panni della sua nave, imparando in breve tempo a conoscere i suoi movimenti e soprattutto “pensando al contrario”: i comandi infatti devono essere dati pensandosi girati al contrario, come allo specchio. Per dei bambini di 6-8 anni non è scontato: devono, forzatamente, uscire dalla loro visione egocentrica del mondo in un esercizio tutto da sperimentare.

N. 4 – IL TESORO DEL DRAGO
Tipologia: competitivo, collaborativo
Materiale occorrente: una sedia, una benda, il tesoro del drago, corde e nastro
Giocatori: si gioca in tre alla volta, un drago e due cavalieri
Dove si gioca: una cameretta, una stanza, un prato

  • Si prepara la tana del drago collocando al centro della stanza la sedia; su di essa, andrà il tesoro del drago, legato saldamente con le corde e il nastro (se fate dei nodi, bisogna fare in modo che i bambini possano scioglierli).
  • Il drago si posiziona bendato intorno alla tana; tuttavia, non può mai toccare il tesoro né le corde e i nastri.
  • Al via, i due cavalieri dovranno cercare di sciogliere le corde e i nastri del tesoro senza farsi toccare dal drago.
  • Un cavaliere che viene toccato dal drago viene eliminato dal gioco per 2 minuti.
  • Il match dura 5 minuti; i cavalieri vincono se riescono a liberare il tesoro e portarlo via dalla sedia, il drago se riesce ad impedirglielo.

Questo gioco mescola efficacemente la componente sensoriale (per il drago) alla destrezza manuale (per i cavalieri). Inoltre, si può arricchire a piacimento con una bella narrazione che preceda lo scontro, in modo da entrare in una dimensione ludica fantastica. Esiste una variante, la principessa e il drago, in cui al posto del tesoro, sulla sedia, si trova una principessa da salvare, legata anch’essa con nastri e corde. Chiaramente dover salvare un amichetto rende il gioco più divertente; secondo noi, però, si rischia di cadere nello stereotipo di genere, che vuole i maschietti forti e valorosi e le bambine deboli, da salvare (ne avevamo parlato a proposito di giochi da maschi e giochi da femmine, vi ricordate?). E allora, perché non proviamo a far salvare un principe a due eroine? In questo caso, solo l’abilità dell’animatore potrà ristabilire l’equilibrio.

N. 5 – LO SCATOLONE
Tipologia: competitivo a squadre
Materiale occorrente: uno scatolone di cartone, sei palloni
Giocatori: 8-16 bambini
Dove si gioca: stanza o campo sportivo con pavimento liscio

  • I giocatori si dividono in due squadre.
  • Si divide a metà il campo di gioco (potete usare del nastro di carta per delimitarla). Sulla linea si posiziona uno scatolone di cartone.
  • Ogni squadra avrà a disposizione tre palloni.
  • Al via, i giocatori devono cercare di spostare lo scatolone nella metà del campo avversaria, colpendolo con i palloni.
  • Nessuno può toccare lo scatolone.
  • Allo scadere del tempo (una partita può durare da 2 a 5 minuti) vincerà la squadra che è riuscita a spostare lo scatolone nell’altra metà del campo; se lo scatolone è sulla linea di metà campo (o una parte di esso si trova sulla linea) la partita si conclude con un pareggio.

N. 6 – IL GIOCO DEI COLORI
Tipologia: competitivo a squadre
Materiale occorrente: cucchiai, palline di carta colorate (di due colori diversi)
Giocatori: 15-30 bambini
Dove si gioca: in una stanza o in un campo sportivo con il pavimento liscio

  • I giocatori si dividono in due squadre.
  • Il campo deve essere diviso a metà (potete usare del nastro di carta per delimitarla). Sulla linea di metà campo dovranno essere disseminate una grande quantità di palline di carta colorate, di due colori diversi.
  • A ciascuna squadra verrà attribuito un colore.
  • A tutti i giocatori della squadra verrà fornito un cucchiaio.
  • Inoltre. In fondo al campo di ciascuna squadra dovrà essere posizionato un contenitore (secchio, ciotola).
  • Al via, i giocatori dovranno formare una fila indiana, che parta dal contenitore e si sviluppi per tutta la lunghezza della linea di metà campo.
  • I giocatori dovranno raccogliere le palline di carta colorata utilizzando il cucchiaio. Dovranno impugnare il cucchiaio con una mano sola e non potranno aiutarsi con l’altra mano né con i piedi.
  • Poi, dovranno passare la pallina ai compagni dietro di loro lungo la fila, utilizzando solo i cucchiai (anche in questo caso, non ci si può aiutare con l’altra mano).
  • L’obiettivo è quello di passare le palline all’indietro a tutti i compagni, fino ad arrivare al primo della fila, che le deporrà nel contenitore.
  • Allo scadere del tempo vince la squadra che ha raccolto il maggior numero di palline colorate.

SACCO PIENO E SACCO VUOTO
Tipologia: competitivo
Materiale occorrente: nessuno
Giocatori: da 5 a 20 bambini
Dove si gioca: uno spazio ampio in cui disporsi in riga, come un prato

  • I bambini si dispongono in riga di fronte all’insegnante o all’animatore;
  • l’animatore utilizza tre diversi comandi: sacco pieno, sacco vuoto e sacco mezzo;
  • i bambini devono muoversi secondo i comandi: 1) se il comando è sacco pieno, devono mettersi in piedi, allargando le braccia imitando la forma di un sacco pieno, 2) se il comando è sacco vuoto, devono abbassarsi abbracciando le ginocchia con le braccia, 3) se il comando è sacco mezzo i bambini devono inginocchiarsi “a metà”, abbassandosi solo un poco;
  • se un bambino sbaglia un comando, viene eliminato.

Il gioco del sacco pieno e del sacco vuoto è un gioco di movimento e di concentrazione che si può proporre ai bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria. Si tratta di un gioco molto importante per allenare la concentrazione dei ragazzi, abilità che viene messa a dura prova dall’avanzata senza precedenti del digitale.

Questo gioco può sembrare semplice. Tuttavia, dopo i primi comandi la velocità aumenta e per i bambini, seguire le indicazioni diventa più difficile. Se stai cercando qualche suggerimento per rendere il gioco del sacco pieno e vuoto più interessante, prova questi “trucchetti”:

  • accompagna i comandi con il tono di voce: fai la voce grossa quando dici “sacco pieno” e abbassala tono quando dici “sacco vuoto”. In questo modo, puoi trarre in inganno i giocatori utilizzando un tono di voce che non si aspetterebbero (ad esempio, dicendo “sacco pieno” con la voce bassa);
  • imita tu stesso il comando che dici. In questo modo, puoi trarre in inganno i giocatori muovendoti in un modo ma ordinando il comando opposto (ad esempio, puoi abbassarti mentre dici “sacco pieno”).

Perché questi elementi di distrazione funzionino nel modo giusto, occorre spiegare ai ragazzi, in modo molto chiaro, che loro dovranno sempre seguire il comando verbale e non il tono della voce o i movimenti.

SCOPRITE TANTI ALTRI GIOCHI TRADIZIONALI:

Volete riscoprire i giochi tradizionali dei cinque continenti? Leggete i libri della collana “Parole e giochi dal mondo”, che curiamo per ITL-Libri: ogni volume contiene una selezione di giochi da tanti paesi diversi.

Scoprite anche:
🔴 Giochi di animazione
🟠 Giochi con carta e penna
🟡 Giochi sulla fiducia
🟢 Giochi di gruppo
🔵 Giochi di strada
🟣 Giochi musicali
🔴 Giochi psicomotori
🟠 Giochi da stampare
🟡 Giochi di una volta
↩️ Tutti i giochi

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

Riscopriamo la meraviglia, con la wow therapy

Stress, rabbia e insoddisfazione riducono il nostro potenziale e ci fanno vivere peggio. Secondo i ricercatori, inoltre, aumentano il rischio di determinate malattie (ad esempio quelle cardiovascolari). Nonostante esistano una serie di fattori di rischio e di fattori protettivi legati all’alimentazione e allo stile di vita, ciò che più di ogni altra cosa influenza la nostra salute è il nostro stato mentale.
Purtroppo, la felicità non è di casa: la maggior parte delle persone si sente sotto pressione a causa del lavoro, della famiglia o del conto in banca. Approssimativamente un italiano su due soffre di una profonda e persistente insoddisfazione. La wow therapy, termine “popolare” per designare alcuni interventi positivi, potrebbe essere una soluzione. Il principio è semplice: siccome cambiare lavoro, famiglia e stile di vita potrebbe essere complesso, perché non partire dal modo in cui viviamo la nostra routine?
La felicità, infatti, dipende solo in minima parte dal nostro stile di vita (il 10%), mentre in misura molto maggiore è determinata dal modo in cui noi affrontiamo la quotidianità (il 40%). Tutti noi abbiamo tante piccole gioie quotidiane; imparare a concentrarsi su di esse invece che sui problemi fa la differenza.
Sperimentiamo la wow therapy, ovvero la terapia della meraviglia: per metterla in pratica dobbiamo riscoprire un senso di meraviglia genuino di fronte alle nostre piccole gioie quotidiane. Ecco tre semplici consigli per impostare una wow therapy efficace:

  • Impara ad apprezzare la routine: la meraviglia non andrebbe ricercata nelle grandi avventure, ma nelle piccole routine quotidiane, dal caffè alla passeggiata fino all’edicola;
  • Cerca il bicchiere mezzo pieno: l’ottimismo si può imparare; ad esempio, di fronte al classico “bicchiere mezzo vuoto” (ovvero una qualsiasi situazione della quale cogli gli aspetti negativi), cerca anche la controparte positiva. Come nel caso del bicchiere, esistono sempre aspetti negativi e positivi; è compito nostro imparare a cogliere entrambe le facce della medaglia;
  • Apertura alle novità: accogli con entusiasmo le novità? L’apertura mentale alle nuove esperienze è un elemento cruciale per sperimentare la meraviglia. Prova con un piccolo esercizio quotidiano: scegli ogni giorno una piccola novità da portare nella tua vita (potresti cambiare il tragitto che percorri per raggiungere il lavoro o la scuola, introdurre un nuovo alimento nella tua dieta, una nuova piccola routine quotidiana etc.).

Ecco alcune piccole gioie per le quali è facile meravigliarsi e sperimentare emozioni positive:

  • Il sorriso dei propri bambini;
  • Il tramonto;
  • La compagnia dei propri amici;
  • Un momento di affetto e intimità con la persona che si ama;
  • Un momento di gioco con i propri bambini;
  • Un buon manicaretto.

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

L’educazione è cosa di cuore

La felicità, nel campo dell’educazione, porta il nome di relazione. Genitori e insegnanti, nell’educare, devono stare molto attenti a non tradire il cuore dei bambini, ma soprattutto a non trascurarlo. L’educazione è cosa di cuore: è al di là dei metodi e delle ideologie, coinvolge direttamente due cuori in una relazione assai complessa.
Questo vale per la scuola, tra i cui banchi sarebbe bello veder sbocciare il cuore dei ragazzi, sentirlo rimbombare forte, come una campana. Non è necessario inventarsi ore di “educazione alla felicità” o “all’amore”: ci vuole invece una maestra o un maestro capace di creare l’ambiente ideale perché ciascuno possa esprimersi, confrontarsi e sentirsi a casa.
Ma anche (e forse soprattutto) la famiglia ha il compito di curare il cuore dei propri figli: viviamo in una società che tenta di controllare e mercificare tutto. Così, la felicità dei bambini diventa (o almeno, si cerca di far diventare) una gara a possedere giocattoli o fare determinate attività. Ma quanti più regali facciamo, tanto più i bambini ricercano una relazione autentica, fondata sulle emozioni e sullo scambio appassionato.
Spesso cadiamo nel tentativo di riflettere a come comportarci per rendere felice un bambino. Ma il segreto del cuore è che più si cerca, più si fa invisibile. Non possiamo guardarlo con gli occhi, né con la mente. Ce lo ha insegnato, quasi un secolo fa, Antoine de Saint-Exupéry, quando diceva che “l’essenziale è invisibile agli occhi. Non si vede bene che col cuore” (Il Piccolo Principe).
Per connettere due cuori, dobbiamo invece riversare nell’ambiente in cui viviamo le nostre passioni, ciò che ci emoziona e ci dà gioia. Daniel Pennac, ad esempio, ci insegna che per trasmettere l’amore per la lettura è inutile costringere alla lettura; meglio un insegnante che comincia le sue lezioni leggendo un brano del suo libro preferito!

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

Bolle di sapone

Ecco la nostra ricetta per preparare le bolle di sapone in casa. In base alla quantità di liquido che volete preparare potete utilizzare cucchiai, misurini da sciroppo o tazzine da caffé. Il nostro consiglio è di non preparare una quantità eccessiva di liquido, altrimenti andrà sprecato.

Come fare le bolle di sapone

Ricetta (con glicerina)

OCCORRENTE

  • 3 cucchiai d’acqua calda;
  • 1 cucchiaio di detersivo liquido per piatti;
  • 2 cucchiai di glicerina liquida.

PREPARAZIONE

Ponete l’acqua calda in un contenitore. Incorporate il detersivo per piatti mescolandolo con un cucchiaio o una forchetta finché non sarà ben disciolto nell’acqua. Infine incorporate la glicerina. Prima di utilizzare il liquido vi consigliamo di lasciarlo riposare per 24 ore.

GUIDA: Come fare le bolle di sapone colorate

Ricetta (senza glicerina)

OCCORRENTE

  • 3 cucchiai d’acqua calda;
  • 1 cucchiaio di detersivo liquido per piatti;
  • 2 cucchiai di zucchero.

PREPARAZIONE

Ponete l’acqua calda in un contenitore. Incorporate il detersivo per piatti mescolandolo con un cucchiaio o una forchetta finché non sarà ben disciolto nell’acqua. Infine incorporate lo zucchero, sciogliendolo nell’acqua calda. Anche in questo caso vi consigliamo di far riposare il liquido per 24 ore.

GUIDA: Come dipingere con le bolle di sapone

Anelli per le bolle di sapone

Come avete visto, preparare il liquido per le bolle è davvero semplicissimo e possiamo farlo con pochi ingredienti casalinghi; però, vi serviranno gli anelli da cui soffiare!
La prima soluzione – riciclo creativo – è quella di utilizzare un vecchio tubo per le bolle di sapone. Dopo che le comprate, una volta terminato il liquido, dovete ricordarvi di risciacquare bene il barattolo e il tappo con l’anello. Potrete conservarli e utilizzarli in seguito, preparando delle ricariche istantanee con le ricette che trovate in questa pagina. Altrimenti, ci sono kit specifici, come questo.

Bolle giganti

Se volete provare anche voi a realizzare le bolle di sapone giganti, invece di un anello di plastica vi servirà uno strumento differente, come questo kit.

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

Agilità emotiva

Perché parliamo spesso di empatia, resilienza e intelligenza emotiva? Semplice: una buona gestione delle emozioni è fondamentale per avere successo nella vita, ma soprattutto per il benessere. Gestire le proprie emozioni serve per risolvere i conflitti, per negoziare, per risolvere i problemi, per relazionarci con gli altri.
In questo quadro generale, vogliamo introdurre un nuovo concetto, quello di “agilità emotiva” o anche agilità emozionale. Si tratta, secondo la psicologa Susan David, dell’essere “consapevoli di tutte le proprie emozioni, anche di quelle negative come rabbia e tristezza, e al tempo stesso in grado di accettarle e imparare da ciascuna di esse”.

Non esistono emozioni buone e cattive

Non c’è nulla di male nel sentirsi tristi. O arrabbiati. La nostra società esagera l’importanza della gioia, come se dovesse essere l’unica emozione da provare. Spesso confondiamo gioia con felicità. La felicità si realizza quando accettiamo di buon grado noi stessi, le nostre emozioni ed anche i nostri limiti. Vivere felici non ha niente a che vedere con le emozioni che si provano: significa veder realizzati i propri progetti di vita e di crescita personale. E’ naturale che lungo il cammino ci saranno momenti difficili.
I ragazzi, soprattutto gli adolescenti, hanno una visione piuttosto distorta delle emozioni. Pensate a Facebook, dove siamo tutti sorridenti e gioiosi. Non è la vita: c’è un mondo sommerso, ma altrettanto umano. Sentirsi compresi dagli adulti e dai coetanei in tutte le proprie emozioni è fondamentale.

Impariamo da ogni emozione

Nessuna emozione è per sempre. Per quanto forti, le emozioni sono passeggere. Questo non vuol dire che non abbiano peso, ma semplicemente che dobbiamo vederle in prospettiva. “Cos’è che mi ha fatto provare quell’emozione?” La capacità di riflettere sui propri stati emotivi è cruciale, alla base dell’intelligenza emotiva e dei meccanismi della resilienza.
Per questo gli adulti dovrebbero interrogare con gentilezza i ragazzi sulle proprie reazioni. Con ironia, curiosità e – sempre – tanta empatia. Una volta compresa, cerchiamo di imparare dall’emozione. Cosa mi ha insegnato? Come ho reagito? Cosa posso fare per reagire diversamente?
Insegniamo a non ignorare le emozioni. Insegniamo ad affrontarle con coraggio e un pizzico di leggerezza, a passare oltre portandoci dentro il meglio di ciascuna emozione.

Educazione emotiva è insegnare a vivere tutte le emozioni

C’è già tantissima carne al fuoco fin qui, e vogliamo chiudere con una riflessione. Spesso abbiamo la pretesa di sapere cosa i ragazzi dovrebbero pensare. Niente di più sbagliato: nel nostro mondo c’è tanto divertimento oltre la scuola e la famiglia. Anche troppo. Se chiudiamo la porta al dialogo e all’empatia, la apriamo a una serie di fenomeni poco piacevoli, di cui le dipendenze digitali sono solo la punta dell’iceberg.
Dovremmo, piuttosto, insegnare come pensare, come superare gli ostacoli, insegnare come si fa un progetto di vita invece di fornirne uno preconfezionato. Nel fare questo, la dimensione di cura è fondamentale. Don Milani diceva “I care”, che potremmo tradurre con “mi curo di te”, “mi stai a cuore”. Susan David dice “I see you”, letteralmente “ti vedo”, nel senso, empatico, del riconoscimento. Vedo te in quanto persona, vedo le emozioni che provi, i tuoi dubbi e le tue paure. È l’atteggiamento che ciascuno di noi dovrebbe adottare verso il mondo prima ancora che verso i suoi figli o alunni.

Il bilanciamento emotivo

Il bilanciamento emotivo (conosciuto anche come emotional balance) è la capacità di esercitare il controllo sulle proprie emozioni: chi dispone di un forte bilanciamento emotivo riesce a fronteggiare eventi spiacevoli e stressanti con successo.
Sono tre le abilità che, connesse tra loro, costituiscono il bilanciamento emotivo: 1) la consapevolezza di sé, 2) la concentrazione/focalizzazione e 3) la capacità di dirigere la mente sul momento presente.

Prima ottenere un cambiamento nei comportamenti, dobbiamo sintonizzarci con le nostre emozioni e comprendere in che modo queste influiscono, positivamente e negativamente, sulle nostre vite.
Facciamo un esempio: immagina di essere consapevole di avere la brutta abitudine di interrompere gli altri. Questa consapevolezza deriva dall’introspezione, dalla volontà di riconoscere i propri limiti e dalla forza di ammetterlo. Eppure, potresti essere consapevole di questo difetto, ma non riuscire a fermarti: questo succede se c’è la consapevolezza ma manca la capacità di dirigere la mente sul momento presente. Anche il bilanciamento emotivo, così come tutte le componenti dell’intelligenza emotiva, si può allenare.

PER EDUCARE CON LE FAVOLE:

Per aiutare i più piccoli a riconoscere le emozioni e a coltivare le buone pratiche che ci fanno stare meglio abbiamo scritto la raccolta di racconti “Cuorfolletto e i suoi amici”.

libri cuorfolletto e i suoi amici

TORNA A:

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

Tre consigli per crescere bambini creativi

La creatività è un aspetto del carattere sempre più importante nella società e nell’educazione. Ma come possiamo aiutare i bambini a svilupparla? Di seguito ti proponiamo tre suggerimenti offerti dal professor Alan Kazdin, professore di psichiatria infantile e direttore dello Yale Parenting Center.

Dialogo

È fondamentale che i genitori mantengano vivo il dialogo e che accolgano qualsiasi domanda, anche quelle più bizzarre. Se un bambino si abitua a pensare che le sue domande siano sciocche, o assurde, si ritirerà in se stesso e smetterà di interfacciarsi con gli adulti.
Questa chiusura in se stessi è nemica della creatività, che invece nasce dall’apertura mentale, dall’apertura al mondo e alle nuove esperienze.

Condivisione

Una delle tecniche più efficaci per stimolare la creatività è il modeling, ovvero l’insegnamento impartito attraverso l’esempio. Ma come possiamo essere modelli creativi? Ad esempio, chiedendo ai bambini di allenare i muscoli della fantasia. A un bambino che sta giocando con le costruzioni potremmo chiedere: “Qual è la costruzione più strana che potremmo realizzare insieme? Che forma dovrebbe avere?”. E poi, giocare a costruire insieme.
Questo principio si applica anche agli altri giochi infantili e al tempo libero.

Concretezza

Uno degli errori più diffusi è la credenza che la creatività sia una caratteristica totalizzante. Incoraggiare la creatività dei bambini è fondamentale, ma è altrettanto importante, quando la situazione lo richiede, riportarli con i piedi per terra e trasmettere loro l’importanza di portare a termine i nostri incarichi, di rispettare le scadenze e di porsi degli obiettivi da raggiungere.
La lezione di vita più grande che possiamo impartire è quella della moderazione: una programmazione della vita eccessivamente rigida nuoce alla qualità della nostra vita, ma anche un eccesso di creatività! È giusto che i bambini sappiano quando possono sprigionare la propria creatività – in modo autentico e senza limiti – e quando invece devono attenersi alle istruzioni. Nei primi anni di vita, questa distinzione è tutt’altro che automatica e i genitori sono guide essenziali per svilupparla.

Per concludere: i bambini hanno bisogno di sviluppare la creatività e, allo stesso tempo, hanno bisogno di imparare a riconoscere quei contesti in cui, piuttosto che la creatività, occorre il senso del dovere. Bilanciare queste due istanze è il segreto per crescere un bambino autenticamente creativo.

FONTI

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.