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La leggenda delle rose rosse

LA LEGGENDA DELLE ROSE ROSSE

Alessia de Falco & Matteo Princivalle

Molto tempo fa, la Primavera trovò un seme che non aveva mai visto prima e decise di seminarlo nel suo giardino. Nacque una piccola rosa con le foglie brillanti e un unico fiore, bianco come la neve.
“Come sei bella” disse la Primavera alla pianticella; “Adesso sei piccolina, ma quando sbocceranno tutti i tuoi fiori, diventerai la principessa del giardino”.
Durante la notte, la rosa, che era una pianta terribilmente vanitosa, si sforzò di far crescere tante altre gemme: voleva superare in bellezza tutti i fiori.
Purtroppo fu troppo frettolosa e nacquero soltanto spine.
La mattina seguente la Primavera uscì in giardino e si avvicinò alla rosa; allungò una mano per accarezzarla ma le spine la graffiarono tutta.
“Ahi” strillò la Primavera ritirando la mano.
“Scusaci” mormorò la rosa, arrossendo per la vergogna, “Sono una pasticciona. Volevo far sbocciare tanti altri fiori per mostrarti quanto erano belli e invece sono cresciute solo spine. Mi dispiace tanto”.
“Ci vuole pazienza” le disse con calma la Primavera, “presto sbocceranno tanti altri fiori, ma devi imparare ad aspettare”.
La vergogna fu tale che la poveretta, da bianca che era, divenne rossa, paonazza.
“Che bel colore che hai preso: sei vivace come il fuoco e nobile come il rubino. Adesso sei davvero la principessa di questo giardino. A volte, anche dai pasticci nasce qualcosa di buono”!

AUDIOFIABA

SCOPRITE LE FAVOLE SAGGE

Due favole illustrate per insegnare a grandi e bambini i segreti di una vita felice e in armonia con la Terra e con i suoi abitanti. Cliccate sulla copertina qui sotto per scoprire l’anteprima del libro:

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Schede di arte e immagine per la scuola primaria

Questa sezione è ancora in costruzione: stiamo realizzando un’offerta completa di laboratori artistici per la scuola primaria.

Una serie di schede per imparare a conoscere e riconoscere i colori. Ogni scheda contiene le pagine stampabili con le illustrazioni che abbiamo realizzato a mano.

Laboratorio artistico: Giuseppe Arcimboldo

Discipline:
🔴 Italiano
🟠 Matematica
🟡 Inglese
🟢 Storia
🔵 Geografia
🟣 Scienze
🔴 Arte e immagine
🟠 Educazione civica
↩️ Tutte le schede

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Laboratorio artistico: Giuseppe Arcimboldo

IL PITTORE

Giuseppe Arcimboldo è stato un pittore italiano contraddistinto da uno stile unico: ha realizzato una serie di ritratti umani ottenuti accostando frutti e verdure.

 

LABORATORIO ARTISTICO

In questo laboratorio artistico vi proponiamo due delle opere più conosciute di Arcimboldo accomunate da una caratteristica incredibile: queste opere sembrano ritratti umani, ma se le girate dall’altra parte, si “trasformeranno” in cesti di frutta e verdura.

Cliccate sui disegni con il mouse per scaricare il file PDF stampabile. Dopo averli stampati potrete farli colorare ai bambini utilizzando le matite o i pennarelli.
Dopo aver colorato i disegni, potrete divertirvi a “trasformarli” girandoli da una parte e dall’altra.

Età: questi disegni possono essere colorati dai bambini dalla scuola primaria in poi (indicativamente dai sei-sette anni).

giuseppe arcimboldo per bambini laboratorio scuola primaria giuseppe arcimboldo per bambini laboratorio scuola primaria

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Il drago di primavera

il drago di primavera

IL DRAGO DI PRIMAVERA

Alessia de Falco & Matteo Princivalle

La Primavera, dopo aver fatto sbocciare le gemme sugli alberi e i fiori di campo, andò a riposare e lasciò la lepre di Pasqua a controllare che tutto andasse per il meglio.
Due giorni dopo, la lepre bussò alla sua porta strillando: “Aiuto! Aiuto! I fiori stanno seccando”.
La Primavera uscì in pigiama, tutta trafelata.
“Cosa è successo?” chiese assonnata alla lepre.
“I fiori e le piante hanno sete. Non ricevono acqua da giorni”.
“Accipicchia” esclamò la Primavera colpendosi la fronte con un buffetto, “Non ci ho proprio pensato”.
Per rimediare, tirò fuori dalla sua borsa a fiori un uovo bianco punteggiato di macchioline azzurre.
“Che cos’è?” chiese curiosa la lepre di Pasqua.
“È un uovo di drago. Drago di primavera”.
“Accipicchia” le fece eco la lepre.
La Primavera posò l’uovo sul divano e si sedette sopra di esso, per covarlo.
Tre giorni dopo la lepre tornò a bussare alla sua porta.
“Si è schiuso l’uovo? I fiori e le piante non resistono più, stanno morendo di sete”.
In quell’istante l’uovo si schiuse, esplodendo in mille pezzi. La lepre si buttò a terra, in tempo per evitare una scheggia che passò sopra di lei sibilando e andò a schiantarsi contro il vetro della finestra, infrangendolo.
Dall’uovo uscì un draghetto bianco a macchioline azzurre. I draghi di primavera sono piccoli creature fantastiche – grandi all’incirca come una mucca – assolutamente inoffensive, che al posto di sputare fuoco lanciano pioggia e pioggerella. Sfortunatamente sono draghi timidi, molto timidi, anzi, timidissimi.
“Che carino” esclamò la lepre.
Il draghetto, scambiando la Primavera per la sua mamma, la salutò come si usava tra i draghi: aprì la sua piccola bocca affilata e le morsicò un braccio, scambiandolo per la coda. Vi chiederete il perché di questo bizzarro saluto, ed eccolo spiegato: i draghi hanno la coda dura come l’acciaio e sentono solo un piacevole solletico.
“Ahi” strillò la Primavera, e si infuriò contro il draghetto; “Ti sembra il modo di trattarmi, piccolo maleducato?”
Urlò con tanta rabbia che il drago di primavera, terrorizzato, volò fuori dalla porta e si nascose nel Sole.
Dovete sapere che i draghi non temono il calore e il magma incandescente del Sole era come un comodo sofà per il piccolo.
“Accipicchia” disse la Primavera. “Il drago di primavera ci è scappato. E adesso chi innaffierà i fiori e le piante?
Torna qui! Mi dispiace, non volevo spaventarti” strillò la Primavera al drago, con una voce così squillante che si udì perfino sul Sole.
“No” rispose il drago, “Ho paura di te e sulla Terra non torno più”.
“Che disastro” disse la lepre.
“Che disastro” eslamarono in coro i fiori e le piante, disperati.
“Forse ho un’idea” esclamò la Primavera.
Con un incantesimo, fece comparire nel cielo le nuvole, poi disse al drago: “Nasconditi tra le nuvole. Noi non riusciremo a vederti e tu non dovrai più avere paura di noi”.
Il drago uscì dal Sole, tornò sulla Terra e si nascose in un grosso banco di nuvole bianche.
“Grazie” mormorò timidamente rivolto alla Primavera.
Poi fece quello che facevano tutti i draghi di primavera: scatenò un bel temporale e le piante furono salve.
Da allora, il drago di primavera viaggia da un paese all’altro, portando la pioggia.
Si dice che centinaia di bambini abbiano provato ad avvistarlo, ma che nessuno ci sia mai riuscito.

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Il vecchio re e l’arciere

il vecchio re e l'arciere

IL VECCHIO RE E L’ARCIERE

Alessia de Falco & Matteo Princivalle

C’era una volta un re molto anziano, che non sapeva chi nominare come suo successore. Così, diede quest’ordine: “Chiunque si ritenga degno di succedermi come re, raggiunga il palazzo reale nella capitale durante l’ultimo giorno di primavera. Lì i contendenti verranno sottoposti a una prova e il migliore tra loro diverrà il nuovo sovrano del paese”. I suoi servitori affissero il bando in tutti gli angoli del paese, lungo le strade e sulle porte di ogni villaggio.
Presto, l’unica strada che conduceva al palazzo fu gremita di centinaia di giovani cavalieri, nobili e mercanti che speravano di conquistarsi la corona reale.
Fuori dalle porte della capitale, c’era un anziano mendicante vestito di stracci, che domandava a tutti i cavalieri di passaggio: “Signori, aiutatemi! Vorrei tanto raggiungere il palazzo reale per partecipare al concorso indetto dal re, ma le mie gambe sono vecchie e malferme”.
Nessuno tra i cavalieri e i mercanti si fermò; passando indicavano il vecchio e lo schernivano, dicendo: “E tu vorresti diventare re? Non riesci nemmeno a camminare sulle tue gambe e sei vestito di stracci. Non farci ridere”.
Soltanto un ragazzo si fermò; era un arciere di umili origini, ma dal cuore gentile. “Vi porterò io al palazzo” disse il ragazzo e si caricò l’anziano mendicante sulle spalle, poi attraversò le porte della capitale.
Quando tutti ebbero raggiunto il salone del palazzo, il vecchio si scrollò la polvere di dosso e disse: “Benvenuti. Io sono il vostro re. Ho deciso di mettervi alla prova travestendomi da mendicante; per governare bene ci vuole un cuore umile e gentile, per pensare anche agli abitanti più deboli del regno. Ho deciso che avrei scelto come successore chi mi avesse aiutato a raggiungere il palazzo ed eccolo qui: questo ragazzo mi ha preso sulle spalle e mi ha accompagnato fin qui, mentre voi mi deridevate e mi passavate accanto senza nemmeno fermarvi. Sono certo che governerà saggiamente.

SCOPRITE LE FAVOLE SAGGE

Scoprite le nostre Favole Sagge, le fiabe della buonanotte per educare alla felicità.

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Fiabe dal mondo

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A proposito di fiabe giapponesi, non perderti lo speciale che abbiamo dedicato alle creature fantastiche della tradizione fiabesca del Giappone: esseri soprannaturali dai poteri affascinanti, ideali per inventare le tue fiabe. I bambini le adoreranno.

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Perché il fuoco appartiene all’uomo

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