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L’arcobaleno steineriano: imparare forme e colori, divertendosi

Chi di noi non si è fermato almeno una volta ad ammirare la bellezza dello spettacolo offerto da un arcobaleno dopo la pioggia? Rosso, arancione, giallo, verde, blu e violetto, distribuiti in un’armoniosa sequenza. Ovviamente si tratta di un fenomeno temporaneo che svanisce nel giro di poco nel cielo.

La sua magia può essere riproposta ogni giorno in cameretta o nello spazio giochi con l’arcobaleno steineriano o Waldorf, un gioco utile ad imparare a riconoscere forme e colori. Prima di spiegarvi in dettaglio in che cosa consiste, vogliamo ricordarvi alcune delle caratteristiche della pedagogia steineriana, di cui avevano già accennato a suo tempo nel nostro articolo sulle bambole Waldorf.

QUALCHE CENNO SULLA PEDAGOGIA STEINERIANA

La pedagogia Waldorf o steineriana è un approccio educativo sviluppato a partire dal 1919 su indicazioni di Rudolf Steiner. Ad oggi diffuso in tutto il mondo, questo approccio copre il percorso formativo ed educativo dal pre-asilo fino a diciotto anni. Se volessimo individuare alcuni tra i cardini della pedagogia steineriana, potremmo menzionare:

  • antropologia evolutiva: la pedagogia segue l’evoluzione del bambino, senza focalizzarsi eccessivamente su obiettivi come la produttivitá o la competitività. Conta lo sviluppo equilibrato del bambino, non la perfezione.
  • arte come parte del processo educativo: per la pedagogia steineriana, l’arte riveste un ruolo fondamentale, come il lavoro manuale ed artigianale. In questo contesto trovano perfetta collocazione le bambole Waldorf, interamente realizzate a mano. Il lavoro manuale permette di sviluppare la coordinazione mano-occhio, allenando la concentrazione.
  • la natura come maestra di vita: la pedagogia Waldorf insegna l’amore per la natura e il rispetto dell’ambiente, dando importanza all’alimentazione biologica e all’agricoltura naturale. Stare all’aperto favorisce la sperimentazione e aiuta a sviluppare la fantasia.
  • la pedagogia come cura: secondo Steiner la pedagogia serve ad accompagnare il bambino nel suo processo evolutivo, offrendogli strumenti adeguati per affrontare le difficoltà.

COS’E’ L’ARCOBALENO STEINERIANO

L’arcobaleno steineriano è un gioco composto da archi di dimensioni crescenti, impilabili l’uno sull’altro fino a formare un arcobaleno solido. Viene realizzato in legno e dipinto con colori ecologici. Può essere composto da un numero variabile di parti da sovrapporre: si va da 6/7 pezzi a formati più grandi con 12 pezzi, che offrono maggiori possibilità di gioco.

Solitamente ad ogni pezzo dell’arcobaleno corrispondono un colore o una sfumatura dello stesso. Le dimensioni dell’arcobaleno variano a seconda della casa produttrice e partono dai 10 centimetri di larghezza ai 38 e oltre. In alcuni casi abbiamo anche strutture più grandi, che possono anche fungere da colorati pezzi di arredo per la cameretta.

COME SI USA L’ARCOBALENO STEINERIANO

Questo strumento, ideato su ispirazione dei principi steineriani negli Anni Settanta del secolo scorso, è progettato per offrire diverse esperienze al bambino, al di là dell’assemblaggio della forma dell’arcobaleno:

  • costruire mondi: i pezzi dell’arcobaleno steineriano sono dei veri e propri mattoni da costruzione con cui il bambino può creare il proprio mondo su misura, seguendo l’immaginazione.
  • inventare storie: il gioco è utile per insegnare ai bambini i colori e i loro nomi o semplicemente come accompagnamento a storie da raccontare e da inventare.

DA CHE ETA’

In genere l’arcobaleno steineriano viene utilizzato dai 3 anni in su. A seconda dell’età del bambino potete inoltre scegliere arcobaleni da sovrapporre di dimensioni diverse, più piccoli oppure più grandi.

BENEFICI DELL’ARCOBALENO STEINERIANO

L’arcobaleno è un modo per portare colore nei momenti di gioco e stimolare la sensorialità e la creatività. Come spiegato qualche tempo fa in un nostro approfondimento, intitolato Impariamo a descrivere le emozioni attraverso i colori, sono proprio questi ultimi a costituire uno degli strumenti base per lo sviluppo della creatività. Tramite i colori riusciamo a rappresentare non solo la realtà che ci circonda, ma anche la nostra personalità.

E’ dunque fondamentale che i bambini imparino ad osservare, conoscere il proprio stato d’animo ed acquisire le capacità di esprimersi con i vari linguaggi. In quest’ottica familiarizzare con i colori attraverso un arcobaleno può essere un primo step per rappresentare e imparare a raccontare le proprie emozioni. Tra gli ulteriori benefici derivanti dall’utilizzo dell’arcobaleno, citiamo:

  • aumento della concentrazione e lo sviluppo cognitivo del bambino
  • stimolo della fantasia e della creatività
  • miglioramento della coordinazione oculo-manuale

DOVE ACQUISTARE UN ARCOBALENO STEINERIANO

Gli arcobaleni steineriani, insieme ad altri prodotti collegati alla pedagogia Waldorf, sono in vendita in negozi specializzati. Anche online potete trovare un’ampia scelta di prodotti, tra cui citiamo quelli della ditta Grimm’s, che realizza l’arcobaleno steineriano (lo potete trovare su Amazon.it) e altri giochi educativi con legno certificato, a mano e con colori atossici. Tra i vari altri giochi sui colori prodotti dall’azienda menzionata, segnaliamo anche i dodici amici dell’arcobaleno, pupazzetti in legno colorati per giocare sperimentando forme e colori.

a cura di Alessia de Falco

 

 

 

 

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Un quarto d’ora al giorno di solitudine

A volte, per ridurre lo stress e ritrovare il benessere mentale, è sufficiente rimanere da soli per un quarto d’ora (15 minuti). Questa la conclusione a cui sono arrivati gli scienziati dell’Università di Rochester in una recente pubblicazione.

LA SOLITUDINE PER RIDURRE LO STRESS

Lo studio, Solitude as an Approach to Affective Self-Regulation (Personality and Social Psychology Bulletin, ottobre 2017), ha fatto sperimentare a 114 partecipanti un quarto d’ora di solitudine dopo aver sostenuto una conversazione. Indipendentemente da come lo avevano trascorso, oltre 100 tra i partecipanti hanno sperimentato una sensazione di benessere.

Lo studio mette in evidenza l’importanza di una scelta attiva: a far bene non è tanto la solitudine in sé (che, specialmente se non scelta e prolungata può avere pesanti effetti collaterali) ma la possibilità, per l’individuo, di sceglierla come strumento per regolare le proprie emozioni. Ma cos’è “solitudine”? In questo studio, si trattava semplicemente di un breve isolamento dagli altri, che poteva essere impegnato a scelta dei partecipanti. Ci sono molte attività per riempire il tempo di solitudine, tra cui la lettura (sempre consigliata) e la meditazione.

C’è un altro aspetto da sottolineare: dopo migliaia di studi sugli effetti positivi della socialità, della frequentazione di una rete sociale ricca e dello stare in compagnia, stiamo tornando alla solitudine. Il punto focale, però, è proprio la scelta: la nostra felicità dipende dal grado di controllo che abbiamo sulla nostra vita. A farci bene è il poter scegliere di vivere un piccolo momento di solitudine, più del momento in sé.

COACHING CREATIVO: VIVERE LA SOLITUDINE E RICARICARSI DI ENERGIA

Ricavarsi uno spazio-tempo di solitudine in famiglia è una buona pratica che andrebbe promossa e rivalutata. Specialmente per chi lavora, torna a casa, recupera i bimbi senza mai avere un attimo per recuperare, 15 minuti giornalieri di solitudine sono un rimedio efficace e necessario.

Ecco perché, i 15 minuti di solitudine suggeriti dalla ricerca scientifica potrebbero diventare un ottimo esercizio anche per te; un momento la cui importanza andrà spiegata ai bambini (è importante anche per loro vivere un momento per sé, magari leggendo) e proposto come un rituale quotidiano per tutta la famiglia.

Educare non significa annientarsi. Al contrario, potrai educare in modo efficace solo se ti sentirai una persona efficace e realizzata. Ecco perché è importante ritagliarti questi 15 minuti quotidiani di solitudine: non si tratta di tempo che si “ruba” ai propri figli, compagni, amici o quant’altro.

 

 

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LAVORETTI CON LA LANA E POMPON

Hai letto il nostro articolo su come realizzare i pompon di lana? Bene, allora sei pronta/o per addentrarti insieme ai bambini nel fantastico mondo dei lavoretti con la lana. Imparerai a realizzare tante soffici creazioni, utili per trasformare i pompon in animali o per riciclare gli avanzi del tuo ultimo maglione.

LAVORETTI CON I POMPON DI LANA

I pompon hanno mille usi! Ecco alcuni semplici esempi. Per realizzare questo uccellino dalle ali di lana, dovrai ritagliare la sagoma nel cartoncino e incollare un pompon al centro della sagoma. Noi lo abbiamo decorato ulteriormente utilizzando gli occhietti adesivi per pupazzi.

Per realizzare i gattini pompon di lana, dovrai realizzare un pompon di grosse dimensioni (ti suggeriamo di utilizzare il metodo dei dischi di cartoncino), incollando poi i vari elementi aggiuntivi: occhietti adesivi per pupazzi (nonostante abbiano già la superficie adesiva, ti suggeriamo di fissarli con un po’ di colla a caldo o colla vinilica) orecchie di gomma crepla, baffi realizzati con dei fili di lana a contrasto, musetto con un pompon sintetico.

LAVORETTI DI NATALE CON LA LANA

Un classico lavoretto di natale con la lana è la ghirlanda di pompon: per realizzarla, dovrai preparare un gran numero di pompon di colore verde. Poi, ritaglia un cerchio di cartoncino della dimensione che vuoi dare alla tua ghirlanda e incolla i pompon su entrambi i lati. Questo lavoretto, una volta finito, è meraviglioso; l’unico svantaggio è che occorrono moltissimi pompon, e dunque un po’ di tempo.

Ecco altre due idee natalizie con i pompon di lana: un alberello di Natale e gli elfi. Per realizzare l’albero, dovrai realizzare una sagoma di cartoncino a forma di abete e incollare i pompon da una parte e dall’altra.

Per gli elfi, dovrai procurarti delle palline di legno per la testa e incollare un pompon ad esse. Il cappello si può realizzare in cartoncino oppure in feltro.

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Bisogni e desideri non sempre coincidono

Olio su tela, Donald Zolan

Vi siete mai domandati se vi sia una differenza tra quello che i bambini desiderano e quello di cui invece hanno bisogno? Esaudirne i desideri sarebbe fin troppo semplice, ma non è questo il ruolo dei genitori e degli educatori. Al contrario, il nostro ruolo è quello di individuare i veri bisogni dei bambini.

I BISOGNI IRRINUNCIABILI DEI BAMBINI

Ma quali sono i bisogni dei bambini? A questa domanda è tutt’altro che semplice dare una risposta: da tempo gli studiosi cercano di individuarli in modo da poter fornire istruzioni più chiare possibili alle famiglie. Esistono alcuni “bisogni fondamentali”, individuati da T. Brazelton e S. Greenspan, ovvero:

  • bisogno di relazioni di accudimento e attaccamento: la famiglia è il nucleo di accudimento principale, che dovrebbe prendersi cura del bambino nel rispetto delle sue esigenze primarie; non solo soddisfare i bisogni fisiologici, ma anche quelli di attaccamento. La famiglia deve essere una base sicura
  • bisogno di protezione fisica e sicurezza: i bambini hanno bisogno di essere tutelati, di avere a disposizione un ambiente sicuro in cui crescere
  • bisogno di essere rispettati nelle proprie differenze individuali: la differenza è una fonte di ricchezza e come tale deve essere vissuta; nessun bambino deve sentirsi inferiore in virtù di una propria peculiarità, ma solo ed esclusivamente unico
  • bisogno di esperienze appropriate: ad ogni età corrispondono un’ampia gamma di esperienze raccomandate per stimolare lo sviluppo sensoriale; si va dalla lettura, ai giochi sensoriali al tempo libero alla possibilità di muoversi liberamente nella natura
  • bisogno di definire dei limiti: ai bambini servono delle regole, che li aiutino a costruirsi delle aspettative e dei limiti. La disciplina non è un nemico da combattere; al contrario, è un alleato per ciascuno di noi. Questa, però, non va perseguita attraverso la paura e la repressione ma piuttosto con l’esempio, l’empatia e la collaborazione
  • bisogno di comunità stabili: ai bambini serve una famiglia (naturale, acquisita, allargata non fa differenza) che si prenda socialmente cura di loro, ma non è tutto; servono agenzie educative che vanno dalla scuola, allo sport, all’oratorio al tempo libero. Queste comunità devono essere punti di riferimento stabili

Questa lista non è certo esclusiva; tuttavia, riesce ad individuare abbastanza bene la “checklist” per una buona crescita dei più piccoli, divenendo una guida essenziale.

SPUNT-ESERCIZIO: dove si trova il confine tra il paese dei desideri e quello dei bisogni?

Lo spunto di oggi è un allenamento interiore: sappiamo distinguere i bisogni dai desideri? Qualcuno dice che la differenza tra bisogno e desiderio sia il luogo da cui il sentimento proviene: i bisogni sono legati al nostro corpo e alla nostra mente, mentre i desideri hanno origini molto più lontane: hanno a che fare con una mancanza che sta al di fuori del corpo e che riguarda l’anima.

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Raccontare fiabe stimola il cervello

Sarà vero che le i ragazzi non riescono ad esprimere le proprie emozioni e che il loro linguaggio è sempre più povero? Chissà. Per metterci sulla strada del riscatto e del miglioramento, il trucco c’è: è sufficiente raccontare una bella storia la sera, prima di addormentarsi.

LEGGERE FIABE E ALTRI RACCONTI STIMOLA IL CERVELLO

La lettura fa davvero bene come si dice? Sì, ce lo confermano il Journal of Pediatrics, pubblicando uno studio di John Hutton (potete leggere qui l’abstract, in lingua inglese, o abbonarvi alla rivista e leggere quello integrale), che ha analizzato gli effetti della lettura su un campione di bambine e bambini appartenenti alle fasce più povere della popolazione. Lo studio si è concentrato sulla rilevazione di tracce neurali per stabilire se la lettura effettivamente potesse influenzare le competenze linguistiche.

Si parla di lettura in età prescolare (quindi 0-6 anni), anche se i suoi benefici si estendono ai primi anni della scuola primaria; saranno i bambini stessi a suggerirvi quando smettere, magari scegliendo di leggere da soli!

I risultati sono stati più chiari di quel che ci si potesse aspettare: i bambini che hanno avuto modo di fruire di buone letture, hanno rivelato una correlazione positiva con lo sviluppo delle aree cerebrali legate al linguaggio, all’espressività, alla memoria di lavoro e persino all’integrazione socio-emotiva. Quindi: leggere ai bambini li aiuta, stando alle prove scientifiche, a sviluppare un linguaggio fluente e articolato, ma anche a padroneggiare le implicazioni sociali del linguaggio.

Al contrario, è emersa una leggera correlazione negativa nei casi in cui la madre era distratta dallo smartphone. Si tratta di un dato che andrà approfondito dalla scienza, ma che ci aiuta a capire come i dispositivi tecnologici spesso (non sempre, solo quando vengono utilizzati in modo scorretto e a scapito delle nostre relazioni) siano un problema per le famiglie.

SPUNT-ESERCIZIO: raccontarsi per rendersi la vita più semplice

Questo studio è una ulteriore conferma dei benefici della lettura. In Italia, numerosi pediatri e associazioni come Nati per Leggere lo sostengono da tempo. Ma allora perché non leggiamo? Per risolvere il problema, bisogna prima individuarne le cause.

Noi ne abbiamo individuata qualcuna possibile:

  • non mi piace leggere, quindi perché dovrei leggere ai miei bambini?
  • non ho tempo
  • ai miei bambini non piacciono i libri che ho proposto loro finora
  • la sera spesso sono troppo stanca/o per dedicare del tempo di qualità

Se siete già dei lettori appassionati e intrattenete i vostri piccoli ogni sera, potete saltare questo SPUNT-ESERCIZIO. Lo studio del dott. Hutton dovrebbe rincuorarvi: state facendo al meglio!

Ciascuna di queste quattro cause ha le sue ragioni e non è banale. Anzi, ci sarebbe da discutere per giorni prima di riuscire a venirne a capo. Diciamo che le prime tre hanno soluzioni più immediate: il tempo si trova, ad esempio, chiudendo lo smartphone in un cassetto prima di cena, ed evitando di tirarlo fuori (quasi sempre, la percezione di non avere tempo è legata ad una nostra cattiva gestione dello stesso); allo stesso modo, se i libri che avete sperimentato non vi hanno soddisfatto, vi consigliamo di dare un’occhiata alle nostre storie per bambini, o alle nostre recensioni di testi per i più piccoli. Per coloro che non amano leggere, si tratta di un piccolo sacrificio, ma per una giusta causa. E chissà, magari riaccenderà la passione per una delle attività umane più edificanti che ci siano.

Infine, la stanchezza. Qui il caso si complica: giornate piene all’inverosimile e difficoltà a ritagliarsi qualche minuto di lucidità per sé e per le attività che ci piacciono. Un problema con cui tutti noi dobbiamo fare i conti! Tuttavia, consideriamo che la lettura è anche un modo per rilassarsi e che, rispetto ai bambini che si agitano guardando la tv o corrono per casa, mettersi insieme nel lettone con una copertina, magari una candela sul comodino e un buon libro tra le mani può essere una soluzione per tranquillizzarci insieme.

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LAVORETTI DI NATALE CON I ROTOLI DELLA CARTA IGIENICA

Se hai già letto il nostro articolo sui lavoretti con i rotoli di carta igienica saprai che i tubi di cartoncino della carta igienica sono un materiale di riciclo ideale per le creazioni artistiche. In questo articolo scoprirai invece come riciclare i rotoli della carta igienica per realizzare dei lavoretti di Natale semplici e meravigliosi: dal Babbo Natale con un tubo di cartoncino (renne incluse) alle stelle natalizie di carta. Puoi trovare altri spunti natalizi nell’articolo sui lavoretti di Natale.

BABBO NATALE CON UN ROTOLO DI CARTA IGIENICA

L’albero di Natale può essere arricchito con personaggi fatti a mano a partire dai rotoli della carta igienica. Potrete dividere ogni rotolo di cartoncino in due parti cilindriche in modo da ricavare due personaggi per ciascuno. Per fissarle all’albero dovete fissare una striscia di cartoncino in alto.

STELLE NATALIZIE CON I ROTOLI DELLA CARTA IGIENICA

Potete realizzare delle stelle a partire dal cartoncino dei rotoli di carta igienica, che abbellirete con tanti bottoncini colorati. Sono molto semplici da creare, anche come lavoretto da fare con i bambini.

Sempre tagliando cerchiolini dal rotolo di carta, potete creare anche forme più complesse. Nell’immagine qualche idea.

Per realizzare queste decorazioni per l’albero di Natale dovrete suddividere i rotoli di carta in varie strisce e piegare ciascuna leggermente su se stessa in modo da creare dei petali. Poi andranno uniti con dello scotch e dipinti con tempere e glitter.

Se invece vuoi realizzare una stella di Natale di cartoncino (quella realizzata ritagliando e piegando due fogli di cartoncino rosso), ti suggeriamo di dare un’occhiata all’articolo sulla stella di Natale di carta fai da te. Per un laboratorio più semplice, puoi utilizzare anche i nostri disegni delle stelle di Natale da colorare.

PUPAZZI DI NEVE

I rotoli di cartoncino possono costituire la base per realizzare vari personaggi tipici del Natale, come i pupazzi di neve o i folletti. Il procedimento è analogo a quello di Babbo Natale citato più sopra: dovete tagliare in due il cilidro di carta e decorarlo a piacere. Personalizzate le vostre creazioni con feltro, bottoni, perline e brillantini.

 

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