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Deucalione e Pirra

Deucalione e Pirra

Testo (a cura di): Alessia de Falco, Matteo Princivalle

Dopo che Prometeo rubò il fuoco agli dei e lo consegnò agli uomini, questi cominciarono a sentirsi potenti come gli dei. Costruirono città sempre più grandi e macchine sempre più complesse e presto cominciarono a farsi la guerra fra loro per stabilire chi dovesse essere il re di tutte le città.
Solo un regno rimase saggio e pacifico: quello del figlio di Prometeo Deucalione e di sua moglie Pirra. Il loro regno si trovava ai piedi del monte Parnaso e i due anziani sovrani si sforzavano per far sì che fosse un regno giusto e religioso.
Zeus, vedendo l’arroganza degli uomini e i danni che stava causando scatenò un diluvio che sommerse ogni cosa. Tutti gli uomini annegarono tranne Deucalione e Pirra. Prima del diluvio, infatti, Zeus li aveva informati del suo volere e aveva ordinato loro di salire su una barca e di non scendere finché non fosse tornato il Sole.
Quando il diluvio cessò e la barca su cui si trovavano Deucalione e Pirra rimase incagliata sulla cima del Parnaso, i due sovrani scesero a terra e tornarono nella loro città, dove non trovarono altro che rovine.
Per prima cosa i due anziani ricostruirono il tempio di Temi, la dea della giustizia, che li ricompensò con questo oracolo: «Uscite dal mio tempio e gettate alle vostre spalle le ossa della Grande Madre.»
Deucalione e Pirra impiegarono molti giorni a capire il significato delle sue parole, finché un giorno capirono che la Grande Madre era la Terra e le sue ossa non erano altro che le pietre.
I due cominciarono a lanciare pietre dietro di sé. Appena toccavano terra, le pietre gettate da Deucalione diventarono uomini e le pietre lanciate da Pirra diventarono donne. Fu così che l’umanità ripopolò la Terra.

Mitologia per bambini:
🔴 Elenco delle divinità greche
🟠 Le dodici fatiche di Ercole
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Tag: Deucalione e Pirra, mito di Deucalione e Pirra

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Ercole e la cerva di Cerinea

Ercole e la cerva di Cerinea

Terza fatica di Ercole
Testo (a cura di): Alessia de Falco, Matteo Princivalle

La terza fatica che il re Euristeo impose ad Ercole fu la cattura della cerva di Cerinea: avrebbe dovuto portarla a Micene ancora viva. Questa era una cerva consacrata alla dea Artemide, che viveva a Enoe e aveva delle magnifiche corna d’oro massiccio.
Inizialmente Ercole non voleva ferire l’animale e la inseguì per un anno intero, cercando di acciuffarla. Infine, quando la cerva si rifugiò sul monte Artemisio, Ercole la ferì con una freccia, mentre stava attraversando un fiume; se la caricò sulle spalle e scese dal monte per tornare a Micene.
Mentre tornava a casa, la dea Artemide e il dio Apollo gli sbarrarono la strada: volevano impedirgli di tornare a Micene poiché aveva ferito un animale consacrato a una divinità. Ercole, però, si difese spiegando loro che si trattava di una fatica impostagli da Euristeo per volere di un’altra divinità e che, dunque, lui non aveva colpe. Persuasi gli dei poté fare ritorno a Micene e consegnò la cerva di Cerinea ad Euristeo.

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Le dodici fatiche di Ercole

1 / 9

Ercole affrontò dodici fatiche per farsi perdonare una colpa terribile. Quale?

2 / 9

Il primo mostro affrontato da Ercole fu:

3 / 9

Ercole uccise il leone di Nemea con la sua spada.

4 / 9

Durante il duello contro l'idra, che stratagemma adottò Ercole per evitare che le teste del mostro ricrescessero?

5 / 9

Quale mostro uscì dalla palude di Lerna per aiutare l'idra?

6 / 9

Quale fu l'ultima delle dodici fatiche di Ercole?

7 / 9

In origine Ercole avrebbe dovuto compiere solo dieci fatiche. Queste diventarono dodici perché il re Euristeo non considerò valide due di esse: la pulizia delle stalle di Augia e...

8 / 9

Quale arma utilizzò Ercole per compiere le dodici fatiche?

9 / 9

Quale tra queste non fu una delle dodici fatiche compiute da Ercole?

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Ercole e l’idra di Lerna

Ercole e l’idra di Lerna

Seconda fatica di Ercole
Testo (a cura di): Alessia de Falco, Matteo Princivalle

La seconda fatica che Euristeo impose ad Ercole fu di uccidere l’idra di Lerna. L’idra era un mostro nato e cresciuto nella palude di Lerna, nascosta dalle canne e dagli acquitrini; aveva un corpo immenso e ricoperto di squame, con nove teste: otto teste erano mortali, ma quella di mezzo era immortale. L’idra si aggirava per le pianure che circondavano la palude di Lerna, massacrando gli animali e gli uomini che incontrava lungo la sua strada e devastando quella regione.
Ercole partì subito sul suo carro, guidato dal suo fedele compagno Iolao; in breve tempo raggiunse Lerna e lì trovò l’idra che riposava su una collinetta, poco distante dalle sorgenti di Amimone, in cui aveva la sua tana.
Per snidarla e attirare la sua attenzione, Ercole cominciò a colpirla con delle frecce infuocate: l’idra, sibilando, si lanciò contro di lui; Una delle teste dell’idra si avvolse intorno ai suoi piedi, mentre Ercole colpiva le teste con la sua clava. Ma ad ogni colpo, una testa si frantumava e al suo posto ne cresceva una nuova.
Inoltre, vedendo l’idra in difficoltà, un gigantesco granchio era uscito dalle sorgenti e con le sue chele pizzicava Ercole; in suo aiuto giunse Iolao, che uccise il granchio e gli portò una torcia infuocata. Così, Ercole, dopo aver colpito una testa con la clava, la bruciava nel fuoco e in questo modo le impediva di ricrescere. Quando fu rimasta solo la testa immortale, l’eroe la tagliò con la sua spada corta e la seppellì sotto due metri di terra. Poi, nel punto in cui l’aveva seppellita, ai margini della strada, pose un enorme macigno. In questo modo, nessuno sarebbe riuscito a recuperarla. Infine, Ercole prese le sue frecce e le bagnò nella bile avvelenata che fuoriusciva dal cadavere dell’idra.
Ercole tornò da Euristeo portando le frecce avvelenate come prova; tuttavia, il re, poiché l’eroe era stato aiutato da Iolao, si rifiutò di conteggiare tra le dodici fatiche l’uccisione dell’idra e decise che ne avrebbe dovuta aggiungere un’altra.

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Le dodici fatiche di Ercole

1 / 9

Ercole affrontò dodici fatiche per farsi perdonare una colpa terribile. Quale?

2 / 9

Il primo mostro affrontato da Ercole fu:

3 / 9

Ercole uccise il leone di Nemea con la sua spada.

4 / 9

Durante il duello contro l'idra, che stratagemma adottò Ercole per evitare che le teste del mostro ricrescessero?

5 / 9

Quale mostro uscì dalla palude di Lerna per aiutare l'idra?

6 / 9

Quale fu l'ultima delle dodici fatiche di Ercole?

7 / 9

In origine Ercole avrebbe dovuto compiere solo dieci fatiche. Queste diventarono dodici perché il re Euristeo non considerò valide due di esse: la pulizia delle stalle di Augia e...

8 / 9

Quale arma utilizzò Ercole per compiere le dodici fatiche?

9 / 9

Quale tra queste non fu una delle dodici fatiche compiute da Ercole?

Risorse didattiche

  1. Quale fu la seconda fatica che Euristeo assegnò ad Ercole?
  2. Qual’era l’aspetto dell’idra di Lerna?
  3. Quale dei compagni di Ercole lo accompagnò a Lerna?
  4. Quale creatura accorse in aiuto dell’idra di Lerna?
  5. Che stratagemma utilizzò Ercole per evitare che le teste dell’idra potessero ricrescere?
  6. Quali armi aveva con sé Ercole per affrontare l’idra?
  7. Cosa ne fece l’eroe della testa immortale del mostro?
  8. Perché Euristeo decise di non considerare l’uccisione dell’idra tra le dodici fatiche?

Laboratorio narrativo

La descrizione dell’idra che ci fa Apollodoro nella versione originale di questo mito è molto breve: l’idra viene descritta come un mostro a nove teste, una delle quali immortale; scopriamo alla fine del racconto che questo mostro aveva dentro di sé del veleno, quello in cui Ercole intinge le sue frecce. Il mito non si sofferma invece a parlarci delle sue abitudini, del suo aspetto e dei suoi poteri. (in verità c’è una ragione: nell’antichità, i libri erano scritti su papiri, pergamente o tavolette di legno di poche pagine; dunque, bisognava essere sintetici!).
Provaci tu. Realizza una carta d’identità dell’idra di Lerna; immagina di dover compilare un “quaderno dei mostri”, in cui inserire tutti i dettagli importanti su questo terribile mostro:

  • Sputa fuoco?
  • Sa nuotare bene? Si muove scavando sottoterra? Può volare?
  • Ha dei denti affilati o un veleno mortale?
  • Di cosa si nutre?

Naturalmente, dovrai inventare più dettagli possibili e fare in modo che la scheda sia d’aiuto al prossimo eroe che tenterà di sconfiggere l’idra!

PER APPROFONDIRE

  • Apollodoro (2004), Biblioteca: la più grande raccolta antica di miti, la Biblioteca di Apollodoro è una pietra miliare per tutti gli appassionati del mondo classico
  • De Crescenzo (2014), I grandi miti greci: un testo per tutti i grandi che vogliono avvicinarsi alle curiosità del mito greco, in modo leggero e quasi irriverente
  • Orvieto L. (2010), Storie della storia del mondo: una raccolta di miti omerici e virgiliani adattati per bambini
  • Milbourne A. et al. (2011), Il grande libro dei miti greci: probabilmente la più bella raccolta di mitologia greca per i piccoli

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Ercole e il leone di Nemea

Ercole e il leone di Nemea

Prima fatica di Ercole
Testo (a cura di): Alessia de Falco, Matteo Princivalle

Si racconta che Ercole, eroe figlio di Zeus, dopo una terribile battaglia, impazzì a causa di Era, una divinità gelosa di lui che l’aveva colpito con un incantesimo. Nel colmo della sua pazzia, l’eroe gettò i suoi stessi figli nel fuoco. Quando tornò in sé, Ercole abbandonò la città; poi, andò a interrogare l’oracolo delle divinità, per sapere come avrebbe potuto rimediare alle sue colpe. L’oracolo, gli disse che avrebbe dovuto mettersi al servizio del re Euristeo per dodici anni: qui avrebbe dovuto compiere dodici fatiche. Ercole fece come gli aveva detto l’oracolo e si recò nella città di Tirinto, su cui regnava Euristeo. Il sovrano, come prima impresa, gli ordinò di uccidere il leone di Nemea e di portagli la sua pelle. Il leone di Nemea era una bestia leggendaria: figlio di Tifone, si diceva che fosse invulnerabile alle armi degli uomini; questa creatura selvaggia terrorizzava gli uomini e gli animali e nessuno osava avvicinarsi a lui.
Ercole si diresse subito alla ricerca del leone di Nemea. Dopo due giorni di ricerche, Ercole riuscì a trovare il leone e, da lontano, gli scagliò una freccia. Tuttavia, la bestia era invulnerabile alle armi e la punta della freccia, invece di conficcarsi nella sua carne, andò in mille pezzi.
Allora, Ercole prese la sua clava di legno e corse verso il leone, dimenandola per aria. La bestia, colta di sorpresa, arretrò e andò a nascondersi in una grotta lì vicino; la grotta aveva due uscite e se l’eroe fosse entrato da una delle due aperture, il leone sarebbe potuto uscire facilmente dall’altra, intrappolandolo. Ercole sigillò una delle due uscite con delle pietre, poi entrò e si buttò sul leone; poiché non poteva ucciderlo con la clava né con le frecce, gli circondò il collo con le braccia e lo strinse, fino a soffocarlo. Così morì il leone di Nemea, figlio di Tifone.
Subito dopo, Ercole prese sulle spalle il leone e lo riportò a Tirinto; si dice che Euristeo, sconvolto per la forza di quell’uomo, si nascose in una giara di bronzo, nei sotterranei.

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Le dodici fatiche di Ercole

1 / 9

Ercole affrontò dodici fatiche per farsi perdonare una colpa terribile. Quale?

2 / 9

Il primo mostro affrontato da Ercole fu:

3 / 9

Ercole uccise il leone di Nemea con la sua spada.

4 / 9

Durante il duello contro l'idra, che stratagemma adottò Ercole per evitare che le teste del mostro ricrescessero?

5 / 9

Quale mostro uscì dalla palude di Lerna per aiutare l'idra?

6 / 9

Quale fu l'ultima delle dodici fatiche di Ercole?

7 / 9

In origine Ercole avrebbe dovuto compiere solo dieci fatiche. Queste diventarono dodici perché il re Euristeo non considerò valide due di esse: la pulizia delle stalle di Augia e...

8 / 9

Quale arma utilizzò Ercole per compiere le dodici fatiche?

9 / 9

Quale tra queste non fu una delle dodici fatiche compiute da Ercole?

Risorse didattiche

COMPRENSIONE DEL TESTO

  1. Perché Ercole andò a Tirinto per servire Euristeo?
  2. Quale fu la prima fatica che Tirinto assegnò a Ercole?
  3. Di chi era figlio il leone di Nemea?
  4. Perché il leone era tanto temibile?
  5. Quali armi aveva con sé Ercole per combattere il leone?
  6. In che modo Eracle uccise il leone di Nemea?
  7. Cosa fece Euristeo in seguito al ritorno di Ercole con la pelle del leone?
  8. Chi era il padre di Ercole?

PER APPROFONDIRE

  • Apollodoro (2004), Biblioteca: la più grande raccolta antica di miti, la Biblioteca di Apollodoro è una pietra miliare per tutti gli appassionati del mondo classico
  • De Crescenzo (2014), I grandi miti greci: un testo per tutti i grandi che vogliono avvicinarsi alle curiosità del mito greco, in modo leggero e quasi irriverente
  • Orvieto L. (2010), Storie della storia del mondo: una raccolta di miti omerici e virgiliani adattati per bambini
  • Milbourne A. et al. (2011), Il grande libro dei miti greci: probabilmente la più bella raccolta di mitologia greca per i piccoli

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Miti per bambini

In questa sezione potete trovare una raccolta di miti per bambini che abbiamo riadattato e illustrato per i più piccoli. La mitologia greca (quella più vicina alla nostra cultura e alle nostre radici storiche) è popolata da eroi, divinità, creature incantate e mostruose che non hanno niente da invidiare ai testi fantastici moderni. Raccontare questi miti è un modo per tenere in vita le nostre tradizioni, ma soprattutto per edificare la cultura a partire dalle storie della buonanotte e dai momenti di svago.

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Tag: miti per bambini

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Elementi naturali ed elementi antropici (artificiali)

Elementi naturali ed elementi antropici

Il paesaggio – Il paesaggio è l’insieme degli elementi visibili in una determinata parte di territorio. Il paesaggio è composto da elementi naturali, elementi umani e dalle loro relazioni.

Elementi naturali – Sono gli elementi del paesaggio che non sono stati modificati dall’uomo. Sono elementi naturali: il mare, le montagne, le colline, i boschi, gli acquitrini, i prati, etc.

Elementi antropici – Gli elementi antropici o elementi umani (in greco antico anthropos significa “uomo”) sono gli elementi del paesaggio costruiti o modificati dall’uomo. Sono elementi antropici: le case, le strade, le dighe, muri e staccionate, le fabbriche, i ponti, le funivie, i porti, etc.

Elementi naturali modificati dall’uomo – Non è sempre facile stabilire se un elemento del paesaggio è naturale o antropico. Alcuni elementi naturali possono essere modificati dall’uomo: un prato ad esempio può essere trasformato un campo coltivato.

In questa sezione potete trovare le nostre schede didattiche su elementi naturali ed elementi antropici per i bambini della scuola primaria. Cliccate sulle immagini o sui pulsanti per stampare le schede.

Tag: elementi naturali, elementi antropici

Per approfondire: Definizione di paesaggio proposta dall’Unione Europea

Scoprite tutte le altre lezioni di geografia per la scuola primaria (ex scuola elementare) dedicate ai paesaggi naturali.

I paesaggi:
🟣 Elementi naturali e antropici
🔴 La collina
🟠 Il fiume
🟡 Il lago
🟢 Il mare
🔵 La montagna
🟣 La pianura
🔴 I vulcani

Schede di geografia:
🔴 Geografia – Classe prima
🟠 Geografia – Classe seconda
🟡 Geografia – Classe terza
🟢 Geografia – Classe quarta
🔵 Geografia – Classe quinta
↩️ Geografia – Tutte le schede

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