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GeoRanger: la raccolta di figurine per “ripassare” la geografia

Imparare la geografia d’Italia divertendosi e sviluppare uno spirito green ed ecosostenibile grazie a un’avventurosa scoperta della bellezza del nostro Paese: questi gli obiettivi dell’album di figurine GeoRanger – Missione Italia 2019”, in edicola dal 21 settembre 2019, un innovativo ed esclusivo progetto che unisce educazione e divertimento realizzato De Agostini Publishing per promuovere la cultura geografica tra i più giovani, stimolando il loro spirito ecologico per la tutela del nostro territorio.

I bambini diventano protagonisti di un vero e proprio “ecoviaggio” di 64 pagine alla scoperta delle meraviglie delle 20 regioni italiane, con 5 speciali focus sulla flora e la fauna del nostro Paese, divisi per ambienti: Alpi, fiumi e laghi, boschi, macchia mediterranea, mari. A fare loro da speciali guide, a bordo del bus ecologico “Uno”, 20 “GeoRanger”, uno per regione, ciascuno con la propria personalità e caratteristiche. I bambini hanno modo di vivere vere e proprie “missioni green” e ricevere grazie alle eco-card contenute nella collezione, consigli utili per rispettare l’ambiente da poter condividere con i propri amici. Individuare comportamenti positivi, attuabili sin da giovanissimi, riflettere sui principali temi legati al clima e all’ambiente, come lo scioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento, la fragilità degli habitat naturali, e poter diventare più consapevoli e coscienti del mondo in cui viviamo sono tra i principali obiettivi green del progetto.

Rivolto ai bambini fra i 7 e i 10 anni, l’album, realizzato con carta da fonti sostenibili, contiene più di 150 fotografie di splendidi luoghi e bellezze naturalidi animali e piante del nostro ecosistema, quasi 200 città e paesi consigliati, compresi quelli meno noti e battuti dal turismo, da scoprire o riscoprire, insieme a tante tradizioni e curiosità del nostro Paese. Non solo: nell’album è previsto anche uno spazio dedicato ai giochi come enigmi, crucipuzzle, sudoku, card che consentono di sfidarsi a colpi di geoquiz e un tabellone centrale per lo speciale game GeoRanger Adventure. Sia il completamento dell’album sia i giochi contenuti stimolano l’interazione tra i bimbi, insieme all’approfondimento dei luoghi più insoliti e delle storie più curiose dell’Italia: la spada nella roccia di San Galgano, il Parco dei Mostri di Bomarzo, i cavalieri di Narni, il drago di Atessa, il diavolo di Tufara, le sirene di Sorrento…

Il progetto comprende anche una collaborazione con Legambiente a supporto della campagna “TartaLove” con l’obiettivo di salvare le tartarughe marine Caretta Caretta che popolano il Mediterraneo, attraverso i centri di recupero e le adozioni simboliche di questi animali.

GeoRanger – Missione Italia 2019 nasce per offrire ai bambini un approccio unico e innovativo alla geografia e all’ecologia, unendo apprendimento e divertimento, per farli sentire parte attiva nella scoperta di un territorio così ricco e prezioso come quello del nostro Paese, proprio nell’anno in cui il MIUR ha enfatizzato l’importanza della Geografia come elemento di cultura territoriale e ambientale” – afferma Chiara Censori, Marketing and Global Development Manager di De Agostini Publishing.

I bambini saranno protagonisti ancora più attivi di questo progetto grazie a due concorsi di qualità educativi e creativi, che li stimoleranno a realizzare, da soli o con i propri compagni di classe, degli elaborati liberi (cartacei, video, sonori) sui temi di “GeoRanger – Missione Italia 2019”, con la possibilità di far acquisire alla loro scuola materiale didattico o di far partecipare a speciali eco-gite (tutti i dettagli dei concorsi su www.georanger.it)

Il prodotto è disponibile in edicola dal 21 settembre in 2 soluzioni: uno starter pack comprensivo di album + 20 figurine + 5 figucard (al costo di 4,50 euro) oppure album + 6 figurine (2 euro e 50).
Ogni bustina costa invece 70 centesimi e contiene 5 pezzi: 3 figurine, 1 figurina speciale (olografica, metallizzata e sagomata) e 1 figucard. Le figucard sono 48 e così composte: 20 riproducono i protagonisti “GeoRanger”, 20 sono le figucard simbolo (una per regione) e infine 8 sono figucard green.

Per completare l’album, è possibile anche l’acquisto delle figurine mancanti sul sito www.georanger.it

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Numeri decimali

Quelli che vengono comunemente chiamati “numeri decimali” non sono altro che frazioni decimali scritte in linea, utilizzando la notazione decimale e la virgola. Un altro modo con cui vengono chiamati comunemente questi numeri è “numeri con la virgola”.

Per parlare di numeri decimali dobbiamo tornare al concetto di frazione decimale. Le frazioni decimali sono quelle frazioni che hanno come denominatore 10 o un multiplo di 10 (100, 1000). Ad esempio 1/10, 1/100 e 1/1000.
I numeri decimali non sono altro che un modo diverso per scrivere queste frazioni: invece di separare numeratore e denominatore, si scrive un numero con la virgola.

  • 1/10 sotto forma di numero decimale diventa 0,1
  • 1/100 sotto forma di numero decimale diventa 0,01
  • 1/000 sotto forma di numero decimale diventa 0,001

Lo 0 prima della virgola indica che il numero di unità presenti nel numero è pari a zero: infatti, 1/10 è una quantità inferiore a 10/10, che equivale a 1. La cifra a destra della virgola indica i decimi. Proprio come succede con le unità, le decine e le centinaia, dieci decimi formano una unità.
Nel caso di 1/100 non solo non abbiamo un’unità, ma non abbiamo neppure un decimo (che equivarrebbe a 10/100). Così, aggiungiamo uno zero per la posizione dei decimi e ci spostiamo di una posizione a destra: 0,01 indica un numero composto da zero unità, zero decimi e un centesimo.
Infine, nel caso di 1/1000 non abbiamo un’unità, né un decimo di unità, né un centesimo. Dobbiamo spostarci di un’altra posizione a destra: 0,001 indica un numero composto da zero unità, zero decimi, zero centesimi e un millesimo.

Possiamo scrivere sotto forma di numero decimale anche le frazioni improprie:

  • 23/10 diventerà 2,3
  • 160/100 diventerà 1,60
  • 1457/1000 diventerà 1,457

In questo caso, dovremo valutare quante unità sono presenti, poi aggiungere la virgola e proseguire a destra con i decimali.

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Un buon maestro deve abituare i suoi discepoli a camminare sulle proprie gambe

Come dovrebbe comportarsi un buon maestro? Non si tratta di una domanda recente: vi proponiamo due letture di Michel de Montaigne, che già nel XVI secolo si poneva dei dubbi sui metodi e sull’efficacia dell’educazione.
In questo primo brano si affronta il tema dell’autonomia e, in modo particolare, dell’autonomia nel pensare (la quale genera l’originalità). Nella seconda lettura parleremo del rapporto tra corpo e mente e della costrizione.

“Non desidero che [il precettore, ndr] inventi e parli lui solo, desidero che ascolti il suo discepolo parlare a sua volta. È bene che se lo faccia trottar davanti per giudicar la sua andatura, e giudicare fino a che punto debba abbassarsi per adattarsi alle sue possibilità. Se manca questa proporzione, guastiamo tutto, e saperla trovare, e regolarsi di conseguenza con giusta misura, è uno dei più ardui compiti che io conosca.
Ci hanno sottoposto per tanto tempo alle dande (le fasce di tessuto che si utilizzavano un tempo per sorreggere i bambini nei loro primi passi, ndr) che non sappiamo più camminare da soli. Il nostro vigore e la nostra libertà sono spenti.
Che gli faccia passar tutto allo staccio e non gli metta in testa nulla con la sola autorità e a credito: i principi di Aristotele non siano i suoi principi non più di quanto lo siano quelli degli stoici o degli epicurei. Lo si metta davanti a questa varietà di giudizi: se può sceglierà, altrimenti rimarrà in dubbio. Soltanto i pazzi sono sicuri e risoluti.
Infatti, se abbraccia le opinioni di Senofonte e di Platone per suo proprio ragionamento, non saranno più le loro, saranno le sue. Chi segue un altro, non segue nulla. Non trova nulla, anzi non cerca nulla.
Bisogna che assorba i loro umori, non che impari i loro precetti. E, se vuole, che dimentichi pure arditamente da dove li ha presi, ma che sappia appropriarseli. La verità e la ragione sono proprietà comuni a ognuno, e non sono di chi le ha dette prima a maggior ragione di che le ha dette poi. Non è secondo il parere di Platone più che secondo il mio, dal momento che lui ed io l’intendiamo e la vediamo allo stesso modo. Le api saccheggiano i fiori qua e là, ma poi ne fanno il miele che è solo loro; non è più timo né maggiorana: così i passi presi da altri, egli li trasformerà e li fonderà per farne un’opera tutta sua, ossia il suo giudizio. La sua istruzione, il suo lavoro e il suo studio non mirano che a formarlo”.

BIBLIOGRAFIA
M. de Montaigne, Essais, libro I, cap. XXVI, 1580

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Metafora e similitudine

Quando leggiamo testi in prosa e in poesia, è facile incontrare similitudini e metafore. Scopriamo insieme in cosa consistono queste due figure retoriche e impariamo ad usarle anche noi.

Similitudine

La similitudine mette a confronto due elementi simili tra loro. È introdotta dagli avverbi come, quale, simile a o dai verbi sembrare, assomigliare. Si usa la similitudine quando si vuole sottolineare un determinato concetto, o quando vogliamo rendere un discorso più incisivo. Queste “strategie narrative” si chiamano figure retoriche (la retorica è l’arte di parlare e di costruire discorsi convincenti).

ESEMPI

  • Luca corre veloce come un ghepardo.
  • I tuoi occhi risplendono come gemme.
  • Sei saggio come un filosofo.
  • Il papà è lento come una tartaruga.
  • La lezione della maestra è così interessante che sembra di giocare.

Metafora

La metafora sostituisce un termine con un altro, che ha lo stesso significato. La metafora è una similitudine in forma breve. L’uso della metafora è simile a quello della similitudine.

ESEMPI

  • Il tuo sorriso è un faro che rischiara le mie giornate.
    La metafora serve a sottolineare la forza del sorriso, che assomiglia alla luce di un faro, che illumina il mare e si avvista da molti chilometri di distanza.
  • Achille è un leone.
    La metafora “è un leone” indica il fatto che Achille, in battaglia, è forte come un leone.
  • Tua sorella è una scimmietta.
    La metafora indica che tua sorella è agile e vivace come una scimmietta.
  • Il treno è un lampo.
    Questa metafora indica che il treno viaggia veloce come un lampo.

Metafora o similitudine?

La maggior parte delle metafore si possono trasformare in similitudini aggiungendo l’avverbio come. Proviamo a trasformare tutte le metafore che abbiamo visto in precedenza in similitudini:

  • Achille è forte come un leone.
  • Il tuo sorriso è come un faro, che rischiara le mie giornate.
  • Tua sorella è vivace come una scimmietta.
  • Il treno va veloce come un lampo.

Allo stesso modo, possiamo trasformare molte similitudini in metafore, eliminando l’avverbio ed abbreviandole. Proviamo con le similitudini che abbiamo visto poco fa:

  • Luca è un ghepardo.
  • I tuoi occhi sono gemme.
  • Sei un filosofo.
  • Il papà è una tartaruga.

State cercando un testo per l’accoglienza? Scoprite “Cuorfolletto e il primo giorno di scuola“, un racconto pensato apposta per rendere magica questa esperienza.

Cuorfolletto e il primo giorno di scuola

Marta e Cuorfolletto stanno giocando al parco quando incontrano uno scoiattolo alle prese con il suo primo giorno di scuola. Riusciranno ad aiutarlo ad affrontare questa nuova avventura col sorriso?
Un racconto ideale per l’accoglienza e per i primi giorni di scuola, con tante attività tematiche per consolidare le conoscenze di base (concetti topologici, etc.) e per introdurre i bambini alla vita scolastica.

Acquistando il libro avrete accesso a tante risorse extra per l’accoglienza (segnanome, diplomi, cartelloni, etc.)

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La Ziggurat

ziggurat sumeri

Le ziggurat (o ziqqurat) erano strutture religiose costruite dalle civiltà della Mesopotamia, e in particolare  dai sumeri e dai babilonesi. Le ziggurat avevano una struttura a gradoni, di forma piramidale, ed erano costruite da tanti strati di mattoni sovrapposti; sulla cima si trovava un tempio, consacrato ad una delle divinità sumere. Per arrivare sulla sommità della ziggurat si utilizzavano delle rampe di gradini all’esterno. Queste strutture erano enormi: potevano raggiungere i 90 metri di altezza, come un grattacielo di trenta piani!
Le ziggurat ancora esistenti sono molto danneggiate; per questa ragione non possiamo sapere quali fossero le dimensioni e l’aspetto originario dei templi.

Per stampare questa ziggurat da colorare (potete inserirla nel quaderno e utilizzare il retro per realizzare una mappa mentale), cliccate qui.

CURIOSITÀ

  • Ziggurat in sumero si pronunciava U-Nir e significava “montagna”. Queste strutture, infatti, erano costruite per essere “montagne sacre” così alte da toccare il cielo. La montagna, in moltissime civiltà antiche, era il luogo in cui il mondo umano si congiungeva al mondo divino (un altro esempio è il Monte Olimpo del mito greco).
  • Le ziggurat erano costruite utilizzando mattoni di argilla e paglia cotti al Sole.
  • A differenza delle piramidi della civiltà egizia, al cui interno si trovavano stanze e cunicoli, le ziggurat non avevano camere interne: si utilizzavano solo le scalinate e le terrazze esterne.
  • La più grande ziggurat ancora esistente è la Ziggurat di Ur, che si trova in Iraq, vicino alla città di Nassirya.
  • La Torre di Babele di cui si parla nella Bibbia, probabilmente, era una ziggurat: la Ziggurat di Babilonia, alta 91 metri.

Schede di storia:
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I falsi miti della creatività

Vi proponiamo un ciclo di due letture tratte dal libro “Benvenuta creatività” di Isabella dell’Aquila e Alessandra Ferri (Franco Angeli, 2019). Attraverso le parole delle due autrici, ci muoveremo alla scoperta dei falsi miti che circondano la creatività e che, spesso inconsapevolmente, ci impediscono di sviluppare il nostro potenziale creativo.

I FALSI MITI DELLA CREATIVITÀ

Parte prima (potete leggere qui la parte seconda)

La creatività è un dono concesso a pochi
Nell’antica Grecia la creatività era ritenuta una dote propria solo degli dei per cui gli esseri umani potevano essere creativi solo grazie alle divinità ispiratrici. Niente di più falso: il talento creativo è innato in tutte le
persone. In alcune si manifesta in modo più spontaneo, in altre ha bisogno di essere coltivato e sviluppato. Purtroppo quando si passa ad attività più “serie” quali leggere, scrivere e far di conto, spesso, questo talento viene inibito da un approccio metodologico consolidato.

La creatività non si può insegnare
Non solo la creatività non è un dono per pochi ma è una capacità innata che può essere sviluppata. È quindi possibile allenare i ragazzi per fare emergere e sviluppare i fattori del talento. Sappiamo tutti che un bambino che vive in un contesto in cui è utilizzato un linguaggio particolarmente elaborato, svilupperà un linguaggio più sofisticato rispetto a quello di un bambino che vive in un ambiente meno stimolante.

La creatività è produrre delle idee
Non basta produrre delle idee originali per poi conservarle nel cassetto. Essere creativi non vuol dire soltanto pensare in modo creativo, ma agire in modo creativo, anche nelle piccole cose. Infatti il metodo creativo prevede cinque tappe di cui l’ultima è l’applicazione. I nostri piccoli esploratori impareranno a non fermarsi davanti alle prime difficoltà e diventeranno dei conquistatori, pieni di forza e di volontà, per concretizzare le loro idee.

La creatività è solo per i geni, più si è intelligenti più si è creativi
Ma quale tipo di intelligenza? Tendiamo a identificare e a ridurre l’intelligenza alla pura logica aristotelica, arricchita da un pre-definito bagaglio culturale, ma sappiamo che ci sono vari tipi di intelligenze. Essere creativo significa sapersi muovere creando ponti tra vari tipi di logica e tra vari elementi di saperi. Quindi incoraggiare la creatività del bambino non è per farlo “diventare un genio”, ma per portarlo a sviluppare e a realizzare le proprie
potenzialità. Non è da poco!

La creatività è più per i giovani che per i vecchi
La migliore definizione di creatività è: produrre delle idee nuove e utili assemblando degli elementi pre-esistenti. Ora più si hanno elementi immagazzinati nella nostra mente, maggiori saranno le probabilità di formare delle nuove associazioni, e un adulto possiede più informazioni. Di contro, nei giovani può manifestarsi un certo di tipo di spontaneità, soprattutto nel fare domande che gli adulti non si permetterebbero. La ricchezza dell’energia dei giovani unita alle conoscenze e esperienze degli adulti può portare a delle vere e proprie rivoluzioni. Viva la forza della diversità nel gruppo!

La creatività vuol dire essere liberi e senza regole
Nell’opinione comune il gioco è associato al mero divertimento e alla futilità, eppure il gioco è un’attività cognitiva a pieno titolo. Così come ogni gioco ha le sue regole, l’applicazione delle tecniche creative e del metodo creativo è rigorosa. In ogni sessione creativa devono essere applicate le regole della ruota libera e ogni tappa del metodo deve necessariamente rispettare e tenere separate le due fasi, divergente e convergente.

La creatività non è per le persone serie
“Siamo qui per imparare, non per giocare. Adesso facciamo le cose sul serio”. Quante volte abbiamo sentito questa frase? Eppure la creatività è un mezzo indispensabile per acquisire nuove competenze e misurarsi con il mondo circostante adattandosi alle diverse circostanze della vita.

La creatività è un atto solitario
Normalmente siamo portati ad attribuire delle scoperte originali a una singola persona trascurando gli sforzi e l’impegno che hanno preceduto la loro realizzazione. Anche se l’idea originale può nascere da una singola mente, la stragrande maggioranza delle idee viene realizzata da più persone per concretizzare il progetto. Per esempio, Leonardo da Vinci e Michelangelo erano aiutati da capomastri e artigiani per realizzare le loro opere.
La quarta regola del brainstorming o “ruota libera”, che vedremo qui di seguito, parla di molteplicità sistematica, mettendo l’accento sul fatto che un’idea creativa è spesso realizzata dall’apporto di più persone che fanno parte di un gruppo di lavoro.

BIBLIOGRAFIA
Isabella Dell’Aquila, Alessandra Ferri, Benvenuta creatività, Franco Angeli, 2019

FONTE
E-book Franco Angeli

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