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La clessidra del cuore

La clessidra del cuore è uno strumento per insegnare ai bambini a controllare le proprie emozioni. Questa tecnica si basa su un concetto semplice: 1) fermarsi, aspettando a reagire e 2) visualizzare le proprie emozioni che scorrono. La clessidra del cuore funziona in modo simile alla tecnica della tartaruga e si può proporre ai bambini a partire dai 4/5 anni di età.

Prima di cominciare, facciamo una premessa: come sottolineano gli studiosi di intelligenza emotiva, non dobbiamo insegnare ai bambini a reprimere le proprie emozioni, ma a controllare i comportamenti che derivano da quelle emozioni. Possiamo riassumere queste indicazioni con il motto: “tutti i sentimenti sono leciti, ma non tutti i comportamenti lo sono”.

La clessidra del cuore

La clessidra del cuore è una tecnica semplicissima. Per sperimentarla, dovrai avere una clessidra; ti suggeriamo di utilizzare una clessidra della durata di 2/3 minuti.

  • gira la clessidra;
  • fermati e osserva la sabbia che scorre;
  • immagina che quella sabbia sia il flusso delle emozioni che scorrono fuori dal tuo cuore;
  • aspetta che la sabbia nella clessidra abbia finito di scorrere.

Abbiamo scelto la clessidra perché è un oggetto relativamente semplice da reperire ed economico. Per i bambini più piccoli ti suggeriamo di utilizzare una clessidra con le pareti di plastica e non di vetro.

La clessidra, inoltre, è uno strumento che affascina i bambini: in questo modo sarà più facile ottenere la loro attenzione e per qualcuno potrebbe addirittura funzionare meglio della tecnica della tartaruga.
Durante i primi esperimenti con la clessidra del cuore, ti suggeriamo di metterti accanto ai bambini e di fissare la clessidra insieme a loro.

Per chi non ha una clessidra a disposizione, abbiamo realizzato questa clessidra da stampare: in questo caso, al posto di osservare la sabbia che scorre, puoi chiedere ai bambini di colorare i motivi all’interno della clessidra.

Clicca qui per stampare la clessidra.

PER EDUCARE CON LE FAVOLE:

Per aiutare i più piccoli a riconoscere le emozioni e a coltivare le buone pratiche che ci fanno stare meglio abbiamo scritto la raccolta di racconti “Cuorfolletto e i suoi amici”.

libri cuorfolletto e i suoi amici

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Diario delle emozioni

diario delle emozioni

Tenere un piccolo diario delle emozioni è un laboratorio di crescita personale che fa bene a grandi e bambini. Quello del diario è un esercizio di scrittura – e al tempo stesso di introspezione – che in passato godeva di grande popolarità. Migliaia di bambine e bambini hanno tenuto un proprio diario segreto in cui  annotare emozioni, paure e piccoli fatti quotidiani.
Oggi, complice la tecnologia, tenere un diario non è più un’attività allettante come un tempo e sono sempre meno i bambini che si cimentano con la scrittura del proprio diario segreto. Nel frattempo, sono esplose una serie di problematicità, legate guardacaso al mondo emotivo, che richiedono un intervento educativo. E allora, perché non rispolveriamo il caro, vecchio diario?

IL DIARIO DELLE EMOZIONI

Alla base del diario delle emozioni c’è la convinzione che riscrivere quello che ci è accaduto durante la giornata sia un modo per elaborare le emozioni e i sentimenti che abbiamo provato (e dunque, un modo per lavorare sull’intelligenza emotiva). Questo lavoro sulle emozioni ci aiuta a crescere, a costruire il nostro lessico emotivo e a superare le difficoltà.
Secondo noi, il diario delle emozioni riesce al meglio se viene presentato come un vero e proprio “diario segreto”, al quale i bambini confidino i propri stati d’animo e i piccoli segreti dell’infanzia.

Tuttavia, possiamo aiutare i bambini a focalizzarsi sulle proprie emozioni utilizzando uno schema a quattro colonne:  SITUAZIONE | EMOZIONE | REAZIONE | RIFLESSIONE
Nella prima colonna i bambini dovranno descrivere una situazione che si sono trovati a fronteggiare (ad esempio: il mio amico ha mangiato tutti i cioccolatini e non ha voluto darmene nemmeno uno).
Nella seconda colonna i bambini dovranno descrivere emozioni e stati d’animo che hanno provato (ad esempio, nel caso precedente: rabbia, tristezza e frustrazione).
Nella terza colonna i bambini dovranno descrivere la reazione che hanno avuto (ad esempio: ho strappato di mano il sacchetto dei cioccolatini al mio amico e ne ho preso uno).
Nella quarta colonna, i bambini dovranno riflettere brevemente sulle conseguenze della loro reazione e su come, in futuro, potrebbero agire in modo migliore. Naturalmente, si tratta di uno spazio libero e non giudicante: è importante che il piccolo scrittore percepisca questa libertà, altrimenti si corre il rischio di trasformare il diario in un esercizio manieristico.
Le pagine del diario delle emozioni si possono poi discutere insieme, ad esempio in un momento di circle time.

PER EDUCARE CON LE FAVOLE:

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LA VALUTAZIONE COME STRUMENTO PER CRESCERE

Come ogni anno, si avvicina il momento degli esami e della consegna delle pagelle e, come ogni anno, ci troviamo di fronte all’eterno dilemma della valutazione: i voti fanno bene ai ragazzi oppure no? Sono uno sprone o una fonte di mortificazione? È vero che producono dispersione scolastica e mandano a pazzi l’autostima?
Cominciamo dicendo che il voto non è altro che una forma di valutazione dell’apprendimento.

Dietro il problema della valutazione si nasconde qualcosa di più grande: il problema non è il voto/non voto, ma trovare in noi le risorse necessarie a trasformare la valutazione in una risorsa e non in un peso.
Un mondo privo di valutazioni è impossibile: il nostro cervello compie ogni giorno migliaia di valutazioni (noi siamo inconsapevoli della maggior parte di esse). Nelle interazioni umane, la valutazione è un processo sempre presente, che coinvolge conoscenze, valori e credenze di coloro che elaborano giudizi e ne sono destinatari e che ha un carattere interattivo e dinamico. Si può dire che la valutazione sia un processo simmetrico, per cui ogni persona tende ad elaborare giudizi su un’altra persona mentre è al contempo da questa giudicata, e ril essivo, in quanto ognuno, anche in relazione ai giudizi ricevuti dagli altri, costruisce un giudizio su di sé (Pellerey, 1994).

La valutazione, se viene posta in atto con una modalità corretta, è uno strumento per crescere! Il rapporto tra docente e discente […] dev’essere caratterizzato dalla fiducia reciproca, dalla convinzione che la  fiducia in sé, la stima per le proprie possibilità sono elementi base perché si sviluppi una personalità equilibrata nell’alunno, perché si traducano in atto le capacità creative e di buon rapporto umano. La valutazione deve incarnare, esprimere, questa fiducia che l’educatore ha nell’alunno, deve’essere attuata in modo da infondere nell’altro questa fiducia, deve contribuire a creare nel ragazzo questa sicurezza. Sarebbe un sistema sbagliato di valutazione quello che provocasse nell’alunno giudizi negativi su se stesso, la convinzione che è un mediocre, che per quanto faccia non riuscirà. Questo tipo di valutazione continuato molte volte al giorno (l’insegnante rilascia giornalmente uno stillicidio di valutazioni, con voti, lodi, atteggiamenti…) finirebbe per convincere l’alunno, per lasciare tracce d’insicurezza, d’incostanza nelle decisioni e nello sforzo. (Calonghi,1990, 24-25). Nessuna valutazione dovrebbe diventare un giudizio sui ragazzi: in questo modo, il suo potenziale è perso, ed essa diventa nociva.

I criteri che si usano nella valutazione, presto o tardi, in forma cosciente o no, in maniera più o meno esplicita,
diventano di fatto i fini dell’educazione, della formazione culturale (Calonghi, 1983, 15). Eliminare i voti dalla scuola non è una soluzione a questo problema, perché non rinnova veramente le modalità di valutare. Eliminando i voti non generiamo una “nuova scuola”: semplicemente, rimuoviamo un ostacolo. Con una metafora: facciamo rotolare giù da un crepaccio il masso che ostruisce la strada, senza pensare che quel gesto – inconsapevolmente – potrebbe provocare una frana.

Dobbiamo cambiare obiettivo: non già eliminare la valutazione, ma costruire nuove forme di valutazione, che possano valorizzare i nostri ragazzi e spingerli a fare del loro meglio, trasformando in atto il loro potenziale.
Per farlo, dobbiamo integrare la valutazione con l’intelligenza emotiva, dando vita ad una relazione di apprendimento che sia empatico: è questo il rapporto che i grandi maestri sanno instaurare con i loro allievi.

FONTI

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C’E’ UN’ISOLA DI PLASTICA ANCHE NEL TIRRENO

Tra la Corsica e l’Isola d’Elba si sta formando un’isola di plastica. Sì: anche noi abbiamo la nostra piccola isola di rifiuti (composta perlopiù da plastica monouso), anche se la sua estensione è di poche decine di chilometri e, al momento, si tratta di un fenomeno stagionale. L’isola di plastica del Tirreno si forma in presenza di forti piogge e correnti stagionali, che concentrano i rifiuti galleggianti in una determinata area geografica. I danni, tuttavia, sono devastanti: le plastiche, in mare, si scompongono in pezzi via via più piccoli, le microplastiche. Queste, scambiate per cibo, vengono ingerite dai pesci e dalla fauna marina. In alcuni casi le microplastiche causano la morte degli animali che le ingeriscono. In altri casi, finiscono sulle nostre tavole, perché i pesci che si nutrono di frammenti plastici sono gli stessi che mangiamo sotto forma di sushi, carpaccio o grigliata.

Dietro questa brutta notizia, si nasconde una riflessione importante: per noi è facile vedere i problemi come fatti lontani. In fondo, l’isola di plastica nel Pacifico (quella sì di grandi dimensioni, tre volte la Francia), si trova a decine di migliaia di chilometri di distanza da noi.
Come l’inquinamento, anche i problemi sociali sono più vicini a noi di quanto crediamo. La verità è che siamo sempre più soli e che, sempre più spesso, lasciamo soli gli altri. Se vogliamo sconfiggere solitudine e l’inquinamento, la ricetta è la stessa: dobbiamo ricostruire delle reti sociali forti, dobbiamo prendere a cuore gli spazi comuni e la società di cui tutte e tutti noi facciamo parte. Accanto ai piccoli gesti per l’ambiente – che sono infinitamente preziosi – dobbiamo tornare ad occuparci dei problemi, vincendo una volta per tutte l’egoismo e la noncuranza, nemici altrettanto letali della plastica.

FONTI

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Il testo descrittivo

Il testo descrittivo è un tipo di testo che descrive nei dettagli una persona, un animale, un luogo o un determinato fenomeno. In questo articolo analizzeremo le caratteristiche dei testi descrittivi e forniremo alcuni esempi per i bambini della scuola primaria.

I TESTI DESCRITTIVI

I testi descrittivi descrivono le caratteristiche di persone, animali, oggetti o paesaggi in modo dettagliato. I testi descrittivi compaiono:

  • Nelle sequenze descrittive (per approfondire ti suggeriamo di leggere l’approfondimento sulle sequenze narrative) dei testi narrativi, come racconti e romanzi.
  • Nei resoconti di viaggi.
  • Nei resoconti di osservazioni scientifiche e naturalistiche.

CARATTERISTICHE DEL TESTO DESCRITTIVO

  • Fa uso di un lessico preciso e particolareggiato.
  • Le frasi sono brevi.
  • I tempi utilizzati sono il presente e l’imperfetto.
  • L’ordine della descrizione è stabilito da chi scrive.

ESEMPI

DESCRIZIONE DI UNA PERSONA

Il Signor Rossi, il mio vicino di casa, è un uomo di mezz’età, molto alto e piuttosto magro. Porta i capelli corti e ha un paio di folti baffi rossi; ha due enormi occhi verdi e un naso minuscolo. Lavora all’Ufficio Postale della città; per via del suo lavoro è sempre vestito in modo elegante e impeccabile: porta la camicia bianca e di solito indossa delle cravatte colorate. Garbato e affabile, il Signor Rossi è un buon vicino: ci saluta ogni mattina con un cenno del capo e la sera, quando ritorna dal lavoro, se ci incontra sulle scale, ci offre dolci e cioccolatini (nessuno sa come se li procuri, ma la sua cartella di pelle è sempre piena di leccornie).

DESCRIZIONE DI UN ANIMALE

L’insetto stecco italiano (il suo nome scientifico è Bacillus Rossius) è un insetto appartenente alla famiglia dei Fasmoidei, che popola tutte le regioni mediterranee, tra cui l’Italia. Questo insetto ha una forma allungata, somigliante a quella di un ramoscello di legno. Il colore del corpo è variabile, dal verde al marrone; il corpo delle femmine raggiunge i 10 cm di lunghezza, mentre i maschi sono più piccoli, raggiungendo al massimo i 7 cm. La durata della vita di questi insetti è di circa 1 anno.
L’insetto stecco è un animale notturno: di giorno riposa appeso agli arbusti e ai rovi, mentre di notte si muove alla ricerca di cibo. Se viene disturbato non attacca e non fugge; invece, si lascia cadere al suolo e si finge morto, rimanendo immobile.

DESCRIZIONE DI UN PAESAGGIO

Il Monte Roen è una vetta delle Alpi Retiche, situata in Val di Non, tra la Provincia Autonoma di Trento e quella di Bolzano. La vetta tocca i 2116 metri s.l.m.
Sul monte crescono foreste di conifere, come pini, abeti e larici ed è possibile osservare numerosi animali che popolano la montagna come caprioli, cervi e camosci. Nel corso degli anni la montagna è diventata sempre più selvaggia ed incolta principalmente a causa del progressivo declino dell’allevamento. Ciononostante, esistono numerosi sentieri e percorsi escursionistici che permettono di attraversare la montagna da un versante all’altro ammirando paesaggi mozzafiato. Chi raggiunge la vetta – il sentiero è adatto a tutti – può ammirare dall’alto la Valle dell’Adige.

Tipi di testo:
Testo narrativo
Sequenze narrative
Mito 
Testo regolativo
Testo autobiografico
Lettera

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Cuorfolletto e il primo giorno di scuola

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Schede di italiano:
🔴 Italiano – Classe prima
🟠 Italiano – Classe seconda
🟡 Italiano – Classe terza
🟢 Italiano – Classe quarta
🔵 Italiano – Classe quinta
↩️ Italiano – Tutte le schede

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Il testo regolativo

Il testo regolativo indica una serie di regole che devono essere rispettate per giungere ad un determinato risultato. In questo articolo affronteremo il testo regolativo così come può essere presentato ai bambini della scuola primaria

I TESTI REGOLATIVI

I testi regolativi sono testi che indicano una serie di regole, fornite da un’autorità, che si devono rispettare per raggiungere un determinato obiettivo. Sono testi regolativi:

  • Le regole di un gioco, che indicano la procedura da seguire per giocare ad un determinato gioco;
  • Le ricette, che indicano quali ingredienti utilizzare e come lavorarli per produrre un certo piatto;
  • Le istruzioni d’uso, che indicano le regole per utilizzare un determinato oggetto
  • Le leggi, che indicano l’insieme di regole che tutti noi dobbiamo seguire per vivere correttamente nel nostro paese.

CARATTERISTICHE DEL TESTO REGOLATIVO

Tutti i testi regolativi presentano queste caratteristiche:

  • L’autore del testo è riconosciuto come un’autorità.
  • Il testo è strutturato in paragrafi ed elenchi, per facilitare la lettura e la consultazione
  • Il testo è essenziale, ovvero riporta solo le informazioni importanti legate alle regole.
  • Il testo deve essere preciso, in modo tale da evitare fraintendimenti in chi dovrà seguire le regole.

ESEMPI

TESTO REGOLATIVO DI UN GIOCO

Di seguito ti proponiamo un esempio di testo regolativo. Si tratta del testo regolativo di un gioco decisamente famoso: palla avvelenata, che abbiamo tratto dalla nostra raccolta di giochi di gruppo. L’obiettivo di questo testo è spiegare le regole della palla avvelenata ad un ipotetico lettore che non le conosce (o che vuole ripassarle e verificare se le ricorda correttamente).

PALLA AVVELENATA

Tipologia: competitivo a squadre
Materiale occorrente: palla morbida, materiale per delimitare il campo
Giocatori: numero pari, almeno otto dieci giocatori
Dove si gioca: in palestra o all’aperto

  • Si prepara il campo dividendolo a metà e delimitando due aree di fondo, una per ciascuna area di campo: queste saranno le prigioni.
  • Ogni squadra occupa una delle due aree del campo; i giocatori di quella squadra, tuttavia, non possono entrare nella prigione situata in fondo al loro campo.
  • Al VIA si lancia la palla al centro; chi prende la palla deve lanciarla, cercando di colpire un avversario.
  • Se un giocatore viene colpito, è catturato: dovrà andare nella prigione della propria squadra (ovvero oltre il campo degli avversari).
  • I giocatori nella prigione possono liberarsi se riescono ad afferrare la palla e a colpire un avversario; però, non possono uscire dalla prigione, né per prendere la palla, né per lanciarla.
  • Se un giocatore lancia la palla e un avversario la prende al volo, il giocatore che ha lanciato la palla è catturato.
  • L’obiettivo del gioco è catturare tutti gli avversari.

ANALISI DEL TESTO

Il testo regolativo del gioco è strutturato in due sezioni: 1) un’introduzione, nella quale si indicano i materiali necessari per giocare, il numero di giocatori e l’area di gioco e 2) le regole, organizzate in un elenco per punti, che spiegano come preparare il campo e come si gioca.

TESTO REGOLATIVO DI UNA RICETTA

Ed ecco il testo regolativo di una semplice ricetta

PANNA MONTATA

Ingredienti: panna liquida, zucchero a velo q.b.

Procedimento: Riponete la panna in frigorifero per alcune ore per raffreddarla. Riponete nel frigorifero anche la frusta o le fruste metalliche dello sbattitore. Versate la panna in una ciotola e accendete lo sbattitore con le fruste, immergendolo nella panna liquida. Fate girare le fruste sempre nello stesso verso, finché la panna avrà ottenuto la consistenza solida tipica della panna montata. Dopo aver ottenuto la consistenza desiderata, zuccherate la panna aggiungendo lo zucchero a velo con l’aiuto di un setaccio e incorporandolo nella panna con una spatola.

ANALISI DEL TESTO

In questo caso il testo è diviso in due sezioni: la prima contiene gli ingredienti necessari per realizzare questa ricetta, mentre la seconda spiega il procedimento per ottenere la panna montata. In questo caso le brevi frasi contenenti le istruzioni non sono disposte in un elenco puntato ma in un corpo unico.

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