Blog

Intelligenze multiple: cosa sono e perché è importante conoscerle

Ciascuno di noi non possiede una sola forma d’intelligenza, ma molteplici! Sono le intelligenze multiple e rappresentano una delle più importanti scoperte scientifiche degli ultimi decenni.

Le intelligenze multiple

Lo psicologo americano Howard Gardner ha individuato e descritto nove intelligenze diverse (le famose intelligenze multiple):

  1. Linguistica, cioè l’intelligenza legata alla capacità di utilizzare il linguaggio nei suoi registri e nelle sue sfumature;
  2. Logico-Matematica ovvero l’intelligenza che governa la deduzione, la riduzione a schema e la logica;
  3. Spaziale: è l’intelligenza legata all’orientamento, alla memorizzazione dei dettagli relativi allo spazio e all’astrazione delle figure spaziali;
  4. Corporeo-Cinestesica cioè l’intelligenza legata alla padronanza del proprio corpo;
  5. Musicale: è l’intelligenza che permette di riconoscere suoni e costruzioni armoniche, oltre a favorire il canto e l’uso degli strumenti;
  6. Intrapersonale: è la capacità di comprendere se stessi e di riflettere questa comprensione nel campo delle relazioni, sul lavoro e nello studio;
  7. Interpersonale: è la capacità di comprendere gli altri, di stringere relazioni interpersonali di qualità e di empatizzare (è molto simile all’intelligenza emotiva di Salovey e Goleman);
  8. Naturalistica: l’intelligenza legata al riconoscimento e alla classificazione degli enti naturali, come piante e animali;
  9. Esistenziale o Teoretica: è legata ai temi della speculazione teoretica, come l’esistenza dell’uomo, alle astrazioni e al ragionamento legato alle categorie concettuali.

Lo stesso Gardner, però, ha detto che esistono molte altre intelligenze. Tuttavia, enumerarle e descriverle tutte sarebbe pressoché impossibile.

Intelligenze multiple a scuola e nella vita

Purtroppo, i programmi scolastici attuali limitano lo sviluppo e la valorizzazione delle intelligenze multiple. L’intelligenza interpersonale e quella intrapersonale, ad esempio, trovano pochissimi ambiti di applicazione scolastica. Eppure, essi sono fondamentali per la formazione di uomini politici e professionisti della relazione (psicologi, insegnanti, educatori). Forse non è un caso che le categorie che si trovano più spesso sotto accusa, nel nostro paese, siano politici ed insegnanti. Anche l’intelligenza musicale e quella corporea sono relegate a qualche “buco”, nonostante siano componenti essenziali dell’educazione.

Ciascuno di noi possiede un qualche grado di ciascuna intelligenza. Logicamente, il compito di una buona scuola dovrebbe essere quello di stimolarle tutte, lavorando sulle debolezze e insistendo sui punti di forza di ciascuno, tuttavia non sempre accade. Niente paura: infatti esistono tante strade diverse per integrare le intelligenze multiple all’interno della didattica. L’importante è conoscerle e sapere che sono tutte importanti.

intelligenze multiple

Bibliografia / Sitografia

  • Gardner, Howard (1983) stati d’animo: la teoria delle intelligenze multiple, Basic Books, New York
  • Bruner, J (1960) Il processo di educazione , Harvard University Press, Cambridge
  • Gardner, H., (2013). Formae mentis, Feltrinelli, Milano
  • Gardner, H., (2008), Multiple Intelligences, Basic Books, New York
  • Gardner H., Lo Iacono G., (2005), Educazione e sviluppo della mente. Intelligenze multiple e apprendimento, Erickson, Trento

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

I serpenti d’Irlanda

Vi presentiamo una leggenda curiosa legata alla vita di San Patrizio, santo patrono d’Irlanda.

LEGGETE ANCHE: Storie di fateGli ecosistemiStorie di Pasqua per bambini

I serpenti dall’Irlanda

Secondo un’antica leggenda, l’Irlanda era infestata dai serpenti, che terrorizzavano i suoi abitanti e seminavano il panico. Per liberare l’isola, San Patrizio salì sulla cima del monte Croagh Patrick e rimase in preghiera per quaranta giorni e quaranta notti. Poi, dopo aver costruito una piccola chiesa sulla sommità della montagna scagliò giù dalla montagna la campana di bronzo. Rotolando dalle pendici del monte, la campana fece un tale rumore che tutti i serpenti d’Irlanda si buttarono in mare per la paura e non ci tornarono più. Ecco perché oggi, in Irlanda, non è rimasto neanche un serpente ed ecco perché invece esistono i serpenti marini.

leggenda san patrizio serpenti irlanda

Miracolo o scienza?

Questa leggenda fu scritta da un monaco nel XII secolo, per spiegare ai lettori un fatto molto curioso: in Irlanda non esistono serpenti! Oggi sappiamo che il merito non è San Patrizio: già i romani, quando conquistarono Irlanda e Inghilterra (allora conosciute come Britannia) alcuni secoli prima della nascita del santo, si accorsero che sull’isola non c’era traccia dei serpenti. Ma perché? Secondo gli scienziati è a causa del clima: l’Irlanda si separò dal continente europeo durante l’ultima Grande Glaciazione. A quell’epoca il clima era troppo rigido per consentire la vita dei serpenti. Dopo la fine della Glaciazione, i serpenti hanno popolato tutti i continenti, ma nessuno di loro è riuscito ad attraversare l’Oceano a nuoto per raggiungere l’Irlanda!

Le isole presentano ecosistemi naturali davvero particolari e l’Irlanda non è l’unica eccezione. In Nuova Zelanda, ad esempio, non esistono mammiferi ad eccezione di poche specie di pipistrelli mentre in Madagascar non esistono predatori carnivori, ad eccezione del Fossa, un puma in miniatura (arriva a pesare al massimo 10 kg). Purtroppo, la presenza dell’uomo rischia di rovinare per sempre questi habitat naturali.

Miti e leggende eziologici

Miti e leggende che spiegano le origini di un fenomeno naturale si chiamano eziologici (dal greco antico “ethos”, che significa origine). Oggi la scienza è in grado di spiegare la maggior parte dei fenomeni naturali, ma un tempo non era così e si utilizzavano questi racconti. Ecco alcuni esempi:

  1. Il mito di Ade e Persefone spiega perché esistono le stagioni.
  2. Il mito di Aracne spiega perché esistono i ragni.
  3. La leggenda di Re Laurino spiega perché le Dolomiti, al tramonto, si tingono di rosso.

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

La fantasia non è un “lupo cattivo”

“Che cos’è un tavolo, per un bambino di un anno, indipendentemente dagli usi che ne fanno gli adulti? È un tetto. Ci si può accucciare là sotto e sentirsi padroni di casa: di una casa su misura, non così grande e terribile come la casa dei grandi. Una sedia è interessante perché si può spingere qua e là, per misurare la propria forza, la si può rovesciare e trascinare, attraversarla in più sensi.

Il tavolo e la sedia, che per noi sono oggetti consumati e quasi invisibili, di cui ci serviamo automaticamente, sono a lungo per il bambino materiali di un’esplorazione ambigua e pluridimensionale, in cui si danno la mano conoscenza e affabulazione, esperienza e simbolizzazione. Mentre impara a conoscerne la superficie, il bambino non cessa di giocare con essi, di formulare ipotesi sul loro conto. Dei dati positivi che immagazzina, non cessa di fare un uso fantastico.

Dalla constatazione nasce una domanda: facciamo bene a raccontargli storie di cui sono protagonisti gli oggetti di casa o rischiamo di incoraggiarlo nel suo animismo e artificialismo, a danno del suo spirito scientifico?
Riferisco la domanda più per scrupolo che per preoccupazione. Giocare con le cose serve a conoscerle meglio. E non vedo l’utilità di porre limiti alla libertà del gioco, che sarebbe come negarne la funzione formativa e conoscitiva. La fantasia non è un “lupo cattivo” del quale si debba avere paura, o un reato da tallonare in permanenza con un puntiglioso pattugliamento.
Toccherà a me, di volta in volta, capire se il bambino in un dato momento del suo interesse per le cose desidera informazioni sul rubinetto o vuole “giocare con il rubinetto”, per ricavarne a suo modo le informazioni che gli servono”.

(da G. Rodari, Grammatica della fantasia)

Laboratorio creativo

In questo laboratorio creativo c’è una filastrocca da salvare! Infatti, la filastrocca tutta grigia è intrappolata da anni dentro una vecchia valigia. Ha bisogno di qualcuno che la spolveri per bene e le doni un tocco di colore e di allegria. Leggete la filastrocca qui sotto, poi provate a disegnarla su un foglio insieme ai bambini. Per finire, scrivete all’interno della sagoma della vostra filastrocca qualche rima divertente.

Se volete visualizzare la filastrocca interattiva a schermo intero, cliccate sul pulsante qui sotto:

Filastrocca tutta grigia

Bibliografia

  1. G. Rodari, Grammatica della fantasia, introduzione all’arte di inventare storie, Einaudi, 2010 (ed. originale 1980)

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

La leggenda delle zeppole

Questo racconto fa parte della raccolta “Festa del papà: idee e letture

LEGGETE ANCHE: Filastrocche per la festa del papàStorie di Pasqua per bambiniStorie e racconti di primavera

La leggenda delle zeppole

Testo (a cura di): Alessia de Falco & Matteo Princivalle

Sapete perché il giorno della festa del papà si mangiano le zeppole?

C’era una volta un vecchio falegname che intagliava una sedia seduto sulla soglia della sua bottega. Accanto a lui, un bimbo giocava tra i trucioli di legno. Il Sole stava per tramontare quando un vecchio mendicante vestito di stracci passò accanto alla bottega; sembrava stanco e affamato. Si inginocchiò e chiese: “Per favore, datemi qualcosa da mangiare e da bere”. Il falegname si alzò, posò i suoi attrezzi e aiutò il mendicante a rimettersi in piedi. Poi lo accompagnò dentro la bottega e lo fece sdraiare su una stuoia.

“Riposati un poco” gli disse, porgendogli una caraffa d’acqua fresca. “Purtroppo non ho nient’altro da darti. Abbiamo finito il pane ma presto mia moglie sarà a casa e preparerà la minestra con le erbe. Se vuoi puoi fermarti a cenare da noi”. Il mendicante bevve con avidità e ringraziò il falegname per la sua cortesia.

“Non posso fermarmi. Devo rimettermi in cammino, ma non preoccuparti: hai fatto moltissimo per me. Posso sapere qual è il tuo nome? Questa sera pregherò anche per te”.
Il falegname rispose: “Il mio nome è Giuseppe”. Poi sospirò triste, mentre accompagnava il vecchio mendicante fuori dalla sua bottega. Avrebbe tanto voluto offrirgli qualcosa di più.

Il suo sguardo si posò sul bambino, che stava ancora giocando accanto all’ingresso. Quale fu la meraviglia di Giuseppe quando si accorse che i trucioli di legno ai piedi del bambino si erano trasformati in paste fragranti ricoperte di miele, che sembravano appena uscite dal forno. Gesù – era questo il nome del bambino – sorrise al mendicante, poi afferrò con delicatezza uno di quei dolci e glielo porse.

Da allora, il 19 marzo, quando si festeggia San Giuseppe, si preparano dei piccoli dolci di pane arrotolati come i trucioli di legno e farciti con la crema: le zeppole di San Giuseppe.

leggenda delle zeppole san giuseppe festa del papà

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

Giornata mondiale della poesia

Il 21 marzo – primo giorno di primavera – si celebra la Giornata mondiale della poesia, per ricordare questa forma d’arte e il suo potere universale di avvicinare i cuori e le menti, di unire culture e sensibilità diverse e di produrre bellezza.

Idee per la Giornata mondiale della poesia

Poeticamente abita l’uomo su questa terra”.
F. Hölderlin

giornata mondiale della poesia

Laboratori

Di seguito potete trovare una raccolta di laboratori poetici che potete sperimentare con i bambini a casa e a scuola.

Laboratorio di haiku: l’haiku è una forma poetica breve della cultura giapponese, che per la semplicità della sua struttura è adatto anche ai più piccoli. Di più: è un ottimo esercizio per esercitarsi con la divisione in sillabe.

Laboratorio di poesia visuale: nel laboratorio di poesia visuale, i bambini dovranno comporre una poesia composta da parole, immagini e simboli. Il testo poetico verrà inserito all’interno delle immagini, oppure ai loro margini.

Laboratorio di poesia silenziosa: in un certo senso questo laboratorio funziona in modo opposto al processo poetico. Infatti, a partire da una poesia dovremo ricreare delle immagini (utilizzando anche gli oggetti) adatte.

Dettato grafico: il dettato grafico è una tecnica che noi abbiamo descritto per la prosa, ma che si adatta meravigliosamente anche ai testi poetici. Scegliete la vostra poesia preferita e divertitevi a rappresentarla graficamente insieme ai bambini.

Caviardage: un metodo ideato dalla maestra Tina Festa che utilizza una pagina di un vecchio libro, a partire dalla quale i bambini – o i grandi – dovranno far emergere una poesia.

Laboratorio di poesia zen: a partire da alcune poesie zen che abbiamo trovato all’interno di un’antologia abbiamo raccolto idee e impressioni.

Materiale didattico

Per la didattica nella scuola primaria abbiamo preparato un’introduzione:

Perché dovremmo leggere poesia con i bambini?

Una scheda riassuntiva sul testo poetico (che tratta la struttura di una poesia, versi e rime, parafrasi, etc.):

Il testo poetico

E uno spunto di riflessione teorico-pratico, utile per progettare laboratori poetici nella scuola primaria:

Pedagogia del fare attraverso la poesia

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.

La vera storia della lepre di Pasqua

La vera storia della lepre di Pasqua

Testo (a cura) di: Alessia de Falco e Matteo Princivalle 

C’era una volta una tortorella che stava sorvolando i campi alla ricerca di qualcosa da mangiare. La primavera era appena cominciata e la poveretta era sopravvissuta a fatica all’inverno, accontentandosi di qualche semino che era riuscita a dissotterrare dalla neve. La tortorella si allontanò tanto dal suo nido per trovare qualcosa da mangiare che perse la via del ritorno e fu costretta a trascorrere la notte all’aperto, lontana dal suo nido. Quella notte l’aria era così gelida che le ali della tortorella si coprirono di ghiaccio.

La mattina seguente, la Primavera attraversò quel campo per andare a trovare un’amica, quando trovò la tortorella che tremava per il freddo: senza il suo aiuto sarebbe certamente morta.
La Primavera raccolse l’uccellino e lo strinse al petto, cercando di scaldarlo, tuttavia non ci fu niente da fare: il ghiaccio era troppo spesso e aveva quasi raggiunto il cuore della tortorella. La Primavera decise di salvarle la vita e, grazie al potere dell’amore, la trasformò in una graziosa leprotta selvatica.

“Grazie” sussurrò la lepre. “Mi hai salvato la vita e ti sono grata. Mi dispiaccio soltanto di questo nuovo aspetto: non potrò mai più volare sui campi, né deporre le uova nel mio nido”.
Sentendo quelle parole, la Primavera le disse: “Tu sarai l’unica lepre al mondo che riuscirà a deporre le uova. E non saranno uova bianche e maculate, come quelle delle altre tortorelle, ma uova di tutti i colori”.

Da quel giorno la lepre decise di accompagnare la Primavera nei suoi viaggi. Si dice che a Pasqua attraversi tutti i paesi col suo cesto pieno di uova, regalandole ai bambini buoni che incontra lungo il cammino.

Audiofiaba

Schede illustrate per kamishibai

Di questa fiaba abbiamo realizzato anche un set di schede illustrate da colorare e da utilizzare per recitarla all’interno del kamishibai. Potete stampare le schede cliccando sul pulsante qui sotto:

Schede illustrate

TORNA A:

Non avete trovato il contenuto che stavate cercando? Chiedetecelo: ogni mese realizziamo i materiali più richiesti dai lettori! Ecco il modulo per le nuove richieste: Chiedi un contenuto.

Iscrivetevi alla Newsletter o al canale Telegram per ricevere gli ultimi aggiornamenti dal sito.