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Il pesciolino d’oro

Il pesciolino d’oro è una fiaba popolare, pubblicata dai Fratelli Grimm (nel 1812) e dallo scrittore russo Aleksandr Pushkin (nel 1832). È adatta ai bambini a partire dai 4 anni di età.

Il pesciolino d’oro

C’era una volta un povero pescatore, che abitava con sua moglie in una capanna sulla spiaggia. Un bel giorno uscì a pescare, perché in casa non c’era più niente da mangiare.
Purtroppo, la pesca non fu fortunata: la prima volta che tirò su la rete, pescò un vecchio scarpone. La seconda volta tirò su alghe e fango. La terza volta, infine, prese un pesce, ma era minuscolo. Il pesciolino lo scongiurò: “Lasciami andare! Io sono il pesciolino d’oro, posso esaudire qualunque desiderio che esprimerai”. Il pescatore sciolse la rete e liberò il pesciolino: “Ti avrei liberato comunque, sei così piccolo. E poi, ho già tutto quel che mi serve per vivere bene”.

Il pesciolino si allontanò nuotando: “Grazie, sei un uomo saggio! Ma se ti dovesse mai servire qualcosa, fai un fischio e io arriverò”. Il pescatore tornò a casa e raccontò alla moglie del pesciolino d’oro. La donna lo rimproverò: “Che sciocco! Viviamo in una capanna. Avresti potuto chiedergli di costruire per noi un palazzo di mattoni, con un tetto come si deve. Anzi, vai a chiederglielo”.

Il pescatore, per evitare di sentire i capricci della moglie, tornò in riva al mare e chiamò il pesciolino con un fischio: “A me non servirebbe, ma mia moglie ha chiesto un palazzo”.
“Non preoccuparti” rispose il pesciolino “torna a casa e scoprirai che ho già esaudito il tuo desiderio”. Il pescatore tornò a casa e al posto della sua capanna trovò un palazzo meraviglioso.
Ma la quiete non durò a lungo: dopo qualche giorno, la moglie cominciò a insistere: “Non mi va di essere una sempliciotta; chiedi a quel pesciolino di trasformarmi in una nobildonna”. E il pescatore, per evitare i capricci, andò in riva al mare e chiamò il pesciolino, spiegandogli il desiderio della moglie e chiedendogli di esaudirlo.
Quando tornò a casa, trovò un palazzo con servitori e cavalli. Sua moglie si trovava in una stanza arredata con tappeti e quadri preziosi. Ma la felicità durò poco: la settimana seguente la moglie del pescatore prese a tormentarlo: “Dovrei essere una regina, altro che nobildonna! Chiedi al pesciolino d’oro di trasformarmi in una regina”.
E il pescatore tornò in riva al mare e chiamò il pesciolino. Questa volta, lo ammonì: “Esaudirò il tuo desiderio, ma ricorda a tua moglie che nella vita bisogna sapersi accontentare di ciò che si ha. Ha già avuto molto e se chiederà qualcosa di più, perderà tutto.”

Il pescatore tornò a casa, che ormai era diventata un castello. Salì nelle stanze della moglie e le riportò le parole del pesciolino. Ma i suoi avvertimenti non bastarono: dopo qualche giorno, la moglie entrò in camera sua dicendo: “Non è possibile che io sia solo una regina; dovrei essere l’imperatrice di questo paese”. Ma non fece in tempo a finire la frase che la terra cominciò a tremare sotto i suoi piedi. In men che non si dica, il castello svanì e i due si ritrovarono nella loro capanna in riva al mare.

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Biancaneve

Biancaneve (o “Biancaneve e i sette nani“) è una fiaba tedesca dei Fratelli Grimm.

Biancaneve

Tanto tempo fa, c’era una regina che cuciva seduta accanto alla cornice della finestra. Mentre guardava la neve, si punse un dito e tre gocce di sangue caddero sulla neve.
«Vorrei tanto avere una bambina bianca con la pelle bianca come la neve, le guance rosse come il sangue e i capelli neri come il legno di questa finestra» pensò la regina, che non aveva mai avuto una figlia.
Poco tempo dopo, le nacque una bambina dalla pelle bianca come la neve, dalle guance rosse come il sangue e dai capelli neri come il legno della finestra, ma la regina morì subito dopo averla data alla luce. Passò un anno e il re si sposò di nuovo, con una donna molto bella e molto orgogliosa. Ogni mattina chiedeva al suo specchio fatato: «Specchio, specchio in questo castello, hai forse visto qualcuno più bello?»

Una mattina lo specchio rispose: «Il tuo aspetto di tutte è il più bello, ma Biancaneve dalla chioma corvina è ancora più bella di te, mia Regina». La regina divenne verde per l’invidia e da quel giorno cominciò a odiare Biancaneve. La regina fece chiamare un cacciatore e gli ordinò: «Porta Biancaneve nel bosco e uccidila. Come prova che l’avrai uccisa, dovrai portarmi i suoi polmoni e il suo fegato.»
Il cacciatore prese Biancaneve e la portò nel bosco, per eseguire l’ordine della regina, ma la principessa scoppiò a piangere.
«Ti prego» supplicò, «Non uccidermi: non ho fatto niente di male. Lasciami scappare: andrò lontano e non tornerò mai più a casa. Sarà come se fossi morta.» Il cacciatore, che voleva bene a Biancaneve, la lasciò scappare. Sulla via del ritorno uccise un cinghiale e portò alla regina i suoi polmoni e il suo fegato.

Biancaneve invece, scappò nel bosco, correndo tra gli alberi finché non trovò una piccola casetta in cui ripararsi. Entrò per riposare un poco: dentro la casetta, ogni cosa era minuscola. C’era un tavolo imbandito con sette piattini, sette bicchierini, sette forchettine e sette coltellini; nella stanza c’erano anche sette lettini.
Biancaneve mangiò il cibo nei sette piattini, bevve il vino nei sette bicchierini, poi si sdraiò sull’unico dei sette lettini abbastanza grande per lei. Quando fu sera, rientrarono i padroni di casa: erano sette nani che lavoravano nella miniera sulla montagna. Accesero le candele e si accorsero che la casa era tutta a soqquadro.
Il primo disse: «Chi si è seduto sulla mia seggiola?»
Il secondo: «Chi ha mangiato dal mio piattino?»
Il terzo: «Chi ha preso un pezzo del mio panino?»
Il quarto: «Chi ha mangiato un po’ della mia verdura?»
Il quinto: «Chi ha usato la mia forchettina?»
Il sesto: «Chi ha tagliato con il mio coltellino?»
Il settimo: «Chi ha bevuto dal mio bicchierino?»

Infine, i nani si accorsero di Biancaneve che dormiva nel settimo lettino. Decisero di non svegliarla e le rimboccarono le coperte. Quando Biancaneve si svegliò, vedendo i sette nani si impaurì, ma loro la trattarono con gentilezza. «Come ti chiami bella bambina?» le domandarono.
«Mi chiamo Biancaneve.»
«E come sei arrivata alla nostra casetta?»
«La mia matrigna, la regina, voleva uccidermi e mi ha fatto portare nel bosco. Il cacciatore che avrebbe dovuto uccidermi, però, mi ha lasciato scappare e mentre correvo ho intravisto la vostra casa.»
«Se vuoi puoi rimanere con noi» le dissero i nani.
«Dovrai pulire, cucinare e badare alla nostra casetta; in cambio, non ti faremo mancare nulla.»
Biancaneve promise che avrebbe fatto del suo meglio. Da quel giorno, quando i nani uscivano per andare al lavoro Biancaneve si dava un gran da fare per tenere in ordine la casetta e al loro ritorno mangiavano tutti insieme.
Ogni mattina, però, i nani si raccomandavano: «Non aprire la porta a nessuno all’infuori di noi. La tua matrigna, infatti, scoprirà presto che sei qui e verrà a cercarti.»

La matrigna per molto tempo non parlò con lo specchio fatato, perché pensava di aver ucciso Biancaneve. Ma un giorno, gli domandò: «Specchio, specchio nel castello, hai forse più visto qualcuno più bello?»
Lo specchio rispose: «Il tuo aspetto è di tutte il più bello, ma Biancaneve dalla chioma corvina è ancora più bella di te, mia Regina.»
La regina escogitò uno stratagemma per uccidere Biancaneve: prese un fiocco colorato e si travestì da venditrice, poi attraversò il bosco e arrivò alla casetta dei nani, gridando: «Roba bella, roba bella! Comprate!»
Biancaneve si affacciò dalla finestra e non riconobbe la matrigna.
«Cosa vendete, donna?»
La regina tirò fuori dal suo cesto il fiocco e le disse: «Questo fiocco è perfetto per te. Allaccialo alla vita e sembrerai una vera principessa. Esci, che ti mostro come annodarlo.»
Biancaneve uscì, dicendo a se stessa: «Questa brava donna non può essere la mia matrigna. Di lei posso fidarmi.»
Ma appena uscì, la regina le annodò il fiocco così stretto che Biancaneve mancò il respiro e cadde distesa per terra. La donna malvagia se ne andò, convinta di aver finalmente tolto di mezzo quella ragazza.
Quando i nani tornarono dalla miniera, trovarono Biancaneve svenuta e la portarono in casa, poi tagliarono il nastro e la ragazza riprese a respirare.

Il giorno dopo la matrigna chiese allo specchio: «Specchio, specchio nel castello, hai forse più visto qualcuno più bello?»
Lo specchio rispose: «Il tuo aspetto è di tutte il più bello, ma Biancaneve dalla chioma corvina è ancora più bella di te, mia Regina»
Piena di rabbia, la regina preparò un pettine avvelenato, si travestì da vecchia mendicante, tornò alla casetta dei sette nani e cominciò a gridare: «Pettini! Pettini! Comprate i miei pettini!»
Biancaneve si affacciò alla finestra e disse alla donna: «Non posso lasciarvi entrare e nemmeno uscire a vedere cosa vendete. Arrivederci.»
Ma la regina le porse un pettine e disse: «Non preoccuparti, prova questo pettine. Se ti piacerà, vedremo come fare.»
Biancaneve prese il pettine dalla finestra e cominciò a spazzolarsi i capelli, ma il pettine era avvelenato e lei cadde a terra. La regina se ne andò, convinta di aver finalmente ucciso la figliastra. Quando i nani tornarono dalla miniera, trovarono Biancaneve per terra e capirono che era stata nuovamente ingannata dalla regina. Vedendo il pettine tra i suoi capelli, lo tolsero e la ragazza tornò a respirare.

Il giorno dopo la matrigna chiese allo specchio: «Specchio, specchio nel castello, hai forse più visto qualcuno più bello?»
Lo specchio rispose: «Il tuo aspetto è di tutte il più bello, ma Biancaneve dalla chioma corvina è ancora più bella di te, mia Regina.»
Furiosa, la regina preparò una mela avvelenata, poi si travestì da contadina e si addentrò nel bosco. Quando fu davanti alla casetta dei nani, bussò alla porta.
«Mi dispiace, ma non posso far entrare nessuno» rispose Biancaneve.
«Fa niente» disse la matrigna, «andrò a vendere le mie mele a qualcun altro, ma prendine una; te la regalo.»
E lasciò la mela avvelenata sull’uscio.
La principessa, che dopo aver lavorato tutta la mattina aveva una gran fame, prese la mela, le diede un morso e cadde a terra, morta.

Quando i nani tornarono a casa e trovarono Biancaneve sul pavimento, fecero di tutto per risvegliarla, ma ogni tentativo fu vano. Piangendo, la misero dentro una bara di cristallo e la portarono in cima alla collina.
Biancaneve rimase nella bara per molti anni, finché un giorno, un principe passò di lì e salì sulla collina per vedere chi c’era nella bara di cristallo.

Il principe, vedendo la fanciulla dentro la bara, decise di portarla nel suo regno, per seppellirla come una principessa. Chiese ai nani il permesso di portarla con sé e – dopo averlo ottenuto – si mise in cammino.
Lungo la strada, i servitori che portavano la bara inciamparono in un sasso: il boccone avvelenato che aveva mangiato le saltò fuori dalla bocca e Biancaneve si svegliò. Il principe la invitò a seguirlo nel suo regno e lei accettò con grande piacere. Dopo qualche tempo, i due si sposarono e diedero una grande festa.

Alla festa partecipò anche la matrigna di Biancaneve. Quando si accorse che la sposa era lei, la regina non riuscì a trattenersi e si mise ad urlare per l’orrore. Il principe riconobbe la donna che aveva provato tre volte ad uccidere la sua sposa e la costinse a partecipare al ballo di nozze indossando un paio di scarpe di ferro arroventate. La regina malvagia si bruciò i piedi e morì; il principe e Biancaneve, invece, vissero per sempre felici e contenti.

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Giochi all’aperto per bambini

Scoprite tanti giochi all’aperto per bambini completi dei loro regolamenti.

Giochi all’aperto per bambini

I giochi all’aperto più diffusi sono quelli a squadre: si tratta di giochi competitivi in cui due squadre si contendono la vittoria. Esistono decine di giochi di questo genere, tutti molto divertenti.

GUARDIE E LADRI
Tipologia: gioco competitivo
Materiali: nessuno
Giocatori: 10 o più bambini
Dove si gioca: prato o spazio aperto

  • Si dividono i giocatori in guardie e ladri; la proporzione dovrebbe essere di due o tre ladri per ogni guardia.
  • Prima che il gioco cominci, i ladri si sparpagliano lungo l’area di gioco e, se l’area di gioco lo consente, si nascondono
  • Al “VIA!” le guardie cominciano ad inseguire i ladri con l’obiettivo di toccarli
  • Se un ladro viene toccato, la guardia che lo ha preso lo porta all’interno della prigione; lì il ladro dovrà aspettare che un altro ladro lo liberi toccandolo
  • Due o più ladri prigionieri possono prendersi per mano formando una catena: è sufficiente che uno di loro venga liberato perché tutti gli altri possano uscire dalla prigione
  • In questo gioco, i ladri non possono vincere in alcun modo: solo le guardie, se riescono ad imprigionare tutti i ladri, ottengono la vittoria. Per questa ragione, di solito, dopo qualche minuto si invertono i ruoli dei giocatori.

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ALCE ROSSA
Tipologia: cooperativo
Materiali: cartoncini da fissare alla fronte di ogni giocatore ed elastici e 3 bandiere
Giocatori: 20 o più bambini
Dove si gioca: prato, bosco o altro spazio aperto

  • Prima di cominciare bisogna realizzare i cartoncini con codice; questi dovranno avere all’incirca le dimensioni di un biglietto da visita, sul quale andrà scritto un codice di 3 lettere e/o numeri. Inoltre, si deve realizzare la base dei difensori posizionando le tre bandiere in modo che siano ben visibili.
  • Ogni giocatore fissa sulla fronte un cartoncino utilizzando l’elastico, dopo aver memorizzato il suo codice;
  • Quando il gioco comincia, i giocatori della squadra attaccante dovranno cercare di raggiungere la base della squadra in difesa, senza che gli avversari riescano a leggere il codice sul loro cartellino.
  • Se un difensore legge correttamente il codice di un attaccante, questi dovrà tornare alla sua base per cambiare cartellino.
  • Per rubare una bandiera, un attaccante deve entrare nella base dei difensori, afferrarla e portarla al punto di partenza degli attaccanti senza che i difensori riescano a leggere il suo cartellino. I difensori non possono toccare o trattenere la bandiera.
  • Una partita dura 30 minuti, dopo i quali si invertono i ruoli. Dopo due partite è possibile conteggiare i punti di ciascuna squadra: vince quella che ne totalizza di più.
  • Sono azioni vietate: 1) Coprire il proprio cartellino con le mani o con indumenti (cappellini, occhiali da sole, foulard); 2) Afferrare un avversario o utilizzare la forza per leggere il suo cartellino; 3) Avanzare fronte contro fronte, insieme ad un proprio compagno; 4) Strappare il cartellino dalla fronte di un avversario.
  • È permesso: Strisciare per terra o utilizzare gli ostacoli del terreno per evitare che gli avversari leggano il codice.

IL GIOCO DEI QUATTRO CANTONI
Tipologia: competitivo e cooperativo
Materiale occorrente: 4 oggetti segnaposto
Giocatori: 5 bambini
Dove si gioca: prato o campo da gioco

  • Preparate un campo di forma quadrata, collocando 4 birilli (ma possono essere sassi, bandiere, stracci, etc.) ai quattro angoli del campo;
  • Quattro bambini si collocano negli angoli, mentre il quinto si posiziona al centro;
  • Al VIA, i bambini devono correre in senso orario dal loro cantone a quello successivo; il bambino al centro dovrà cercare di raggiungere uno dei cantoni prima degli altri. Se ci riesce, il giocatore rimasto senza cantone si mette al centro e il gioco ricomincerà da capo, mentre se non ci riesce, il gioco si interrompe brevemente e il giocatore al centro torna al punto di partenza. L’adulto dà nuovamente il VIA e il gioco procede.

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Un genere comune di giochi all’aperto per bambini è costituito dai giochi di percorso, ovvero giochi in cui uno o più partecipanti (anche divisi a squadre) devono percorrere dall’inizio alla fine un tracciato superando ostacoli o superando prove di vario genere.

LA CORSA DELLO SPAGHETTO
Tipologia: competitivo e cooperativo
Materiale occorrente: spaghetti e ostacoli
Giocatori: 2 o più bambini
Dove si gioca: prato o campo da gioco

  • Preparate un semplice percorso a ostacoli.
  • I due giocatori si posizionano sulla linea di partenza tenendo in bocca uno spaghetto (ognuno dei due bambini ne terrà un’estremità).
  • Al VIA, i bambini devono avanzare lungo il percorso a ostacoli nel minor tempo possibile, ma senza spezzare lo spaghetto che tengono in bocca. Se questo succede una volta, i giocatori possono continuare il percorso tenendo tra i denti mezzo spaghetto (sempre un bambino per ognuna delle due estremità dello spaghetto). Se si spezza di nuovo, la coppia è eliminata.
  • Questo gioco si può proporre anche a gruppi più numerosi come sfida a tempo: occorrerà far gareggiare le coppie una per volta e cronometrare il tempo impiegato da ciascuna di esse per arrivare alla fine del percorso.

LA CORSA DEI SACCHI
Tipologia: competitivo e cooperativo
Materiale occorrente: grossi sacchi di tuta
Giocatori: 2 o più bambini
Dove si gioca: prato o campo da gioco

  • Preparate un semplice percorso a ostacoli.
  • I due giocatori si posizionano sulla linea di partenza, infilando le gambe dentro un sacco di juta e tenendo i lembi del sacco con le mani.
  • Al VIA, i bambini devono avanzare lungo il percorso saltando dentro il proprio sacco. Non possono tirare fuori i piedi e le gambe dal sacco, così come non possono lasciare le sue estremità.
  • Vince il bambino che taglia per primo il traguardo.

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Volete riscoprire i giochi tradizionali dei cinque continenti? Leggete i libri della collana “Parole e giochi dal mondo”, che curiamo per ITL-Libri: ogni volume contiene una selezione di giochi da tanti paesi diversi.

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Tag: giochi all’aperto, giochi all’aperto per bambini, giochi all’aperto di una volta, giochi all’aperto a squadre

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Scioglilingua in inglese

Scoprite tanti scioglilingua in inglese.

Scioglilingua in inglese

  1. How much wood would a woodchuck chuck if a woodchuck could chuck wood?
  2. Peter Piper picked a peck of pickled peppers. How many pickled peppers did Peter Piper pick?
  3. Can you can a can as a canner can can a can?
  4. To begin to toboggan first buy a toboggan, but don’t buy too big a toboggan. Too big a toboggan is too big a toboggan to buy to begin to toboggan.
  5. She saw Sharif’s shoes on the sofa. But was she so sure those were Sharif’s shoes she saw?
  6. Six sleek swans swam swiftly southwards.
  7. Give papa a cup of proper coffe in a copper coffe cup.
  8. Black background, brown background.
  9. Seventy-seven benevolent elephants.
  10. I wish to wish the wish you wish to wish, but if you wish the wish the witch wishes, I won’t wish the wish you wish to wish.
  11. The chic Sikh’s sixty-sixth sheep is sick.
  12. A loyal warrior will rarely worry why we rule.
  13. A pessemistic pest exists amidst us.
  14. Drew Dodd’s dad’s dog’s dead.
  15. Which witch switched the Swiss wristwatches?
  16. She sells seashells by the seashore.
  17. I scream, you scream, we all scream for ice cream.
  18. Susie works in a shoeshine shop. Where she shines she sits, and where she sits she shines.
  19. Fred fed Ted bread, and Ted fed Fred bread.
  20. Lesser leather never weathered wetter weather better.
  21. I wish to wash my Irish wristwatch.
  22. I saw a kitten eating chicken in the kitchen.
  23. Pad kid poured curd pulled cod.
  24. If you must cross a course cross cow across a crowded cow crossing, cross the cross coarse cow across the crowded cow crossing carefully.
  25. How can a clam cram in a clean cream can?
  26. Imagine an imaginary menagerie manager managing an imaginary menagerie.
  27. The sixth sick sheik’s sixth sheep’s sick.
  28. The thirty-three thieves thought that they thrilled the throne throughout Thursday.
  29. Six sick hicks nick six slick bricks with picks and sticks.
  30. Send toast to ten tense stout saints’ ten tall tents.

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🔵 Anagrammi
🟣 Caccia al tesoro (con indovinelli)
🟠 Crucipuzzle
🔴 Indovinelli a trabocchetto
🟡 Indovinelli per bambini
🟢 Indovinelli in rima
🔵 Indovinelli logici e matematici
🟣 Indovinelli sugli animali
🔴 Labirinti
🟠 Parole e frasi palindrome
🟡 Rebus
🟢 Scioglilingua italiani
🔵 Scioglilingua in inglese
🟣 Sudoku
🔴 Trova le differenze
🟠 Unisci i puntini
↩️ Enigmistica per bambini – Tutti i giochi

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Chiara

Chiara è un nome femminile di origine latina che significa “luminosa”.

ORIGINE E SIGNIFICATO DEL NOME CHIARA

Il nome Chiara deriva dall’aggettivo latino “Clarus”, che vuol dire “chiaro”, “luminoso”. Questo aggettivo veniva utilizzato anche nell’accezione di “famoso”. Chiara, dunque, si può interpretare sia come “luminosa” che come “famosa”.

ONOMASTICO DEL NOME CHIARA

La Chiesa Cattolica festeggia l’onomastico del nome Chiara l’11 agosto, giorno in cui viene commemorata Santa Chiara d’Assisi.

CURIOSITÀ

Il colore legato al nome Vanessa è il verde, mentre la pietra portafortuna è lo Smeraldo.

SCOPRI I LIBRI DEI NOMI DI PORTALE BAMBINI

Questa scheda fa parte del progetto “Libro dei nomi” di Portale Bambini: una raccolta open source di nomi maschili e femminili completi delle loro schede illustrate da stampare. Ci auguriamo che queste schede possano essere donate a migliaia di bambini, aiutandoli a non dimenticare le proprie radici. Il diritto al nome (e alla conoscenza di esso), infatti, è incluso tra i diritti fondamentali dei bambini.

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Cristiana

Cristiana è un nome femminile di origine latina che significa “seguace di Cristo”.

cristiana significato e origine del nome

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