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Prefissi e suffissi – In questo articolo troverete una spiegazione semplice e chiara sull’uso dei prefissi e dei suffissi nella lingua italiana, con tanti esempi.Inoltre, troverete le nostre schede didattiche e il quiz interattivo per fare pratica con questa particolarità della grammatica italiana.
In italiano è possibile formare il contrario di molte parole aggiungendo uno di questi prefissi: A-, DE-, DIS-, IM-, IN-, IR- e S-. Da notare che i prefissi non sono intercambiabili: ogni parola forma il contrario usando un prefisso specifico tra quelli elencati. Ad esempio:
è possibile formare il contrario di “giusto” aggiungendo il prefisso -IN: “ingiusto”; tuttavia, non è possibile formare il contrario con altri prefissi. “A-giusto”, “de-giusto”, “ir-giusto” non sono parole della lingua italiana.
Prefisso
Parola
Contrario
A-
Normale
Anormale
DE-
Colorato
Decolorato
DIS-
Gustoso
Disgustoso
IM-
Maturo
Immaturo
IN-
Giusto
Ingiusto
IR-
Responsabile
Irresponsabile
S-
Contento
Scontento
Suffissi
In italiano si utilizzano i suffissi per formare i nomi derivati e i nomi alterati. Esempio:
aggiungendo il suffisso -AIO alla radice della parola “forno” (FORN-) otteniamo il nome derivato “fornaio”;
aggiungendo il suffisso -ONE alla radice della parola “letto” (LETT-) otteniamo l’alterato accrescitivo “lettone”.
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Nomi sovrabbondanti – In questo articolo troverete una spiegazione semplice e chiara dei nomi sovrabbondanti della lingua italiana, pensata specialmente per i bambini della scuola primaria. Troverete inoltre un elenco completo di nomi sovrabbondanti. Infine, troverete le nostre schede didattiche e il quiz interattivo per fare pratica con questa particolarità della grammatica italiana.
I nomi sovrabbondanti sono nomi che hanno due plurali diversi. Al singolare i nomi sovrabbondanti sono nomi maschili che terminano in -o, mentre al plurale hanno una forma maschile che termina in -i e una forma femminile che termina in -a. Da notare che il significato delle due forme plurali ha quasi sempre un significato diverso.
I nomi sovrabbondanti rientrano tra i nomi che non seguono le regole standard per la formazione del plurale. Altre due eccezioni sono costituite dai nomi difettivi e dai nomi invariabili.
Elenco di nomi sovrabbondanti
braccio: i bracci (di un oggetto) / le braccia (arti superiori)
cervello: i cervelli (persone intelligenti) / le cervella (materia cerebrale)
ciglio: i cigli (di un precipizio) / le ciglia (dell’occhio)
corno: i corni (strumenti musicali) / le corna (di alcuni animali)
dito: i diti (pollici, indici, etc.) / le dita (in generale)
filo: i fili (della luce o di un tessuto) / le fila (di una trama)
frutto: i frutti (di una pianta), la frutta (in generale)
gesto: i gesti (movimenti) / le gesta (imprese)
ginocchio: i ginocchi (considerati singolarmente) / le ginocchia (in coppia)
grido: i gridi (di animali) / le grida (di persone)
labbro: i labbri (di una ferita) / le labbra (della bocca)
lenzuolo: i lenzuoli (di stoffa) / le lenzuola (nel letto)
muro: i muri (di una casa) / le mura (di una città)
osso: gli ossi (della carcassa) / le ossa (dello scheletro)
orecchio: gli orecchi (singoli) / le orecchie (in generale)
urlo: gli urli (di animali) / le urla (di persone)
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I nomi si dividono in nomi singolari e nomi plurali (numero del nome).
Un nome è singolare quando indica una sola persona, un solo animale o una sola cosa.
Un nome è plurale quando indica due o più persone, animali o cose.
Possiamo distinguere i nomi singolari da quelli plurali analizzando la desinenza: i primi finiscono in -a, -o, -e; i secondi finiscono in -i o -e. Esempio: “bambino” ha la desinenza -o. Esempio: “bambini” ha la desinenza -i.
Se è presente l’articolo, il numero si potrà stabilire facilmente. Esempio: “l’amico” è accompagnato da un articolo singolare, dunque anche il nome sarà singolare. Esempio: “Gli amici” è accompagnato da un articolo plurale, dunque anche il nome sarà plurale.
Nell’analisi grammaticale del nome bisogna sempre indicare se il nome analizzato è declinato al numero singolare o plurale.
Esistono alcuni nomi che presentano delle particolarità nella formazione del plurale: i nomi invariabili (che hanno la stessa forma al singolare e al plurale), i nomi difettivi (che si usano solo al singolare o solo al plurale) e i nomi sovrabbondanti (che hanno due forme plurali diverse)
Plurali difficili
In italiano esistono alcune parole piuttosto difficili da volgere al plurale (cosiddetti “plurali difficili”). Eccone alcune:
Belga: il plurale è “belgi” nella forma maschile, “belghe” nella forma femminile.
Camicia: il plurale è “camicie”.
Pioggia: il plurale è “piogge”.
Provincia: il plurale è “province”.
Roccia: il plurale è “rocce”.
Socia: il plurale è “socie”.
Valigia: il plurale è “valigie”
Per una panoramica esaustiva dei plurali formati dalle parole che finiscono in -cia e -gia vi suggeriamo di consultare questo elenco curato dall’Accademia della Crusca.
Schede didattiche
In questa sezione potete trovare le nostre schede didattiche sui nomi singolari e plurali per i bambini della scuola primaria. Cliccate sulle immagini o sui pulsanti per stampare le schede.
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Tag: nomi singolari, nomi plurali, schede didattiche sui nomi singolari e plurali, esercizi sui nomi singolari e plurali
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Nomi invariabili – In questo articolo troverete una spiegazione semplice e chiara dei nomi invariabili della lingua italiana, pensata specialmente per i bambini della scuola primaria. Troverete inoltre un elenco completo di nomi invariabili. Infine, troverete le nostre schede didattiche e il quiz interattivo per fare pratica con questa particolarità della grammatica italiana.
I nomi invariabili sono nomi che non cambiano desinenza al plurale, ma mantengono la stessa forma sia al singolare che al plurale. Ecco un esempio:
Città è un nome invariabile: diciamo “che bella città!” (singolare), ma anche “ho visto tante città” (plurale);
Film è un altro nome invariabile: diciamo “un bel film” (singolare), ma anche “ho visto tanti film” (plurale).
In italiano sono invariabili:
i nomi che terminano con vocale accentata: città, caffè, tiramisù;
i nomi monosillabici: bar, film, gru, re, tè, tram, sport;
alcuni nomi che terminano in -si: crisi, analisi, brindisi;
i nomi abbreviati (o ipocoristici): auto, bici, moto;
alcuni nomi che terminano in -ie: specie, serie, barbarie;
alcuni nomi che terminano in -ia: sosia, boia, gianduia;
i nomi di origine straniera: film, hotel, computer.
Le eccezioni tuttavia non mancano; per avere la certezza che un nome sia invariabile, la soluzione migliore è consultare un buon dizionario.
I nomi invariabili rientrano tra i nomi che non seguono le regole standard per la formazione del plurale. Altre due eccezioni sono costituite dai nomi difettivi e dai nomi sovrabbondanti.
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Nomi difettivi – In questo articolo troverete una spiegazione semplice e chiara dei nomi difettivi della lingua italiana, pensata specialmente per i bambini della scuola primaria. Troverete inoltre un elenco completo di nomi difettivi. Infine, troverete le nostre schede didattiche e il quiz interattivo per fare pratica con questa particolarità della grammatica italiana.
I nomi difettivi sono nomi che si usano solo al singolare oppure solo al plurale. A differenza della maggior parte dei nomi, mancano di uno dei due numeri (singolare e plurale).
Un nome difettivo è un nome che non si può usare sia al singolare che al plurale, come invece succede con la maggior parte dei nomi comuni. Ecco un esempio:
Latte è un nome difettivo solo singolare: diciamo il latte, ma noni latti.
Forbici è un nome difettivo solo plurale: diciamo le forbici, ma nonla forbice.
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Tag: nomi difettivi, nomi difettivi esempi, elenco di nomi difettivi, nomi difettivi al singolare
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