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La Val d’Aosta

1. La Val d’Aosta

La Val d’Aosta è una regione dell’Italia settentrionale, senza sbocchi al mare.

Confini:

  • Nord: Svizzera
  • Ovest: Francia
  • Sud: Piemonte
  • Est: Piemonte

APPROFONDIMENTO: I punti cardinali

1.1 Territorio

Il territorio della Val d’Aosta è interamente montuoso. Questa regione è situata sull’arco alpino, tra le Alpi Graie e le Alpi Pennine. La Val d’Aosta ospita la vetta più alta d’Italia, il Monte Bianco. Altre cime importanti sono il Gran Paradiso, il Monte Rosa e il Monte Cervino; inoltre sono presenti numerosi ghiacciai.

In Val d’Aosta sono presenti numerosi fiumi e torrenti, che grazie alla loro corrente alimentano le centrali idroelettriche; nasce qui, per esempio, la Dora Baltea, uno degli immissari del Po.

Il clima è di tipo alpino, con inverni lunghi e rigidi ed estati fresche e brevi. Durante l’inverno sono frequenti le nevicate.

1.2 Economia

  • Il settore primario costituisce l’attività economica tradizionale della Val d’Aosta. L’allevamento bovino è ben sviluppato, grazie alla presenza di pascoli; l’agricoltura, invece, ha un ruolo marginale, a causa della scarsità di terreni fertili e del clima molto rigido. Inoltre sono presenti numerose centrali idroelettriche che, grazie ai torrenti di montagna, generano energia in abbondanza.
  • Il settore secondario è poco sviluppato: non sono presenti grandi attività industriali, mentre è presente l’artigianato del legno e dei tessuti.
  • Il settore terziario è quello più importante per l’economia di questa regione. Il turismo estivo e invernale è la principale attività del settore; esso è reso possibile grazie al bel paesaggio naturale e dalla possibilità di praticare sport invernali sulla neve.

1.3 Amministrazione

La Val d’Aosta è una Regione a Statuto Speciale; il suo capoluogo è Aosta e non ci sono altre provincie. In questa regione le lingue ufficiali sono due: l’italiano e il francese. Tutti i cartelli stradali e i documenti ufficiali vengono scritti in entrambe le lingue. Inoltre, è molto utilizzato il dialetto patois (di derivazione francese).

2. Cartine da stampare della Val d’Aosta

Link per stampare la cartina: Cartina muta della Val d’Aosta.

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L’Europa e l’Unione Europea

1. L’Europa

L’Europa è un continente; si trova nell’area inferiore dell’emisfero settentrionale e comprende una grande varietà di paesaggi e fasce climatiche diverse tra loro. L’Europa è popolata sin dall’antichità: le prime tracce di vita umana in Europa risalgono ad oltre 4000 anni fa. Oggi, tutta la superficie del continente europeo è popolata.

1.1 L’Europa fisica

1.1.1. Confini

L’Europa ha la forma di una penisola, bagnata da sei mari:

  • a Nord il Mare del Nord, il Mar Baltico e il Mar Glaciale Artico.
  • a Ovest l’Oceano Atlantico.
  • a Sud il Mar Mediterraneo.
  • a Est il Mar Nero.

1.1.2 Fiumi e laghi

Il territorio europeo è attraversato da molti grandi fiumi: i più importanti sono il Tamigi, la Senna, il Danubio, il Reno e il Po. Ad Est del continente europeo si trovano i fiumi Volga, Don, Ural e Dnepr.
Sul territorio europeo sono presenti numerosi laghi, perlopiù di origine glaciale.

1.1.3 Rilievi montuosi

In Europa ci sono grandi catene montuose: le Alpi, i Carpazi e i Balcani, i Pirenei, il Massiccio Centrale e le Alpi Scandinave. A Est si trovano i Monti Urali, catena montuosa che divide l’Europa dall’Asia.

1.2 L’Europa politica

1.2.1 Stati e popolazione

L’Europa politica è un continente formato da 45 stati, e conta circa 750 milioni di abitanti. È il secondo continente al mondo per densità di popolazione: soltanto in Asia troviamo più abitanti per km/quadrato.
La popolazione europea, tuttavia, sta diminuendo: dal 2000 in poi, infatti, si è registrato un lento calo della popolazione, a differenza di quanto accade in tutti gli altri continenti, in cui la popolazione è in crescita.

1.2.2 Economia e trasporti

L’Europa è una delle zone più ricche della Terra: alcuni dei suoi stati sono grandi potenze industriali (Germania, Francia, Regno Unito e Italia). Quasi tutti gli stati europei detengono una ricchezza superiore alla media mondiale. La rete dei trasporti è molto efficiente: sono presenti autostrade, ferrovie e linee di trasporto aereo e navale che permettono la circolazione delle merci e gli scambi commerciali.

1.3.3 Cultura

Dal punto di vista culturale l’Europa non è omogenea: esistono molte culture diverse tra loro per lingua, valori e tradizioni. Nonostante numerosi tentativi, non è ancora possibile parlare di una cultura comune europea.

1.3 L’Unione Europea

Alcuni stati europei fanno parte dell’Unione Europea, un’organizzazione politica ed economica finalizzata a promuovere la pace e a garantire il benessere e i diritti delle persone che abitano all’interno del suo spazio. Anche l’Italia è uno stato membro dell’Unione Europeo: è uno dei sei stati fondatori di quest’organizzazione.

Nel 2020 sono 27 gli stati membri dell’Unione Europea; è possibile che in futuro altri stati del continente europeo chiedano di entrare a far parte di questa organizzazione così come è possibile che alcuni stati ne escano. Il Regno Unito, ad esempio, è uscito dall’Unione Europea nel 2016.

L’Unione Europea è un’organizzazione democratica: il suo organo principale è il Parlamento Europeo, nel quale siedono rappresentanti di tutti i 27 stati membri. Il Parlamento Europeo emana leggi che tutti gli stati devono rispettare.

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Le potenze di 10

L’elevamento a potenza è quell’operazione che ci permette di moltiplicare un numero per se stesso più volte. Un caso particolare è costituito dall’elevamento a potenza di 10.

Calcolare le potenze di 10 è semplice: l’esponente, infatti, ci dice quanti zeri seguiranno l’1 nel risultato. Ecco un esempio:

101=10 (1 zero)

102=10×10=100 (2 zeri)

103=10×10×10=1000 (3 zeri)

104=10x10x10x10=10000 (4 zeri)

Utilizzando le potenze di 10 possiamo esprimere con poche cifre numeri molto grandi, come un milione (1.000.000) e un miliardo (1.000.000.000):

106 =1.000.000 (6 zeri)

109 = 1.000.000.000 (9 zeri)

Queste potenze sono utilizzate nel Sistema Internazionale di unità di misura per esprimere numeri molto grandi o molto piccoli (ad esempio, la distanza della Terra dalle stelle, o le dimensioni di virus e particelle di materia invisibili ad occhio nudo).

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Tag: potenze di 10

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La leggenda del ciclamino

la favola del ciclamino

La favola del ciclamino

Alessia de Falco & Matteo Princivalle

C’era una volta un ciclamino che, una mattina d’autunno, era spuntato nel folto del bosco. Aveva il capo reclinato, un po’ per timidezza, un po’ per diffidenza, ma non passava certo inosservato. I suoi petali erano di un bel fucsia acceso e spiccavano tra i muschi e le piante selvatiche. Così bello, così delicatamente profumato, ben presto attirò l’attenzione di tutti: “Chissà che incantesimo si cela dietro quei colori così accesi”, si sussurravano le edere nel sottobosco. “Sicuramente un fiore così vistoso porterà malefici”, ghignavano i corvi.

Come potete immaginare, ci volle poco per creare al ciclamino una pessima nomea: si arrivò addirittura a sospettare che i demoni delle montagne usassero quel fiore per distillare i loro veleni mortali. In men che non si dica, il ciclamino fu solo, osservato da tutti di sottecchi e vittima di crudeli maldicenze. Dapprima, essendo di carattere schivo e timoroso, il fiorellino non badò alle dicerie. Passava le giornate ad ammirare i raggi di sole e le gocce di rugiada, nutrendosi della bellezza intorno a lui.

Poi però iniziò a sentirsi solo: si curvò sempre di più su se stesso, nascondendosi alla vista degli altri. “Come vorrei diventare invisibile”, sussurrò.
“E perché vorresti diventare invisibile?” disse una voce accanto a lui.
Era la Fata dell’autunno, con il suo abito di foglie secche.
“Perché tutti pensano che io porti sventure, che io sia il fiore dei demoni”.
La fatina si sedette accanto a lui. “Ah amico mio, anche io ho avuto il tuo stesso problema” gli disse, prendendosi tra le mani una ciocca dei suoi capelli rossi pel di carota. “Pensavano tutti che portassi sfortuna, con i miei capelli rossi come le streghe e quelle nuvole di pioggia che mi seguono sempre”.

“E … e … Tu come hai fatto ad accettare tutto questo?” chiese esitante il ciclamino.
“All’inizio ne ho molto sofferto, ma poi mi sono detta: so far piovere, dando acqua ai campi, avviso l’uva quando è tempo di farsi trovare pronta per la vendemmia, aiuto gli animali a prepararsi per il letargo. E sai cos’ho capito?”.
“Dimmi”.
“Ho capito che il problema non era mio, ma di chi in me vedeva un cambiamento. È facile amare la Fata dell’estate, che porta sole e allegria. Io metto un po’ di tristezza forse, ma alla fine il mio aiuto serve a tutti”.
“E io” chiese il ciclamino, “io chi posso aiutare?”.
“Il mondo intero, se continui a regalare bellezza come stai facendo”.
Pronunciate le ultime parole, la Fata si allontanò saltellando.

Il ciclamino ci pensò su e capì: forse sorridendo un po’ di più agli altri, avrebbero corrisposto il suo sorriso. E così fu: piante, animaletti e creature fatate smisero di considerarlo “sinistro” e, timidamente, ma sempre più insistentemente, si avvicinarono per salutarlo e scambiare due chiacchiere. Non funziona sempre, ma alla fine la lezione del ciclamino torna utile anche a noi umani: sorridete amici e la vita, prima o poi, vi sorriderà.

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Cosa significa essere un buon cittadino?

Klimt, G. (1916). Unterach on Lake Attersee

Una bellissima riflessione di Khalil Gibran sull’essere cittadini: non si tratta solo di rispettare la legge, ma anche e soprattutto di creare valore, senza sprecare le risorse esistenti.

Tratto da: Gibran, K. (1996). Tutte le poesie e i racconti. Newton Compton

Cosa significa essere un buon cittadino? Significa riconoscere i diritti degli altri prima di rivendicare i propri, pur essendo, però, sempre consapevole di averne. Significa essere libero nella parola e nell’agire, ma significa anche sapere che la propria libertà è subordinata alla libertà degli altri. Significa creare l’utile e il bello con le proprie mani, e apprezzare ciò che gli altri, con fiducia, hanno creato nell’amore. Significa produrre per mezzo del lavoro e solo per mezzo del lavoro, e spendere meno di quanto hai prodotto affinché i tuoi figli non debbano gravare sullo stato per sostenersi quando tu non ci sarai più.

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