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Lavoretti di fine anno scolastico

La fine dell’anno scolastico è alle porte. Come concluderlo? In questo articolo puoi trovare alcuni lavoretti per la fine dell’anno scolastico.

DIPLOMI PERSONALIZZATI

Realizzare un piccolo diploma da auto-assegnarsi è un’idea per tutti coloro che vogliono approfittare della fine dell’anno per lavorare sull’autostima e sull’autoefficacia dei bambini: si potrebbe chiedere loro di elencare, sul retro del diploma, tre o quattro abilità per le quali sentono di meritare un riconoscimento.
Si tratta di un primo esercizio di mappatura di Sé e del proprio potenziale.

OMINI CONFETTO

Questo è un omino realizzato a partire da un lecca-lecca al quale i bambini hanno confezionato un abito di cartoncino. Si possono realizzare lavoretti simili con i vari formati di caramelle e dolci, per poi distribuirli durante l’ultimo giorno di scuola.

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La resistenza al cambiamento

resistenza al cambiamento

Il cambiamento è l’unica cosa immutabile“.
Arthur Schopenauer

Abbiamo già detto (in questo articolo) che per crescere e vivere felici dobbiamo necessariamente cambiare. Eppure, la mente umana oppone una forte resistenza al cambiamento. Perché abbiamo tanta paura del cambiamento?
Possiamo rispondere a questa domanda dicendo che la mente umana è progettata per funzionare come un sistema omeostatico: cerca di mantenere i suoi valori costanti, in uno stato di equilibrio. Questa omeostasi interna, di solito, è molto utile nella vita quotidiana; ma cosa succede quando l’equilibrio che è stato costruito dalla nostra mente non funziona più? Alla forza del cambiamento si opporrà la resistenza al cambiamento esercitata dalla nostra mente: si genererà un autentico conflitto.
Parte di questa resistenza dipende da fattori psicologici, ma siamo convinti che sia possibile sviluppare un approccio positivo al cambiamento anche attraverso l’educazione.
Infatti, è possibile analizzare la resistenza al cambiamento associandola alla concezione che abbiamo della nostra intelligenza e delle nostre abilità.
Chi è cresciuto sentendosi dire “quanto sei intelligente!” ed è stato abituato a misurare il valore di una persona sulla base dei suoi successi (ovvero quelle persone che hanno sviluppato un’idea “unitaria” della propria intelligenza), sarà naturalmente restio al cambiamento. Cosa succederebbe, infatti, se dovesse fallire? Il peso di un possibile insuccesso, per queste persone, è schiacciante a tal punto che si rifiuteranno di cambiare e di mettersi in gioco, a costo di sopportarne le conseguenze.
Al contrario, chi è stato educato con una mentalità di crescita, è abituato a cercare sfide sempre nuove per crescere: queste persone non solo non avranno timore di cambiare, ma ricercheranno il cambiamento in modo attivo.

Come fare? Vogliamo proporti un metodo alternativo per affrontare il problema.
La prossima volta che ti capiterà di domandarti: “Perché dovrei cambiare“? fermati un attimo.
Rispondi alla domanda opposta: “Cosa succederà se sceglierò di non cambiare?“.
Questo modo di procedere è tipico del pensiero laterale e ti permetterà di osservare le cose da un punto di vista diverso; in più di un caso, si tratta di un esercizio mentale utilissimo. Prova a rispondere alla domanda su un taccuino, in modo da fissare i pensieri sulla carta e avere una traccia per riflettere.
Scoprirai che spesso ci focalizziamo su un ipotetico “futuro negativo” senza pensare che, se ci rifiutiamo di agire, accetteremo conseguenze altrettanto negative (se non peggiori).

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Il ciclo emotivo del cambiamento

Quando decidiamo di cambiare, ci troviamo ad affrontare il cosiddetto ciclo emotivo del cambiamento. Questo ciclo è stato descritto per la prima volta nel 1979, dai ricercatori Don Kelley e Daryl Conner: i due si erano accorti che tutte le persone che affrontavano un cambiamento si ritrovavano a dover superare cinque tappe comuni.
Conoscere questo ciclo è importante: infatti, ci aiuterà ad inquadrare i nostri stati emotivi in relazione al cambiamento e ad affrontarli con maggiore consapevolezza. Conoscere gli ostacoli in anticipo è un grande aiuto per riuscire ad affrontare il cambiamento e ad uscirne vittoriosi.

ciclo emotivo del cambiamento

FASE 1: L’OTTIMISMO INGIUSTIFICATO

Quando ci lanciamo in un nuovo progetto siamo entusiasti. Capita a tutte e tutti noi. Purtroppo, quell’entusiasmo ci porta a vedere le cose in modo fin troppo ottimistico; questa prima fase è quella dell’ottimismo ingiustificato.

FASE 2: IL PESSIMISMO GIUSTIFICATO

Possono volerci pochi giorni o qualche settimana, ma presto l’entusiasmo iniziale si disperderà e noi ci troveremo a fare i conti con la realtà.
La maggior parte delle persone getta la spugna con la fase 2. Circa 9 tentativi di cambiamento su 10 (il 90%) falliscono proprio a causa del pessimismo tipico di questa fase.

Chi si trova in questa fase non dovrebbe guardare al suo obiettivo (che sembrerà irraggiungibile) ma limitarsi a fare un passo dopo l’altro, restringendo la propria attenzione al passo successivo.

FASE 3: IL REALISMO

Chi riesce a superare il pessimismo con tenacia e determinazione, si ritroverà ben presto in una nuova fase, quella del realismo. Vedremo la realtà così com’è: ad esempio, ci accorgeremo che il nostro tentativo di cambiamento richiederà tempo e fatica e sarà più duro del previsto.
Tuttavia, proprio questo realismo aiuta a mantenersi focalizzati sul presente e a perseverare nel proprio cambiamento.

FASE 4: L’OTTIMISMO GIUSTIFICATO

Chi è riuscito ad emergere dalla palude del pessimismo e ha attraversato la fase 3, si troverà presto a toccare con mano i risultati raggiunti. Questo innescherà una nuova spirale di ottimismo, questa volta giustificato: servirà per dare la spinta finale al cambiamento.

FASE 5: CONCLUSIONE DEL CICLO

Così come è iniziato, il ciclo del cambiamento si concluderà, nel momento in cui il cambiamento iniziale sarà diventato un’abitudine. Le persone solitamente tendono a celebrare questo cambiamento come una vittoria personale, ed è un bene: in questo modo si rafforzano autostima e autoefficacia.

Per memorizzare questa lezione abbiamo realizzato questa scheda da colorare. Utilizza il retro per prendere i tuoi appunti sul cambiamento e sulla sua importanza.

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NIENTE CI APPARTIENE, SOLO IL TEMPO E’ NOSTRO

Quando ragioniamo sul cambiamento, dobbiamo considerare che, della nostra vita, nulla ci appartiene, ad eccezione del nostro tempo. Seneca ci ha lasciato queste parole, questo invito a riprendere possesso del nostro tempo:


Comportati così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così, come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ma la cosa più vergognosa è perder tempo per negligenza. Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell’agire diversamente dal dovuto. 
 Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l’altro la vita se ne va. 
Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene. Gli uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio l’unica cosa che neppure una persona riconoscente può restituire.
Ti chiederai forse come mi comporti io che ti do questi consigli. Te lo dirò francamente: tengo il conto delle mie spese da persona prodiga, ma attenta. Non posso dire che non perdo niente, ma posso dire che cosa perdo e perché e come. Sono in grado di riferirti le ragioni della mia povertà. Purtroppo mi accade come alla maggior parte di quegli uomini caduti in miseria non per colpa loro: tutti sono pronti a scusarli, nessuno a dar loro una mano. 
E allora? Una persona alla quale basta quel poco che le rimane, non la stimo povera; ma è meglio che tu conservi tutti i tuoi averi e comincerai a tempo utile. Perché, come dice un vecchio adagio: “È troppo tardi essere sobri quando ormai si è al fondo.” Al fondo non resta solo il meno, ma il peggio. Stammi bene.


Il cambiamento comincia da queste parole e dalla consapevolezza che, se vogliamo rendere la nostra vita migliore, dobbiamo necessariamente ripartire dal tempo che perdiamo nel vento.

Per riflettere sull’importanza delle parole di Seneca abbiamo realizzato questa scheda, da colorare e da aggiungere al Quaderno della crescita:

Clicca qui per stampare questa scheda.

FONTI

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Affrontiamo il cambiamento

I cambiamenti fanno parte della vita: cambiare lavoro, traslocare, separarsi da una persona a cui teniamo. Sono eventi che ci lasciano un gran vuoto ma, se affrontati nella giusta maniera, possono aprire le porte a nuove opportunità.
Non è semplice superare un periodo di transizione, in cui vengono a mancare le nostre certezze. Saper affrontare nella maniera corretta il cambiamento dipende molto spesso dall’educazione che riceviamo. Per questo è importante che i genitori siano in grado di preparare i bambini alla vita e alle situazioni che potranno incontrare, positive o negative che siano.
Occorre insegnare a liberarsi del rimpianto e osservare i problemi da diverse angolazioni, vivendo con un pizzico di entusiasmo il quotidiano. Cambiare è un’opportunità e non una punizione: serve uscire dalla nostra zona di confort per affrontare i fatti, individuando i nostri limiti e le nostre potenzialità. Ecco alcuni consigli utili ed un gioco da fare insieme, per diventare camaleonti multicolori.

CINQUE CONSIGLI PER AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO

  • Sii trasparente: anche se a volte non è semplice, cerca di spiegare con termini facili e comprensibili ciò che sta accadendo. Ad esempio, se è in arrivo un fratellino, rendi il bambino partecipe della novità, coinvolgilo in ciò che fai. Negli eventi negativi è più complesso, ma dovremmo cercare di essere trasparenti e dire la verità. I bambini hanno le antenne e capiscono più di quanto noi immaginiamo. Comprese le bugie che diciamo, anche a fin di bene.
  • Diventa consapevole degli schemi mentali: spiega a te stessa/o e ai bambini che a volte gli schemi mentali ci impediscono di vedere la realtà in modo diverso, aprendo nuove prospettive. Tutti noi opponiamo una forte resistenza al cambiamento: in realtà occorre imparare a vedere i problemi da nuove angolazioni.
  • Condividi i tuoi pensieri: se le cose stanno cambiando e questo ti spaventa, senza riversare il tuo carico emotivo sugli altri, prova ad esternare le emozioni. Tenere tutto dentro non aiuta mai, così come non aiuta sbottare con la prima persona che troverai davanti a te. Il dialogo è tutto; se il bambino è spaventato e lo sei anche tu, diglielo: insieme è più semplice farsi coraggio e affrontare le avversità.
  • Pensare bene aiuta a cambiare bene: la negatività rende più difficile il superamento degli ostacoli. Impara a riconoscere il potenziale che è in te e lavorarci. Sei testarda/o? Usa la tua “cocciutaggine”, trasformandola in determinazione.
  • Il cambiamento inizia dalla quotidianità: non fermarti alle routine, spezzale e innovale. Incomincia a percorrere nuove strade, assaggia ogni tanto un cibo nuovo, sperimenta insieme alla famiglia piccole novità.

Ecco un racconto a proposito di cambiamento:

Un uomo, che sta cercando di tornare a casa dopo un lungo viaggio, si trova davanti un fiume in piena che gli sbarra la strada; attraversarlo a nuoto è impossibile e non c’è nessuna barca nei paraggi.
L’uomo abbatte alcuni alberi, lega insieme i tronchi e costruisce una zattera; poi si siede sopra di essa e attraversa il fiume, aiutandosi con un bastone. Con qualche sforzo riesce a raggiungere l’altra riva; abbandona la zattera sulla sponda del fiume e riprende la via del ritorno.

La storia dell’uomo e della zattera è un breve racconto buddista, che nasconde una potente metafora del cambiamento. Nel comportamento di quest’uomo – al netto di una buona dose di ingegno e capacità costruttiva – non c’è nulla di insolito, vero? Immagina un altro uomo: una volta raggiunta la riva, invece di abbandonare la zattera, se la carica sulle spalle  e prosegue il suo viaggio trascinandosi dietro il peso dell’imbarcazione. Ti sembra strano? In effetti lo è; tuttavia, questo è il comportamento che mettiamo in atto nella nostra vita quotidiana: tutti noi, chi più chi meno, siamo legati a degli schemi mentali. Si tratta di abitudini del pensiero che sviluppiamo in modo inconsapevole, per ragioni di economia mentale. Questi schemi possono essere utili in alcune situazioni e rivelarsi un peso o un ostacolo in altre, proprio come la zattera. La zattera ci aiuta ad attraversare le acque, ma dopo dobbiamo abbandonarla. Il cambiamento, la crescita, presuppongono che ciò che ci è stato utile in alcune fasi della vita, possa non esserlo più. Se vogliamo padroneggiare il cambiamento, dobbiamo prima imparare a riconoscere i nostri schemi mentali e a valutare, caso per caso, se è bene utilizzarli o metterli in pausa.

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Lavoretti – Estate

L’estate si avvicina: non mandiamo in vacanza la creatività! In questo articolo ti suggeriamo alcuni lavoretti estivi per bambini, che abbiamo sperimentato con successo. Ricordati che i lavoretti non devono mai essere un’imposizione, specialmente in estate. La chiave per il successo è la libertà: lascia che i bambini sperimentino in modo personale.

Lavoretti – Estate

Personaggi di legno

La creazione di personaggi a partire da vari materiali è uno dei lavoretti creativi più efficaci per i bambini. Infatti, hanno la possibilità di giocare con il pensiero narrativo, le tecniche e i materiali per realizzare qualcosa di unico.
Per cominciare si raccolgono i materiali nel bosco o nel parco; poi si assemblano, facendo più  e più prove. Una volta che i bambini avranno trovato la disposizione giusta, puoi fargli incollare i pezzi di legno su una base quadrata (ti suggeriamo di usare un quadrato di cartone dipinto con i colori a tempera) o su una base di cartone con la stessa forma della figura da realizzare. Ecco una proposta a tema marino:

Personaggi con lana e cartone

Un’alternativa sono i pesci realizzati con una base di cartoncino rivestita di fili di lana colorati. La tecnica è la stessa che abbiamo proposto nell’articolo sui segnalibri personalizzati (dove puoi vedere altri personaggi realizzati da noi): si realizza una piccola sagoma nel cartoncino; poi, si incolla il filo di lana ad una delle estremità e si comincia ad avvolgere intorno al cartone. Per un risultato migliore conviene fermare di tanto in tanto il filo con una goccia di colla vinilica.
Per le code più sottili (quella del pesce in alto e quella del pesce in basso) abbiamo utilizzato il filo di ferro, ma ti sconsigliamo di proporlo ai bambini.

Meduse di gomma crepla

Per realizzare queste meduse ritaglia il cappello nella gomma crepla (è un’operazione che possono eseguire anche i bambini), poi pratica dei fori nella parte bassa e inserisci i tentacoli. Per i tentacoli puoi utilizzare dello spago: inseriscilo nei fori e fermalo con un doppio nodo sul retro. Noi abbiamo decorato le nostre meduse con i materiali creativi che ci sono stati regalati da PepMelon (occhi adesivi per pupazzi, nettapipe colorati e varie decorazioni adesive).

Lavoretti per tutte le stagioni:
🟢 Lavoretti – primavera
🟡 Lavoretti – estate
🟠 Lavoretti – autunno
🔵 Lavoretti – inverno

Scoprite i coloring book di Cuorfolletto: all’interno troverete tutti i nostri personaggi doodle più amati da colorare.

L’almanacco del cuore
€ 10,40

Il giardino delle emozioni copertina

Il giardino delle emozioni
€ 12,97

Perché proporre i lavoretti creativi

  • Sviluppo della motricità fine, attraverso azioni come ritagliare, incollare e piegare con precisione;
  • Sviluppo cognitivo, perché il bambino nella realizzazione di un lavoretto deve risolvere numerosi problemi legati a dimensioni come lo spazio e la progettazione;
  • Sviluppo sensoriale, perché i lavoretti coinvolgono una varietà di sensi contemporaneamente;
  • Grinta e perseveranza, necessarie a portare a termine l’esecuzione del lavoretto. Realizzare un lavoretto creativo è un ottimo allenamento per l’attenzione e la progettualità.

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